Titolo:
20 Random Facts About The Things in Draco's Bag (or, 20 Randomly
Preocius Things)
Autrice:
snegurochka_lee
Traduttrice:
nefene
Disclaimer:
Harry
Potter e il suo mondo non mi appartengono, né mi appartiene questa
storia, di cui non sono che una mera traduttrice :)
Pairing:
Harry/Draco
Warnings:
Post 7° libro: tiene conto dell'epilogo (mogli, figli), ma NON della scena in sé a King's Cross, Lime, Traduzione, Slash
Rating: Arancione
Sommario:
Nel
corso di vent'anni, Draco deve trovare lo spazio per poter portare
con sé le cose che ama di più.
Link alla storia originale: potete trovare l'originale di questa storia qui, questo invece è il livejournal dell'autrice, e questa la masterlist delle sue storie su lj.
Nota dell'autrice: questa storia è stata scritta per la challenge “Look into the Bag” di hd_birthdaybash, per la quale bisognava concentrarsi sul contenuto della borsa di Harry o Draco :). Non credo fosse questo quello che avrei dovuto fare, ops. La struttura è inoltre ispirata al fest annuale di iulia_linnea, “20 Random Facts”.
Note
della traduttrice:
Per
Jaspe, meravigliosa, gentilissima, sempre disponibile, che mi ha
incoraggiata fin dalla mia prima minuscola Albus/Scorpius.
La
mia intenzione di scrivere qualcosa è sfumata a seguito di vari
impegni che si sono succeduti, ahimé, poi però mi sono ricordata di
questa fanfiction di cui avevo il permesso, e ho pensato che a te
piacciono le Drarry, piacciono le traduzioni e non disdegni un po' di
dolcezza :P
Inoltre (capirai leggendo) mi sembrava adatta a un
compleanno ;D
Quindi eccola qua, un pensierino per dirti Tanti Auguri di Buon Compleanno ♥
La
storia non è betata, perché tradotta oggi per l'occasione, ma
ringrazio Sir_Black per le sue dritte via messaggio XD Qualsiasi
errore di traduzione e non è imputabile solo alla sottoscritta. Non
fatevi scrupolo a segnalarmeli :)
Vi ricordo che ogni commento
verrà tradotto e inviato all'autrice!
A tutti, buona lettura,
20
Random Facts About the Things in Draco's Bag
(or, 20
Randomly Precious Things)
by Snegurochka
traduzione di nefene
20 Anni
1.
Beh,
all'età di vent'anni, Draco a malapena possedeva una borsa. C'erano
zaini da scuola per studenti, e borse degli attrezzi per i falegnami,
supponeva – e forse anche borse da medico per i Guaritori? Chi
poteva saperlo – ma era chiaro che nessun mago di un certo calibro
avrebbe mai avuto l'abitudine di girare con una borsa, come se fosse
un portamonete gigante. Blaise lo faceva, ma lui era una checca e un
idiota.
2.
Aveva
un borsello, ovviamente, ma era una cosa diversa. Era piccolo,
vellutato al tatto, e nemmeno lontanamente pieno di Galeoni quanto
sia lui che suo padre avrebbero gradito. Lo rendeva parte di una
finzione, in ogni caso, ogni volta che si trovava a passeggiare tutto
tranquillo per Diagon Alley con il mento all'insù. La gente
rispettava un sacchetto tintinnante, aveva scoperto, e non aveva
importanza quanto in realtà il suo interno fosse vuoto.
3.
L'unica
altra borsa degna di nota che Draco portava con sé all'età di venti
anni era un piccolo sacchetto dorato con le lettere E M H
stampate in sottili caratteri su un lato. Ernest Malfoy Hemingway?
