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Autore: mavi    02/06/2006    4 recensioni
Si fermò di scatto, mentre sia Potter che Weasley ed altri là vicino si voltarono a guardarlo. Non poteva vedere Blaise, ma era quasi certo che, con fare disperato, si fosse passato una mano sul viso. “Che vuoi Malfoy?” anche Potter parlava con lo stesso tono della mezzosangue. Come se dovessero essere loro quelli disgustati! -Volevo precisare che questa fanficition narra la storia di Draco Malfoy e Blaise Zabini come semplici compagni di scuola, non vi è pairing.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa non è la prima fanfiction che scrivo, ma sicuramente è la prima sul genere comico

Salve a tutti, questa non è la prima fanfiction che scrivo, ma sicuramente è la prima sul genere comico. Non so da dove è uscita fuori questa storia ma mi sono divertita a scriverla  e se lo faceste anche voi leggendola, allora sarei davvero felicissima. Volevo inoltre ringraziare di cuore la betareader che ha supervisionato il mio lavoro, Bellaurora.

Buona lettura ^^

Il fuoco all’interno del camino scoppiettava

Il fuoco all’interno del camino scoppiettava. Il carbone ardente, sotto la legna avvolta da fiamme, brillava di una luce arancione che ipnotizzava lo sguardo e di tanto in tanto, qualche scintilla incandescente andava a spegnersi sul freddo pavimento di pietra.

I divani in pelle nera contribuivano ad oscurare ancora di più la stanza e, creando penombra, invitavano gli occupanti, comodamente spoltronati, ad abbandonarsi nell’oblio del beato sonno… solo peccato… che non ne avessero assolutamente voglia.

Uno sbuffo pesante riempì l’aria e subito fu seguito da un fruscio, provocato dal cambiamento di posizione del moro sulla sua poltrona.

Blaise Zabini tornò a guardare il fuoco passivamente, senza alcuno interesse particolare se non quello di ingannare il tempo, osservando quel colore vivido, fino a sentir bruciare gli occhi e sbattere, poi, lentamente le palpebre.

“Vi prego, qualunque idea, anche la più idiota… ma vi prego… facciamo qualcosa!”

“Le abbiamo provate tutte Blaise, Hogwarts è noiosa… .” Draco Malfoy era, anche lui, seduto comodamente sulla poltrona di fronte al camino. I piedi appoggiati su di un puff, la testa abbandonata all’indietro e occhi inespressivi, semi aperti a guardare il soffitto, come aspettando l’arrivo di un qualcosa che avrebbe potuto smuovere quella serata terribilmente noiosa e purtroppo, non unica nella sua singolarità. 

Seduti sul divano vi erano invece Vincent Tiger e Gregory Goyle che, alla richiesta disperata del Serpeverde, si erano guardati alzando le spalle ma non avevano proferito parola.

“Ma è possibile?! Guardateci, facciamo pena! Una gioventù buttata, come vecchi! Abbiano sedici anni e stiamo qui a romperci davanti al camino!”

“Hai qualche suggerimento su come trascorrere questa serata, Blaise? Oltre, ovviamente, ai cento sui quali abbiamo già discusso e bocciato, uno per uno…”. Draco aveva alzato di scatto la testa con fare scocciato guardando il suo compagno dritto negli occhi. Non era di certo lui, il solo ad annoiarsi terribilmente.

L’altro assunse un’espressione rammaricata e disperata al contempo, abbandonandosi completamente sulla poltrona e lasciando una mano penzoloni oltre il bracciolo di pelle.

“Oh lo so, hai ragione Draco, è che… ma dove sono finiti tutti gli altri? La Sala Comune è vuota!”

“Guarda che non è poi tanto presto, sono quasi le undici. Alcuni saranno a letto e altri… ”

Proprio in quel momento fece la sua comparsa dalla scala dei dormitori femminili Pansy Parkinson, che sbadigliando si accoccolò sul divano facendo spostare, senza tanti complimenti, Tiger.

“Ancora svegli ragazzi?”

“Stiamo morendo dalla noia” Blaise guardava ancora il fuoco come ipnotizzato.

“E’ così nelle serate d’inverno.”

“E’ una tortura… .” Draco era tornato a guardare il soffitto e nella stanza calò per qualche secondo il silenzio. Intanto, lo scoppiettare del fuoco si faceva sempre più debole.

Blaise allungò una mano e prese un pezzo della legna accantonata lì vicino, poi, con poca grazia la gettò tra le fiamme, provocando un’esplosione di scintille e un brusco spostamento della legna quasi del tutto consumata.

“Avete fatto i compiti di Difesa per domani?” la ragazza cercò di sollevare un po’ la situazione e rendere quel posto meno un mortorio, ma ebbe solo una strascicata risposta del biondo Serpeverde.

“…Si.”

Calò ancora il silenzio ma poi, piano a piano, inaspettatamente, la Sala Comune si iniziò a riempire di ragazzi che, annoiati e anche un po’ assonnati, venivano giù dai loro dormitori per riscaldarsi davanti all’invitante fuoco.

Ovviamente i più piccoli erano già a dormire da un pezzo e ora si era riunito un gruppo di una decina di ragazzi, all’incirca tutti del sesto anno come loro.

