Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Flurry    20/09/2011    9 recensioni
E se le cose non andassero come tutti speriamo? E se Blaine non avesse la forza di lottare per stare vicino a Kurt? Cosa succederebbe dopo 14 anni di silenzio?
Piccola one-shot (adesso trasformatasi in long-fic) su un Blaine cresciuto e pentito che torna a New York per vedere Kurt ancora una volta e per prendere una decisione importante...
"Mia madre diceva sempre che quando una speranza muore,
quando un sogno si spegne,
la mattina dopo lo si può ritrovare adagiato sui fili d'erba;
è diventato una piccola goccia di rugiada,
una minuscola amara promessa non mantenuta che bagnerà le antenne dei grilli,
che annegherà qualche formica...
Penso che probabilmente Central Park stamani sarà molto umido...
Brilleranno al sole le mie lacrime, i miei vaneggiamenti,
uccisi dalle tue parole." -cap 7-
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Rimpianti'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buonaseeera!!! =)

Come state? Suppongo bene, visto che stiamo tutti facendo il conto alla rovescia per stanotte! XD

Nell'attesa potrete distrarvi con questo capitolone!

Allora è il più lungo di quelli pubblicati finora, ma è anche il più importante -sì avete capito bene-, quindi proprio non potevo tagliarlo, mi sarei sentita male! ^^

Oltre ad essere lungo è anche, almeno spero, intenso... Non dico che sono stata male per scriverlo, ma ci sono andata vicino...! Diciamo che ho dormito meno del solito!

Beh, i commenti li lascio per la fine, adesso vi abbandono ad una, spero emozionante, lettura!


________________________________________________________________________________



KURT


Sento la sveglia suonare nell'altra stanza...

Devono essere le nove e io devo essermi addormentato.

Ci metto qualche istante a ricordare cos'è successo.

Vedo le nostre mani intrecciate, il tuo volto addormentato e apparentemente sereno.

Ti tocco la fronte, costatando che la febbre è scesa.

Presto starai bene, vorrai parlare e io dovrò affrontarti.

Dovrò fare i conti con tutto quello che provi per me, che provo per te.

È una prospettiva necessaria, ma non piacevole...

Mi alzo, attento a non svegliarti, sciolgo l'abbraccio delle nostre mani.

E mi sembra che tra le tue dita tu riesca a trattenere un altro pezzettino di me.

Spero solo che ne rimangano abbastanza per me...


Esco velocemente dalla stanza e rientro nella mia routine.

Fuori dalla tua porta ci sono ancora la mia vita, le mie abitudini,

ma oggi mi sembra tutto un pochino più freddo, un pochino più falso.

Sveglio Ruth e il suo sorriso assonnato mi ricorda che non c'è niente che non vada in questa casa, è tutto maledettamente giusto, coerente.

Se c'è qualcosa di sbagliato, quello sono io.

Io con le mie reticenze assurde e i miei dubbi segreti, io che potrei avere una vita perfetta, potrei rendere felici due persone meravigliose e non riesco a farlo.

Io che mi sento in gabbia in quello che dovrebbe essere il mio rifugio...


Le preparo la colazione e la accompagno all'asilo, ascoltandola distrattamente parlare delle avventure del suo peluche.

So che si meriterebbe più attenzione, più comprensione,

si meriterebbe un padre migliore.

La guardo scendere dalla macchina e salutarmi da dentro il cortile.

È così forte e sincera da spezzarmi il cuore.

Vorrei così tanto essere un buon padre, vorrei meritarmi il suo affetto,

vorrei essere stato pronto...

Con la familiare fitta di rammarico che mi accompagna ormai da un po' rimetto in moto la macchina verso casa.


BLAINE


Sento le tue dita scivolare via dalle mie,

una strana sensazione di freddo si propaga nel mio corpo, come quando le nuvole oscurano il sole...


Mia madre diceva sempre che quando una speranza muore,

quando un sogno si spegne,

la mattina dopo lo si può ritrovare adagiato sui fili d'erba;

è diventato una piccola goccia di rugiada,

una minuscola amara promessa non mantenuta che bagnerà le antenne dei grilli,

che annegherà qualche formica...

Penso che probabilmente Central Park stamani sarà molto umido...

Brilleranno al sole le mie lacrime, i miei vaneggiamenti,

uccisi dalle tue parole.


Lascio che i pensieri si confondano e cerco disperatamente di prolungare questo sonno senza sogni,

richiamando alla mente la sensazione della tua pelle sulla mia.

In un tentativo piuttosto patetico di smentire le tue affermazioni con le tue azioni.

Quando so di essere ormai inequivocabilmente sveglio, mi rassegno ad alzarmi.

In casa c'è silenzio, è vuota.

Combatto l'impulso di andare a caccia del tuo odore, tra le tue cose,

scommetto che farebbe troppo male.

Mi dirigo verso il bagno, ignorando l'immagine scomposta che mi restituisce lo specchio.

Sono stanco di vedermi.

Sono stanco di autocommiserarmi.

