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Autore: KaienPhantomhive    20/09/2011    5 recensioni
-Seguito di 'Evangelion Alternate Future'-
Quattro mesi sono passati dalla comparsa dell'Angelo delle Tenebre e dalla disfatta degli Angeli Maggiori.
Ora una Nuova Genesi getta le ombre su quattro universi accomunati da uno stesso segreto.
Come finirà la storia dei ragazzi dal destino designato e del Multiverso?
Una favola attraverso lo Spazio ed il Tempo, fino ai Cancelli del Paradiso...alla ricerca della felicità.
-Citazione:
"Si schiudono i battenti del Cancello di Tanhoizer e si apre infine...la Heaven's Door!"
Serie coinvolte: Evangelion, GunBuster/DieBuster, Aquarion, Gurren Lagann
Fisica di riferimento:
Maxwell, Einstein, Tanhoizer, Schwartzchild, Lorentz, Teoria M, Supestringhe, Heisenberg
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neon Genesis Evangelion - Moonlight SINphonia'
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Giorno 1 (Atto II):
Fly Me To The Moon– Il Ragazzo disceso dalla Luna

 
“MOSTRIAMO LORO IL POTERE DELLA FRATERNITY!”
 
Le vetrate-schermi del Ponte di Comando si rivestirono di proiezioni e grafici luminosi.
Un ologramma blu si estese orizzontalmente nella sala, riproducendo la circostante mappatura stellare.
 
L’operatrice bionda di nome ‘Maggie’ si calcò sull’orecchio il suo auricolare:
“Configurazione da battaglia n.23! Cinque navi di classe ‘Exelion’ disponibili, quattro ‘Luxion’ e otto ‘Yamato’! Vascello ‘Ifrit’: armamento completato!”
 
L’Ammiraglio le si avvicinò:
“Apri varchi di distacco; estendi flap e pinne direzionali. Arresto momentaneo dei motori a degenerazione: congelate l’ALL-SPARK fino a nuovo ordine. Energia principale all’armamento della Nave Madre.”
Roger!”
 
“Il numero dei nemici?” – domandò il Generale, attraversando l’immenso ologramma.
 
“Circa 100.000! Si avvicinano rapidamente: meno di cento kilometri ed entreranno nel nostro raggio d’azione!” – ripose il corpulento Zack.
 
Che coooooosa?!?!” – boccheggiò Kittan – “Ehi, contro quante bestiacce dobbiamo vedercela?!”
 
“Per il momento, voi non dovete vedervela con nessuno.” – ribadì Ivankov –“Al resto penseremo noi.”
 
Witwicky sorrise leggermente sotto l’ampio bavero della giacca militare:
“Nemmeno molti, in fondo…”
Infine ordinò al ragazzo più snello:
“Mark, passami il Capitano Lennox.”
 
Una collegamento video si aprì avanti a lui.
Un militare in una complicata tuta aviaria dal volto virile ma sorridente mostrò un segno a ‘V’ con le dita, sul monitor:
“Ehilà, Sam! Tutto ok?! Qui pronti e scattanti!”
 
L’altro tentò di mantenere un contegno:
“Perfettamente, Will. E’ richiesto il dispiego della squadra ‘Valkyrie’; pensi di poter guidare l’offensiva leggera?”
“Certo, per chi mi hai preso?!” – esultò, sprezzante – “Sembra che sia ora di sgranchirci le cloche! Qui Capitano William Lennox: inizio disposizioni per il decollo! Passo e chiudo!”
Il video terminò.
 
Il Topless di nome ‘Nikolas’ sia avviò verso la paratìa d’accesso al Ponte:
“Finalmente un po’ di sano movimento…”
 
“Non correre, Vacheron.” – lo bloccò Achab – “Non ho dato alcun ordine di sortita: per ora le Buster Machines non escono di qui.”
“Ma come…?!”
 
“Davvero non abbiamo intenzione di utilizzarle?” – l’Ammiraglio in persona sembrava dubbioso.
 
“Ho detto di no: la Flotta da sola basta e avanza. Ed ora esegua, Ammiraglio!”
“Agli ordini…” – l’uomo dovette obbedire, riluttante.
 
 
*   *   *
 
 
Hangar n.115. Contemporaneamente.
 
Il Capitano Lennox si voltò, galvanizzato, verso una numerosa squadra d’assalto, composta esclusivamente da giovani donne poco più che maggiorenni:
“Sentito, bellezze?! Si va’ in scena!”
 
Un coro di esultanza si levò dalle ragazze.
Qualcuna chiese:
“Come procediamo?”
 
Lui sembrava del tutto rilassato, grattandosi la base del collo:
“Oh, niente di particolare, piccola: solita formazione a schema alternato e passa la paura!”
 
Quindi, elettrizzate e sprizzanti energia da tutti i pori, si dispersero nell’enorme sala macchine, raggiungendo gli aerei da combattimento.
 
Lennox salì su un Blackbird nero, indossando il casco.
Chiuse la capotte dell’abitacolo ed impostò la funzione di guida manuale.
Parlò nell’interfono:
“Qui ‘Valkyria VF-001’ – aka: Jetfire – in rampa di lancio!”
 
Con un sibilo, una lunghissima serie di ologrammi dai colori sgargianti delinearono una sorta di pista di decollo, fino a perdersi nello Spazio, oltre il varco d’uscita del Vergil–Exelion.
 
Sorrise, allungando una pacca affettuosa sulla cloche:
“Coraggio, vecchio rottame! Squadra ‘Valkyrie’ pronta all’uscita immediata! JetfireHASHIN!”
 
