Say
Goodbye on the Ferris Wheel
Non era più ritornato in quella città da quando aveva lasciato Touko lì, in quel palazzo ormai distrutto.
Non era più salito sulla ruota panoramica, quella ruota panoramica da quando le aveva detto “Addio”.
N sapeva benissimo che quella volta non ci sarebbe stata nessuna ragazzina insolente (?) ad accompagnarlo lì sopra. Dopotutto, erano passati ormai mesi da quando c’era salito con lei.
Avrebbe dovuto farlo di nuovo?
No, non poteva, più che altro. Per salire sulla ruota panoramica, si doveva essere in due, dopotutto. N non poteva mica sdoppiarsi così, di punto in bianco! E non gli avrebbero di certo permesso di salire accompagnato da uno dei suoi Pokémon – quel pensiero lo fece innervosire leggermente.
Ma ricordava. Ricordava quella volta in cui le aveva rivelato di essere suo nemico. Ricordava la sua faccia poco sbigottita, come se avesse già saputo tutto. In fondo, era un individuo che passava poco inosservato, e già dal loro primo incontro le aveva chiesto di lottare contro di lui. Certo, una persona normale lo avrebbe fatto, come no.
Si sedette sulla panchina accanto all’attrazione, non gli importava granché di essere riconosciuto, in quel momento. Il sole aveva lasciato il palcoscenico del cielo da un pezzo, oramai, e le luci della ruota panoramica risplendevano nel buio della serata, illuminando la volta celeste.
Ricordò che anche quella volta, quando Touko e lui erano saliti sulla ruota panoramica, era stato di sera. Sorrise lieve al ricordo di quella strana ragazza a cui aveva imposto le proprie idee – a suo parere – alquanto strane e assurde. Ma non aveva resistito alla tentazione, sembrava così interessante battersi con lei.
Interessamento finito con quando il proprio Zekrom è stato sconfitto dal suo Reshiram.
Aveva viaggiato molto e conosciuto nuovi Pokémon e nuovi allenatori da allora, ma nessuno, in tutta la sincerità, lo aveva colpito come aveva fatto Touko. Era come se fosse particolarmente speciale, o forse era solo lui a voler costruire un’immagine del genere di lei.
Il loro rapporto/non rapporto era come se avesse seguito sempre la stessa direzione, come se si fosse già saputo, sin dall’inizio, che si sarebbero separati, che non avrebbero avuto altra scelta se non dirsi “Ci vediamo”, anche se detto con molta poca convinzione.
Ad ogni modo, continuò a fissare per tutto il tempo l’attrazione principale del luna park. Cosa stava aspettando, però? Non aveva alcun senso, dopotutto, restarsene lì a rimembrare vecchi ricordi, non era così? Sospirò; in fondo non poteva stare in quella città ancora per molto.
Quando sì librò in cielo sulla schiena del drago nero diede un’ultima occhiata a quella ruota che seguiva sempre lo stesso ed identico percorso, e si appuntò nella mente che, se ci fosse stata una prossima volta, avrebbe portato Touko su una giostra dei cavalli.
Almeno, su quella, non si doveva per forza essere in due per salirci.
N/A: Scommetto che non sentivate la mia mancanza :’D
Ebbene sì, son ritornata con un mal di testa cronico a causa del trauma scolastico. Almeno sono in seconda e ho un tizio abbastanza figo trasferito da un’altra scuola come compagno di banco. Credo proprio che sia ora di continuare quella piccola serie nella sezione “Comico”… eheh.
Un altro capitolo noioso, quello che odio di più che ho scritto fino ad adesso perché fa altamente scappare la cacca, ammettetelo. Fa schifo! D: Non volevo che fosse così. Forse avevo le aspettative troppo alte…
E niente.
Noth.