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Autore: agatha    17/05/2006    21 recensioni
Può il calore del sole sciogliere il gelo che uno ha dentro? Draco ha sempre pensato di no. Ma, inaspettatamente, Ginny gli insegnerà che l'amore ha questo potere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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** RAGGI DI SOLE **

I raggi del sole illuminavano la stanza inondandola di luce. Ginevra stava spostando un libro dal suo comodino quando sentì cadere qualcosa di metallico. Si era chinata per raccoglierlo e nel riconoscere l’oggetto le era venuta una dolorosa fitta al cuore. Si era rialzata ed era andata verso la finestra, lasciando che i raggi la riscaldassero. Quel piccolo monile era riuscito a far scendere il freddo nel suo animo.
Lo sollevò.
Era un anello d’oro bianco.
Due teste di serpente che si congiungevano, gli occhi formati da rubini di un intenso rosso sangue.
Il suo anello.
Non aveva più avuto la forza di indossarlo ma non riusciva nemmeno a separarsene per tutto quello che rappresentava. Le ricordava lo stupendo sogno che aveva vissuto per un breve periodo.

“L’avevo notato già quando andavamo a scuola”
“Me l’ha dato mia madre affermando che viene tramandato da molte generazioni nella nostra famiglia e che un giorno io l’avrei…”
“Perché ti sei interrotto?”
Lui aveva scosso la testa, le sue guance pallide colorate leggermente di rosso.
“Niente, non farci caso”

Era stata una stupida ad innamorarsi di lui. Draco non l’aveva mai illusa e non aveva mai nascosto di sentirsi attratto da lei ma non una parola riguardo ai sentimenti era stata pronunciata fra di loro. Lei lo aveva sempre saputo ma era stato impossibile resistere a quegli occhi così azzurri e così limpidi. Si erano incontrati in una sera di pioggia. Era un ricordo così vivido nella sua mente, come se fosse successo solo la sera prima e non, in realtà, un mese fa.

“Accidenti a questa pioggia e a me che ho pure messo le scarpe con i tacchi alti”
Ginny stava correndo verso casa cercando di ripararsi con il piccolo ombrello bianco che teneva in mano. Era già buio e ormai non c’era quasi più nessuno in giro per le strade. Ad un tratto, con la coda dell’occhio, notò qualcosa di strano. C’era una persona seduta sui gradini di una casa. Stava lì, immobile, incurante della pioggia che ormai aveva bagnato totalmente i suoi vestiti e i suoi capelli.
Che cosa poteva spingere qualcuno a rimanere lì così, senza cercare di ripararsi?
Il buon senso le suggeriva di farsi i fatti suoi e correre a casa o, fra poco, anche lei sarebbe stata fradicia come quello sconosciuto.
Ma Ginevra Weasley non era famosa per essere una persona seria e assennata. Per questo le sue gambe la stavano portando verso quella persona. Mise un piede sul primo gradino e spostò l’ombrello coprendo lo sconosciuto. Non poteva vederlo in faccia perché la teneva piegata contro le ginocchia.
“Se rimane qui così finirà per prendersi una polmonite. Ha bisogno di una mano?”
“Se ne vada”
Il rumore incessante della pioggia le fece dubitare di aver sentito quelle parole e il tono scocciato con cui le aveva dette.
“Mi scusi…”
In quel momento il ragazzo alzò la testa.
“Ma non ci sente o cosa? Le ho detto di andarsene!”
Lei non potè fare altro che rimanere a bocca aperta, stupita di riconoscere, nello sconosciuto, Draco Malfoy.