Con un’accelerazione sorprendente, i reattori del velivolo avvamparono, repellendo l’aereo nero lungo la pista di decollo.
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Nella porzione inferiore, irta di enormi palazzi pensili, si schiusero colossali battenti e boccaporti.
Lentamente, cinque navi lunghe oltre tredici kilometri dagli scafi triangolari si adagiarono nello Spazio puntellato di stelle, librandosi incredibilmente leggere.
Sulla fiancata laterale, la dicitura: EXELION.class
 
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Dalle infra-strutture anteriori del Vergil-Exelion, ora in divisione (rivelando degli enormi condotti di espulsione), si allungarono le sagome bombate di otto Corazzate a degenerazione; le prue metalliche (contrassegnate: Space Battleship YAMATO;ver.17) terminanti in ampie bocche da fuoco nucleare.
 
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Quattro lunghi portelloni si sollevarono dalle Exelion minori, lasciando decollare altrettante Luxion, simili a complicati razzi stratosferici.
 
Infine, dalla città-fortezza posta al centro della Nave Madre, si distaccò un quartiere differente, assumendo in breve una forma possente ed estesa:
 
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*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Lancio delle navi completato!” – confermò Maggie.
 
Mark portò i dati in sovrimpressione:
“I motori a degenerazione degli Exelion sono a pieno regime; proiettori a fasci laser in funzione! Reattori ad ALL-SPARK delle Yamato in standby! Campi di Fase delle Luxion fuori servizio! Ifrit equipaggiata con i missili ‘Californium’!”
 
“L’attuale distanza del nemico?” – domandò il Generale.
 
“30,9 secondi-luce!”
 
“A tutte le Yamato!” – ordinò il l’Ammiraglio Colonnello – “Lancio dei siluri deflettori a lungo raggio! Gittata: 20,5 secondi-luce! Distensione della ‘Linea Maginot’!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Una sezione della copertura rinforzata delle Corazzate si scoprì, espellendo ciascuna sei grandi torpedini dalle lunghe scie luminose.
 
Raggiunta la distanza appropriata, esplosero in quarantotto ampie barriere circolari al plasma.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Barriera anti-Space Monster estesa!”
 
Misato spostò lo sguardo dal gruppo di luci rosse in lontananza alle navi da guerra:
“Davvero impressionante…un sistema difensivo anti-intrusione! Ma come pensate di poter attaccare, sigillati dalle vostre stesse barriere?”
 
“Di questo non deve preoccuparsi, Capitano Katsuragi.” – asserì il Generale – “I nostri cannoni ad Onde Moventi possono oltrepassarle senza comprometterne il mantenimento.”
 
Onde Moventi, dite?” – Ritsuko lo squadrò, a metà via tra l’interesse scientifico e lo scetticismo – “Intendete dire la compressione inerziale dei tachioni in energia luminosa? Riuscite ad eseguirla anche in assenza di sub-spazio rallentato?!”
 
Samuel Witwicky le rivolse un’occhiata sarcastica:
“Mi piacerebbe mostrarle l’utilizzo. Credo che questa battaglia durerà ancora poco…”
Poi si voltò verso gli operatori bellici di Primo Grado:
“Stabilire contatto nella Camera di Fermi: rimozione degli inibitori nucleici! Cannoni ad Onde Moventi…FUOCO!”
 
 
*   *   *
 
 
Nelle profonde bocche da fuoco delle Yamato baluginarono dei lampi di luce azzurra crociforme, emettendo otto potenti raggi nucleari dal bagliore accecante.
I laser viaggiarono nello Spazio sconfinato, attraversando la Linea Maginot e perdendosi nel buio, tra i minuscoli lumicini nemici.
Le scie azzurre si concentrarono in punto, poi si estinsero.
Con uno sfolgorio stellare, una sfera di luce bluastra esplose all’orizzonte, spandendo l’onda d’urto come una Supernova.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“COLPITI!” – esultò Hatori.
 
Presagendo una contro-offensiva, il Vicecomandante Rossiu Adai si morse gridò:
“NO, VI SBAGLIATE! ERA UNA TRAPPOLA!”
 
 
*   *   *
 
 
Dissipando nello spostamento la nube nucleare, un gruppo di enormi creature dalle forme affusolate sfrecciò in direzione della Flotta, fulminei.
 
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Come migliaia di mortali aculei, la moltitudine aliena si scontrò veementemente contro le barriere al plasma.
Presto, quattro scudi cedettero, lasciando che i Mostri schizzassero oltre, piantandosi in due Yamato e sfiorando di striscio le carene delle altre navi, Vergil-Exelion compreso.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Non è possibile!” – gridò qualcuno – “Sono ancora integri!”
 
“Due Corazzate pesantemente danneggiate e le altre sono sotto assedio! Impossibile alzare la barriera del Vergil-Exelion: la loro velocità supera quella dei nostri generatori! Integrità dello scafo 99,5%!”
 
“Confermata natura nemica: prevalenza di Mostri di tipo ‘Phalaric’ e ‘Narvalium’! Presenza di sotto-unità macro-coloniali!”
 
Maya Ibuki, seduta ad una postazione di riserva, notò uno sciame di Mostri differenti, dall’aspetto vagamente vegetale o entomoforme affollarsi sulle difese, respirando in modo orribile.
Si portò una mano alla bocca, evitando un conato di vomito.
 
