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Autore: IlaOnMars6277    19/09/2011    4 recensioni
"Cosa mi stava succedendo? Ultimamente mi ritrovavo spesso a fare sogni ad occhi aperti su di lui e non mi era mai capitato. Sin dall'inizio ci eravamo detti che sarebbe stato solo un rapporto lavorativo e di amicizia, per non creare incomprensioni e malintesi.Eppure ora facevo questi pensieri, dopo anni di lavoro."
[Vincitore dei NESA nelle categorie: Best Scena, Best Kiss, Best Long Fic, Best Female, Best Couple.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo ripartiti per il tuor. Toccava all’europa.
Eravamo in piena discussione. Stavamo decidendo se mangiare sul bus o andare in un ristorante. Jared insisteva per cucinare sul bus. Li aveva tutte le sue verdure, di cui aveva fatto scorta prima di partire. Era scontato che volesse rimanere li.
Si andò ai voti e vinse il ristorante. Mi misi a cercarne uno secondo i commenti dei clienti, su internet. Jared mise il muso e affermò “Voi andate pure, io rimango qui.”
Shannon se la rise “Va bene, rimani qui a farti la cena a lume di candela, tu ed il tuo tofu!”
Tra le risate generali, guardai Jared. Chiedevo conferma con lo sguardo per la prenotazione. Avevo il cellulare in mano e attendevo che mi facesse qualche cenno.
Ultimamente avevamo ripreso a parlare normalmente ma sembrava volesse evitarmi.
Finalmente mi guardò e invece di dirmi, come immaginavo, che non avrei dovuto prenotare per lui mi disse sottovoce “Rimani a farmi compagnia?”. Una semplice richiesta, non voleva stare da solo li dentro.
“E se invece tu venissi con noi? Ordini li le tue verdure e sei comunque in compagnia.”
“ No, voglio stare qui. Mi piace cucinarmi queste cose da solo.”
“Jared…ma cosa cucini che tanto mangi le gallette, un pò di tofu ed i fagioli in scatola. “
Sbuffò. “Va bene, vai con loro.”
Si alzò e se ne andò vicino al finestrino prendendo un libro.
Arrivammo e tutti cominciarono a scendere con velocità. La fame chiamava. Shannon si girò verso di me, vedendo che ero ancora seduta “Em, non vieni?”
“No, ho prenotato per voi. Rimango a far compagnia a questo rompiscatole.”
“Contenta tu. Ciao, a dopo!”
Jared arrivò sorridendo “Allora che vuoi per cena?”
“Dobbiamo stare per forza qui? A me non piacciono molto quelle schifezze”
“Emma, è  cibo sano, ti fa bene. E poi non rimaniamo qui, se vuoi mangiamo e ci facciamo una passeggiata.”
“Va bene. Almeno se ho fame prendo qualcosa camminando.”
Alzò gli occhi al cielo e rovistò negli sportelli.
La cena andò meglio del previsto, anche se non ero soddisfatta, così insistetti per uscire. Avevo voglia di un dolce, mi piaceva provare i dolci dei luoghi che non conoscevo.
Camminavamo per la strada principale e vidi un chioschetto di Waffles. L’odore mi catturò completamente e corsi a farmene dare uno.
“Vuoi?” lo porsi a Jared.
“No, no. Sicuramente c’è il burro. Come se lo avessi mangiato, grazie”
“Lo so che rifiuti sempre, ma non posso non offrirtelo.”
“E’ quello che si dice “buone maniere” o ti preoccupi veramente che io possa morire di fame?”
“Entrambe. A volte mentre ti guardo quando sei sul palco mi chiedo come fai a stare in piedi e correre come un pazzo. Me lo chiedo da anni ormai.”
“E’ la musica e il calore dei fan che mi da energia.”
“Lo so, lo vedo dai tuoi occhi”
“Vedi tante cose, sei un’abile osservatrice ma non vedi tanto oltre”
“Che intendi?” Adesso ricominciava con le sue frasi misteriose, piene di significati nascosti.
“Quello che ho detto. Che sai tutto di me, a volte prevedi anche le mie mosse. Ma quando ti dissi di non comportarti come se non te lo avessi  detto, tu hai fatto l’esatto opposto.”
“Te la posso dire una cosa?”
“Devi”
“Se tu parlassi chiaro e tondo, senza giri di parole; non si creerebbero incomprensioni. Cazzo, parla come tutti i comuni mortali! Che significa? “
“Ma che divertimento c’è se parliamo tutti nello stesso modo? Poi non era difficile da capire”
“Mi stai dando della stupida?”
“Assolutamente no, torniamo indietro. E’ tardi.”
Ecco, avevo un altro quesito su cui scervellarmi. Avevo fatto l’esatto opposto?
 
