Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    20/09/2011    3 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova signora Waldorf

Noi ragazze rientrammo dalla nostra uscita che erano quasi le due del mattino ed ero a dir poco esausta e senza voce: non volevo cantare, ma alla fine fui quella che cantò di più. Male, oltretutto. Ero stonata come una campana e questo fu ciò che le divertì di più. Una volta rientrata in casa mi trascinai a fatica in cima alle scale e una volta raggiunto l'ultimo gradino svoltai a sinistra ed entrai nella camera di Robert, gettai per terra gli abiti e mi buttai sul letto senza nemmeno struccarmi o togliere dai capelli le forcine, rendendomi conto solo una volta toccato il cuscino che il mio ragazzo si era arrotolato tra le coperte e che io non avevo la possibilità di coprirmi. Presi i lembi del lenzuolo, che oltretutto erano attorcigliati alla sua vita, e tirai con tutta la forza che in quel momento non avevo, finché non ritirai le mani, sconfitta, e mi rannicchiai su un fianco. Attesi qualche minuto prima di sentire il braccio di Robert sulla mia vita e il lenzuolo posarsi fino alle spalle.
Stavo infrangendo per la seconda volta le regole, ma sinceramente non mi importava: papà non c'era perché, come voleva la tradizione, doveva passare la notte lontano dalla sposa, quindi zio Marshall lo aveva ospitato in albergo. Mio padre non c'era ed io avevo voglia di dormire con il mio ragazzo, senza contare che il letto della stanza degli ospiti era davvero comodo.
< Mitchie? > mi chiamò Robert scuotendomi leggermente sulla spalla dopo chissà quanto tempo.
< Cosa? > domandai sbadigliando.
< È ora di svegliarsi >
< Svegliarsi? Di già? Ma che ore sono? >
< Le otto >
< La cerimonia inizia alle undici, lasciami dormire ancora un po' >
< Ma io ho fame > replicò baciandomi ripetutamente la spalla.
Lo liquidai con un semplice gesto della mano e mi strinsi al cuscino.
< Alza il tuo bel sederino sodo dal letto e muovi le gambine fino alla cucina. Lì troverai ciò che cerchi >
< Speravo di poter mangiare qualcosa con te >
< Io speravo di poter dormire ancora un po', invece > borbottai alzandomi dal letto e Robert mi guardò sorridendo, ma ciò non bastò per placare la mia voglia di posare le mie esili mani sul suo collo e di stringere le dita attorno ad esso.
Raccolsi i jeans che avevo indossato la sera precedente, indossai il top che quella peste sull'aereo mi aveva sporcato e dopo essermi fatta una disordinata coda di cavallo gli feci notare di essere pronta, ma lui senza smettere di sorridere si avvicinò a me e mi cinse con le sue braccia i fianchi.
< Sapessi che tortura esserti stato lontano ieri >
< Sì, immagino > ribattei ridendo sarcastica < bugiardo >
< Perché mi dici questo? >
< Perché con la spogliarellista che ti ha gironzolato intorno per parte della serata non ci credo che ti sono mancata. Nemmeno un po' >
Rise e mi baciò la fronte.
< Ma mi sei mancata prima e dopo lo spogliarello. Soprattutto dopo >
Lo guardai negli occhi e scossi la testa sorridendo.
< Tensione sessuale da scaricare? >
< Parecchia > replicò e mi baciò ed io, sorridendo, ricambiai il gesto.
Gli saltai in braccio e senza smettere di baciarci mi fece stendere sul letto, sotto di lui. Erano giorni che non facevamo l'amore e mi mancava da matti la nostra intimità. Entrambi, però, eravamo consapevoli che non potevamo farlo lì, a casa di mio padre, quindi fummo costretti ad ignorare i nostri bollenti spiriti. E quando il mio stomaco brontolò ci sistemammo e scendemmo di sotto in cucina a mangiare qualcosa.
< Buongiorno > dissi salutando i nonni e…papà?
< Ben svegliata, tesoro > risposero abbracciandomi e quando fu il turno di abbracciare George lui mi strinse forte a sé.
