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Autore: GrintWeasley    20/09/2011    1 recensioni
Tutti possono cambiare, anche quelli da cui non ce lo aspettiamo.
Ci sorprendono, sia in male che in bene;
Spesso sono proprio quelle persone da cui non ci aspettiamo niente, che ci stupiscono.
Anche la persona più cattiva del mondo può cambiare, perché “tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi, ciò che conta è da che parte scegliamo di agire” (cit. Sirius Black, Harry Potter)
«Lasciami…» era una supplica.
«Ma io non voglio lasciarti…» immerse il naso nei suoi lunghi capelli ricci.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mare si era agitato. La spiaggia era buia e i lampioni sulla strada mandavano una luce particolarmente fioca. Erano quasi completamente al buio. Bryan aveva uno sguardo confuso, continuava a guardarla come se avesse visto un fantasma e lei nella penombra sorrideva divertita.
«Non credevo che saresti venuta davvero…»
«Non credevo che avresti aspettato tutto questo tempo» lo interruppe Emma sedendosi sulla sabbia umida e guardando incantata il mare nero.
«Perché sei qui?» si sedette a gambe incrociate cercando di capire perché stesse guardando quel buio.
«Ho sempre amato il mare. Il movimento delle onde è così rilassante, l’odore della salsedine così buono…» i suoi occhi brillavano alla luce della luna e Bryan li guardava incantato.
«Perché sei qui?» ripeté senza smettere di guardarla. Odiava quando qualcuno aggirava le domande. Ma lei non l’aveva fatto… l’aveva completamente ignorato.
Dopo un attimo Emma voltò lentamente la testa. Non lo guardò negli occhi, fissò la collana che gli pendeva al collo. «Non lo so»
La guardò un po’ irritato ma non rispose.
La vide sollevare lo sguardo. I loro sguardi si incrociarono e lei distolse lo sguardo tornando a guardare il mare «Non credi che la gente dia troppo per scontato? Che a volte quello che ci sembra ovvio in realtà non lo è? Che giudicare le persone prima di conoscerle è incredibilmente sbagliato?»
Bryan la guardò confuso e incuriosito.
«Ecco perché sono qui» si voltò a guardarlo sorridendo timidamente.
«E allora perché ci hai impiegato così tanto?» cercò di reprimere la gioia di averla accanto, ma nella sua voce c’era una nota fin troppo allegra.
Lo guardò seria «non ci arrivi?» vedendo lo sguardo interrogativo che comparve sulla sua faccia continuò «Non sei stato… gentile» non trovava un aggettivo appropriato.
Lui sembrò rimanerne colpito. Era sempre stato abituato a fare lo stronzo, non ci aveva mai dato davvero peso, ma questa volta la cosa sembrava disturbarlo sul serio.
La guardò per un attimo perplesso, poi annuì come a constatare quell’affermazione veritiera. «Hai ragione. Ma… mi dispiace davvero!» Aveva alzato il tono di voce. Vide gli occhi divertiti di lei che lo fissavano e non riuscì più a parlare.
Si era alzato un po’ di vento freddo, Bryan non accennava a parlare mentre Emma era troppo impegnata a sfregarsi le braccia con le mani. La guardò e si rese conto che aveva solo una magliettina leggera. Si tolse velocemente la felpa e gliela porse «Oh, no… no tranquillo, io sto…»
«Non fare la stupida» sembrava tanto essere un ordine. Emma guardò la felpa per poi decidersi a prenderla.  «Grazie» sussurrò mentre la metteva. Una ciocca di capelli le cadde sulla guancia e Bryan si premurò a spostarla dietro l’orecchio facendola avvampare. Si rese conto che con quel piccolo gesto l’aveva messa a disagio. «Scusami» disse cingendosi le ginocchia con le braccia e abbassando la testa. Con l’indice cominciò a disegnare dei cerchi sulla sabbia e rimase in silenzio sperando che lei non se la fosse presa. Sollevò di scattò la testa come se avesse ricordato qualcosa di incredibilmente importante la guardò a bocca aperta «Io non so il tuo nome!».
Questo è scemo, Emma lo guardava perplessa. «Emma…»
Bryan sorrise. «Emma… hai ancora freddo?» «No, sto bene» disse semplicemente accennando un sorriso. Lo vide annuire con approvazione. Quel ragazzo era davvero un tipo strano.
Si avvicinò improvvisamente a lei toccandole la spalla con la sua. Guardava dritto davanti a sé, verso il mare, dove prima guardava lei. Poso delicatamente la mano su quella di lei che ebbe un fremito.
«Senti… hai ragione non sono stato… gentile» aspettò un momento la sua reazione, ma quando lei lo guardò senza dire una parola si decise a continuare. «Voglio farmi perdonare…devi tornare a casa?»
Emma guardò l’orologio e scattò in piedi «Dovrei essere a casa già da un quarto d’ora!!!» cominciò a correre verso le scale che conducevano alla strada.
Bryan le corse dietro e la bloccò per un polso. «Hey, calmati! Ti accompagno, non vorrai mica tornare da sola?»
Le immagini di quella notte le tornarono alla mente. Il ragazzo muscoloso che le aveva lasciato il segno sul collo, lui che non la lasciava più andare. Nei suoi occhi sembrò calare un velo d’inquietudine e lui parve coglierla. Le prese il viso tra le mani «Mi dispiace…» scandì ogni singola lettera. La guardò intensamente. «Cosa posso fare per non farmi odiare più da te Emma?»
«Io non ti odio, è che…»
«Qualunque cosa, Emma, ma ti prego non mi guardare come fossi un mostro»
«Portami a casa» aveva spostato le sue mani bollenti dal viso e si era girata cominciando a camminare.
Bryan le fu subito accanto, sorridente. La vide sfilarsi la giacca e rabbrividire a contatto con l’aria fredda. «Emma, guarda che puoi tenerla» le sorrise. Mentre rimetteva la giacca una ciocca di capelli le cadde davanti al viso. Bryan si affrettò a riportagliela dietro l’orecchio e la vide avvampare. Sorrise di nuovo e la guardò negli occhi che teneva abbassati. «Sei stupenda, Emma»
La vide ridere divertita «Vuoi smetterla di ripetere il mio nome?»
Bryan si guardò intorno e poi la fissò serio «Scusami…» si ritrovò anche lui a ridere per la sua improvvisa goffaggine.
 