“Bastardi…!” – sibilò il Generale; gridando freneticamente – “FUOCO! FUOCO! A tutte le navi: SPAZZATELI VIA!!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Sulle sponde delle carene delle navi di classe ‘Exelion’ si spalancarono le sicure di migliaia di lenti ottiche rosse.
Con un sibilo, lo spropositato numero di proiettori si attivò in sequenza, emettendo un’interminabile pioggia di laser orizzontali.
Diverse migliaia di Mostri vennero costretti a retrocedere.
Altrettanti si disintegrarono in un pandemonio di esplosioni circolari.
 
Senza soluzione di tregua, i mortai semoventi delle Corazzate sfogarono il loro arsenale verso la mostruosa mandria delle stelle, mentre chilometriche creature dalle membra longilinee sfrecciavano in direzioni opposte, creando una serie di confusionari anelli-stormi.
 
Le torrette catalizzatrici della Ifrit si rivestirono di un lume soffuso, mentre la bocca centrale si elettrificò, calando improvvisamente ed espellendo una gigantesca testata al Californio.
La torpedine si allontanò verso un gruppo più denso, esplodendo in una sfera luminosa di grandi proporzioni.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Circa 10.000 nemici abbattuti! Impossibile calcolare con esattezza la corrispondenza di movimento!”
 
Dayakka si fece avanti, indignato:
“Per quanto  potenti, le vostre navi non dispongono di sufficiente manovrabilità! Non capite che il nemico tenta di prendere tempo per oltrepassare le vostre difese?!”
 
“Non creda di parlare con degli sprovveduti…” – lo redarguì l’Ammiraglio – “…si limiti a guardare le nostre Valkyrie!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Dal ventre di una Yamato, si allungò nel vuoto un ologramma direzionale di decollo.
 
Accompagnati da rombi assordanti, una ventina di aerei a reazione dalle forme avveniristiche si tuffò nel caos allucinogeno, evitando con miracolosa vaporosità la l’intricato ginepraio di scie laser.
 
Un Blackbird eseguì un Arial Ace verticale, avvitandosi su se stesso.
 
Woooohooo!!!” – tripudiò il pilota, rovesciando completamente la cloche di guida – “Dai, dai, DAI!!!”
 
Dei mitragliatori direzionabili scaricarono i proiettili luminosi lungo la traiettoria dell’aeromobile modificato, colpendo di striscio alcune delle creature più grandi.
 
“Allora, ragazze?!” – chiese, più esaltato che preoccupato, il Capitano Lennox – “Non c’è nessuna che mi da un mano?!”
“Eccomi!!” – rispose una ragazza, dall’altra parte dell’interfono, eccitata.
 
Con uno Swift da manuale, un caccia bianco affiancò il bombardiere nero, tracciando il percorso con le scie direzionali al fosforo.
 
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Sganciò uno dei quattro siluri termosensibili, colpendo in pieno un Mostro dalle sembianze informi.
 
“Oh, eri proprio quella di cui avevo bisogno, Sheryl!” – la elogiò Will, sorridendole sornione.
Nel video di collegamento, la giovane pilota dai capelli biondi gli strizzò l’occhio:
“Come posso stare senza di lei, Capitano?”
Una finestra di dialogo si aprì a fianco; una ragazza dai capelli ricci e rossi fece un’infantile faccia offesa:
“E a me non dice nulla?”
“Oh, ma certo! Non posso fare a meno di nessuna di voi, bellezze!”
Lei ricambiò il sorriso, avvicinando presuntuosa il seno allo schermo:
“Oh, allora stia a vedere! Kiss-kiss!!”
 
La Valkyria dall’intelaiatura rossa si distaccò dalle altre due.
 
Lui scosse al testa, divertito:
“Già mi machi, piccola!”
 
L’areo acrobatico rosa volò in direzione di un Narvalium, puntandolo.
Il mostruoso cetaceo spaziale aprì la sua enorme e ripugnante bocca, inghiottendolo.
 
Sembrò rallentare…poi delle grosse protuberanze gonfiarono rapidamente il suo corpo, finché non esplose in un mare di fiamme.
La VF-005 riemerse dalle vampe in via di estinzione nel vuoto.
La ragazza sollevò un pollice, eccitata.
 
Un branco di piccoli Mostri simili a ragni vegetali si aggrapparono al Blackbird, distogliendolo dalla sua gittata.
 
“Giù le zampe dal mio adorato ferro vecchio, dannate bestiacce!” – imprecò Lennox – “Jetfire: avvio trasformazione!”
 
Centrifugando e spazzando un raggio di circa un kilometro, l’aereo nero disarcionò i parassiti, mutando progressivamente forma fino ad assumere una silhouette più umanoide.
 
Il mecha ibrido divaricò braccia e gambe, mentre le coperture protettive si sollevarono, rivelando una minacciosa batteria di siluri.
 
L’uomo alla guida schiacciò un pungo sulla plancia digitale:
“VAI CON UN PO’ ‘CLUSTER RAIN’!”
 
Un centinaio di razzi venne meccanicamente espulso con una densa nube, sciamando tra le schiere nemiche, seguito da intrecciate scie di fumo.
 
Una reazione a catena di esplosioni spazzò via una grande quantità di Mostri Spaziali.
 
Le altre Valkyrie lo imitarono, mutando configurazione.
Imbracciando dei fucili nascosti, i robot-caccia scaricarono più della metà delle munizioni disponibili contro la flotta di Mostri Spaziali, sciamando e piroettando tra i fasci laser delle Exelion e delle Yamato.
 