L'acqua mi scorre sulla pelle e io penso stupidamente che spero non lavi via il tuo odore.


Finito di lavarmi mi infilo i vestiti che mi hai lasciato sulla scrivania,

profumano di te in maniera deliziosa e crudele.

Sto ancora combattendo contro l'impulso di uscire dalla camera,

quando ti sento rientrare.

Ascolto i tuoi passi avvicinarsi alla porta e poi aprirla cautamente.

“Ah ti sei alzato... Ti senti meglio?

Io, se vuoi c'è qualcosa da mangiare...”

Posso percepire le tensione dei tuoi muscoli,

l'imbarazzo nella tua voce.

“Sì, sto meglio... Credo che la febbre sia scesa....

Tu annuisci silenzioso e io non riesco a frenare la lingua

Immagino che questo voglia dire che devo andarmene, giusto?”

Vorrei gettarmi ai tuoi piedi e pregarti di dire di no...

“Blaine... Beh, no... è meglio se resti ancora qualche giorno...

Insomma finchè non siamo sicuri... sai una settimana di osservazione è la procedura standard per i casi... i casi”

“di tentato suicidio. Sì, me lo avevano detto in ospedale, ma non sapevo se...

Oddio Kurt, è tutto così assurdo!”

Sbotto improvvisamente, tutto questo far finta di non volerti,

tutto questa tensione tra noi mi sta uccidendo...

Tu rimani in silenzio.

“Insomma, sono io, Kurt! Sono lo stesso Blaine che ti amava...

Io lo sento che c'è ancora qualcosa tra noi...

E devo saperlo Kurt, devi dirmi se quello che hai detto a Scott ieri sera è la verità... Perchè se è quello che senti veramente, non c'è motivo perchè io stia qui.”

Non volevo essere così rude, così diretto.

“Ho bisogno di sapere,

ho bisogno di sentirti dire che non mi ami,

che non mi vuoi,

che quello che desideri davvero è continuare la tua vita con questo Scott...”

“Cosa? Io... Blaine non ti devo certo spiegazioni...

E poi certo che lo amo.. Io adesso ho una famiglia, con Scott e tu...”

Mi avvicino a te, voglio vedere ogni sfumatura della tua espressione,

devo essere sicuro, avere la certezza che è tutto finito.

“Guardami negli occhi, Kurt e dimmi che stanotte non sei restato perchè lo volevi, perchè anche tu senti la pelle bruciare quando mi tocchi.

Giurami su tutto quello che hai di più caro che non hai provato niente quando ti ho baciato.

Dimmi che lo ami, che io non sono niente, che mi vuoi fuori dalla tua vita.

Abbi il coraggio di essere sincero...

Ho visto com'è la vita senza di te e ho deciso di rifiutarla, quindi dimmi che c'è un motivo se sono ancora qui, se vale la pena essere ancora vivo”

Mi sembra di aspettare queste parole da tutta la vita.

Sento ogni frammento del mio corpo immobilizzarsi,

l'aria è così carica di aspettative da essere irrespirabile.

Tu non riesci a sfuggire al mio sguardo, semplicemente non puoi.

Sai che vedrei qualsiasi ombra di falsità nei tuoi occhi.

Boccheggi.

“Blaine, io... non posso...”

L'azzurro dei tuoi occhi si offusca e le lacrime iniziano a solcare il tuo volto.

Non ci sei riuscito, lo sapevo.

In un secondo colmo col mio corpo la distanza che c'è tra noi.

Stringerti tra le braccia è diventata una necessità dolorosa.

Ti prendo la testa tra le mani e soffoco i miei respiri tra le tue labbra.

Stavolta non c'è spazio per la dolcezza tra le nostre bocche.

È solo fame, fame insaziabile della tua pelle, dei tuoi occhi, dei tuoi gemiti.

Ti bacio con forza, affondo i miei denti nella tua bocca.

Tu resti immobile per pochi secondi,

poi il tuo corpo inizia a reagire,

l'istinto soffoca la ragione e ti sento finalmente stringerti a me,

cercare il contatto con la mia pelle con foga.

Senza razionalità, senza consapevolezza.


Non c'è delicatezza mentre ti spoglio, solo bisogno, necessità dolorosa e inarrestabile.

Un'esigenza così impellente da non permettermi di godermi la vista del tuo corpo.

Quel corpo che sembra modellato per incastrarsi col mio.


E subito sono mani tra i capelli, sono morsi, non baci,

sono schiaffi, non carezze,

sono urla, non sospiri.

È la mia barba che graffia il tuo viso,

le tue unghie che affondano nelle mie spalle.


Sono mani che frugano frenetiche nelle pieghe della pelle, nei risvolti dell'anima.

e lingue attorcigliate in una danza arcana,

e ancora sussulti e ancora respiri.


Non mi importa se domani mi lascerai di nuovo,

perchè sulla mia pelle porterò i segni dei tuoi denti, il peso del tuo odore.

Adesso l'orizzonte del mio futuro è tutto racchiuso nello spazio tra le tue braccia,

il mio domani è semplicemente accartocciato nella tua bocca.