Li avevano gradualmente raggiunti Daphne Greengrass, Theodore Nott, Millicent Bulstrode, Tracey Davis, Adrian Pucey, e altri.

C’era chi seduto su poltrone, poltroncine, divani o chi era a terra sul tappeto e appoggiato a grandi e comodi cuscini. Tuttavia, se non per un momento iniziale, la situazione era tornata quella di prima.

Ognuno era immerso nei propri pensieri o enormemente scocciato ed annoiato.

“E’ tuo quel libro Blaise?” il biondo Serpeverde, notando un libro distrattamente appoggiato ai piedi della poltrona dell’amico, abbandonò per qualche secondo i comodi cuscini per prendere quel oggetto. Era l’unica cosa che, in quel momento, poteva attirare maggiormente la sua attenzione.

Blaise lo guardò senza molto interesse mentre si ributtava sulla sua poltrona, con il libro in mano, aperto alle prima pagine.

Draco notò che il libro era piuttosto vecchio. Le pagine ingiallite e la rilegatura, sicuramente non tra le migliori, gli davano però un aria misteriosa che in un certo senso lo incuriosiva.

“Che cos’è? Non è un nostro libro… l’hai preso dalla biblioteca?”

“Dalla Sezione Proibita” Blaise rispose con un sorrisetto compiuto e per la prima volta in quella serata, negli occhi del biondo Serpeverde, si accese una luce di diabolico interesse.

A sentire quelle parole, anche il resto degli studenti si erano come risvegliato. Alcuni allungavano il collo e altri, guardavano con bramosa curiosità verso l’antico e proibito libro.

“E tu, hai una cosa del genere e non ci hai detto niente? Quando l’hai preso?” Blaise alzò le spalle e parlò con aria di sufficienza, mentre Draco aveva preso a sfogliare le pagine e a far scorrere avidamente gli occhi, sulle scritte eleganti.

“Ieri… la biblioteca stava per chiudere e io mi stavo annoiando, così… . Madama Pince non si è accorta di nulla, era troppo impegnata a dire alla Granger che la biblioteca stava chiudendo.”

“La Granger...” Un verso di disgusto, come se il biondo avesse appena sputato qualcosa di molto amaro, seguì quel nome.

“Comunque non troverai nulla di interessante Draco, l’ho già controllato tutto… sono vecchi incantesimi, forse non hanno nemmeno più effetto. Ho preso il primo libro che mi è capitato sotto gli occhi…a caso… una delusione insomma.”

Subito i ragazzi tornarono ad accovacciarsi tra i cuscini e a re-immergersi nei proprio pensieri. Anche Draco si era scoraggiato, ma continuò a sfogliare quelle pagine, d’altronde, non aveva nulla di meglio da fare.

“Niente magia interessante quindi… però… guarda qua” parlava divertito, mentre leggeva un incantesimo dall’assai buffo risultato.

“Vediamo” Blaise si era avvicinato al suo amico e, appoggiandosi su di un bracciolo, aveva anche lui iniziato a leggere lo strano incantesimo.

“Eh sì, sarebbe bello poterlo fare a tutti i Grifondoro. Te li immagini? Tutti trasformati in graziosi animaletti in giro per Hogwarts… ovviamente, ci offriremmo noi di fare le disinfestazioni.”

“Sicuro che non funzionano più questi incantesimi? Peccato… tutti in un solo colpo! Tutti trasformati nel loro corrispondente animale in un batter d’occhio… Paciock sarebbe un coniglio, assicurato!”

“Potter un pavone depresso… Comunque dice che considera alcuni aspetti del carattere, non tutti… i più ridicoli a quanto leggo.”

“Sì in ogni caso, Weasley sarebbe un insetto… insignificante.”

Iniziarono così a partire da tutta la stanza i nomi delle creature più starne o “disonorevoli”, accoppiate a nomi, per loro, altrettanto detestabili. Tutto questo, accompagnato da risate maligne ma anche vere… insultare gli odiosi Grifondoro, era sempre un piacevole passatempo.

“…le persone colpite da questo Incantesimo di Massa perdono completamente la cognizione del loro essere, comportandosi di conseguenza, come l’animale in cui sono stati trasfigurati. E’ questo un incantesimo molto potente ed anche pericoloso, allo scadere di ventiquattro ore dal momento della trasfigurazione gli individui, potrebbero non poter più tornare all’loro aspetto originario… wow una sparizione di massa senza precedenti” Blaise aveva finito di leggere qualche riga della descrizione dell’incantesimo. Intanto, la fastidiosa bacchetta nella tasca dei pantaloni, lo stava infastidendo non poco.

Si trovava in una posizione scomoda, seduto in bilico sul bracciolo accanto a Draco, che continuò a leggere a gran voce.