Quattro Luxion si distanziarono in formazione quadrangolare, generando un campo inerziale elettromagnetico.
Cinquecento alieni s’immobilizzarono improvvisamente, imprigionati nella trappola.
Infine, la Valkyria soprannominata ‘Jetfire’ impugnò un lungo fucile ad interfaccia diretta, caricandolo.
 
Cannone ad Accelerazione Lineare, set-on!” – il pilota della VF-001 si calò sugli occhi un visore di precisione – “ASSAGGIATE QUESTO, ‘RIFIUTI SPAZIALI’!”
 
Un potente raggio di energia scarlatta si allungò dalla gola dell’arma, trapassando una ventina di Mostri e causando un’esplosione collettiva.
 
Ansimando, Lennox si voltò indietro:
Molte migliaia di nemici affollavano ancora lo Spazio circostante.
Centinaia di kilometri più in basso, la Terra riposava placidamente, costeggiata dalla pallida Luna, ad essa pericolosamente prossima.
 
Un video al fianco del Capitano riprese una delle sue sottoposte disperarsi affaticata:
“E’ inutile! Sono troppi per affrontarli da soli!”
“Già…” – si morse un labbro – “…sembra che non sortiscano alcun effetto collaterale da questo Universo!”
Trattenne un tasto, rivolgendosi al Ponte di Comando:
“Qui non va affatto bene! Non possiamo cavarcela in queste condizioni, dove sono le Buster Machines?!”
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Quelle bambole meccaniche non faranno un solo passo, oltre questa nave!” – rispose bruscamente il Generale Ivankov.
 
Una ragazza esotica, dai corti capelli insolitamente chiari, protestò, livida in volto:
“Ma non è giusto! Lei non può mettere a rischio la vita di tutti coloro che sono in campo solo per i suoi rancori verso la FRATERNITY! La Flotta di Difesa contro i Mostri Spaziali non è sufficientemente preparata, per sconfiggerli da so…!”
 
“Principessa Mellk Mal, non osi rivolgersi a me con questi toni! E se proverà a tirarmi uno dei suoi scherzetti con la n.19 mi preoccuperò di fargliela pagare molto cara!”
 
Il ragazzo dai capelli rossicci chiamato ‘Apollo’ sussurrò sarcastico alle orecchie di una coetanea in uniforme rosa:
“Ehi, Silvia, ha detto ‘principessa’! Mi sa che hai perso l’esclusiva…”
Lei trattenne l’istinto di colpirlo con un pugno:
“Sta’ zitto, razza di barbone!”
 
Un giovane Topless dai capelli nocciola mise una mano sulla spalla della compagna:
“Sta’ calma, Lar’C…è inutile discutere con lui.”
Poi, il ragazzo rivolse un’occhiata allusiva all’Ammiraglio.
Di risposta, l’uomo tentò di evitare lo sguardo.
Quindi si schiarì la voce:
“Ad essere sincero, Generale, anch’io ritengo più appropriato inviare le Buster Machines. Dato il numero relativamente esiguo di nemici ed il loro armamento, riusciremo…”
 
“Ora non si ci metta anche lei!” – lo redarguì severamente il suo superiore.
 
“Ma l’Ammiraglio ha ragione!” – si oppose Hyuga, sebbene non avesse la competenza tecnica adeguata – “E’ un fatto incontestabile!”
 
Ivankov si voltò verso l’operatore della NERV – il volto stravolto dalla rabbia – tuonando:
“INSOMMA, HO DETTO DI NO!!!”
 
Poi, con uno spostamento d’ria tale da far tremare l’intera sala, un Mostro Spaziale passò innanzi alla vetrata principale.
Il suo enorme e folle occhio rosso fissò il personale.
 
I presenti rimasero sgomenti, paralizzati dall’orrore.
 
Poi, repentino, oltrepassò il Vergil-Exelion, perdendosi nuovamente tra la mischia.
 
Boccheggiante e sconvolto, il Generale Achab ‘Hatori’ Ivankov cadde a peso morto su una sedia.
Faticando a contenere i nervi e le mascelle, ansimò:
“Le B-Buster Machines…Witwicky, le ordino di inviare quelle dannate Buster Machines in meno di tre minuti! SI SBRIGHI!!!”
 
Lui sospirò a metà tra il rassegnato ed il sottilmente divertito.
Poi si voltò verso il gruppo di ragazzi e ragazze in una delle piattaforme inferiori della sala:
“E va bene! A tutti i Topless: raggiungere le Gabbie Contenitive! Lancio di tutte le Buster Machines disponibili!”
 
“Era ora…!”
“Finalmente…!”
“Ogni tanto, qualcuno che ne capisce, di strategie…!”
“Oggi voglio vedere quanti ne faccio fuori…!”
Esultanti, la squadra dagli abiti colorati si disperse negli innumerevoli passaggi d’uscita.
 
Lar’C e Nono si avvicinarono all’uomo in divisa nera e arancio.
La ragazzina dai capelli rosa lo supplicò in ginocchio, teatrale:
“La prego, Coach! Anche Nono vuole combattere! Lo sa anche lei, che Nono è una Bus..”
“Sta zitta!” – l’amica le tappò la bocca con una mano – “Cerca di non parlare di certe cose d’avanti a gli altri! E poi, smettila di chiamare il Colonnello con quel ridicolo nomignolo!”
La ‘Signorina’ si impose con tutte le sue forze:
“Signore, mi lasci scendere in battaglia con Dix-Neuf, sono ancora in grado di pilotarlo! Basterebbe la sua approvazione e nemmeno Hatori potrebbe opporsi!”
Lui abbassò lo sguardo:
“Mi spiace, Lar’C…ma nessuna di voi due prenderà parte a questo scontro. Nono è inesperta e tu…comunque sia, gli ordini sono ordini! Per oggi dovrete attendere…”
 
Loro chinarono il capo, rassegnate.
 