L’ombrello le sfuggì di mano.
“Accidenti”
Purtroppo il vento si stava divertendo a spostare l’ombrello fuori della sua portata e lei ci mise un po’ a recuperarlo, anche se ormai era talmente bagnata da non averne più alcun bisogno. Draco, che aveva assistito a tutto il suo spettacolo, si mise a ridere. Lei lo fulminò con uno sguardo.
“E’ colpa tua se mi sono ridotta così e ora hai anche il coraggio di ridere?”
“Certe cose rimangono sempre le stesse. Voi Weasley non cambierete mai”
Ginny evitò di domandargli a cosa si riferiva. Si sentiva stanca, bagnata e tutto quello che voleva era rientrare in casa.
“Neanche i Malfoy se è per questo”
Si girò decisa ad ignorarlo e cominciò a camminare. Non sentiva nessun rumore dietro di lei, segno che Draco non si era mosso. Lottò ma alla fine la curiosità vinse e lei guardò dietro di sé. Lui era sempre seduto sui gradini sotto la pioggia. Sarebbe stato così facile vendicarsi di tutte le offese subite lasciandolo lì, ma così facendo si sarebbe messa al suo stesso livello.
Tornò indietro mentre si ripeteva che tutto questo non le avrebbe portato niente di buono.
“Ti va di venire a bere un caffè a casa mia? Non sarà una reggia ma di certo è meglio che rimanere qui sotto quest’acquazzone”
Aveva provato la soddisfazione di vederlo confuso e stupito. I suoi occhi l’avevano scrutata a fondo, forse per capire se era seria o lo stava prendendo in giro. Alla fine si alzò.
“Accetto”
Si era messo di fianco a lei e aveva preso in mano l’ombrello essendo più alto di lei.

Una volta al riparo aveva conosciuto un Draco Malfoy estremamente impacciato. Così, oltre ad averlo invitato a casa, si ritrovava pure a dover badare a lui. Aveva preso una salvietta e gliel’aveva lanciata, poi gli aveva indicato il bagno mentre lei recuperava alcuni vestiti di suo fratello da prestargli.
Si ritrovarono nel piccolo salotto di lei.
“Ma di chi diavolo sono questi vestiti?” chiese lui con il suo solito tono arrogante, appoggiando una mano sul tavolo.
“Non mi sembri nella posizione di poterti lamentare”
“Se sono del tuo ragazzo ha proprio dei pessimi gusti”
“Sono di Ron”
“Ho indosso i vestiti di Lenticchia?”
Lei annuì ridendo, si era quasi dimenticata quello stupido soprannome, e si diresse in cucina per preparare qualcosa da mangiare.

Tutto era cominciato così, per caso. Draco non le aveva mai raccontato perché si trovasse lì quel giorno, né aveva saputo molto del suo passato. Aveva intuito che, alla base di tutto, doveva esserci un litigio con sua madre. Solo una volta si era azzardata a fargli qualche domanda ma aveva visto i suoi occhi incupirsi e le labbra serrarsi duramente. Aveva capito di aver toccato un tasto dolente e si era ben guardata dal sollevarlo di nuovo. Meglio vivere il presente senza conoscere né il suo passato e, tantomeno, il suo futuro o il proprio.
Lo aveva lasciato dormire sul divano e una notte l’aveva sentito parlare. Si era alzata per vedere se avesse bisogno di qualcosa e quello che vide la lasciò stupita.
Com’era diverso il suo volto.
Ricordava bene la sua espressione tranquilla, rilassata. Piano piano, giorno dopo giorno, anche da sveglio aveva perso i tratti duri che lo contraddistinguevano. I primi timidi sorrisi erano diventati vere e proprie risate quando la prendeva in giro per i suoi esperimenti in cucina, o quando litigavano per il telecomando e lui ne usciva vincitore.
Guardò il divano e un’altra ondata di ricordi la sommerse.

Ormai Draco si era stabilito da lei anche se fra di loro si era instaurato solo un rapporto d’amicizia. Quella sera toccava a lui decidere cosa vedere alla televisione e aveva scelto un film dell’orrore. Lei li aveva sempre odiati, anche perché, non l’aveva mai detto a nessuno, ma le ricordavano quanto successo con Voldemort e la Camera dei Segreti. Ben decisa a non lasciar trapelare la sua paura aveva accettato la sua proposta.
Durante la scena di un’aggressione si era aggrappata a lui lasciandosi sfuggire un piccolo urlo. Dopo qualche secondo Draco aveva spostato il braccio mettendolo intorno alle sue spalle. Lei non aveva fiatato permettendogli di farlo e alla fine si era addormentata.
Si era sentita soffiare sul viso e quando aveva aperto gli occhi aveva visto il volto di lui, vicinissimo che la stava guardando.
“Weasley sei la solita frana, ti sei addormentata pur di non guardarlo”
Le aveva sussurrato quella frase in tono dolce, ma lei, persa nell’azzurro delle sue iridi, non aveva ribattuto.
Poi l’aveva baciata.
Si era avvicinato poggiando le labbra sulle sue aspettando di capire la sua reazione e quando lei aveva risposto aprendo la bocca si era lasciato andare baciandola profondamente.

