Prima di cominciare, voglio dire che dedico questo raccontino a LisaJudeRay per ringraziarla di tutta l'ammirazione che mi dimostra e per quelle parti di storie che mi dedica.
Detto questo, lascio tutti quanti alla lettura del prologo, ma vi prego di aspettare il primo capitolo per decidere se mollare o meno questa storia: come anticipato, da qui non si capisce un tubo. E' solo una prefazione, in fondo. Dal capitolo uno prende il via la storia!



Prologo.
 
Quando aprii gli occhi mi chiesi dove fossi.
Era sempre così, la mattina. Mi svegliavo e non capivo niente per i primi trenta secondi. Ma mi piacevano, quei trenta secondi di confusione. Era rara quella sensazione che sentivo, di sentirmi sospeso nel nulla, leggero come una foglia trasportata dal vento.
Poi capii: ero nella mia stanza. Come ogni mattina.
Sbadigliai, allungando le braccia verso l’alto. Sentii le ossa della schiena risvegliarsi con un debole e silenzioso crack.
Poi mi alzai e andai ad alzare la serranda della finestra, sempre in silenzio.
Era lunedì. Cominciava un’altra settimana scolastica, ci sarebbero stati altri compiti da fare, di nuovo gli stessi insegnati da ascoltare, gli stessi compagni e amici con cui parlare.
Sarei dovuto tornare di nuovo fra tutta quella gente che, negli ultimi tempi, soprattutto gli amici, non riusciva più a strapparmi un sorriso o anche solo a farmi divertire in silenzio.
Sarebbe ricominciata la solita routine, troppo vuota e ripetitiva per i miei gusti. Ma, ormai, mi stavo abituando ad una vita senza colori, senza sorrisi, senza lui e la sua amicizia.
Aprii l’armadio e tirai fuori la divisa scolastica. La stessa che avevo usato i giorni precedenti. Me la misi e andai in cucina barcollando per il sonno. Tornai subito indietro per andarmi a sciacquare il viso. Poi, un poco più sveglio e presente a me stesso di prima, dopo aver fatto colazione di fretta, anche se non ero in ritardo, uscii di casa con lo zaino in spalla e un ombrello in mano.
Pioveva, l’avevo già visto dalla finestra, ed il cielo era completamente grigio. Come ogni altro giorno in quel periodo. I contorni delle nuvole quasi non si distinguevano in quella macchia scura ed uniforme.
Da un po’ di tempo, mi sembrava che il grigio fosse diventato il colore naturale del cielo, e che l’azzurro ormai fosse soltanto un optional.  





* L'angolino della scrittrice *
Bene... visto? Non avete capito praticamente nulla della storia!
Comunque, spero di sentirvi nei prossimi capitoli!
A presto,

Claire Knight.