Infine, il Topless dai capelli biondo cenere affiancò l’uomo, guardando oltre:
“Così oggi mi permetti di scendere in campo? Ti stai ammorbidendo, per caso?”
Lui ingoiò un groppo alla gola, rispondendo seccato:
“Cerca solo di non deludermi, Ryan.”
“E dai, non fare tanto il suscettibile, fratellone!” – lo schernì; poi strinse un pugno, determinato – “Sta’ tranquillo…non lo farò!”
“…”
 
 
*   *   *
 
 
Tre minuti dopo. Esterno.
 
Una delle Valkyrie si ritirò verso la Nave Madre, estroflettendo le gambe meccaniche ripiegate sotto la corazza aerea e diminuendo di velocità.
Poi, il sibilo di un portellone d’uscita la invitò a voltarsi.
 
Un sorriso di gioia e sollievo si dipinse sul volto della pilota, alla vista di ciò che stava emergendo dalla piattaforma di lancio.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
Gnaisenau appiattì il naso contro una delle vetrate a muro del Ponte, chiedendo più sbalordito che curioso:
“E quello che diavolo è?!”
Berry lo affiancò, scostandogli bruscamente la faccia con un gomito, entusiasta:
“Quella è la Buster Machine del Signorino Nikolas! E’ Vingt-Sept [van-sept]!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
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Lentamente un mecha dalla corporatura longilinea emerse dalla copertura del Vergil-Exelion, tra i fumi d’emissione; due grandi ali digitiformi venivano sbattute continuamente, mentre dei sensori di movimenti ammiccavano come occhi lungo esse.
 
Il pilota, nell’abitacolo a Zero-G, il giovane pilota sorrise, posizionando sulla fronte una sorta di adesivo magnetico bianco:
“Qui Nikolas Vacheron: BM n.27, in uscita!”
 
Da una zona più lontana si avvicinò in volata un’Unità nera; due lunghe ali stilizzate tese dietro di sé; un lungo visore rosso illuminato:
La BM si arrestò accanto alla prima; il Topless si passò con disinvoltura una mano tra i setosi capelli corvini:
Soixante-Douze (soisan-dus) in posizione! Nome in codice alternativo: Griffon! Exotic Manoeuvre [exotic-manovr] attualmente fuori servizio!”
Una video circolare si aprì al fianco del ragazzo:
“Ehi, Lulù, vediamo quanti ne facciamo fuori, oggi?”
“Ti ho già detto di non chiamarmi con quel nomignolo odioso, Vacheron!” – si indispettì il pilota della n.72; poi incurvò le labbra in una smorfia di complice sfida – “Tuttavia…prego, dopo di te…‘Nik’.”
“Ah…” – sospirò l’amico, segretamente eccitato da quell’invito – “…e va bene. Allora...diamo una bella scossa alla serata, Vingt-Sept!”
 
Avvolgendosi in un nugolo di scintillii, la BM bianca decollò rapidamente, roteando vorticosamente.
 
Scivolando sublime tra i fuochi incrociati, strinse a se le ali presili, poi le li ridistese, scagliando una pioggia di affilati proiettili, simili a stelle.
 
Gli shuriken meccanici si conficcarono con forza nei corpi di decine di Mostri, detonando come bombe e spazzando via oltre cinquecento avversari.
 
“Allora, Lulù, che ne dici?!”
 
Tsk! Nella norma…” – lo schernì – “...ma ora guarda un professionista!”
 
Soixante-Douze lo superò in volata, protraendo le dita meccaniche artigliate.
 
BUSTER…CLAW!”
 
Con un gesto del polso, il robot nero tracciò quattro lunghe scie luminose, simili a sferzate.
Le tracce si allontanarono verso il branco di alieni, espandendosi e polverizzandone il doppio del collega.
 
“Decisamente ad un altro livello…” – Ramperouge accavallò una gamba sullo scomodo sedile di guida.
 
Poi, le Unità dovettero scansarsi, mentre un raggio di energia celeste saettò nell’etere.
 
“Ehi, era ora che ti facessi vedere, Tycho! Cominciavo a pensare che ti fossa persa…” – sogghignò Vacheron, incrociando due braccia dietro le testa.
 
“Smettila di fare il cretino, Nikolas!” – lo redarguì la voce di una bambina, all’altoparlante – “Piuttosto, spostatevi di lì se non volete venire freddati!”
 
In lontananza, una Buster Machine rosata piroettò tra bagliori luminescenti.
 
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La giovanissima Topless dai capelli lilla – raccolti in due ciocche – addentò con foga un lecca-lecca, liberando la mani per la guida:
“Tycho Science e Quatre-Vingt-Dix [catr-van-dis] presenti sul campo! Buster Machinen.90: Exotic Manoeuvre!”
Dalla fronte della ragazzina si allungarono dei raggi accecanti.
 
Una sfera di luce si materializzò sopra la BM.
 
“Temperatura di Depressione Glaciale: -1.0000 di gradi! Velocità di fuga: 300.000 km/s! Buster…”
 
La porzione fontale dell’armatura della Macchina Combattente dalle forme femminili si spalancò; la gigantessa meccanica estrasse una sorta di stecca.
 
“…Doppler…”
 
Il curioso oggetto si dispiegò in un’ampia racchetta.
 