< Come ti senti futuro sposo? >
< Sono agitato. Questa notte è stata una tortura addormentarmi senza averla accanto. E poi ho dormito male in albergo, tuo zio russa >
Risi e gli baciai la guancia.
< Hai rispettato le regole, hai fatto bene >
< Cosa che tu non hai fatto, invece > ribatté ghignando ed io sbiancai < lo so che questa notte hai dormito con Robert. Quando il gatto non c'è, i topi ballano >
< Signor Waldorf…voglio precisare che non è colpa mia,  questa mattina mi sono svegliato e me la sono trovata accanto >
< Ma grazie, eh! > esclamai guardandolo e allargai le braccia.
< Scusa, ma devo pensare prima a salvare me stesso > ribatté guardandomi come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
< Sei un bugiardo > esclamai puntandogli il dito contro < ieri sera mi hai abbracciato e mi hai anche coperto, quindi eri sveglio. Oltretutto non mi hai cacciato via, sei colpevole quanto me > continuai e quando vidi Hannah entrare in cucina occupai con la gamba la sedia accanto a me sulla quale Robert si stava sedendo < Hannah! Vieni a sederti vicino a me? >
< Robert, vuoi sederti tu vicino a Michelle? > domandò gentilmente Hannah.
< Non preoccuparti, Hannah, Robert andrà a mangiare fuori, nella cuccia del cane >
< Ma noi non abbiamo un cane > ribatté la mia quasi ufficialmente sorellastra grattandosi la testa.
< Beh, c'è sempre lo zerbino. Giusto, tesoro? > dissi rivolta a Robert.
< Come no > replicò fregandomi la tazza di latte con i cereali e si sedette difronte a me.
Mi sporsi e mi riappropriai della mia tazza, mentre Hannah, papà e i nonni ci stavano guardando ridendo.
< Ma voi due fate sempre così? > domandò la nonna porgendo una tazza pulita a Robert.
< Grazie, signora > rispose lui sorridendole ed io annuii.
< I Waldorf sono dei peperini > disse mio padre ridendo < Hannah, tua madre dov'è? >
< Credo con zia Jess dall'estetista. Quindi prendi i tuoi vestiti e poi lascia questa casa > rispose lei guardandolo minacciosamente < mamma tornerà tra poco per finire di prepararsi e tu non puoi vederla fino alla cerimonia >
< Okay, okay, me ne vado! > esclamò alzando le braccia e prima di uscire dalla stanza venne a baciarmi la guancia.
< Robert, mi daresti una mano con le decorazioni? > domandò mio nonno.
< Certamente, signore > rispose Robert sorridendogli e non appena finì di mangiare posò la tazza dentro la lavastoviglie e se ne andarono, lasciando nonna, Hannah e me da sole.
< Michelle, Susan, io sto uscendo per andare a prendere la torta e il bouquet, volete venire con me? >
< Ragazze, andate voi due. Io mi devo occupare dei bambini > rispose mia nonna sorridendoci < anzi, ora è meglio che li vada a svegliare >
Tornai al piano di sopra, mi vestii e nel momento che stavo per uscire, Robert si chiuse nella stanza con me.
< Dai, devo uscire ora > gli dissi mentre tentavo di uscire dalla stanza, ma lui non si spostava di un millimetro dalla porta.
E mi stava fissando talmente tanto intensamente, che…
< Ti sei offesa per quello che ho detto prima? >
< Non vedi? Sono incazzata nera > risposi sorridendo e portai le mani sui suoi capelli e lui mi strinse tra le sue braccia < ora devo proprio andare >
Mugugnò qualcosa contrariato, ma poi mi lasciò.
< Se alla festa berrai qualcosa di forte, prometto di importunarti >
Ghignai e lo baciai.
< Non aspetterò altri >
Aprii la porta della stanza e l'ultima cosa che feci fu lasciare la sua mano prima di andarmene.
< Ho sentito la sarta, è pronto il vestito di Maddie. Ho chiamato la mamma e mi sono offerta di passarlo a prendere > disse Hannah non appena tornai al piano di sotto.