Purtroppo questi erano solo ricordi di un qualcosa che non sarebbe più tornato. Era riuscita, poco alla volta, a smettere di pensarci e cercare di tornare alla sua vita normale. Ora quell’anello tornava prepotentemente a ricordarle quanto era successo e a farla soffrire. Chi l’avrebbe mai detto che una semplice discussione avrebbe condizionato quanto era successo in seguito?

“Non è vero che sei più bravo di me!”
“Una Weasley che pretende di essere migliore di un Malfoy su una scopa?”
“Non lo pretendo, è la verità”
Draco la squadrò, con il tipico sguardo che aveva spaventato decine di studenti più piccoli, avvicinandosi a lei.
“Facciamo una gara?”
“Noi due? Ma…”
“La piccola Ginevra ha paura?”
Gli occhi di lei lampeggiarono.
“Non sono piccola”
La mano di lui si appoggiò al suo fianco accarezzandolo “Me ne sono reso conto” e poi risalì lungo il suo braccio, fino ad arrivare alla gola.
“Accetti la sfida?”
“Farò di più, la vincerò”
“Dobbiamo decidere la posta in palio”
“Hai proposte?”
Un dito di Draco si mosse toccandole la gola e scese fino ad attraversarle i seni. Ginny rabbrividì cercando di mascherare quanto stava provando.
“Voglio te”
Sorrise aspettando la sua reazione.
“Io voglio il tuo anello” affermò lei sicura.
Malfoy ebbe un attimo di smarrimento perché non si era aspettato quella risposta. Però aveva accettato.

Ginny si rigirò l’anello tra le mani mentre una fitta le trapassava il cuore. Era stata davvero convinta di aver vinto solo per la sua bravura e le sue abilità sulla scopa. Invece aveva scoperto, in seguito, che non era stato così.
Lui aveva perso di proposito.
Le aveva regalato l’anello, in modo contorto, complicato e assurdo, ma lo aveva donato a lei.
D’improvviso si sentì soffocare, come se le pareti della casa si chiudessero attorno a lei.

Era tornata a casa e subito aveva intuito che qualcosa non andava. Sul suo viso era apparsa la stessa espressione glaciale alla Malfoy. Si era messa a parlare rimandando all’infinito quello che doveva succedere. Draco si era alzato in piedi mettendosi davanti a lei, sovrastandola con la sua altezza. Le aveva messo un dito sulle labbra zittendola.
“Devo andare”
Solo due parole pronunciate in tono neutrale.
Ginny si era sentita la gola secca e non riusciva a dire niente.
Draco aveva aperto la porta e parlato senza voltarsi.
“Il mio anello puoi tenerlo. La tradizione vuole che lo regali alla donna che devo sposare, ma siccome non è nel mio destino preferisco lasciarlo a te”
Poi se n’era andato chiudendosi la porta alle spalle.
Lei era rimasta immobile, in piedi, fissando l’uscio. Quell’ultima frase che le vorticava freneticamente nella testa. Non voleva riflettere sul suo significato ma non poteva farne a meno.
Scivolò a terra e sollevò davanti al viso la mano che indossava quell’anello.
Le aveva detto, a modo suo, che l’amava.
Quando iniziò a non vedere più i contorni capì che stava piangendo.