“…SMASH!!!”
 
La n.90 colpì con quanta più forza possibile la sfera di energia gelida, generando una reazione a freddo.
Il raggio azzurro viaggiò per kilometri, quadruplicandosi poi in altrettante scie.
Secondo il senso del moto, i fasci a velocità luce si tinsero di blu e rosso, sotto la riflessione della Costante Doppler.
Le quattro code di luce si dispersero tra la moltitudine, esplodendo poi in altrettante comete.
 
Tycho incrociò le braccia, soddisfatta:
“E con questo fanno ben 1.320! Mi spiace, maschietti, ma noi ragazze spacchiamo!”
 
Distante decine di kilometri, un’enorme BM verde dalla corazza spessa – le gambe e le braccia ridotte solo a quattro enormi, larghi cannoni – e dalle corna ricurve (dipartenti da una solida e compatta maschera dorata) si voltò intorno, goffamente.
 
Sparse ovunque, le innumerevoli e variopinte Buster Machines della FRATERNITY combattevano senza soluzione di tregua, sfoderando le loro armi migliori ed abbattendo centinaia di nemici ad ogni colpo.
 
Al suo interno, il giovane Ryan dovette allargarsi il colletto della sua divisa Topless per respirare meglio, mentre una goccia di sudore gli imperlò la tempia:
“E così…tutti si stanno divertendo un mondo, eh? Begli amici a lasciarmi qui tutto solo!”
Sospirò, tentando di rilassarsi:
“D’altronde, devo dimostrare al fratellone di sapermela cavare per conto mio, giusto? Bene, Soixante-Six [soisan-sis]! Active Inertia Canceller: apertura!”
Il ragazzo strappò dalla fonte il Topless Seal adesivo, liberando i raggi di luce.
 
Dal corpo dell’enorme robot, si estese una sfera di sub-spazio dai colori iridescenti, avvolgendo l’area circostante.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Rilevata reazione Topless!” – annunciò Maggie- “Si avvertono distorsioni nella continuità temporale!”
 
“Le Unità più veloci ed i nemici sembrano rallentare…” – notò Dayakka.
 
“La Soppressione Inerziale dello Spazio sta venendo violata tramite un rapporto inversamente-proporzionale…” – mormorò Ritsuko, affascinata.
 
“E’ l’Exotic Manoeuvre di Ryan!” – esclamò Lar’C, arrossendo compiaciuta.
 
Witwicky afferrò un auricolare, intimando inquieto:
“N.66 ti ordino di annullare la Manovra: rischierai solo di rallentare i tuoi compagni!”
 
“Non ci penso nemmeno!” – ripose l’altro, sprezzante – “Avevi detto che volevi vedermi in azione, allora sta’ a guardare!”
 
“Ma così…!”
 
“Li farò fuori tutti!”
 
L’Ammiraglio perse la sua proverbiale pazienza:
“RYAN, DANNAZIONE, ASCOLTA QUELLO CHE TI DICO!!!”
 
Per riposta, il pilota gli chiuse la comunicazione in faccia.
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Muovendosi ora con estrema agilità, l’imponente Buster Machine oltrepassò un schiera di Mostri Spaziali quasi immobili, bombardandoli con una possente serie di colpi esplosivi, mitragliati dalle braccia cave.
 
Scivolò nell’aria, evitando Vingt-Sept di un soffio, ed eseguì un calcio circolare con le tozze appendici.
Invece di urtare direttamente il mostro innanzi a lui, la bocca da fuoco posta sotto la gamba vomitò un raggio di grande diametro, vaporizzandolo.
 
Il sellino di guida giroscopico della n.66 si voltò completamente, mentre il ragazzo esultò:
“Evvai! Con questo sono 200!”
 
Poi, qualcosa lo costrinse a sgranare gli occhi, atterrito:
Un Mostro di classe Orcha, notoriamente più lento, viaggiava a velocità prossime a quelle del suono, sotto l’influsso dell’A.I.C.
 
La BM venne investita in pieno, scaraventata in lontananza.
L’effetto della Manovra terminò, permettendo a tutte le truppe restanti di riprendere la loro frenetica battaglia.
 
Ora schiantato su un Exelion, sebbene ancora integro, Ryan si massaggiò la testa:
“Ahia, che male! Ok, d’accordo…forse è meglio lasciar fare il resto agli altri!”
 
Infine, le BM dalle cifre invertite si affiancarono schiena a schiena.
 
“Ne rimangono solo 10.000…” – ansimò Nikolas – “…cerchiamo di sbrigarci!”
“Come vuoi…” – sull’occhio del giovane Lelouch si aprì una figura stilizzata simile ad un uccello dalle ali spiegate – “…ma cerca di non intralciarmi, Vacheron!”
 
I due eleganti colossi bio-meccanici salirono di quota.
Vingt-Sept, impugnando le else tanto con le mani principale quanto con le estroflessioni delle ali, sfoderò due lunghe e taglienti spade Avenger, producendo delle piccole scintille all’estrazione dal fodero.
Gli artigli del Soixante-Douze si allungarono, ravvivandosi di una lugubre luminosità violacea.
 
Spinsero le leve di accensione:
DOUBLE…
 
S’immersero nell’ara bellica, prestando attenzione a mantenere la giusta vicinanza, senza ostacolarsi a vicenda.
 
…BUSTER…
 
Oltrepassarono l’intera moltitudine nemica.
 
…SLASHER!!!!”
 