< Perfetto. Come sta? >
< È agitata > rispose facendomi segno di uscire di casa ed entrammo nella sua auto < ma non capisco il perché. Lei e George stanno insieme da tanti anni, il matrimonio serve solo ad ufficializzare la cosa, si comportano sempre come se fossero già sposati >
< Valli a capire gli adulti > ribattei appoggiandomi al sedile.
< Tu e Robert partirete subito dopo il matrimonio? >
< Sì. Domani sono a scuola, mente Robert ha un servizio fotografico >
Hannah annuii e continuò a guardare la strada senza più parlare.
< Mi avrebbe fatto piacere averti ancora >
< Tornerò presto, tranquilla > risposi allungando la mano sulla sua appoggiata sul cambio automatico e ci sorridemmo < questo è il tuo ultimo anno, vero? >
< Sì >
< Sai già che college frequentare dopo? >
< Sì. Sono stata ammessa alla Julliard >
< Congratulazioni! > esclamai guardandola < Scommetto che sei stata accettata per le due doti canore >
Hannah sorrise annuendo. A differenza mia lei era una cantante eccezionale e ne aveva dato prova ieri sera: lei aveva ricevuto applausi, io risate.
< E tu cosa hai intenzione di fare? > mi chiese mentre parcheggiava davanti al fiorista.
< Vorrei entrare a Yale, voglio diventare medico >
< Salve, cosa posso fare per voi? > domandò una signora sulla sessantina mentre ci veniva incontro.
< Salve > rispose Hannah sorridendole < sono venuta a ritirare i bouquet per il matrimonio di mia madre, Katia Smith >
< Ma certo, arrivo subito > continuò la signora e tornò qualche minuto dopo con un piccolo bouquet e uno più grande per la sposa < metteteli subito in un vaso d'acqua non appena tornerete a casa e fate tanti auguri alla sposa >
Hannah pagò e dopo essere uscite dal negozio andammo a prendere la torta e infine il vestito di Maddie. Rientrammo a casa in concomitanza con l'arrivo di Katia e quando lei andò a prepararsi io aiutai la nonna con i bambini e infine andai a prepararmi. Erano le dieci e venti quando finii di truccarmi.
< Ti ho mai detto che detesto le cravatte, vero? > domandò Robert entrando in camera di Hannah, dove mi ero asciugata i capelli e preparata.
< Lo dici tutte le volte che ne indossi una > risposi ridendo e gli feci il nodo, esattamente come tutte le altre volte < sei davvero elegante >
< E tu sei bellissima > rispose avvicinando il suo viso al mio.
< La proprietaria della stanza sta entrando! > esclamò Hannah interrompendoci < oh, bene, almeno siete ancora vestiti >
Ridemmo tutti e tre e subito dopo lo cacciai fuori per aiutare Hannah a vestirsi.
< Caspita, sei bellissima > dissi sorridendole.
< Sono felice, è da tanto che non vedevo mamma così raggiante >
Le sorrisi e dopo che fu pronta andai a controllare che Katia stesse bene, presi il cestino con dentro i petali di rosa e lo portai a Maddie, che era già pronta davanti al tappeto.
< Hey, piccolina! > esclamai andandole incontro < Sei pronta per il grande momento? >
< Posso iniziare? >
< Spiacente, ma devi farlo quando la tua mamma percorrerà il tappeto >
< Dov'è ora? >
< È di sopra. Vuoi andare da lei? >
< Sì. Ma mi lasci il cestino? >
< Certo > risposi sorridendole.
Rientrai in casa e aiutai il nonno e Robert con gli ultimi addobbi, anche se Robert non faceva altro che distrarmi, finché quando suonarono alla porta la nonna mi pregò di andare con lei ad intrattenere gli invitati. Il mio compito era quello di sorridere e di accompagnarli a sedere davanti all'altare. Mancavano dieci minuti alle undici quando feci accomodare tutti gli invitati e rintracciai Robert.
Mi prese per mano ed uscimmo in giardino sotto lo sguardo degli ospiti curiosi.
< Dove vogliamo sederci? > domandò.
< Qui? > domandai due posti in ultima fila.