Etta Montague Heckles? Eat My Hot... Draco socchiuse gli occhi
concentrandosi sulla dannata sigla... Prick?* Sorrise, estrasse la
sua piuma dalla tasca, e aggiunse una P. Non l'aveva ancora
aperto, ma sapeva fin da quando suo padre gli aveva messo tra le mani
quel sacchetto e la scatolina che l'accompagnava, che conteneva
l'anello di fidanzamento per la sua futura moglie, per gentile
concessione del “migliore” (leggi: più economico) gioielliere di
Amsterdam. Se non l'avesse aperto, aveva deciso Draco, e se anzi
avesse trascorso il tempo a scrivere espressioni volgari sul
sacchetto, forse sarebbe riuscito davvero a ingannare il proprio
cervello e a fargli dimenticare il fatto che non solo si ritrovava
all'improvviso con l'anello di fidanzamento per la sua futura
moglie, ma anche con la futura moglie stessa.
29 Anni
4.
Quando
si imbatté in Potter per la prima volta dopo anni, letteralmente,
Draco aveva con sé una borsa piena di giochi per Scorpius. No, non
era sua regolare abitudine andar per negozi per suo figlio, a dire
il vero, ma quel dannato ragazzino desiderava, tra tutte le cose
possibili, un comune trenino giocattolo e non sarebbe stato dissuaso
dalla promessa di luccicanti e migliori prodotti importati dal
Belgio. E così Draco si ritrovava armato di sacchetti della spesa in
piena Diagon Alley, proprio come un Weasley, quando girò un angolo e
per poco Potter non lo fece cadere a gambe all'aria. Cercò di
divincolarsi dalla presa ferrea sul proprio braccio e aprì la bocca
per gridare, ma quando vide l'espressione di sorpresa di Potter
trasformarsi in un piccolo sorriso di riconoscimento e, forse,
curiosità, ingoiò le proprie parole. “Potter,” fu tutto quello
che riuscì a dire, smozzicando quel nome e sfuggendo dalla mano che
lo stringeva Ma, mentre si allontanava, il suo dannato corpo
traditore non poté trattenersi dal voltarsi per lanciare un'occhiata
indietro, oltre la propria spalla.
5.
Avrebbe
dovuto saperlo, e successivamente si sarebbe preso a calci per quel
momento di debolezza, perché ciò che vide oltre la propria spalla
cambiò tutto quello che aveva creduto di sapere: Potter lo stava
guardando allontanarsi, le labbra socchiuse, i capelli incasinati e
le mani infilate in tasca in una posa imbarazzata, e Draco poté solo
stringere le proprie dita intorno alla borsa di giocattoli e
rifiutare di chiedere a se stesso perché stesse avendo problemi a
respirare.
6.
Scorpius
adorò quel dannato treno. Certo che sì. Un vagone si staccò nel
giro di una settimana e il fischio non funzionava, non importava
quali incantesimi Draco tentasse, ma a Scorpius a malapena importava.
Osservandolo dal lato opposto della stanza, Draco si chiese come
fosse possibile amare un altro essere umano tanto quanto lui amava
proprio figlio, ed essere tuttavia così infelici per ogni altro
aspetto della propria vita. Si chinò per raccogliere la busta
stropicciata che aveva contenuto il treno, la piegò in precisi
quadrati - fermandosi di tanto in tanto per premerla contro il
proprio torace lasciando fuoriuscire le bolle d'aria – e la portò
nella propria stanza. La mise in una scatola nel proprio armadio, in
cui conservava gli oggetti preziosi.
7.
Inspiegabilmente,
più tardi tornò a quello stesso angolo e rimase lì, a disagio,
chiedendosi che cosa stesse aspettando. Era un pazzo. Un sacchetto di
carta vuoto, unto del grasso di pesce e patatine, saltellò lungo il
vicolo alla sua sinistra, come ballando col vento.
8.