La n.27 si arrestò bruscamente, derapando sulla carena di una Yamato; la n.72 planò delicatamente, imponendo i palmi sui fianchi.
 
Sei lunghissimi tagli luminosi si aprirono nello Spazio, mentre ciò che rimaneva dell’invasione aliena esplose in un’apoteosi abbagliante di fiamme.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Incredibile…ci sono riusciti!” – ansimò una ragazzina dagli occhiali tondi, nel gruppo della DEAVA.
 
Nemmeno la spavalda Asuka riuscì a trattenere lo stupore:
“Sono davvero imbattibili…”
 
Per qualche motivo, nessuno dei presenti esultò.
 
Lar’C cadde sulle ginocchia, la bocca in un fremito incontrollato:
“No…guardate…”
 
Il megaschermo principale si affollò di piccoli punti luminosi rossi; dei dati di fluttuazione generica scorsero rapidamente in sovrimpressione, confondendo la vista.
 
Fudo si tirò indietro sulla sedia, abbassando il capo:
“Dunque…non siamo stati in grado di annientarli.”
 
Hatori portò un mano alla gola, quasi per riprendere fiato:
“Non è possibile…s-stanno…”
 
“…aprendo dei WARP!”        - fu Leeron, per una volta privo del suo umorismo, a terminare la frase.
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Migliaia di flash bianchi accesero l’orizzonte, trasportando enormi, lente e deformi creature nell’Universo.
 
Tycho, nella sua cabina, lasciò cadere il dolcetto, esausta:
“Non ci credo…”
 
Qualche Topless gridò d’orrore, imprecando verso le nuove minacce.
 
Ramperouge rimase immobile ed inorridito…mentre un orribile Mostro Spaziale volò a velocità-luce verso la sua Buster Machine, spalancando le fauci.
 
 
*   *   *
 
 
Dieci minuti prima. Luogo sconosciuto. Universo sconosciuto.
 
L’evanescente Angelo delle Tenebre tracciò un piccolo cerchio nel vuoto, con l’indice.
Una distorsione spaziale mostrò un campo di battaglia orbitale.
Fiamme divampanti nel Vuoto.
Mostri di Stelle e Universi remoti.
Macchine Combattenticostruite dall’Umanità: semplice, pavida, stolta Umanità.
 
“Gli Antichi Abitanti delle Stelle sono così violenti…e privi di senno.” – sussurrò l’Angelo Infernale – “Tuttavia…è proprio per questa loro mancanza che possono essere definiti ‘superiori’, poiché l’umana natura è per sua definizione travagliata dalle sofferenze e da sentimenti terreni ed evanescenti…”
 
“Gli umani sono strani esseri.” – replicò un maggiordomo in nero, alle sue spalle – “Si preoccupano e si infervorano per gli altri, anche se a mala pena riescono a badare a sé stessi.”
 
Tomah si voltò, sorridente ed allusivo:
“Non tutti saranno così. E’ ora di ridestare il vero Evangelion e di liberare infine dall’oscurità…la Sala del GAF.”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Base Tabgha. Mare della Tranquillità. Luna.
 
In lontananza, nello Spazio silente e nero, una nave di proporzioni incalcolabili galleggiava muta, attorniata da esplosioni e baluginanti fasci di luce colorata.
 
In una profonda fossa del terreno immacolato, un gigante dall’armatura blu giace placidamente…aspettando il risveglio del suo padrone.
 
 
*   *   *
 
 
Proiezione psico-grafica. Luogo e ora indicativi.
Soggetto in questione: Naruto Uzumaki.
 
Lui apre gli occhi, lentamente, serenamente…in quel mondo di luce bianca e riposante.
 
“Dopo tanto tempo…sono nuovamente sveglio.” – sussurra – “Ma è corretto pronunciare tale affermazione, se non si è nemmeno certi di esistere a questo mondo?”
 
“Esisti nel momento in cui decidi di esistere.” – riecheggia la voce calda e paterna di un uomo.
 
“Il tuo intero mondo esiste in tal senso.” – fa eco una dolce voce di madre.
 
“Il mio mondo…se desiderassi di viverlo nuovamente, ciò accadrebbe?” – chiede il ragazzo.
 
“Ciò sarebbe contemplato nel tuo animo. Se il tuo animo non ti tradisse, allora sarebbe possibile stabilirne la concretezza.” – precisa quella voce che sa di ‘papà’.
 
“La concretezza porta al Materialismo. Il Materialismo alla possibilità; quest’ultima alla capacità di realizzare. Ma ciò non può accadere se il tuo animo non si estende all’Universo ed all’intero Creato; poiché soltanto considerando il proprio Essere come parte di esso e viceversa si può aprire l’Inviolabile Barriera del Cuore. Tale sarebbe la volontà.”
 
Barriera del Cuore, Barriera dell’Animo.” – ripete il ragazzino, lentamente – “Il mio Cuore: l’Anima. La sua Barriera: L’A.T.Field. La capacità di estenderlo: la volontà. Ma posso trovare la forza di desiderare, se non trovo la forza per muovermi?”
 
