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Autore: Francesca Akira89    02/06/2006    9 recensioni
AtemxSeth ambientata nell'antico Egitto. La mia seconda yaoi (sempre su quest'anime, chissà perchè... ?.?). Questa fanfic è nata per protesta; mi ero un po' stancata di vedere Yami/Atem presentato come un pulcinotto implume... Per cui, in questa storia vedremo un Atem più intraprendente ed anche un Seth diverso dal solito! ^o^ Commentate, mi raccomando!
Genere: Romantico, Suspence, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Atemu, Seth
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Insolite reazioni
- Capitolo 3° -

 

Caldo…

Un dolce tepore lo avvolgeva completamente.

Non era lo stesso calore bruciante che provava quando restava troppo tempo al sole, eppure pareva altrettanto annebbiante.

Poggiava su qualcosa di morbido. Molto morbido. Mentre avvertiva le braccia praticamente intrappolate da qualcosa di setoso e leggero.

Eppure i letti assegnati ai sacerdoti erano piuttosto sobri, e la stessa stanza congiunta al tempio così umida…

Non riusciva a capire…

Mugugnò, riaprendo gli occhi.

Gli occhi offuscati dal sonno si incontrarono con un soffitto dorato e decorato a plettri solari. Sbatté maggiormente le palpebre, ruotando leggermente il viso e osservando l’ambiente circostante: la stanza era ampia e ricca, disseminata di gioielli. La tenda arancio che la divideva da un largo balcone lasciava appena filtrare il sole, che si proiettava pallidamente nella penombra in cui era immerso.

Rimase immobile a fissarne per qualche secondo i giochi di luce, dopo di che si abbandonò con la testa sul cuscino morbido, socchiudendo nuovamente gli occhi, respirando adagio. Il lieve dolore fisico che avvertì quando provò lentamente a muoversi fu l’ultima prova che gli servì per far riemergere del tutto i ricordi della sera prima.

Come gli era stato ordinato, quella notte si era recato nelle stanze del Faraone. All’inizio, Lui aveva cominciato a parlare dei tempi in cui erano bambini, dei loro giochi e dei loro genitori, fino a quando all’improvviso si era ritrovato disteso sul letto di seta.

Poi non c’era stato più null’altro, se non le fiamme traballanti delle candele e la Sua immagine che si ergeva su di lui.

Riaprì piano gli occhi, richiamato dal leggero peso che avvertiva sul petto, che poi era anche la fonte del tepore di cui si era sentito avvolto al risveglio.

Abbassò lo sguardo sulla morbida capigliatura mora sparsa come una cortina di seta sul suo torace  abbronzato, mentre le altre ciocche bionde andavano ad incorniciare il Suo viso beatamente addormentato.

Si rese conto in quel momento di non aver mai davvero GUARDATO il volto del Faraone.

Probabilmente per quella stupida, idiotissima (che Rah lo perdonasse) legge non scritta secondo cui era vietato guardare il Faraone negli occhi.

Non sapeva nemmeno perché l’avesse seguita, dato che non ci credeva. Forse perché lo facevano tutti, forse per il modo in cui quegli occhi avevano iniziato a fissarlo qualche mese dopo la sua salita al trono, fatto sta che quella era la prima volta dopo anni che aveva l’occasione di osservarLo nel vero senso della parola.

Si sorprese a pensare che in fondo non era cambiato troppo da quando erano bambini. Era cresciuto, certo, ma i lineamenti del suo viso erano rimasti gli stessi, nonostante avesse preso una fisionomia indubbiamente più decisa ed altera.

Probabilmente non Lo trovava molto cambiato perché lui era e restava comunque più grande di Lui, eppure il ruolo preso dal cugino aveva negli anni precedenti aumentato ai suoi occhi le sue proporzioni, fino a farlo apparire quasi un gigante. Miracoli della divinizzazione.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dallo schiudersi di due ametiste luminose.

Lui non aveva MAI creduto a quella leggenda, eppure in quel momento temette davvero che un raggio di sole cadesse all’istante dal cielo per incenerirlo.

Sbatté le palpebre, imbarazzato da quegli occhi ancora lievemente appannati dal sonno che lo fissavano in silenzio e distolse lo sguardo.

Forse.. avrebbe dovuto andarsene…

Quella notte non aveva ricevuto ordini su come comportarsi il mattino dopo, ma d’altra parte era avvenuto tutto così in fretta…

Beh, no.. Dire che era avvenuto ‘in fretta’ non era del tutto esatto; in effetti, ci era andato sorprendentemente giù leggero. Era stata l’unica nota inaspettata della serata.

Dopotutto però, a che serviva che rimanesse lì..? In fondo…

Si sollevò per scendere dal letto, ma prima di riuscirci un paio di braccia lo circondarono rimettendolo disteso, mentre il capo del Faraone andava ad accoccolarsi meglio contro il suo torace:

 

-         Dove pensi di andare?- chiese, con uno sbadiglio.   