“... come tutti gli Incantesimi di Massa, anche questo, avrà maggiore efficacia e risultati di buona riuscita se pronunciato da più persone. La pronuncia deve essere impeccabile e sincronizzata… l’unico inconveniente di tale magia, è che non esiste un contro incantesimo. Il solo modo per far tornare alla normalità gli individui che ne sono stati colpiti, è quello di somministrare per via orale una pozione specifica… purtroppo molto complicata da preparare, sia per i passaggi da effettuare, sia per gli ingredienti assai insoliti e difficili da trovare…”

“Ci credo guarda un po’, sangue di Unicorno? Ma chi è il pazzo che uccide gli Unicorni per averne il sangue...? Se proprio uno ci tiene a finire ad Azkaban, ci sono tanti altri modi più dignitosi e soddisfacen-”

“L’hai detto tu Blaise, questa è magia antica. Probabilmente, a quel tempo gli unicorni non erano ancora sotto protezione… non così stretta almeno. Dunque vediamo, sarebbe…”Draco pronunciò quelle parole con solennità, come se stesse scagliando davvero, un incantesimo dalla grande importanza. Nel frattempo, la bacchetta a Blasie, stava dando davvero tanto fastidio…

“ No, secondo me l’accento va sulla “a” iniziale da più tono...” Finalmente aveva sfilato la bacchetta dalla tasca, ora stava decisamente meglio. Appoggiò la mano, con ancora stretta l’arma in pugno, sul suo ginocchio.

“Dici?”

Annuì. La bacchetta ora era rivolta verso il centro della sala, non puntava un luogo preciso.

Blaise si preparò a pronunciare anche lui l’incantesimo, con il tono solenne e l’accento giusto. Gonfiò il petto e aprì le labbra.

Draco voleva tentare e seguire il consiglio del suo amico, fece un respiro profondo e portò gli occhi sul teso per rileggere l’incantesimo.

“Animans Animalis” le labbra si aprirono e chiusero nello stesso momento. Blaise sbattè la mano sul ginocchio, voltandosi verso l’amico, sorpreso dalla loro perfetta sincronizzazione. Stava per fare la sua battutina, ma le sue parole furono bloccate da un… grugnito.

Entrambi i Serpeverde si voltarono di scatto per capire da dove provenisse quello strano rumore e, chissà perché, anche con una certa preoccupazione nel cuore.

Davanti a loro, accovacciati su divani e stesi su tappeti, animali di ogni sorta li guardavano come se attendessero qualcosa.

“Cos… Blaise, non è che… voglio dire...no! Non è possibile l’hai detto tu…”

“Si… infatti, forza ragazzi, bello scherzo… non so come abbiate fatto, ma ora venite fuori!”. Per risposta si udì ancora una volta un grugnito, proveniente da un maialino di media grandezza seduto sul divano di pelle, seguito dalla volpe, che accanto a questo, si rotolava sul cuscino e guaiolava.

Ben presto, tutti quegli animali iniziarono a girovagare per la stanza e a non curarsi più di loro. Ci misero un po’ per rendersi conto di quello che era effettivamente successo, ma poi…

“La bacchetta!”

“Cosa?”

“Io… Draco, avevo la bacchetta in mano quando abbiamo pronunciato l’incantesimo e…” lo sguardo assassino e incredulo del suo compagno gli fece credere che forse, per la sua incolumità, non era opportuno continuare.

“E…”

“E… credo d’averla mossa…”
“COSA?!”

“Per sbaglio.”

“PER SBAGLIO? Ma non avevi detto che questi stupidi incantesimi non funzionavano?!” Draco aveva fatto un passo avanti nella sua direzione e lui uno indietro.

“Forse…”

“Bene, bravo, grandioso! Hai trasformato i nostri compagni in animali ed ora? Cosa conti di fare? Dove lo vai a trovare il sangue di Unicorno adesso?”

“Primo, non gridare perché qualcuno potrebbe sentirti e scendere… e non mi sembra il caso. Secondo, che significa cosa conti di fare?”

“Io sono fuori, non c’entro nulla… sei stato tu a muovere la bacchetta” aveva alzato le mani voltandogli le spalle e muovendo qualche passo, ma si sentì strattonare per la spalla e si ritrovò faccia a faccia con un Blaise infuriato.

“Oh tu c’entri e come! Anche tu hai pronunciato l’incantesimo, hai letto quello che c’è scritto, no? Basta anche una sola bacchetta per catalizzare le forze… in oltre sei stato tu a trovare questo dannato incantesimo!”

Draco rimase in silenzio sapendo che il suo amico aveva ragione. Si guardò un po’ intorno e vide i suoi compagni che gironzolavano per la Sala Comune, saltando sui divani, camminando sul bordo del camino o alcuni, addirittura, volando.

Stando alla disposizione dei posti, dove prima c’erano i loro compagni e dove dopo vi hanno trovato esseri pennuti o a quattro zampe, il maiale era Goyle, la volpe era Pansy, il gatto Brithis ( Blaise ci tenne a puntualizzare) era la Greengrass, il procione era Tiger, il porcospino era Nott e poi c’era un pappagallo, uno struzzo, un fenicottero, un castoro, un criceto ecc….

In fondo gli era andata bene, erano tutti animali non di grossa taglia… esclusi alcuni, ma comunque tutti abbastanza “domabili” .

Ora dovevano cercare di risolvere la situazione, ma non avendo la minima idea di come fare, avevano provveduto a rinchiuderli tutti in un dormitorio vuoto e, per evitare che giungessero suoni strani ad orecchie indiscrete, avevano insonorizzato la stanza con un incantesimo, questa volta voluto.

 

“Allora?” Blaise in piedi alle spalle del suo amico, che sbirciava all’interno di una stanza, chiedeva impaziente informazioni.

“Apposto, sono ancora tutti lì” Draco chiuse la porta e stancamente vi appoggiò le spalle contro.