La
terza volta che tornò a quello stesso angolo, Potter quasi si
scontrò di nuovo con lui. Ridendo, Potter alzò le mani in segno di
resa e mormorò semplicemente, “Scusa, scusa, non è divertente,”
finché Draco non ebbe altra scelta che scuotere il capo e nascondere
il proprio sorrisetto dalla vista di quello stupido bastardo. Potter
reggeva una borsa piena di pezzi di treno, balbettava spiegazioni sul
fatto che dal momento che Draco era sembrato essere così impaziente
di portare a casa quella cosa a suo figlio quel giorno, Potter era
andato a comprarne un paio per i propri bambini, e si chiedeva se
Draco fosse soddisfatto della meccanica, o del modo in cui andava, o
del modo, uhm, in cui -
9.
Le
labbra di Potter erano calde come sembravano, la barba ruvida contro
i pollici di Draco e il trenino dimenticato in mucchio ai loro piedi.
10.
Era
un errore, uno stupido fottuto errore, ma Draco non si sentiva così
vivo da anni. Non poteva aver detto più di due parole che non
fossero insulti all'intelligenza di Potter o alla sua educazione o
all'abilità sessuale, oltretutto, ma a Potter non sembrava
dispiacere. Rispondeva allo
stesso modo. La stanza puzzava di pesce e il letto
scricchiolava e Draco era certo che la vecchia padrona burbera li
stesse ascoltando dall'ingresso, ma non riusciva a fermarmi, non
poteva farne a meno, crollò sotto la bocca le mani di Potter,
stringendolo e gemendo e trattenendo tutto finché entrambi non
collassarono uno sopra l'altro, senza fiato.
11.
Quando
tornò a casa, dolorante ed esaltato e grondante senso di colpa,
Draco si diresse nella propria stanza ed estrasse la scatola che
conservava nell'armadio. Quando trovò il piccolo sacchettino da
gioielleria che suo padre gli aveva messo in mano tutti quegli anni
prima, ora vuoto ma conservato per chissà quale ragione
sentimentale, lo tenne nel palmo come se potesse spezzarsi. Quando la
voce di Astoria lo chiamò dalle scale, lo fissò, e per un singolo,
breve momento, pensò ai capelli di Potter tra le sue dita e alla
bocca di Potter sulla curva della sua schiena, e si chiese perché lo
desiderasse così tanto e perché mai non avrebbe dovuto lasciare che
accadesse di nuovo.
12.
Il
giorno seguente, ripescò di nuovo quel sacchettino e lo gettò nella
spazzatura, determinato a non diventare il primo Malfoy del secolo
che si preoccupava realmente della fedeltà. Ai Malfoy, decise,
dovrebbe essere consentito avere cose preziose.
30 Anni
13.
Per
il suo compleanno, Potter gli regalò una borsa. Draco alzò lo
sguardo dal letto, sistemandosi le lenzuola sul petto e puntellandosi
su un gomito. Fece una battuta sprezzante e roteò gli occhi quando
Potter sorrise e e spinse quella cosa verso di lui. Potter sostenne
che tutti i rispettabili Purosangue le portavano di quei tempi, e
odiava il fatto che Draco disseminasse il comodino di monete e
sciarpe e frammenti di pergamena e ricevute per giocattoli costosi –
queste ultime, insisteva Potter, solo perché Draco voleva renderlo
consapevole che Scorpius vivesse meglio dei suoi figli; Draco poté
solo sorridere, non rifiutare – e così ora poteva mettere la sua
roba in una borsa e farla pendere da una spalla come un uomo dei
giornali o cose simili. Inoltre, disse Potter, la voce scesa a un
mormorio, non gli era possibile fare a Draco un regalo che davvero
esprimesse i suoi sentimenti.
14.
Draco si sentì stringere
il petto a quelle parole, e così fece l'unica cosa che gli venne
mente e cercò di alleggerire l'atmosfera. “Diamanti, magari?”
chiese, socchiudendo gli occhi e lasciandosi cadere di nuovo sul
letto con un gesto plateale. “Ciondoli a forma di cuore? Giocattoli
sessuali a forma di Potter?” Quando risollevò le palpebre,
rilassato e giocoso e spaventato al pensiero della cena che avrebbe
avuto più tardi con i propri genitori, Potter lo stava guardando da
una sedia ai piedi del letto. Si limitò a indicare la borsa con un
cenno del capo e chiese a Draco di aprirla.
