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Autore: blackestfaery    18/09/2011    2 recensioni
Erano stati imprudenti, certo, ma la gente tendeva a dimenticare che anche Pomona un tempo era stata giovane.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Pomona Sprite | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Greenhouse3

N.d.T.: questa volta è toccato ad una storia molto breve di blackestfaery, di cui si può trovare l'originale a questo link su Hawthorn&Vine. Era già stata tradotta da un po', ma tra una cosa e l'altra non l'aveva mai postata. Diciamo che sto smaltendo gli arretrati. 

Ringrazio anche chi sta continuando a leggere e recensire Uncoffined.

Alla prossima, Luxlucis

Greenhouse 3

L’aveva spinta nell’angolo più nascosto, in cui le ombre del pomeriggio erano più scure, e con un’occhiata furtiva per controllare se la porta fosse chiusa, l’aveva sollevata per le anche, premendo le labbra contro le sue.  Ogni suono che lei non riusciva a soffocare veniva inghiottito dal loro bacio, le note soavi scorrevano fluide dalla sua bocca a quella di lui. Le aveva già insegnato da tempo l’importanza del silenzio: non era mai veramente da soli durante il giorno.

Le sue dita strinsero la presa dopo aver inghiottito un gemito particolarmente rumoroso, poi Draco si fermò per una frazione di secondo aspettando che il fruscio di passi si allontanasse. Erano cinque, prese nota distrattamente. Appoggiato tra le gambe di lei si sentì invadere ancora di più dal desiderio, sentendo passare quell’anonimo gruppo, le loro voci e sagome si stagliavano attraverso il vetro appannato e le sue palpebre. Un movimento incontrollato delle sue anche la fece rabbrividire in risposta. Forse la eccitava il pericolo di essere scoperti da un momento all’altro?

Lui di sicuro.

Si ritrasse giusto per respirare di nuovo sulle sue labbra, sorridendo quando lo morse per protestare. Per quanto forte potesse essere il suo desiderio di averla lì in quel momento – prendila, prendila, prendila – sapevano entrambi che non avevano tempo. Scosse il capo quando lei cercò di stringersi a lui ancora una volta e la vide allungare l’orecchio quando sentì il rumore di passi che si avvicinava a loro. Si scambiarono uno sguardo, delusi, permettendosi l’ultimo piacere di scivolare l’uno contro l’altro. Lei era di nuovo in piedi e dalla parte opposta della stanza quando il cigolio della porta annunciò l’arrivo di un’altra persona nella serra 3.

Pomona Sprite entrò dopo aver aperto la porta con un fianco, borbottando mentre i pesanti vasi di creta che stava trasportando le ostruirono la vista. Con un repentino movimento alla sua sinistra un paio di mani le prese il carico, lasciandola di stucco per la sorpresa.

“Dove vuole che le metta, professoressa?” Alzò gli occhi sul suo studente di Slytherin e gli rivolse un breve cenno di ringraziamento.

“Può mettere i vasi al centro del tavolo, signor Malfoy,” cominciò, osservando con interesse il giovane erede dei Malfoy fare come gli era stato detto. Percependo un movimento improvviso alla sua destra, Pomona si voltò e vide Hermione Granger risistemare un trapiantatoio nella sua cassetta; le sopracciglia le si alzarono fino quasi a raggiungere la scomposta attaccatura dei capelli.

“Stavamo solo lavorando per la nostra consegna, professoressa. Il termine è tra tre giorni.”

“Ma certo, signorina Granger,” le rispose dopo aver esitato per pochi attimi. “Se mi ricordo bene dovete approfondire l’uso della Mandragola in battaglia.”

“Sì, professoressa.” Hermione nel frattempo si stava scrollando dai vestiti la polvere ed il sudiciume. “Rappresenterebbe solo un deterrente minimo e temporaneo, ma pensiamo che con la dovuta preparazione l’urlo della Mandragola possa essere utilizzato come una prima linea di difesa.”