“Hai le occhiaie.”

“Anche tu… non ho dormito molto stanotte” si staccò dalla porta con una spinta e si avviò verso la Sala Comune.

“Metti l’incantesimo di insonorizzazione!”

“Fatto” il suo amico lo raggiunse, insieme passarono dal ritratto e abbandonarono i sotterranei.

 

Erano seduti al tavolo dei Serpeverde uno accanto all’altro, ma nessuno dei due aveva toccato cibo.

Già qualcuno aveva chiesto informazioni dei loro compagni e avevano risposto di non saperne nulla o che, tra poco, sarebbero arrivati. Tuttavia, ne erano coscienti, la loro mancanza non sarebbe passata inosservata.

Draco si guardava il palmo della mano dove cinque piccole e precise ferite tondeggianti, formavano una linea.

“Come va?”

“Ah quel maledetto Nott!”

“Bhè è un porcospino… saresti dovuto stare più attento.”

Lo fulminò con lo sguardo zittendolo e poi provò a mangiare qualcosa.

“Come dobbiamo fare Draco…” nella sua voce c’era desolazione e non sapendo che rispondere, scrollò le spalle.

“Se stasera noi non…”

“Lo so!”

“Forse dovremmo parlarne a Piton.”

“Se una cosa del genere si va a sapere in giro, primo ci svuotano la clessidra. Secondo… non lo so, se c’è un modo dovremmo provare a trovarlo noi, senza coinvolgere i professori .”

“Sarebbe grandioso… a pomeriggio vedremo in biblioteca, magari un altro rimedio c’è.”

Il moro iniziò a sorseggiare del succo di zucca, poi, girandosi per caso verso il tavolo dei Grifondoro, vide una cosa che non avrebbe mai voluto vedere.

Gran parte del liquido che stava gustando, finì sul tavolo, nel tentativo di chiamare il suo amico.

“Ehi! Ma che fai?”

“Draco… guarda il tavolo dei Grifondoro” il Serpeverde si girò e dopo due secondi, tornò a fissare Blaise intento ad asciugarsi la divisa.

“Bhè, che c’è?”

“Guarda sotto, ai piedi di Potter.”

Come prevedibile, lo vide sbiancare.

“Nott…?”

“Non credo ci siano altri porcospini in giro per la scuola, di quel colore poi…”

“E’ lui lo riconosco! bisogna prenderlo e portarlo via.”

“Il punto è: come è arrivato sin qui?”

“Non lo so, forse è scappato stamattina e non ce ne siamo accorti.”

Draco si alzò in piedi, in direzione del tavolo dei Grifondoro che era alla loro spalle. Davanti a lui, Harry Potter faceva tranquillamente colazione e discuteva con i suoi amici. Immancabilmente, seduto di fianco al ragazzo c’era Weasley e di fronte a loro, la mezzosangue Granger.

Sperava che non si accorgessero di nulla, cosa alquanto improbabile, ma se avesse lasciato quel porcospino libero, prima o poi qualcuno l’avrebbe notato… magari qualche professore!

Nott si stava pulendo le zampe proprio sotto i piedi di Potter, che, uno accavallato all’altro, poggiavano solo con la punta il pavimento.

Se il Grifondoro avesse fatto un qualunque movimento, si sarebbe ritrovato con una moltitudine di spine sui polpacci. Non che questo sarebbe stato un danno, ma l’animaletto sarebbe scappato, richiamando su di sé troppa attenzione.

Il Serpeverde mosse cautamente qualche passo verso la tavolata rosso e oro mentre Blaise, alle sue spalle, lo guardava preoccupato e pronto ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno.

Era leggermente piegato in avanti e si avvicinava piano, per fortuna il porcospino sembrava non essersi accorto di nulla.

Draco era sul punto di piegarsi e finalmente prendere quel animale quando sentì la Granger chiamare il suo nome, con rabbia, disgusto e disappunto nella voce.

Si fermò di scatto, mentre sia Potter che Weasley ed altri là vicino si voltarono a guardarlo. Non poteva vedere Blaise, ma era quasi certo che, con fare disperato, si fosse passato una mano sul viso.

“Che vuoi Malfoy?” anche Potter parlava con lo stesso tono della mezzosangue.

Come se dovessero essere loro quelli disgustati!

Il Grifondoro, che prima aveva semplicemente voltato il viso, stava per cambiare totalmente posizione, o addirittura alzarsi in piedi e questo non poteva accadere.

“Fermo Potter!” strano a dirsi, ma a seguito di una frase del genere, non aveva la bacchetta in pugno. Solo aveva aperto un palmo della mano per fermarlo, tra l’altro anche quello sbagliato, perché ora Potter guardava stranito la sua ferita.

Piano si era abbassato in ginocchio, Nott era ancora lì.

“Che stai…”

“Non ti muovere” scandì bene le parole mentre sempre più gente si voltava a guardarli, nonostante Blaise, stesse facendo di tutto per rivolgere la loro attenzione altrove.

Aveva allungato la mano verso quell’animaletto, stando attento a non andare a finire sugli aghi per la seconda volta. Quasi era stato più difficile domare Nott che Pansy!

