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Autore: Inessa    16/05/2006    3 recensioni
Per raccontare un uomo.
Per rendergli giustizia.
Per non dimenticarlo.
Per restituirgli ciò che la vita gli ha tolto.
Rammento…e racconto…
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Title: Cacciatrice di storie

Author: Izumi

Disclaimer: i personaggi di Harry Potter non appartengono a me, ma a chiunque ne detenga i diritti. Sono da me utilizzati senza autorizzazione alcuna e senza scopo di lucro.
Il titolo di questa storia mi è stato ispirato da
Mezzanotte per te dei Pooh.

Beta-reader: Nisi Corvonero

Thanks to: Nikita, Ele, Musa ed Hermia.

Note dell'autrice: Dopo una lunga attesa (avevo fatto partecipare la storia al concorso!^^), finalmente pubblico questa piccola one-shot! Sono, tutto sommato, soddisfatta del giudizio datomi da Erika considerando soprattutto di aver scritto questa storia in un periodo decisamente no a livello d'ispirazione!
Ringrazio sin da adesso chi vorrà lasciarmi un parere!







Cacciatrice di storie…






Vi prego,
Quando narrerete questi
Tragici avvenimenti,
Parlate di me quale io sono;
Non attenuate nulla,
Non scrivete nulla per malizia.

(Othello – William Shakespeare)






E’ quasi sera…

Il crepuscolo di una vita…

La penna scorre sulla pergamena, alla debole luce dell’ultimo raggio, mentre la brezza di fine primavera sfoglia le pagine di un quotidiano.

L’odore di carta stampata aleggia ancora nell’aria, insieme a quello del caffè.

Mi porto le mani alla bocca, tentando di scaldarle, e lascio per qualche istante la penna giacere sul tavolino del bar. Il gelo invernale non è ancora del tutto passato.

Percorro il lungofiume con lo sguardo, beandomi di quel velo di malinconia sospeso nell’atmosfera.

Ricordo di avere una vecchia promessa da mantenere e riafferro la penna, continuando a riempire d’inchiostro il foglio, ancora bianco per metà.

Immagini di vita passata mi scorrono davanti agli occhi, e tento di focalizzarle. Per raccontare una vita.

Per raccontare un uomo.

Per rendergli giustizia.

Per non dimenticarlo.

Per restituirgli ciò che la vita gli ha tolto.

Rammento…e racconto…

Racconto di colui che visse nell’ombra di se stesso. Un uomo diviso tra il bene e il male.

Un assassino, vittima della vita.

Racconto di colui che convisse con la morte, incapace di togliersi la vita.

Di colui che non fuggì, fino alla fine…

Un mendicante siede per terra sul lungo fiume, le spalle poggiate ad una panchina dietro di lui, all’ombra.

E’ attento a non lasciarsi investire dal cono di luce dei lampioni. Tiene lo sguardo basso, le mani giunte sulla palandrana logora e sporca. La sciarpa grigia stretta attorno al collo sfiora l’asfalto.

I passanti lo ignorano.

Gelida indifferenza, compagnia sottile di un’esistenza miserabile.

Una solitudine del colore dell’orizzonte, fa da sfondo alla sua figura.

Ed io continuo a raccontare.

Racconto di colui che perse la speranza, eppure continuò a lottare.

Di colui che perse tutto, eppure non si arrese.

Che perse un occhio, senza smettere di osservare.

Scrivo di lui, della sua persona, delle sue false sicurezze, dei suoi desideri mai realizzati, dei suoi sbagli, dei suoi sacrifici.

La gente continua ad affollare le strade, in attesa della sera. In attesa di ricostruire ciò che la guerra ha distrutto, di riprendere in mano le vite smarrite, di ricominciare e dimenticare.

Combatto in solitudine la mia battaglia. La mia revisione del passato. La sola, forse, a voler mantenere tristi promesse.

Una reporter di guerra, troppo rassegnata per sentirsi delusa dalla vita. Una donna che forse ha perso le speranze troppo presto, per sentire ancora il sapore dell’amarezza della disillusione.

Insensibile alle ferite provocate dai sogni infranti.

Una donna con l’arduo compito di raccontare una vita, di farla comprendere.

Di non tralasciare nulla, senza riportare tutto.

Di suscitare riflessioni, senza morali.

E’ quasi sera…

Il tempo scorre lento, al ritmo del fiume. I tetti aguzzi della periferia londinese scompaiono tra le sfumature più buie del cielo inglese, avvolte dal fumo fuoriuscente dai comignoli.

Quello spirito senza più illusioni siede ancora accanto alla sua panchina, senza sollevare lo sguardo dall’asfalto. I capelli lunghi ad oscurargli il volto.

L’emblema di una vita morta.

Io, invece, racconto…

Si ha molto da raccontare, quando si smette di vivere…

Racconto ancora di quell’uomo. Di colui che amò.

E che fu amato. Che colmò con quell’amore l’odio di una vita.

Che donò se stesso, senza aver mai ricevuto nulla in cambio.

Racconterò di colui che amai. Di colui che ho sempre taciuto, per il quale mai versai inchiostro.

Di colui che fu, e non è più.

Appongo la mia firma in calce alla pergamena, scrutando questa pagina che domani il mondo leggerà sui quotidiani; poi finalmente mi alzo, dirigendomi verso il lungofiume.

Racconterai la mia storia, un giorno…

Tiro fuori dalla borsa una banconota di medio taglio, mentre mi avvicino all’uomo seduto accanto alla panchina.

Solleva lo sguardo finalmente, mentre i soldi scivolano sul cappello rovesciato. Mi scruta con un occhio.

Promettilo…

L’altro ha la pupilla chiarissima, è cieco.

Rabbrividisco malgrado tutto.

-Ho raccontato la tua storia, Draco Malfoy…-

Stringe gli occhi, facendomi intendere di aver compreso.

Gli volto le spalle. Chiudo anch’io le porte al passato.

Ed è quasi sera…

Il crepuscolo di una vita…

Ginevra Weasley




Proprio perchè mi sono piaciute, riporto, per sfizio, le parole di Erika:

In un mondo distrutto, la penna (e chi la regge) decide di raccontare la storia di chi vive e non vive più. Si accenna a malapena alle vicende passate a cui si fa riferimento, focalizzandosi sul loro risultato (invero anche sorprendente). Può essere un difetto, ma qui risalta più l'intenzione di far vedere quanto il destino possa venir ribaltato. E gli strani rapporti che si possono venire a creare quando ogni cosa è cambiata. E' più il racconto di uno stato d'animo, ma fa il suo effetto.

   
 
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