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Autore: PathosforaBeast    19/09/2011    7 recensioni
La guardai.
Lei pianse.
La abbracciai.
Rimanemmo così tutta la notte.
La notte in cui scoprii di amarla.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non c'è vita senza amore, senza te.


-Troia! Puttana! Tu e quello spostato di tuo figlio non meritate di vivere qui!-
...in una catapecchia di due piani donata dai tuoi genitori ormai morti.
Mamma non ha avuto neanche il tempo di tornare a casa che l’ha subito attaccata.
Una macchina le si era avvicinava.
-Chiedeva informazioni, Tobias .-
Ma quel verme era lì, magari la spiava.
Da quanto tempo? Perché?
Mamma non ha mai messo in dubbio la sua parola.
E’ sempre stata buona con noi.
Mi manca essere un bambino, la vita era così semplice: mamma era felice, papà era buono ed io avevo appena conosciuto Lily.
Eravamo inseparabili.
Spesso si litigava ma poi tutto svaniva in poche ore.
Ma non si può gridare la propria felicità: la cattiva sorte ha il sonno leggero.

Avevo quasi dieci anni e sapevo fare già molte magie.
Come trasfigurare piccoli oggetti, fare incantesimi base e levitare oggetti.
Un giorno mia madre stava per ferirsi con un coltello da cucina ed io prontamente riuscii a farlo levitare. Lei mi sorrise, io le sorrisi.
Mio padre dallo stipite della porta ci guardava come se fossimo due pazzi. Due mostri.
Lì iniziarono le percosse, le urla, lo strazio e il dolore.

Il giallo sporco delle pareti mi soffoca.
Sale e tutto quel puzzo mi arriva alle narici, ho quasi voglia di vomitare.
Questa casa è malata. Io sto contraendo la malattia.
Lily se ne è accorta e mi ha lasciato andare. L’ho ferita.
Tutto per causa mia.
Contagio tutti quelli che mi sono accanto.

Ma ci sono altri che vogliono esserlo.
Come Katherine.
-Guarda che finché sarai triste io non ho intenzione di mollarti.-
-Preparati ad essere anche vicino alla mia tomba.-
Fin dal nostro primo incontro si era mostrata come una lottatrice.
James e Sirius versavano un bicchiere di succo di zucca su Mocciosus sporcandole la gonna?
Bene. Perfetto. Ottimo.
Lei impugnava la bacchetta e versava un'intera brocca di succo di zucca su entrambi.
Guadagnandosi la stima di tutte le serpi ed un primo discorso con me.
-Mi hanno macchiato la gonna.- rispondesti secca ma con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
E davvero non hai avuto più intenzione di mollarmi.
Iniziammo a parlare e sgranasti gli occhi. Erano di un marrone scuro. Occhi pensosi. Via via che parlavamo, la tua corazza protettiva mi pareva venir via a poco a poco.
Usavamo la magia fuori dal mondo magico solo per incontrarci.
Durante il sesto anno è stata davvero la mia unica fonte di salvezza.
Ma non gliel’ ho mai detto, ovviamente.
Quando Lily, James o Sirius si avvicinavano, lei mi si appiccicava addosso (cosa che odiavo e lei adorava fare), la prendevo sotto braccio e parlavamo, parlavamo, parlavamo.
Durante uno di quei discorsi che parevano eterni le dissi di sentirmi un ragazzo piccolo, scuro, sporco e orrendo.
Mi lanciò un’occhiataccia e non mi diede neanche il tempo di replicare che di corsa mi portò nella Stanza delle Necessità.
Quella giornata cambiai completamente aspetto e quando mi vidi allo specchio con i capelli tagliati, i denti raddrizzati e il naso reso meno visibile dall’ acconciatura pensai m’avesse trasfigurato.
Iniziai a domandarle come sapesse fare tutte queste cose e lei sbuffando disse:
- Faccio dei lavori per procurami denaro, non posso dipendere sempre da quell’odiosa di mia madre o quell’ isterico di mio padre.-
Solo in pochi giorni si lasciava andare: Natale, Pasqua e i nostri compleanni.
Ogni nove Gennaio c’era per ricordarmi che non ero un orrore, né uno scherzo della natura ma il suo perfetto migliore amico di cui non cambierebbe nulla.
Ogni quindici Agosto mi trasfiguravo da ragazza per passare giorno e notte con lei, evitando eventuali malori dei suoi genitori.
Passavamo la notte a riempirci di cretinate, progetti per il futuro che campavano in aria, ridevamo ed evitavamo i problemi.
Almeno non in quei giorni.
Ma una notte volle rompere questo tabù dicendomi: -Severus, io mi accorgo che sei triste. Anche quando sorridi, anche quando ridi. Mi accorgo che nel profondo dei tuoi occhi vorresti piangere perché sei spaventato.-
La guardai.
Lei pianse.
La abbracciai.
Rimanemmo così tutta la notte. Scoprii di amarla.
E urla si erano affievolite.

Basta, ora mi smaterializzo.
-Buon pomeriggio signora Signora Stoner. C’è Katherine?-
-Certo caro, sali .-
Mille parole affollano la mia mente.
Riuscirò a dirle tutto senza sembrare un’idiota?
-Ciao Severus-
Mi sorride, quant’è bella.
Gli occhi stanchi ma felici, i lunghi ricci castani, le sue mani, le sue labbra, lei.
-Katherine…-
-Sì?-
L’abbraccio d’improvviso. Non posso guardarla negli occhi, non voglio restarne deluso.
-Katherine. Stiamo crescendo troppo in fretta. Non andare. Ti prego, resta. Niente sorrisi fragili, niente baci nell’aria, niente sarcasmo.Dimentica lo stress, la preoccupazione, le scaramucce insignificanti. La vita è troppo corta.
Troppo corta per avere una vita senza amore. Una vita senza te.
Katherine Jane Stoner io ti amo.-
   
 
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