“Senti Malfoy, qualunque cosa tu stia escogitando…” Weasley prese a parlare scocciato e con tutte le intenzioni di impugnare la bacchetta, ma fu interrotto dall’urlo di dolore di Potter.

Quel idiota si era mosso.

“Dannazione Potter avevo detto di non muoverti!” inizialmente tutti pensarono che era stato Draco Malfoy a fare del male ad Harry Potter ma qualche secondo dopo, quando videro un porcospino correre per il lungo corridoio che divideva la tavolata dei Serpeverde da quella dei Grifondoro, con Blaise Zabini che gli andava dietro, si dovettero ricredere.

Tutti si voltarono a guardare stupiti, ma anche divertiti, quella insolita scena made in Serpeverde. Blaise aveva raggiunto il porcospino, o meglio, con un’abile mossa gli aveva tagliato la strada. Quello, impaurito recedette ma, non più lontano di mezzo metro, c’era Draco Malfoy a chiudere l’unica  via di fuga.

Intanto Harry Potter, stringeva il polpaccio ferito.

 “Hai finito la corsa Nott” il biondo Serpeverde era finalmente riuscito a prendere l’animale e ora lo teneva penzoloni per le zampe davanti.

“Si può sapere cosa succede qui?” il rettore della loro Casa si era avvicinato silenzioso alle loro spalle.

Piton alzò un sopracciglio dubbioso in direzione dell’animale che Draco teneva tra le mani e che si dimenava in tutte la maniere per cercare di essere liberato. I due ragazzi si guardarono preoccupati e restarono in silenzio, mentre tutta la Sala Grande ora taceva.

“Allora? Da dove salta fuori quel…”

“Porcospino, Signore.”

“Certo, Signor Zabini. Riesco a riconoscere un animale del genere. Ora, Signor Malfoy, mi vuole gentilmente spiegare perché ha un porcospino tra le mani e perchè…l’ha chiamato Nott?”

“Nott? Ah… bhè… perché è di Nott.”

“Nott ha un porcospino? Ma non sono ammessi animali di questo tipo a Hogwarts e poi… da quando i porcospini sono animali domestici?”

“Sono rari ma… ci sono!” Bliase cercò di sembrare il più convincente possibile ma davanti a Piton non era facile, Draco sembrava invece, cavarsela meglio.

“Si proprio così! Ora è qui perché Nott ci ha chiesto di occuparcene.”

“Mi dispiace, ma questo non spiega perché l’animale è arrivato in Sala Grande e poi dov’è il Signor Nott? Voglio parlare con lui.”

“Non si sentiva bene stamattina e così è rimasto in Casa” Draco era impaziente di finire quella conversazione e di andarsene, vedeva però gli occhi del trio Grifondoro sempre più sospettosi.

“Non stava bene… e visto che ci siamo, che mi dite del resto dei vostri compagni? Il sesto anno è quasi tutto assente… ricordate loro che alle prime due ore c’è compito di Difesa, non vorrei essere costretto a venire direttamente in Casa a controllare queste malanni.

“Non si preoccupi professore…” Draco stava cercando la miglior cosa da dire, sempre con voce sicura, ma vide il suo compagno di Casa sbiancare e il volto del professore rabbuiarsi.

Si voltò piano e quando lo fece, per poco Nott non finì a terra. 

Sulla porta della Sala Grande, si affollava un gruppo di animali purtroppo ben conosciuti.

Anche Silente e la McGranitt li avevano ora raggiunti e nel frattempo, tutti gli studenti, guardavano i due Serpeverde.

Poi all’improvviso, sulla porta, comparve un primino Serpeverde che ancora con il fiatone per la corsa, si rivolse ai professori.

“Ho aperto il dormitorio in disuso e sono stato travolto da… da questi animali!” quelle parole risuonarono chiare e forti nel silenzio della sala.

Immediatamente, Blaise e Draco si guardarono fulminandosi a vicenda e questo non sfuggì all’occhio attento del professore di DADA.

“Perché non hai chiuso la porta con l’incantesimo?” Draco parlava a bassissima voce e a denti stretti.

“Dovevi farlo tu!”

“Io? Tu hai messo l’incantesimo di silenzio e quindi dovevi anche sigillare la stanza!”

“Ti sbagli, tu l’hai sciolto stamattina e tu dovevi rifarlo!”

“Ma eri tu ch-”

“Scusate, mi spiace interrompervi, ma è chiaro che sta succedendo qualcosa di molto strano qui… e vorremo capire cosa, se è lecito sapere” la voce strascicata ed impaziente del loro professore arrivò alle loro spalle, seguita da una leggera spinta che li fece avanzare di qualche passo.

Il professor Piton andò avanti verso l’ingresso della sala e così fecero anche loro, seguiti da tutto il resto del corpo docenti e accompagnati, dagli sguardi curiosi dei loro compagni.

Tutti li stavano guardano, era il momento delle spiegazioni. Inutile a questo punto mentire.

Solo, come l’avrebbero detto?

“Dubito che anche questi siano animali dei vostri compagni” la McGranitt li aveva guardati severamente con la coda dell’occhio e poi, si mise ad osservare attentamente quelle creature.

“No difatti… loro… ecco…” Draco tentò di spiegare, ma non ebbe il coraggio di continuare.

“Loro sono…” anche Blaise si fermò a metà frase ma poi, sul suo viso e su quello del suo compagno, si disegnò un sorrisino.