Dormì male. Veramente male. Nei miei sogni vedevo volti di sconosciuti ridere a crepapelle e sentivo le mie guance rigarsi di lacrime di frustrazione. Era quello che provavo e si rifletteva nei sogni.
La mattina fu una tragedia alzarsi. Eravamo ancora in viaggio e avevo troppo sonno.
“Caffè! Ho bisogno di caffè…” dissi sbadigliando.
“Buongiorno, ti vedo in splendida forma Emmina, dormito bene?” Shannon era in vena di sfottere.
“Ho dormito una merda. Shannon tu russi!” mi giustificai.
“Avete i tappi per quello!” disse offeso e aggiunse “ tutte scuse, sono giorni che sei strana e hai la testa fra le nuvole. Confessa! Chi è lui?” oddio, non reggevo a questi giochi di prima mattina e non con quel mal di testa.
“Tu Shan! Ti amo e voglio sposarti, va bene?”
“Oh e potevi dirmelo prima, avrei trovato altri modi per non farti dormire” mentre rideva mi versò del caffè, io mi sedetti e mimai un “grazie” con le labbra. Jared si nascondeva dietro ai suoi occhiali scuri, mentre scorreva le menzioni su twitter, ma riuscivo perfettamente a vedere quel sorrisetto sarcastico che sfoggiava senza ritegno. Rideva per il mio siparietto con Shannon e aveva notato il mio imbarazzo alla domanda di suo fratello, o rideva per i soliti tweet di bimbette in calore?
 
Finalmente arrivammo e trasferimmo tutte le valigie in albergo.
Ovviamente fuori, al vento, c’erano ad aspettarli un numero esiguo di fan. Salutarono velocemente tutti, mentre io entravo a richiedere le stanze.
Mi buttai subito sotto la doccia, appena fui in camera. Nel pomeriggio, avevano un paio di interviste radiofoniche e dovevo occuparmi dei ragazzi con I golden ticket al concerto in serata.
Uscì dalla doccia e osservai che rispetto alla mattina mi ero un pò ripresa. Le occhiaie si erano schiarite e i capelli puliti mi facevano stare molto meglio. Ero dimagrita molto e con indosso solo l’asciugamano lo notavo di più.
Bussarono alla porta. Grondavo d’ acqua. Imprecai e andai ad aprire.
“Non ti conviene aprire la porta vestita, anzi,  non vestita così” disse indicandomi. Dal viso scese a guardare quel poco di stoffa che arrivava sino alle cosce e si soffermò a guardare le gambe.
“Jared! Hai finito di farmi la radiografia? Che c’è?”
“Posso entrare?”
Sospirai pesantemente “Si, dai…Muoviti”
Entrò velocemente e si distese sul letto con tutte le scarpe. Chiusi la porta e presi a tamponarmi i capelli.
“Sono molto comodi questi letti, hai notato?”
“No, sono andata diretta nelle doccia. Tu hai avuto già modo di provarlo? Vuoi entrare nel Guinnes World Record?”
“Non intendevo quello, mi ci sono solo seduto. Non mettere in giro anche tu questa voce che mi scopo tutto quello che di biondo cammina su questo pianeta.”
“Io scherzavo. E poi lo dico solo a te. Comunque è una voce falsa. Io sono bionda.”
“Giusto. Giusto. Anche se…” mi girai a guardarlo così velocemente e in modo truce che si ammutolì, così completai io la sua frase “anche se….NIENTE!”
Si alzò lentamente e si diresse verso di me. Si tolse gli occhiali che si ostinava a portare anche al chiuso, li agganciò allo scollo della maglietta scoprendo di più il petto e disse “Anche le donne hanno impulsi sessuali, non sei una macchina, quindi capisco. Anzi, ho capito. E’ ok così. Ma cerca altrove il divertimento di una notte, non è saggio per noi. Come hai detto tu, manderemmo tutto in fumo.” Mentre parlava mi aveva afferrato il viso con entrambe le mani, come a volermi ipnotizzare con le sue parole. Non serviva, ero già d’accordo con lui.
“Non ho altro da aggiungere. Sono completamente d’accordo con quello che hai detto. E’ stata una considerazione saggia. Ma sappi che….” Il suo telefono vibrò nella tasca. “Scusa, scappo. Ci vediamo dopo” Mi diede un bacio in fronte e corse fuori.
 
“Ma sappi che…..non era un impulso sessuale.” Sussurrai, mentre una lacrima solitaria mi solcava il viso. Magari fosse stato solo il divertimento di una notte. A quello avrei saputo tener bada.




   
 
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