Non aveva avuto nemmeno il coraggio di dirgli che era innamorata di lui.
Innamorata perdutamente.
Sapeva che Draco considerava stupidi questi sentimenti e la paura di vederlo scappare via l’aveva aiutata a non rivelare i suoi. Non aveva mai capito se lui provasse affetto oppure se la considerava semplicemente un piacevole passatempo. Almeno fino a quell’ultimo giorno.
Era stata dura superare i giorni successivi. Sentiva la sua mancanza e non si dava pace per averlo perso. Aveva sperato di ricevere una lettera con qualche spiegazione ma, se anche l’aveva spedita, non era mai arrivata. Aveva anche cercato di odiarlo perché avrebbe potuto non dirle che l’amava e così lei, forse, avrebbe sofferto di meno. Invece aveva preferito essere onesto con lei e, in questo modo, il dolore per aver perso lui e anche il suo amore era doppio.
Scosse la testa cercando di allontanare tutti questi pensieri. Ormai doveva solo guardare avanti e cercare di dimenticare. Si legò i capelli con un nastro e un fiocco. Indossò di nuovo quell’anello e uscì in cerca di un po’ di aria.

*****

Stava camminando sopra un ponte pieno di gente quando avvertì un calore alla mano. La guardò e le sembrò che fosse l’anello che la stava scaldando.
Probabilmente era solo suggestione.
Fece qualche altro passo per poi bloccarsi mentre un’idea assurda le attraversava la mente. Si guardò intorno mentre le persone passavano indifferenti accanto a lei. Le parve di scorgere, all’inizio del ponte, una testa bionda ma era impossibile vedere qualcosa di più. Rimase ferma aspettando.
D’improvviso tutti si spostarono e lei potè chiaramente vedere che era Draco. Era in piedi, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e la stava fissando intensamente. Dalla sua espressione non traspariva nulla. Anche lei era rimasta ferma, ancora incredula di vederlo davanti a sé, con la paura che potesse scomparire da un momento all’altro perché solo uno scherzo della sua mente.
Chiuse gli occhi ma quando li riaprì lui era ancora davanti a lei, anzi cominciò pure a sorriderle e aprì le braccia.
Ginny impiegò solo qualche secondo per memorizzare quell’immagine prima che le sue gambe cominciarono a correre buttandosi contro il suo petto e lasciandosi stringere a lui.
“Che cosa ci fai qui? Perché….”
Draco le mise un dito sulle labbra zittendola.
“Facciamo una passeggiata?”
Lei, troppo stupita, annuì.
Camminarono per un po’ abbracciati finchè non arrivarono proprio davanti agli scalini dove si erano incontrati la prima volta. Lui la fece fermare e il suo sguardo divenne serio.
“Sono qui per una cosa importante. Ho bisogno che tu mi restituisca quell’anello”
Lei strinse la mano che lo indossava, cercando di non cedere al dolore che le stava trapassando il cuore. Se lui lo rivoleva era probabilmente per donarlo ad un'altra donna.
Lentamente lo sfilò e lo lasciò cadere sul palmo aperto della mano di Draco. Poi fece per voltarsi e andarsene via ma lui la prese per un braccio facendola girare.
“Se quella sera tu non fossi passata di qui non so cosa mi sarebbe successo. Ma tu mi hai accolto nella tua casa, nella tua vita e nel tuo cuore e mi hai salvato”
“Non hai bisogno di ringraziarmi”
“Credevo di non poter scegliere il mio destino invece tu mi hai insegnato che esiste un altro tipo di vita anche per uno come me”
“Ma cosa…”
Lui le prese la mano sinistra e fece scivolare di nuovo l’anello al suo dito.
“Niente sotterfugi questa volta. Quest’anello ti appartiene perché anch’io ti appartengo, se mi vuoi ancora”
Ginny spalancò gli occhi troppo sorpresa per la sua dichiarazione. Si strinse contro di lui.
“Ma…Tu stai… Noi…”
Draco la guardò fisso negli occhi.
“Mi basta solo che tu dica sì” disse sorridendo.
“Sì” rispose lei.
Questa volta Ginevra sentì una calda sensazione diffondersi in lei, ma non erano né i raggi del sole, né l’anello ma solo l’amore di Draco.

In quel momento capì che lui non le stava più offrendo solo un sogno, bellissimo ma destinato inevitabilmente a finire, le offriva una vita vera, reale, insieme a lui per sempre.

**********

Prima one-shot che scrivo su questa bellissima coppia che adoro alla follia. Ringrazio chiunque abbia voglia di leggerla e magari lasciarmi un commento.

  
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