Ben presto si misero a ridacchiare, la situazione aveva qualcosa di comico e, non sapendo come uscirne, l’unica cosa che riuscivano a fare era quella di ridere.

Peccato che il loro divertimento non fosse condiviso, infatti, i professori li guardavano seri e sempre più arrabbiati, mentre i loro compagni, avevano tutti delle espressioni corrucciate e dubbiose.

“Ragazzi, sapreste spiegarci perché questi insoliti animali sono qui a Hogwarts e qual è il motivo del vostro divertimento?” per la prima volta il preside aveva parlato, sempre tuttavia con voce calma. Il primo a rispondere fu quindi Blaise.

“Bhè ecco loro, hanno ragione di essere qui… perché sì insomma… loro… .”

“Loro sono… il restante sesto anno Serpeverde” Draco cercò di tenere la voce ferma ma non ci riuscì poi bene, dato che, parlò quasi ridendo.

Si voltò verso Piton che rimase piuttosto interdetto, come anche il resto dei professori.

Dai tavoli degli studenti, si levarono mormorii che furono tutti zittiti dalla voce dell’insegnante di DADA.

“Cosa vuol dire questo?” i ragazzi non risposero e tutto il divertimento di prima era scomparso.

“C…come avete fatto?” la professoressa di Trasfigurazione guardava incredula verso quel gruppo di animali e poi spostò lo sguardo su di loro.

“Un incantesimo di massa, ma non volevamo farlo… cioè è successo però non… .”

“Quale incantesimo è Signor Zabini?” Piton interruppe Blaise, ma fu Draco a rispondere, con voce sommessa e portando lo sguardo a terra.

“L’Animazione”

“L’Animazione? Siete entrati nella Sezione Proibita? Se quella parte della biblioteca non è accessibile ci sarà un motivo, non credete?” la McGranitt era infuriata, aveva capito subito di cosa si trattava.

“Veramente credevo che parlandosi di magia antica non avesse più effetto, me lo disse qualcuno tempo fa… ma non ricordo chi.”

“Signor Zabini, questo vale solo per alcuni tipi di magia. Semplicemente, non “hanno più effetto” perché col tempo sono state soppiantate da magia più potente… ma non è questo il caso” fece un respiro profondo e poi riprese “Quando è successo?”

“Ieri in Sala Comune, vero le undici credo” Draco sperava che la professoressa di Trasfigurazione avesse un rimedio, perché altrimenti… erano proprio nei guai.

Piton intanto, li guardava sempre più male. Adesso sì, che sarebbero stati tolti un bel po’ di punti a Serpeverde.

“Bene… allora forse possiamo fare in tempo, ritenetevi fortunati! Il sangue di Unicorno non lo potremmo trovare da nessuna parte” la McGranitt estrasse la bacchetta e la puntò verso quel gruppo di studenti un po’ diversi dal solito.

“C’è un altro modo per farli tornare normali oltre alla pozione?” gli occhi di Blaise si erano illuminati e così anche quelli del suo compagno.

“Col tempo si è sperimentato un contro incantesimo abbastanza potente, ma saremmo più sicuri della buona riuscita se saranno in più persone a pronunciarlo” subito i suoi colleghi accennarono d’assenso con il capo e mentre la rettrice di Grifondoro spiegava quale fosse l’incantesimo, i due Serpeverde, provvidero a non far diffondere per l’intera sala i loro “compagni”.

“Retrocedo mutatio!” il contro incantesimo, perfettamente pronunciato, fece girare vorticosamente ognuno di quelli animali in una sensazione a Draco troppo famigliare, e da terra si alzarono una decina di ragazzi che, storditi e impauriti, si guardavano attorno.

Erano alquanto buffi perché indossavano ancora vestaglie o pigiami e ritrovarsi così in Sala Grande, con centinaia di occhi che gli osservavano divertiti, non doveva essere una bella cosa.

Intanto Blaise e Draco si sentivano molto più tranquilli, come se un grosso peso si fosse liberato da sopra la loro testa. Incontrarono gli sguardi dei loro compagni e forse, qualcuno tra i più intelligenti, ricordando la sera prima, avevano capito cosa era successo.

Pansy Parkinson li guardava con gli occhi stretti e le labbra serrate, in risposta Draco le sorrise con ironica dolcezza. Poi si accorse che anche Theodore Nott li guardava male.

“Che hai da dire Nott? Mi hai anche punto!” Draco gli mostrò il palmo della mano e sentì una risposta sussurrata.

“Minimo”non gli diede molto caso, in fondo lo capiva. Il suo compagno aveva ragione ad essere arrabbiato. Fosse lui stato al suo posto, avrebbe iniziato a scagliare malefici a destra e a manca.

“Bene, voi potete andare nei dormitori a cambiarvi. Tra poco il professor Piton vi raggiungerà per spiegarvi cosa è successo” Silente sospirò e i ragazzi si iniziarono ad avviare.

La professoressa McGranitt, con uno sguardo diretto, rivolse un chiaro invito a  Piton che con voce scocciata iniziò a parlare. Vi era gran gusto da parte dei Grifondoro, che si erano tutti sporti a guardare come delle iene sulla loro preda. 