15.
La
pergamena all'interno era spiegazzata, doveva essere stata aperta e
ripiegata più volte, a quanto sembrava, e forse infilata in troppe
borse sul proprio percorso prima di arrivare in quella nuova di
Draco. Draco assorbì le parole sulla pagina mentre uno strano misto
di panico e calma si diffondevano nel suo corpo. Il bastardo non
aveva nemmeno detto a Draco che era possibile, che era nelle sue
intenzioni. Non aveva promesso una singola cosa, e Draco non gli
aveva mai chiesto nulla. Sbatté le palpebre, sollevando il capo per
guardare Potter. Si strofinò gli occhi per darsi un attimo per
rispondere, un attimo per pensare,
e la sentenza di divorzio di Potter timbrata dal Wizengamot
fluttuò sul letto.
16.
“Quando
sarai pronto,” disse Potter in tono tranquillo, dirigendosi verso
la porta e lasciando il resto dei propri pensieri inespressi. Si
fermò, lanciando a Draco un piccolo sorriso da oltre la spalla.
“Buon Compleanno.”
40
Anni
17.
Draco
aveva preso l'abitudine di controllare tre cose prima di andare a
letto, ogni sera. La prima era il suo borsello, logoro e morbido, che
se ne stava tranquillamente sul comò, pieno per le necessità del
giorno successivo. Harry amava prenderlo in giro – di solito con
uno scherzoso schiaffetto al braccio dopo essere uscito dalla doccia,
i capelli scuri in parte asciutti per i suoi energici sfregamenti con
la salvietta - che il mondo non sarebbe finito se un giorno avesse
fatto una sosta non programmata alla Gringott per rimpinguare il
borsello, piuttosto che organizzarle con settimane di anticipo per le
sue necessità quotidiane. Harry non era mai stato senza soldi, però,
non davvero. Non sempre comprendeva.
18.
La
seconda cosa era una versione in miniatura di un orologio Weasley –
a quanto pareva, anche se lui non aveva mai visto l'originale e
odiava il paragone. Comunque, lo teneva nascosto nella propria borsa
ai piedi del letto, e lo controllava ogni sera, mentre Harry era
sotto la doccia. Lo rassicurava che Scorpius, così come i figli di
Harry, fosse niente altro che al sicuro dai pericoli, e anche se era
conscio del fatto che fosse ridicolo, non riusciva ad addormentarsi
finché non lo guardava. Non l'aveva mai mostrato a Harry, ma non era
gli era passato inosservato il fatto che quel bastardo non l'aveva
interrotto una sola volta in nove anni, mentre lo controllava. Non
c'era granché rimasto riguardo a Draco che Harry non sapesse,
dopotutto.
19.
La
terza cosa non era qualcosa che potesse portare in una borsa. Non
avrebbe mai potuto prevederlo quando aveva venti anni e neppure
quando ne aveva trenta, ma andare a dormire e poi svegliarsi accanto
a qualcuno di potente e devoto e sbagliato per lui in ogni senso era
davvero una cosa preziosa. Ma questo non l'avrebbe mai ammesso
con Harry, comunque.
20.
Blaise
era ancora una checca e un idiota, ma Astoria sembrava abbastanza
felice con lui, e Scorpius lo apprezzava senza scivolare nel campo di
un'inaccettabile adorazione, e aveva avuto ragione riguardo alla
borsa, diamine. Quella dannata cosa era utile.
fine
Note al testo:
*per
mantenere il gioco di parole non ho tradotto l'espressione, che direi
può essere resa in italiano con un finissimo e delizioso “Baciami
il cazzo”.
Ah, e povero Hemingway XD
Note conclusive:
Grazie
a chiunque sia arrivato fin qui, da parte mia e dell'autrice.
Ancora
Tanti Auguri di Buon Compleanno alla Maga Jaspe ♥ XD
nefene