< Ma sei la figlia dello sposo >
< Sì, ma avere tutti questi occhi puntati addosso mi imbarazza >
Robert rise e mi fece accomodare nella sedia accanto al tappeto per farmi avere una visuale migliore di tutta la cerimonia. Nel frattempo mio padre uscì in giardino e dopo aver salutato gli ospiti, si recò davanti all'altare, ma non appena mi vide corse verso di me.
< Michelle! Come mai sei qui infondo? Aspetta, chiedo a qualcuno di sposarsi. Magari a Greg…può benissimo fare il filmato anche da infondo… >
< Papà, questi posti sono perfetti >
< Sciocchezze. Sei mia figlia, non puoi restare qui in ultima fila >
< Papà > lo chiamai abbassando la voce < mi imbarazzano tutti gli sguardi dei tuoi amici curiosi >
Annuii e mi posò una mano sulla spalla, segno che aveva capito la situazione.
< Sei tale uguale a me > disse porgendomi la mano per farmi alzare in piedi e mi fece fare una giravolta < sei bellissima, tesoro >
< E tu sei raggiante, papà >
< Sono davvero felice che tu sia qui > sussurrò mentre mi baciava una guancia e a sentire quelle parole mi si inumidirono gli occhi.
< Anche io lo sono >
< Robert, hai visto che bella che è la mia bambina? > domandò guardando il mio ragazzo.
< Sì, signore, è splendida >
< Vedi di trattarmela bene, altrimenti ti strozzo con queste mani > continuò mostrandogliele e Robert deglutì.
< Stia tranquillo, signore >
Papà mi fece l'occhiolino e si incamminò verso l'altare, poi pochi minuti dopo arrivarono anche i nonni e lo zio Marshall, dopodiché i violini incominciarono a suonare e ci alzammo tutti in piedi: la sposa era arrivata. Davanti a tutti c'era Maddie che lanciava i petali per terra e Hannah le era subito dietro, poi un'amica di Katia, la sposa e infine Jessica. Katia era raggiante, non avevo mai visto una sposa così splendida.
< È bellissima > sussurrai estasiata.
< Sì, lo è >
I violini cessarono quando i piedi di Katia toccarono il palchetto.
< Miei cari fratelli > disse il prete, facendo zittire completamente tutti < siamo qui riuniti per legare quest'uomo e questa donna nel sacro vincolo del matrimonio. Se qualcuno ha da dire qualcosa, parli ora, oppure taccia per sempre >
< Guarda mio padre > sussurrai all'orecchio di Robert: era impaziente e faticava a stare fermo e zio Marshall lo intimava a stare fermo.
Dopo il solito rito arrivò il momento di scambiarsi le fedi.
< Io, George Waldorf, prendo te, Katia Smith, come mia legittima sposa. Ti amerò per sempre. In ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, finché morte non ci separi. Lo giuro > disse mio padre mentre infilava la fede nuziale a Katia.
Katia, con la mano tremante, prese la fede nuziale.
< Io, Katia Smith, prendo te, George Waldorf, come mia legittima sposa. Ti amerò per sempre. In ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, finché morte non ci separi > sussurrò mentre infilava la fede nuziale a mio padre < lo giuro >
< Con il potere conferitomi, io vi dichiaro marito e moglie. George, ora puoi baciare la sposa > concluse il prete, così mio padre alzò il velo di Katia, le prese il volto tra le mani e la baciò.
Partì uno scroscio di applausi e fischi e ci alzammo tutti in piedi. I novelli sposi e i testimoni firmarono un registro, dopodiché lanciammo loro il riso. Ci spostammo di circa cinquanta metri diretti sotto il tendone che avevano appositamente preparato per il ricevimento.
< Papà! > esclamai correndo ad abbracciarlo < Congratulazioni >
< Grazie, figliola mia > rispose ricambiando l'abbraccio.
Ci sedemmo verso l'una per pranzare, ma alle quattro arrivò il taxi per Robert e me per tornare a casa, visto che alle nove saremmo partiti per tornare a Los Angeles.
< Grazie di avermi invitata, papà > dissi abbracciandolo.