“Venti punti in meno a Serpeverde per essere entrati nella Sezione Proibita della Biblioteca e… cinquanta punti in meno…” un chicchericcio felice ed eccitato si levò da tutte le tavole e in particolare quella rossa ed oro. Il biondo Serpeverde strinse i pugni e rivolse uno sguardo assassino verso quella direzione, incontrando gli occhi soddisfatti di Harry Potter. Dopo che le voci furono cessate il professore continuò.

“…Ciascuno… per aver usato un incantesimo proibito mettendo a rischio anche i vostri compagni.”

Se Draco avesse potuto urlare l’avrebbe fatto. Centoventi punti persi in un solo colpo! E intanto i Grifondoro facevano festa.

 Il professore Piton si voltò per andarsene, ma fu fermato dalla voce della professoressa McGranitt e ancora una volta, la sala si zittì.

“Comunque… devo dare trenta punti ciascuno per la notevole difficoltà dell’incantesimo, eseguito perfettamente” Blaise sospirò di sollievo. Non erano centoventi, certo, ma già avevano recuperato qualcosa.

Questa volta le voci provenienti dai tavoli erano di scontento e questo fece nascere un sorrisino sulle labbra del biondo.

“Ora Signor Malfoy vada in infermeria da Madama Chips e si faccia controllare quella ferita da porcospino. Il Signor Potter farà altrettanto” la professoressa gridò un po’ di più le ultime parole, in modo da farsi sentire anche dagli alunni della sua Casa.

Subito Potter si alzò, aiutato dalla Granger, e si avviarono verso l’infermeria.

 

Madama Chips aveva medicato la ferita con i prodotti adatti e gli aveva detto che comunque, non era niente di preoccupante. Stava uscendo dall’infermeria, con l’immancabile pezzo di cioccolato in mano, quando vide Potter, seduto su di un lettino in attesa della sua medicazione, che gli rivolgeva uno strano sguardo, tra il divertito e il canzonatorio.

“Hai qualcosa da dire Potter? Mi infastidisce il tuo sguardo… quindi, se devi dire qualcosa dilla e piantala di fissarmi con quel espressione idiota.”

“Nervoso Malfoy? Bhè posso capire che perdere sessanta punti non sia una bella cosa.”

“Ma certo che lo puoi capire, sei sempre tu a far perdere alla tua casa la maggior parte dei punti che guadagna.”.

“Forse è vero, ma noi alla fine la coppa la vinciamo comunque, mi pare…”

“L’anno è ancora lungo Potter non ti fare illusioni, ora scusa, ma non ho tempo da perdere con persone come… voi” guardò in particolar modo la Granger e poi, girandosi di spalle, mosse un passo. Harry Potter non gradì lo sguardo discriminatorio e crudele che la sua amica ricevette e così, riprese a parlare con più acidità nella voce.

“Immagino, non sapevo che a Serpeverde vi divertiste così. Quand’ è la prossima volta che vi trasformate tutti in animaletti? Mi sarebbe piaciuto vedere un furetto là in mezzo, oggi…”

Si fermò sulla porta e poi si voltò verso il Grifondoro che se la rideva, erano pochi i momenti in cui poteva permettersi di fare battute del genere.

“Potter… sappi che quel incantesimo era tutto per voi Grifondoro e ora che abbiamo imparato ad usarlo, vi consiglierei di stare attenti, o Hogwarts potrebbe essere invasa da conigli e pavoni. Se non lo sai comunque, dopo ventiquattro ore dalla trasformazione, l’effetto dell’incantesimo sarà irreversibile. Cosa vuoi che sia un giorno, se sei chiuso da qualche parte o abbandonato nella foresta… poveri Potter e compagni, una tragica e inspiegabile scomparsa.”

“Non credo che avrete il coraggio di rifare una cosa simile. Chiedi se i tuoi compagni sono d’accordo a perdere altre centinai di punti…”

Draco passò oltre la porta aperta e uscì dall’infermeria.

“Ah Potter!… forse non te l’ho detto, ma le spine del porcospino sono velenose, quando viene attaccato.”

“Anche tu sei stato punto Malfoy, non mi sembri poi tanto preoccupato dal veleno” rivolse uno sguardo gelido alla mezzosangue che aveva osato parlargli e poi, ignorandola completamente, si rivolse con un ghigno al Grifondoro.

“Io mi sono punto inavvertitamente e la ferita era in fin dei conti superficiale… per quanto riguarda te invece, Nott ti ha attaccato perché spaventato dal tuo movimento brusco e, dall’urlo che hai lanciato, devo dedurne che le spine sono andate molto in profondità” lo vide impallidire.

“Io te l’avevo detto di stare fermo,vedi…sono stato anche gentile” se ne andò ridendo sguainatamene e lasciando i due Grifondoro ammutoliti.

Le conoscenze di Blaise almeno, servivano a qualcosa…

Era quasi arrivato in Sala Comune quando Blaise lo raggiunse e a bassa voce, guardandosi in torno con circospezione, parlò.

“Credo stiano organizzando una sorta di vendetta… ho sentito prima mentre la Parkinson, Nott e la Greengrass ne parlavano… dovremmo fare attenzione” Draco sollevo un sopracciglio e poi alzò impercettibilmente le spalle.

“Va bene… se proprio ci tengono a finire male.”

