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Autore: Occhi Cielo    18/09/2011    0 recensioni
I brevi pensieri di una ragazza, il senso di abbandono e l'amore vero che alla fine ricongiunge sempre due anime lontane.
Genere: Poesia, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"..How I wish, how I wish you were here. 
We're just two lost souls swimming in a fish bowl, 
year after year, 
running over the same old ground. 
What have we found? 
The same old fears, 
wish you were here."






Non amava spogliarli. 
Lei adorava i fiori. Pieni di colore e di sole. Tanto sole. Come quel pomeriggio caldo che le dava tanto a pensare. Nel frattempo, però, li spogliava. Poveri fiori. Ogni petalo era una speranza che se ne andava, e più petali lasciava cadere  più sentiva un’ondata di dolore arrivarle dal petto. 
Sarebbe venuto? 
Sospirò guardando l’ultimo petalo scivolarle tra le dita e poggiarsi sull’erba. Il verde intenso di quei fili non l’aiutava a rilassarsi…in fondo era così simile ai Suoi occhi. Ne sfiorò delicatamente la superficie umida e ritraendo la mano se la portò alle labbra. Sapeva di luce, di primavera, di sogni persi… 
La lasciò cadere.
Ormai non ci credeva più.
 I sogni l’avevano sempre distrutta, più di quanto avesse fatto la realtà velenosa che la circondava ogni giorno. I sogni che aveva sperato potessero avverasi non erano altro che l’ologramma delle sue paure più profonde, l’inconscio che gli suggeriva la via più semplice per scappare al mondo. Ma quei sogni erano così pieni di volti. Uno più di tutti. Il Suo.
Oh Dio, quanto era bello. 
Quanto amava sognarlo. Ogni pensiero che gli dedicava era un raro sorriso sulle sue labbra perennemente tristi. 
Eppure, sembra così melodrammatico…
ma lei lo amava, nonostante sembri sciocco o precoce. Chi può dire quello che provava? Il suo cuore concordava sempre un po’ con la ragione da quando lo incontrò. Le aveva scosso la vita. Aveva buttato giù quel muro che si era creata con giorni di silenzio e diffidenza; e l’aveva resa meno dura, meno insopportabile. E in quei sogni muti lei udiva il rumore dei suoi pensieri che si affollavano sul suo nome. Lo chiedevano, lo invocavano come una setta chiama il suo demonio. Lui era il suo demonio. Il suo angelo gettato fuori dal paradiso, e sputato fuori dall’inferno, poiché troppo bello, troppo perfetto…
 “Anche li su sono invidiosi di te Amore Mio” sussurrava al cielo. 
Non si aspettava una risposta dall’Immenso, ne un segno. Aspettava solo il suo arrivo. 
Ma il tempo passava e lei continuava a sorridere, a spogliare fiori… nonostante il suo cuore contava le speranze perse con i petali. Li strappava lentamente, desiderando che quelli la perdonassero per la sua impazienza ingiustificata. Perché sarebbe venuto. Lui sarebbe arrivato e l’avrebbe portata via di lì, da quell’attesa silenziosa e piena di desideri che volavano via con il vento. Una ciocca di capelli le ricadde sul viso, la scostò dolcemente immaginando fossero le sue mani a farlo. 
Non era la stessa cosa. 
La consapevolezza la trascinò sul fondo. La bellezza che la circondava si era dissolta. L’attesa era svanita. 
Lui non c’era. 
Era sola. 
Rendersene conto faceva così male… ma più del resto, faceva male capire che l’aveva fatto di nuovo. Aveva sognato.
Nessuno l’aveva previsto, nessuno sapeva che sarebbe successo, ma pianse. Non l’avrebbe delusa, non Lui. Lui che la faceva vivere di nuvole glassate e risate. Lui che era piombato nella sua vita e l’aveva fatta vivere. No… Oh cielo se avesse avuto un minimo di fiducia si sarebbe resa conto che lui non se n’era mai andato e che la distanza fatta a passi non divide due persone che hanno un unico cuore per rendere vive le loro anime. 
Che stupida. 
Ora quelle lacrime le rigano il viso deformato in una smorfia di delusione. Il sale faceva bruciare la sua pelle al sole e solcava le sue guance segnando l’ennesima ferita. Il sale porta distruzione, il sale porta guai. Ma senza sale non c’è vita. Le arriva sulle labbra e ne assapora il dolore che la goccia brillante ne nasconde. 
Dio, com’era diverso… perché non faceva male? La gola ne risentiva, aspettava quell’ondata di realtà che si sarebbe dovuta infrangere sulla sua parete corrosa.
Ma fu miele. Miele e fiori. 
I fiori che aveva ucciso con la sua diffidenza, ora erano sulla sua bocca. Come poteva essere? Il sole calava, sentiva il freddo sulla sua pelle e i brividi che la percorsero. La notte era vicina con le sue stelle e il suo buio. Quanto sola sarebbe stata ancora…
Il miele le riempiva i singhiozzi che volevano uscire impetuosi, i petali esplodevano freschi e profumati. Sapevano di amore.
Quasi capì. Ma gli occhi si rifiutavano di aprirsi. Vedere il nulla avrebbe reso la notte così lunga…
Assaporava l’infinita gioia di avere qualcosa di vero in cui credere. Qualcosa che non fossero le sue storie, quelle in cui si rifugiava e sfuggiva al mondo. Ogni volta che le chiudeva con un punto le sembrava di essere già più forte, che le nuvole nel suo angolo di cielo fossero state cancellate da chissà quale magia. Ma poi rileggeva ciò che la sua mano aveva scritto, e si accorgeva che erano solo favole. Le favole più belle che avesse mai letto…ma pur sempre favole. 
E così il buio intorno a lei si diradò. I suoi occhi cercarono la via per il sorriso e quando la trovarono fu un’oasi nel deserto. Le nuvole glassate furono il nettare più dolce da assaporare.. e ne volle ancora, ancora, ancora. 
Le sue mani cercarono il suo viso. Era bello. 
Era bello come il demonio delle sue notti, ma non aveva paura. Lei lo voleva. Lo desiderava come le farfalle desiderano i fiori, come la Luna ha bisogno del sole per esistere, come la tristezza ha bisogno dell’amore per vivere. E se la morte l’avesse colta preparata sarebbe fuggita, ora che era con lui. Sciocca, come poteva dubitare del suo ritorno?
Non vedeva quanto i suoi occhi erano pieni di lei?
Ecco, si baciarono. Rubagli l’anima e falla tua per sempre! Non se ne andrà mai più da lei. Tornerà, qualsiasi cosa accada. 
I loro corpi non si distinsero più. Dove finiva Lei iniziava Lui. Era così che doveva essere.
La Luna brillava, il Sole spariva. 
Arrivò la notte e furono insieme. 
  
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