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Autore: Geil_Flynn    18/09/2011    2 recensioni
"- Erin, non ho tempo. – dire il suo nome gli sembra una sorta di calmante.
- Che succede lì, Ben? Ti sento malissimo. Pensavo stessi tornando a casa.
- Sono sull’aereo. È stato dirottato. – la sente trattenere il fiato, poi lancia un grido.
- Non scherzare! – strilla, ma in fondo sa anche lei che è la verità.
- Non ho tempo. – ripete Ben.
- Non è vero. [...] La cornetta le cade di mano e lei scivola sulle ginocchia. Una lacrima le solca il viso. Con le ultime forze che afferra di nuovo il telefono e digita quei tre numeri, in automatico. È occupato. Perché quell'undici settembre la polizia e i pompieri hanno molto, moltissimo da fare."
One shot per l'attentato dell'undici settembre, anche se in ritardo. Per non dimenticare.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The last call



- Erin Lennox, dica in fretta la prego, sono molto in ritardo.

- Erin. – soffia Ben nel telefono, mentre la sua voce trema. Il vociare di una cinquantina di persone si riversa nella cornetta.

- Ehi, Ben! Ciao! – grida la voce femminile. È contenta. Ben fa un debole sorriso, mentre sente qualcuno sussurrare “Potrei usare il mio cellulare”. – Indovina? Flynn Jones mi ha chiesto di uscire! Haha!

- Erin, non ho tempo. – dire il suo nome gli sembra una sorta di calmante.

- Che succede lì, Ben? Ti sento malissimo. Pensavo stessi tornando a casa.

- Sono sull’aereo. È stato dirottato. – la sente trattenere il fiato, poi lancia un grido.

- Non scherzare! – strilla, ma in fondo sa anche lei che è la verità.

- Non ho tempo. – ripete Ben.

- Non è vero.

- Erin…

- Non è uno scherzo divertente. - dice lei, e sembra furiosa.

- Non è uno scherzo, ci sono cinque arabi con le pistole.

Una piccola pausa.

- Chiamo subito il 911.

- Non serve. L’hanno già fatto in molti. Qui c’è in mezzo Al Qaeda, roba seria.

- Ma… dove…

- Non vogliono dircelo. Ascoltami bene.

- Cosa… cosa succederà?

- Morirò, molto probabilmente. – Ben lo dice con grande tranquillità, cercando di celare la grande paura. Stringe convulsamente la cornetta che oscilla nella sua mano. Centinaia di pensieri gli si affollano nella testa, a cosa deve dare più importanza? Prendere un profondo respiro, mentre lei rimane in completo silenzio. Sente appena appena il suono di un clacson, dal suo appartamento di Malibu. Il profumo della ragazza si insedia nelle sue narici e per un’istante viene catapultato a Los Angeles. – Erin, ti prego di’ ai miei genitori e a mia sorella che gli voglio bene. E di’ a tuo fratello che è stato un grande amico per me. E… di’ al mio capo che mi licenzio perché non lo sopporto, ma che nonostante tutto… nonostante tutto ho imparato molto da lui. – Una piccola pausa. A chi altro vuole rivolgersi? - Di’ a mia nonna che mi è dispiaciuto tanto non poter esserci al suo novantesimo compleanno e che la adoro, perché mi faceva i biscotti al burro. Ah, di’ a Joanne Lerman che sono desolato di non poterla portare fuori a cena e che è molto carina. Aggiungi anche che adoro il vestito rosso che voleva mettersi e che sono stata felice di poterlo vedere almeno una volta. Ti prego, fa sapere a Milly Pensky che non mi interessa, nonostante io creda che lei sia molto simpatica. Non è vero, ma facciamoglielo credere. Oh, di’ a mio cugino che il mio PC precipiterà con me, quindi non potrà averlo. Sono costernato. E digli che nonostante tutto l’ho sempre adorato. Io… credo basti.

Si ferma finalmente, con il respiro un po’ ansante. Lei non ha ancora parlato. Sente delle grida arrabbiata in una lingua sconosciuta provenire dalla cabina di pilotaggio.

- Ehi? – mormora, accostando le labbra alla fredda plastica. Sente un piccolo singhiozzo e un rantolo. Gli sembra di percepire una piccola goccia d’acqua salata scivolare giù per il telefono e sfiorargli la bocca.

- E a Erin? – sussurra lei. - A… Erin cosa devo dire?

Ben sospira e cerca di riflettere. Cosa vuole dire a quella ragazza così speciale per lui, per l’ultima volta?