Blaise sentendo la sicurezza dell’amico storse il naso.

“Io non sono così tranquillo, loro sono in maggioranza…”

“Non preoccuparti Blaise. Punto. Finiamola qua” Draco pronunciò la parola d’ordine ed entrarono nella Sala Comune dei Serpeverde.

 

 

“Ma che schifo! Dov’è che siamo?!”

“Non lo so Blaise! Ma sono ore che camminiamo” il biondo aveva un tono irritato e camminando titubante, nel semi-buio, tra luoghi sconosciuti, ogni tanto imprecava contro i suoi compagni. L’odore di chiuso, di polvere e di sporco era come un tanfo che non faceva respirare e ogni tanto, si poteva sentire qualche ragnatela sfaldarsi contro una mano o peggio ancora, sui capelli.

Non preoccuparti Blaise, com’è che dicevi?…tzè… vorrei tanto capire come abbiamo fatto ad arrivare qui… .”

“Ci hanno fatto addormentare pesantemente con quelle caramelle che erano in Sala Comune e poi di notte, ci hanno portato qui… appena torniamo su!”

“Mi sembrava sospetta la cosa… non avremmo dovuto mangiarle.”

“Non era la prima volta che mangiavamo qualcosa insieme…”

“Secondo me è ancora notte.”

“Non so, qui è tutto buio comunque… credo che questi siano i sotterranei di Hogwarts non utilizzati. Non si sarebbero potuti allontanare dal castello, per portarci fuori e data la sporcizia…”

“Allora prima o poi dovremmo trovare un’uscita” Blaise sospirò e continuò a camminare con passo pesante.

 

In Sala Grande, ora di colazione.

“Signorina Parkinson dove sono il Signor Malfoy e il Signor Zabini?”

“Non lo so professore, forse stanno ancora dormendo.”

Piton guardava sospettoso la ragazza seduta alla lunga tavola dei Serpeverde.

“Bene, ricordategli che dati i problemi di ieri… il test di Difesa è stato spostato ad oggi e vi voglio vedere tutti in classe, puntuali.”

“Certo, non si preoccupi professore” l’insegnate si allontanò e il sesto anno Serpeverde, si scambiò occhiate e sorrisini complici e poco rassicuranti.

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“Allora? Qualche porta, finestra, botola?”

“No, niente” il moro scosse la testa.

Draco sbuffo portandosi le mani ai fianchi e alzando lo sguardo all’aria, così la vide.

“Guarda Blaise! Guarda in alto!”

“Cos’è?”

“Credo sia una botola” nella sua voce c’era eccitazione, forse avevano trovato il modo per uscire di lì.

“E’ alta però, come ci arriviamo?” un po’ di quel allegria sparì, poi vide l’altro Serpeverde sfoderare la bacchetta e sorridere determinato.

“Intanto pensiamo ad aprirla, magari poi, se qualcuno passa da questa parti… chiederemo aiuto” vide l’espressione del amico non tanto convinta. Neanche a lui piaceva molto l’idea, ma era l’unica che avevano.

“Secondo te questa, a quale parte dell’edificio corrisponde, Draco?”

“Mhà… sarà qualche anta desolata del castello.”

Con un incantesimo molto potente e turbolento Blaise face spalancare la botola e subito la luce del sole entrò ad illuminare quel luogo buio.

Probabilmente quella era proprio una zona desolata, perché l’assoluto silenzio regnava tutto intorno e quando Blaise iniziò a parlare, la sua voce rimbombò.

“Bene, ed ora? Come usciamo?”

“Questa è una cosa che ti ho già chiesto io… basta che lo facciamo in fretta perché voglio andare a cambiarmi.”

“Si… forse però così ci perdiamo il compito di Difesa di Piton, oltre ad ammazzarli i nostri cari compagni dovremmo anche ringraziarli” Blaise ridacchiò.

“Per me, basta che ci perdiamo le ore della McGranitt. Non la reggo proprio.”

“No, no… Ruf con la sua Storia della magia è il peggiore.”

“Ma dai, in fondo in quelle ore qualcosa la fai… dormi! Io recupero molte ore insonni, sai?”

“Si va bene.. ma il problema rimane. Ehi Draco?!… Ma non ti sembra famigliare questo posto? Non che si veda poi molto, però… spostati di qua, si ha una visuale più completa” fece qualche passo in direzione dell’amico e poi guardò su. Sbarrò gli occhi e ingoiò il vuoto, se come credeva erano circa le otto del mattino… erano nei guai.

Sentì un leggero fruscio, no, meglio dire un mormorio… erano nei guai.

“Blaise… credo che questa non sia… proprio… una parte desolata del castello.”

“Meglio, no?”

“No.”

Blaise si voltò interrogativamente vero il suo compagno che poteva vedere, ora sotto la luce del sole, molto più pallido del solito. Aveva gli occhi puntati vero l’alto e sembrava guardasse qualcosa, o qualcuno. Spostò anche lui lo sguardo all’insù e capì, immediatamente, il pallore del biondo.

Una figura in nero, immobile, alta e con le mani incrociate, si affacciava sulla botola. Era in contro luce, ma non c’era bisogno d’altri indizi per capire chi fosse: Piton.

E quindi era chiaro: loro, erano finiti proprio in Sala Grande.

 

  
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