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Autore: HarryJo    19/09/2011    4 recensioni
Il silenzio si instaurò tra loro, costruendo le fondamenta in pochi secondi. Sembrava che nessuno dei due avesse più voglia di star lì, volevano entrambi scappare il più lontano possibile.
« Okay, te lo concedo, un po’ mi capisci » disse infine Sirius. « Ma non ti vantare, va bene? È un privilegio che hanno in pochi ».
Lily lo squadrò come se non credesse alle proprie orecchie. Dopo qualche secondo di silenzio, non poté far a meno che scoppiare a ridere. Era incredibile come una cosa così seria potesse diventare stupidamente esilarante accanto a lui.

Seconda classificata al contest "Ciack si gira!" di Tefnut.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Sirius/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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L’inizio

 
 
« Evans ».
Non aveva mai sentito nessuno pronunciare il suo cognome con la stessa dolcezza tipica della sua voce, o forse era solo una sua impressione.
Eppure, davanti a lui, non riusciva proprio a ricordare nessuno che avesse la stessa delicatezza nello scandire due semplici sillabe.
Non sapeva nemmeno perché era andata lì. Perché era andata da lui.
« Sei venuta qui a cercare James? » le chiese con un sorriso, vedendo che non diceva nulla.
« No, io… In realtà ero venuta per te » mormorò lei, arrossendo leggermente.
Figurarsi se era lì per Potter. Magari fosse stata lì per lui, sarebbe stata certa di esser ricambiata.
Invece non lo era.
Perché mai aveva dovuto innamorarsi della persona sbagliata? Perché proprio di Sirius?
E non capiva nemmeno il perché. Forse solo per capriccio, o forse perché una piccola parte di lei si vedeva rispecchiata in lui.
« Per me » ripeté lui, come se non riuscisse a credere alle proprie orecchie.
« Sì » gli rispose, un po’ più decisa, guardandolo finalmente negli occhi. « Volevo sapere come stavi ».
Era vero. Da quando aveva scoperto che Sirius se n’era andato dai Potter a vivere non aveva fatto altro che pensare a lui e a come poteva stare, senza più una famiglia. Lei sapeva cosa significava, in parte.
« Ti va di prendere un caffè? » gli propose, nervosa.
« Un caffè proprio no, ok? Quella brodaglia babbana non mi piace per niente. Prendiamoci un po’ di Whiskey Incendiario, ti va bene? » le propose gentilmente. « Vado a prendere il giubbotto e ti raggiungo ».
Lily lo aspettò fuori da casa, un po’ infreddolita, pensando a cosa avrebbe detto e a cosa avrebbe fatto. Forse era meglio essere semplicemente l’amica distaccata, senza far capire i suoi sentimenti. Ma una parte di lei sapeva che era particolarmente difficile, se non addirittura impossibile: ogni volta che gli stava accanto non riusciva ad essere se stessa.
Sirius uscì con un giubbotto nero in mano e chiuse la porta alle spalle. Per un secondo si fermò a guardare la casa da dov’era uscito, pensando al suo migliore amico. Avrebbe voluto tornare dentro e non uscire con Lily, perché Lily apparteneva a James.
Ma non riuscì. Qualcosa – non sapeva bene come definirla – lo tratteneva lì e lo spingeva a stare vicino a quella ragazza. Forse erano i suoi occhi verdi ad averlo rapito, oppure i capelli rossi che ondeggiavano al vento.
Si avviarono insieme ad un bar lì vicino, senza proferir parola, se non sul tempo che li circondava. Sembrava non avessero nulla da dire, ma in realtà ne avevano talmente tante di cose da raccontare che non sapevano da dove iniziare. Ed entrambi, in fondo, non sapevano che cosa li aveva portati lì.
« Stai bene? » chiese ad un certo punto Lily, sorseggiando un po’ di Acquaviola.
Sirius buttò giù un grande sorso di Whiskey prima di rispondere. Per un momento gli si annebbiarono gli occhi e si sentì finalmente perso. Una sensazione che ogni tanto amava provare, per ritrovare un po’ di serenità.
« Certo » rispose semplicemente, chiudendo gli occhi e mostrando un sorriso.
« Ho sentito che sei fuggito di casa » riprese Lily, un po’ imbarazzata. « Mi chiedevo se ti andava di parlarne ».
« No » alzò le spalle Sirius. « Non c’è nulla da dire. Non sono un Mangiamorte, io. E non posso sopportare di vivere in una famiglia di Arti Oscure. Loro mi disprezzano » disse, con un tono di disgusto nella voce.
« Ti capisco, sai? Forse più di quanto credi » mormorò lei di risposta, nascondendo il proprio volto dietro il bicchiere.
« Dubito. Chi vuoi che detesti la meravigliosa e grande Lily Evans? » la schernì con una risata simile ad un latrato.
« Mia sorella, per esempio. Dice che sono un mostro ».
Il silenzio si instaurò tra loro, costruendo le fondamenta in pochi secondi. Sembrava che nessuno dei due avesse più voglia di star lì, volevano entrambi scappare il più lontano possibile.
« Okay, te lo concedo, un po’ mi capisci » disse infine Sirius. « Ma non ti vantare, va bene? È un privilegio che hanno in pochi ».
Lily lo squadrò come se non credesse alle proprie orecchie. Dopo qualche secondo di silenzio, non poté far a meno che scoppiare a ridere. Era incredibile come una cosa così seria potesse diventare stupidamente esilarante accanto a lui.
« Allora festeggiamo » propose, alzando il bicchiere di Acquaviola.
« A Sirius! » esclamò lui, sorridendo.
Toccarono lievemente i due bicchieri e tornarono a bere e a parlare, molto più rilassati.
 