Arrivati a casa Emma salì in fretta le scale e si fermò sulla porta. Si voltò e corse di nuovo giù fermandosi davanti a lui che la guardava confuso.
«Buona notte» gli posò un bacio sulla guancia alzandosi sulle punte.
Si girò e fece per andarsene, ma lui le cinse i fianchi con un braccio. Le diede un leggero bacio sulla tempia e le sussurrò all’orecchio «Buona notte». La lasciò e svoltò in fretta dietro l’angolo
Emma rabbrividì e tornò dentro casa.
Le arrivò un messaggio “Sei bellissima quando arrossisci” lesse e rilesse.
Ma come faceva ad avere il suo numero?
Scrisse in fretta “Come hai avuto il mio numero?”
“Buona notte” fu la risposta.
Sospirò ed entrò sotto le coperte, continuò a guardare il messaggio finchè gli occhi non le si chiusero e una nuvola copriva la fioca luce della luna piena.
Intanto Bryan sorrideva e si accarezzava la guancia dove Emma le aveva posato quel dolce bacio
 

 
*Spazio Autrice*
Beh, che dire… non ho molte idee di recente e scusate se ci metto un po’ a pubblicare il capitolo nuovo, ma sapete la scuola e cominciata e la chimica non perdona D: Spero che vi piaccia ^_^
  
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