Mi appiccico al tuo corpo e penso solo che voglio leccare via dalla tua pelle la polvere di questi anni lontani...

Voglio bere le tue lacrime, ubriacarmi del tuo dolore.

Voglio succhiare via tutta questa malinconia.


Ci rotoliamo sul letto, graffiandoci, amandoci.

Le nostre mani sfregano con violenza i nostri corpi,

i nostri baci hanno il sapore salato delle lacrime,

i nostri gemiti la voce tremula del pianto.

Prendo il tuo corpo con violenza, come non ho mai fatto prima.

Forse perchè prima avevo la certezza di un domani, un domani con te.

Adesso affondo i miei denti sulle tue labbra,

in un tentativo folle e disperato di strapparti via un pezzetto di anima.

Irrompo dentro di te e sento il tuo corpo contorcersi per il dolore,

poi fremere per il piacere.

Sempre più forte,

sempre più veloce.

Sono disperati e crudi i miei movimenti,

sono disperati i tuoi lamenti.

E non mi preoccupo del dolore,

voglio solo sentirti, con quanta più intensità possibile.

Più forte sarà, più sarà reale.

Ho bisogno di essere sicuro che sei qui, che sei mio, solo mio...


Lasciamo che i nostri corpi si sfoghino,

che le nostre urla si fondano.

Che i nostri occhi anneghino in un oceano di parole non dette.

Ci lasciamo scivolare in un cocktail di sudore, saliva,

gambe intrecciate e singhiozzi soffocati.


Sento il nostro piacere esplodere nello stesso momento.

Ed è un momento di estasi, puro e semplice piacere.

Poi però ciò che riempie il cuore non è una calma appagata,

è già nostalgia.


Non so come ho fatto a pensare di poter trovare questo tra le braccia di un altro.


Mi accascio sfinito sul tuo corpo.

Scivolo fuori da te, sentendomi già un pochino più solo,

un pochino più freddo.

Tu resti così, immobile, le lacrime che continuano a solcarti il viso.

È bello e tremendo insieme sapere che sono per me.


Mentre cerco di riprender fiato mi concedo di osservarti;

guardo il tuo viso, le tue labbra piene, la tua schiena muscolosa,

mi riempio dei tuoi tratti mai dimenticati.

Accarezzo il tuo corpo con lo sguardo e mi accorgo di una vistosa cicatrice sotto la scapola.

Sento l'impulso irresistibile di baciarla.

Assaggio di nuovo il tuo sapore.

Questo è il ricordo di un dolore,

un dolore a cui io non ero presente.

Un dolore che ha modificato il tuo corpo,

senza il mio permesso.

E non fa altro che ricordarmi che io non c'ero.

“Mi dispiace Kurt, mi dispiace...”

Sussurri contro la tua pelle,

brividi sotto la mia.

“Avrei dovuto esserci per te, sempre...”

Mi ritrovo a mischiare le mie lacrime con le tue, mentre dico quelle parole che bruciano dentro di me da anni.

“Vorrei tornare indietro e restare... restare con te.

Vorrei sapere come ti sei fatto queste cicatrici, vorrei aver curato io le tue ferite...”

C'è solo il tuo silenzio a riempire la stanza,

condito con le tue lacrime,

tutto sembra urlare che è troppo tardi.

E forse lo è...

Mi sono lasciato piovere dentro per troppi anni...

Credo di avere l'anima arrugginita...

E arrugginite sono le mie parole...

Sono deboli e fragili, non possono scalfire i tuoi occhi.


Tu non parli, piangi e mi stringi.

Passi le mani sul mio corpo lucido di sudore e ti soffermi anche tu sulle cicatrici...

Sono prove tangibili di questi anni vuoti.

Sono le tracce che la vita ha lasciato su di noi.

Sono il ricordo indelebile di ciò che ho fatto a te,

di ciò che ho fatto a noi...

Rabbrividisco al tocco delle tue labbra sulla pelle sensibile.

È dolce e doloroso.

Ti sento esplorare con gli occhi questo scheletro malandato,

ti sento sfiorare con la lingua quelle linee sottili.

Ognuna è un ricordo, un attimo di vita sprecato senza di te.

Vorrei poterti dire che le più profonda, la più dolorosa non puoi vederla, non puoi toccarla...

è dentro di me,

il dolore indelebile del rimorso.


Ma non c'è spazio per le parole tra queste lenzuola sgualcite,

gli occhi e le mani sanno già cosa dire...





ç_ç... Ok, probabilmente a voi non avrà fatto questo effetto, ma io sono in lacrime... davvero è stata una fatica scrivere questo capitolo, mi girava in testa da settimane e buttare giù tutto quello che vorticava nel mio cervellino non è stato affatto facile...

Insomma per me è stato intenso e spero di non aver esagerato con le frasi spezzate o musicali...

Stavolta mi sono impegnata al 100% , è come se mi fossi messa a nudo, quindi vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male!

Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa storia, non sapete quanto sia bello sentire che vi piace! =)

Alla prossima!


Baci, Sara


   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Flurry