 

-         Io.. ecco…- balbettò, sorpreso- E’ mattina, mio Faraone…

 

-         Storie. Il mattino non inizia se non sono io a deciderlo…- borbottò Lui, strofinando lievemente il viso contro la sua pelle.

 

Beh, magari era un po’ estrema come affermazione, ma in effetti era quasi vera: la giornata lavorativa, che fosse quella dei sacerdoti, dei funzionari di corte, degli schiavi o dei liberi cittadini, non aveva inizio se il Faraone non si presentava alla terrazza per ‘dare il Saluto al padre Sole’.

Ciononostante non gli sembrava comunque una buona ragione per rimanere a vegetare nel letto; che sarebbe successo se un funzionare di corte fosse venuto a controllare che fine aveva fatto la ‘Luce d’Egitto’?

Si sentì bruciare le guance dalla vergogna solo al pensiero di una simile eventualità.

D’altro canto, opporsi o semplicemente ribattere alle parole del Faraone non gli sembrava una buona idea, per cui decise di rimanersene tranquillo…

O almeno di provarci.

Cosa che gli venne indubbiamente resa più difficile dal fatto che il Faraone aveva cominciato a passare le labbra per il suo collo, mentre una delle Sue mani tracciava disegni invisibili sul suo petto.

Provò una certa frustazione unita ad un sentimento di sconforto (e pure qualche altra cosa, dì la verità.. -.^ nda). Mica aveva intenzione di ricominciare di primo mattino?! Ma non si stancava mai?!...

Si abbandonò sul materasso rimanendo immobile sotto quelle attenzioni; d’altra parte non è che potesse fare altro: quando ti ritrovavi a trattare con un Faraone, qualunque fosse l’oggetto del discorso (o nel suo caso non proprio del discorso), oltre al tuo titolo c’era pure la tua testa in ballo…

Si rese conto solo dopo un paio di secondi che si era fermato. Abbassò lo sguardo, incrociando quello ametista del Faraone, e provò di nuovo quella sensazione di disagio, ma vagamente meno forte rispetto a prima:

 

-         Qualcosa non va?- si ritrovò a chiedere.

 

-         Forse questo dovrei chiederlo io…- ribattè lui, senza smettere di scrutarlo in quel modo strano.

 

-         Altezza.. Non capisco…- mormorò, confuso. Cosa poteva averlo fatto irritare? Non aveva fatto né detto nulla…

 

-         Perché sei qui, Seth?

 

Spiazzato. Completamente. Che cosa intendeva dire? Visto che ormai avevano finito doveva andarsene? Ma se quando ci aveva provato poco prima era stato Lui a fermarlo!

 

-         Allora?!

 

Ahi…

Stava perdendo la pazienza, lo capiva dal tono…

Ciò che non capiva era..

Perché?..

 

-         Mi avevate dato un ordine, Altezza…- si decise a rispondere, incerto.

 

Il Faraone si sollevò dal suo corpo, voltandogli le spalle mentre si metteva a sedere:

 

-         E nient’altro?

 

-         Nient’altro…?- ripeté, sempre più confuso- Nient’altro cosa?

 

Forse non avrebbe dovuto dirlo, perché un secondo dopo si ritrovo faccia a faccia con quelle due ametista scintillanti d’ira.

Si tirò indietro quasi senza accorgersene.

 

-         Non eri d’accordo?

 

Sgranò gli occhi, che aveva istintivamente abbassato quando quelle due perle violette si erano fissate nelle sue azzurre.

Quella domanda proprio non se l’aspettava.

E adesso che accidenti avrebbe dovuto rispondere..?

Non era che fosse o non fosse d’accordo.. Semplicemente Lui…

 

-         Voi.. Siete il Faraone, Altezza…

 

Seguì un silenzio che non riuscì ad interpretare, poi la Sua voce risuonò di nuovo, stavolta notevolmente più bassa:

 

-         Puoi anche ritirarti. Avverti il consigliere Mahad che farò un po’ tardi per il Saluto.

 

Ricominciò a respirare.

 

-         Come desiderate, Altezza…- mormorò, alzandosi e raccattando i suoi vestiti finiti ai piedi del letto.

 

S’inchinò lievemente facendo attenzione a non fissarLo e uscì fuori dalla stanza senza far rumore.

 

 

 

Note dell’autrice:

 

Ah-ah! Non ci pensavate proprio che l’avrebbero fatto davvero in questo modo, eh? -.^

Direi che entrambi hanno avuto reazione piuttosto strane, non trovate?

Seth, a rigor di logica, dovrebbe essere sconvolto o quantomeno turbato, invece le uniche cose che gli sono sembrate strane sono quelle che invece dovrebbero essere considerate normali…

Atem.. Beh, per lui vi lascio da sole/i ad interpretare la sua reazione…

A proposito.. Mi chiedo se qualcuno ha notato fino ad ora un PICCOLO particolare molto importante a livello introspettivo… ^o^ Cercatelo e fatemi sapere!

  
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