- Dille di non buttarsi giù. Io so che non lo farà perché è una ragazza forte. E dille che penso che quella maglietta con la scritta fluorescente sia un orrore. Dille di buttarla, la fa anche sembrare grassa e lei non lo è affatto. Dille che mi piace molto Casablanca, il film che mi ha fatto vedere, non solo per la trama. Mi piace soprattutto perché l’ho visto con lei. Dille che deve smetterla di mangiarsi le unghie perché ha delle mani tanto belle. Dille che è un’artista di talento, e sfonderà. Dille che mi piaceva molto con i capelli castani e mi piace anche adesso che li ha biondi. Dille che mi fa ridere quando si aggiusta gli occhiali da lettura sul naso. Dille che la amo e che finché respirerò non smetterò mai di dirlo. – esita per un momento. - Dille che voglio morire col suo nome sulle labbra. Glielo dirai?

- Ben… - singhiozza lei. Lui non sente un briciolo di sorpresa nel suo tono. Era tanto evidente? Era forse stato suo fratello Neil a dirglielo?

- Seduti! Seduti! – grida qualcuno spaventato. Ben sussulta e per poco non va a sbattere contro l’apparecchio telefonico.

- Erin, devo andare. Ricorda ciò che ho detto. Ti amo. Ti amo.  – posa la cornetta mentre qualcuno lo afferra per la spalla e lo mette a sedere. Sente un coltello puntato sulla gola e trattiene il respiro.

- Ben! – grida Erin, rompendo il silenzio che regna in casa sua. – Ben! BEN!

La cornetta le cade di mano e lei scivola sulle ginocchia. Una lacrima le solca il viso. Con le ultime forze che ha afferra di nuovo il telefono e digita dei numeri, in automatico. È occupato. Perché quell’undici settembre la polizia e i pompieri hanno molto, moltissimo da fare.

Ben Murray morirà, insieme ad altre tremila persone quel giorno. Il suo nome, viene ripetuto ogni anno durante la celebrazione. Un piccolo singhiozzo si alza dalla folla all’udire queste due semplici parole.

Erin non lo sa, ma Ben è morto proprio con il suo nome sulle labbra, stringendo la mano di un’assistente di volo. Il suo computer è distrutto, ma stranamente a Carl Puckett, il suo divertente cugino, non importa.

Non ha gridato, Ben, quel giorno, nonostante la paura che lo attanagliava. Ha sillabato silenziosamente una parola.

- Cosa? – ha balbettato la hostess che si era arpionata al suo braccio. Lui ripete e finalmente si sente calmo.

“Ben Murray.”

“Erin Lennox.”


Spazio della Folle e Ritardataria Autrice (?):

Ehilà, popolo di Efp! Bonsoir =) Qui parla la ex AlexJimenez che ora è diventata HexRose110. Probabilmente cambierò ancora nickname, visto che questo è un periodo di grande... cambiamento, ecco xD

Dunque, parliamo di questa one-shot. Avrei dovuto pubblicarla una settimana fa, lo so, ma con l'inizio della scuola non ho avuto tempo. Oggi ho voglia di scrivere una nota quanto Voldemort ha voglia di tenere Harry in vita. Vi dico solo che si parla ovviamente dell'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Ho solo pensato che per il decennale di questo terribile evento avrei dovuto scrivere qualcosa. Mi sembrava quasi doveroso. Pensando anche che probabilmente quel giorno io ero seduta sul tappeto di casa mia, organizzando un perfetto matrimonio per la mia Barbie preferita, mentre invece a New York migliaia di persone trovavano la morte. 

Solo leggendo la pagina di Wikipedia su questo attentato mi sono sentita terribilmente male. Posso solo immaginare cosa abbiamo provato quelle persone e i parenti e gli amici delle vittime. Spero solo di non aver rovinato tutto mettendomi a scrivere.

Dunque, qualche spiegazione tecnica. Il nostro Ben, si trova sul Volo United Airlines 175 (secondo la lista delle vittime su quel volo c'è stato un passeggero sconosciuto. Ecco, io ne ho approfittato per creare un nuovo personaggio su cui incentrare la One-Shot, visto che volevo evitare di scrivere su qualcuno di reale), deve tornare a casa sua, a Los Angeles, da Boston. Improvvisamente verso le 8.45 l'aereo viene dirottato. Lui riesce a chiamare la sua migliore amica Erin, alle 8.53 (secondo la mia versione della storia) da un telefono sull'aereo, quando i cinque dirottatori sono distratti. 

Erin e Ben sono amici da anni, visto che lui conosce molto bene suo fratello, Neil. Ben decide di chiamare Erin non per avvisare di chiamare il 911, visto che ormai gli sembra chiaro che non potranno fare niente. Molti passeggeri ci aveva già provato. Vuole solo salutarla per un'ultima volta. 

Quell'aereo è effettivamente quello che poi andrà a schiantarsi contro le due Torri Gemelle del World Trade Center. Nessun superstite.

Ora, credo di aver detto tutto. Lo so, scrivo solo shot tristi o drammmatiche. Prometto che è un giorno scriverò qualcosa di divertente (anche se non ne sono capace -.-).

Buonaserata a tutti voi, Efpiani:


HexRose110
 

   
 
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