“E se poi usassimo le Mandragole più piccole invece di quelle mature otterremo il vantaggio di tener in vita le vittime, per poi interrogarle in un secondo tempo.” Aggiunse Draco.

“Certo, molto bene,” disse Pomona mentre si avvicinava alla porta. Aveva altre scorte da recuperare, ma non appena posò la mano sulla maniglia della porta si voltò di nuovo. Ora era Malfoy che si stava pulendo i vestiti mentre la Granger la stava guardando con trepidazione. “Potreste voler controllare gli Arbusti Scudo. Rappresentano un valido aiuto alle Mandragole; sono piante molto versatili, sapete. Ottime nel nascondere il loro stelo caratteristico e, cosa ancora più importante, nell’evitare…sgradite sorprese.

“Grazie professoressa, ne terremo conto,” replicò Hermione vivacemente.

La professoressa Sprite aveva chiuso la porta da un minuto quando Draco si voltò di nuovo verso la ragazza.

“Bella mossa, Granger.”

“Che cosa vorresti dire?”

“Quello che voglio dire è che niente ti fa sembrare più colpevole del rispondere ad una domanda che non è stata fatta.” Alzò la voce di un’ottava, guardandola mentre la comprensione prima e il panico poi si facevano strada sul suo volto. “Stavamo solo lavorando per la nostra consegna, professoressa.”

“Oh, no.” disse Hermione coprendosi il viso con le mani. “Lei sa tutto.”

“Certo che lo sa.” Draco era pensieroso mentre seguiva la forma indistinta della professoressa di Erbologia che attraversava i prati. “Ma qualcosa mi dice che non le importa più di tanto.”

“Sei fuori di testa?” Hermione era in agitazione, stava facendo un mezzo balletto di passi concitati lungo tutto il perimetro della serra. “Ci segnalerà alla professoressa McGrannit e al professor Piton – e anche al preside!” Ad un certo punto le cedette pure la mandibola e Draco riuscì ad immaginare a che cosa stesse pensando: che tutte le sue speranze di voti perfetti ed irreprensibilità al di sopra di ogni sospetto sarebbero finiti fuori dalla finestra. “Ci espellerà e io finirò a lavorare alla Testa di Porco sperando di guadagnare qualche falce invece dei soliti zellini.”

“Figurati, guadagneresti galeoni.” la rassicurò lui, tendendole poi una mano. “Sarei il tuo miglior cliente.”

Hermione gli schiaffeggiò le dita prima che le arrivassero anche solo vagamente vicine. “Non voglio pensare a come finirò a fare la barista che per guadagnare qualche extra deve concedere altrettanti extra,” rispose con una smorfia di disgusto. “Dobbiamo solo spiegare che cosa ci facevamo qui.”

“Oh sì, certo. La vedo proprio bene.” Draco alzò gli occhi al cielo, evitando poi il suo ceffone ed attirandola a sé. “Mi può per favore spiegare perché è stato trovato con le ginocchia sporche dalla professoressa Sprite, signor Malfoy?”

“Ma tu non hai le ginocchia sporche.”

“No, non ancora.”

Oh.”

*

Un’ora dopo la professoressa Sprite si trovò di nuovo a dirigere i suoi passi verso i giardini di Hogwarts. Il nuovo carico di scorte – paraorecchie per i ragazzini del primo anno – era stato particolarmente difficile da trovare nel punto sulla destra della sua scrivania dove lo aveva lasciato, ma alla fine era stato recuperato.

Con una rapida occhiata si rese conto che nella serra numero 3 non c’era più nessuno; le luci erano spente e la porta serrata. Pomona rise piano tra sé e sé prima di scuotere il capo.

Forse era sbagliato permettere un comportamento del genere – nella sua aula di lezione per di più – ma dopo aver visto lo sguardo che il giovane erede dei Malfoy rivolgeva, corrisposto, alla signorina Granger, avrebbe lasciato correre.

E dopotutto, nonostante tutta la terra insinuatasi sotto le unghie nel corso degli anni, anche Pomona un tempo era stata giovane.

   
 
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