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Autore: Impulse    20/09/2011    0 recensioni
Qui sei solo. Perché questa è la città dei cuori spezzati.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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City of broken hearts
 
E' notte. Una notte buia e fredda, una di quelle che ti fa paura fino a tal punto di farti venire la pelle d’oca al solo pensiero. Non ci sono stelle nel cielo e la luna è oscurata dalle nuvole nere. Quel tipo di nuvole nere che quando le guardi ti fanno venire il disgusto, il voltastomaco. Non sono come quelle grigie, alle quali siamo tutti abituati, che portano pioggia e vento. Queste portano qualcosa di più lurido e pesante. Qualcosa della quale abbiamo tutti paura, qualcosa che non vorremo mai provare sulla propria pelle. Portano dolore, portano angoscia, portano cuori spezzati.
Tornando al cielo, è spento e vuoto. Si vede solo un piccolo pezzo della luna oscurata che si nasconde impotente. Sembra che il nero la stia inghiottendo sempre più portando con sé anche l’ultima traccia di luce decente in questa città, in questo mondo per sé.
La strada è bagnata, dura e fredda, porta malinconia. Sui marciapiedi monotoni, isolati dalla gente, sono disposte delle luci alte circondate dalla nebbia che soffoca ogni segno di vita nei dintorni. Alcune non funzionano nemmeno, altre invece se ne stanno immobili a fare luce ai passanti senza necessità. Si riflettono nelle grosse pozzanghere lasciate sulla strada, la quale ha una superficie irregolare, da una tempesta finita da poco. C’è né un’altra in vista.
Uno dei pochi segni di vita e di luce rimasti, sono le macchine sguazzanti e i loro fari lampeggianti. Le loro ruote affondano nelle varie pozzanghere fangose e malinconiche, schizzando l’acqua sporca in tutte le direzioni bagnando il nulla.
C’è poca gente in giro a quest’ora in questa città, in una giornata così.
La poca gente che resta passa di fretta andando verso l’ignoto e aspettando un sorriso. Ma non c’è ispirazione per un sorriso. Nemmeno per quello falso. La gente lungo il cammino fissa per terra. Forse per non inciampare, forse per non farsi notare o forse per paura di guardare all’insù e vedere l’abbandono in faccia. Non c’è nessuno che può salvare questa gente. Nessun supereroe può aiutarli. Nessuno, a parte loro stessi. Ma non si sforzano abbastanza, non hanno motivazione, non sanno come iniziare. Si buttano impotenti nelle mani del destino. Il destino nemmeno esiste, ma per loro è tutto quello che hanno. Perché a loro non rimane più nessuna speranza. I sogni ce li hanno, sì, ma li hanno rinchiusi nel profondo di un baule convincendosi che sono irrealizzabili. Li hanno dimenticati, hanno perso la strada fino a essi e non sono capaci di ritrovarla.
Che peccato.
No, non sto parlando di una città abbandonata e nemmeno del quartiere dei fuori legge e tanto meno di un vicolo ceco. Anche se, in fondo, potremmo chiamarla in tutti e tre i modi. Questa città, infatti, la visitano solo persone abbandonate e costrette a venirci. In questa città, infatti, non esiste nessuna legge, solo la compassione. Potremmo chiamarla vicolo ceco, perché in fine non si arriva da nessuna parte, non c’è meta, non c’è fine, si può girare in cerchio per l’eternità.
E’ una città strana, vuota, malinconica, soffocante e dolorosa. Nessuno vuole vivere qui, ma questo nessuno non ha un altro posto dove andare, non può ritornare da dove è venuto. Non ancora. Per ora deve restare qui, nella propria miseria.
E l’unico biglietto, per prendere il treno che riporta a casa, è il perdono e il dimentico.
Perché questa è la città dei cuori spezzati.

  
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