< Grazie a te per essere venuta. Hai reso felice il tuo vecchio >
< Divertitevi in viaggio di nozze >
< Senz'altro. Chiamami quando arrivi >
< Va bene. Ciao >
Salutai anche Katia e Hannah, con la quale mi promisi di sentirci il prima possibile, i due gemelli e Maddie, che non voleva lasciarmi partire, poi zio Marshall e per ultimi i nonni.
< Ci sentiamo presto > mi disse la nonna abbracciandomi forte.
< Certamente >
< Ti voglio bene >
< Anche io, nonna >
Raggiungemmo l'aeroporto con ancora i vestiti della cerimonia addosso ed ero stanca come non mai.
< Non hai idea di quanto abbia sonno > dissi mentre appoggiavo la testa sulla sua spalla e chiudevo gli occhi.
< Una volta sull'aereo potrai dormire >
< Già, ora mi è un po' impossibile, visto tutti i flash che mi disturbano > obiettai stizzita riferendomi ai paparazzi.
Robert sospirò e mi strinse a sé.
< Mi dispiace, Mitchie >
< Stai zitto e lasciami brontolare in pace > replicai stanca e Robert rise prima di baciarmi i capelli.
Alle otto e mezza vennero aperti i cancelli per l'imbarco e noi due fummo tra i primi ad imbarcarci.
< Finalmente si torna a casa > disse una volta raggiunti i nostri posti.
Per tutto il viaggio di ritorno dormii, ma mi svegliai quando dovemmo uscire dall'aereo, per poi riaddormentarmi in macchina. Mi riposai fino alla mattina dopo e mi svegliai nel mio letto in pigiama.
< Non ricordavo di essermi messa il pigiama > dissi mentre mi alzavo dal letto.
< Infatti non l'hai fatto io, ma  io > mugugnò Robert svegliandosi.
< Ah, ma bravo > risposi sarcastica < e hai per caso abusato di me durante la notte? >
< No > rispose mettendosi a sedere < ero troppo stanco. E tu un po' troppo pesante. Sei ingrassata per caso? >
Lo guardai sgranando gli occhi e spalancando la bocca.
< Tu vuoi proprio che ti picchi, vero? >
Rise e mi baciò la spalla.
< Lo sai che scherzo >
< Per la cronaca ho preso su solo un chilo. Meglio grassa ma felice, che magra e con i complessi >
< Mai stato più d'accordo >
< Bene, buonanotte >
< Non vai a scuola? > domandò accarezzandomi il fianco.
Sbuffai e aprii gli occhi.
< E se restassi a casa? >
< No, non puoi. Se devo alzarmi io per il servizio fotografico, tu devi andare a scuola >
< Non puoi stare a casa con me? >
< L'ho chiesto ad Emma, ma mi ha detto che sarebbe venuta a prendermi per le orecchie e non voglio rischiare >
Risi e mi tirai su dal letto.
< Okay, okay, mi hai convinta >
Dopo aver fatto una doccia veloce uscii come sempre in ritardo da casa e sfrecciai verso la scuola. Parcheggiai, schizzai verso la classe di spagnolo ed entrai senza fare troppo rumore, dal momento che la porta era aperta e il professor Rodriguez era girato verso la lavagna.
< Signorina Waldorf, è un vero piacere averla con noi quest'oggi >
Mi arrestai e lo guardai imbarazzata.
< Scusi per il ritardo, prof >
< Non si ripeterà più, vero? >
< Certo che no > ribattei mettendomi a sedere nel primo banco libero.
< Bene, perché al prossimo ritardo scatta l'ora di detenzione >
< Non ci saranno altri ritardi, prof, glielo prometto >
Rodriguez mi sorrise e scosse la testa, poi tornò a scrivere alla lavagna. Che avesse capito che la mia era l'ennesima promessa da marinaio?


Ciao!
Sarò di poche parole perché sono stanchissima, oggi è stata una giornata stressante. Questa scelta dell'università mi sta uccidendo.
Non so da voi, ma qui lunedì è rincominciata la scuola e per la prima volta mi sono sentita rilassata xD Come è andato il vostro primo/i vostri primi giorno/i?
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo e spero di non avervi deluso con questo nuovo.
A breve vi verrà rivelata la reazione della cara Bianca.
Nel frattempo vi saluto.

Un bacio,

Giulls
   
 
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