 
Sirius si svegliò di colpo, con un gran mal di testa.
Non riusciva a smettere di sognare quello stupido bar, quella stupida giornata. Ogni notte la rivedeva.
Continuava a ripensare a quella giornata, a come si era sentito estremamente bene.
Continuava a ripensare a come avesse riso alle sue battute, a quel sorriso così dolce.
Continuava a ripensare a come l’aveva preso dolcemente, uscendo, e l’avesse baciato.
Lì, in mezzo alla strada, senza un apparente significato.
E lui aveva ricambiato! Senza rendersene conto l’aveva stretta a sé, come se non avesse mai voluto nient’altro che lei in tutta la sua vita.
Prima che se ne potessero rendere conto, poi, erano diventati amanti. Si vedevano segretamente in ogni luogo, prenotavano stanze di alberghi solo per una notte, per dare sfogo al loro amore. Sirius la teneva stretta come se avesse paura che gli potesse sfuggire con una volata di vento, Lily lo bramava come i bambini desiderano il gelato.
Quando poi passavano quelle notti insieme, non c’era nient’altro che risultava importante. James spariva dalle loro menti, tutto il mondo attorno si volatilizzava. Erano semplicemente l’uno insieme all’altra, in ogni gesto, in ogni emozione.
E poi, d’un tratto, tutto era finito. Lily era morta.
Non avrebbe più sentito quel suo dolce profumo, non si sarebbe più inebriato di lei, non avrebbe mai più visto il suo riflesso in quei terribili e dolci occhi verdi.
Sirius si mise le mani tra i capelli, sfinito, e poi tirò, in preda al dolore. Era più forte di lui: le tornava in mente anche nei momenti più impensati e non riusciva a farci nulla. Ma la cosa buffa era che non sognava i momenti più romantici o più passionali; semplicemente ricordava quella prima loro uscita.
« Perché? » domandò tra quelle celle, premendo il palmo della mano contro il muro, per scaricare un po’ di rabbia. « Perché mi torni in mente in questo modo? »
La sua voce gli risuonò nelle orecchie, flebile ma distinta: « Penso che sia sempre così che succede alla fine: ti rimetti a ripensare all'inizio ».
« Taci » mormorò, freddo e pacato. Quel posto lo stava facendo impazzire.
Non riusciva a dimenticare, eppure era necessario. Sarebbe morto di dolore, altrimenti.
E lui non voleva morire. Doveva vivere, per uscire di lì e farla pagare a chi aveva causato la morte della sua Lily. Peter Minus.
 





{Spazio HarryJo.
Buonasera a tutti, questa sera vi regalo questa orribile One-Shot Sirius/Lily che si è classificata incredibilmente seconda al Contest "Ciack, si gira!" della stupenderrima Tefnut.
Fatemi sapere che ne pensate se volete,
Au revoir,
Erica
   
 
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