“Cosa ti fa muovere?”
“L’Amore.”
“Dove hai trovato l’Amore?”
“Sulla Terra. Tra gli amici.”
“Amici…” – ripete la donna – “…li ami?”
“Sì.”
“Li lasceresti morire?”
“Piuttosto mi sacrificherei io stesso.”
“Dunque vorresti combattere per loro? Morire per loro?”
“Sì, se solo ne avessi la forza.”
“Devi trovarla in te.” – un mano d’uomo si allunga dal vuoto, cingendogli le spalle – “Solo tu hai la chiave per quella porta.”
“Però…io sono così solo!” – si lamenta lui, stringendo nel sogno un pugno - “Se solo avessi qualcuno con me…allora io…”
“Tu non sei mai solo…piccolo mio.” – le braccia di una donna gli accarezzano il viso.
“Mamma…papà…voi siete in me?”
“Ovunque tu vuoi che noi siamo.” – rispondono in coro.
“Allora, per favore…” – fa con più forza – “…aiutatemi! Datemi la vostra forza! La forza di adempiere ai miei desideri!”
“Se continui a chiedere e non a cercare non riuscirai mai a dimostrare il tuo valore, la volontà di avverare un tuo preciso desiderio.” – lo redarguisce affettuosamente l’uomo.
“Però, forse, potrei ancora. Non credo di conoscermi bene, ancora. Ci sono troppe domande tutt’oggi che affollano la mia mente! Vi prego, aiutatemi ancora una volta a rialzarmi in piedi!” – li scongiura, come una bambino che chiede un ultimo giro sulle giostre.
Lo spettro della madre lo stringe al seno, mentre i loro tre corpi bianchi si avvicinano.
Colui Che un Tempo Fu Vivo impone il palmo della mano sul ventre del ragazzo:
“D’accordo. Per quest’ultima volta…romperò il Sigillo.”
Con una breve smorfia di dolore, il ragazzino geme…mentre un complicato intarsio nero si dirama dal suo ombelico.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Base Tabgha.
 
Con un leggero sibilo, due sottili cavità oculari si ravvivano sotto il visore ottico del Gigante Lunare.
 
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I possenti blocchi di ancoraggio cigolarono inquietanti, sul punto di frattura.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Base Tabgha (Sottosuolo).
 
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In una sala totalmente immersa nel buio, un gigante meccanico galleggia supino, in assenza di gravità; la sua enorme aureola spande un lume soffuso.
 
Con un lieve scalpiccìo, qualcuno avanza su una passerella di ferro traforato, in alto.
 
Completamente nudo, un ragazzo dai capelli striati di cobalto allunga un piede nel vuoto, galleggiando sopra lo sconosciuto Evangelion.
 
“Avanti, forza!” – lo incita, mentre i suoi occhi rilucono di scarlatto – “Il momento promesso è infine giunto! Eva 08…mio fedele servo…è l’ora del nostro Risveglio!”
 
Un plug suit di un blu cianotico si estende dal nulla, in una spirale, fasciando il suo corpo eburneo.
 
Il visore ottico dello 08 lampeggia – accompagnato da un urlo disumano – mentre tutta il Settore esplode in un’accecante luce bianca.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente.
 
Il Mostro Spaziale digrignò i denti, schioccando le fauci.
 
La BM n.72 rimase immobile, mentre le orripilanti zanne del nemico calarono velocemente su di essa.
 
Il pilota si coprì il volto con un braccio, pronto all’ultima sensazione della sua breve esistenza.
 
Eppure…non arrivò.
 
Lelouch aprì gli occhi, lentamente, fissando i video a 360° dell’abitacolo:
 
La creatura si bloccò poco prima di assestare il morso letale, contraendosi in un gesto di dolore lancinante.
Infine esplose in una doccia di sangue e fiamme, trapassata da un fulmine rosso.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Cos’è successo?!” – chiese qualcuno.
 
Un tremore scosse la Sala: un lunga lancia rossa bipunte si era conficcata sulla carena del Vergil-Exelion.
 
L’esperienza accumulata nel tempo rispose ad Asuka:
“Ma quella è…”
 
Misato sgranò gli occhi:
“…la Lancia di Longinus!”
 
Un vociare si levò dal personale.
 
Fudo squadrò di striscio il Comandante della NERV:
“E’ dunque arrivato…?”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
“Guardate lì, sulla Luna!” – gridò la pilota asiatica della Buster Machine n.80
 
Sulla superfice satellitare, due croci gemelle di luce scarlatta si erano issate nel nello Spazio, spandendo l’onda d’urto per l’intera superfice lunare.
 
Poi, un cono di luce discese tra le fazioni opposte, ora arrestate.
Un coro angelico risuonò nel Vuoto, mentre un’Unità di fattura sconosciuta discese dalla Luna stessa; un visore rosso brillò estatico, sotto una piccola aureola.
 
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Una voce di ragazzo si levò dalle corde vocali dell’Eva:
“Ho dormito a lungo; ho sognato a lungo; ho atteso e ho sperato per questo giorno…”
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Ma quella voce…?!” – Thomas sentì mancarsi il terreno sotto i piedi.
 
I presenti rimasero a fissare la scena.
 
Misato sentì quel nome sfuggirle dalle labbra:
“NARUTO!!!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
 
Nell’Entry Plug dai megaschermi rinnovati, il pilota dai capelli dorati respirò piano:
“…finalmente, non ho più paura.”
Sbarrò le palpebre; le sue iridi si sfumarono nella tonalità più luminosa di azzurro:
“Sono venuto per salvare questo Universo! Vera Macchina Umanoide Multifunzione da Combattimento-Arma Risolutiva per le Battaglie Decisive, Unità Evangelion Mark.06: ATTIVAZIONE!!!”
 
Con uno scatto appena percettibile, l’Unità volò – sospinta da reattori posteriori agli spallacci modificati – oltre la schermagli di Mostri chilometrici.
 
Tycho sbatté le ciglia, confusa:
“Quella non è…una Buster Machine! Da dove diavolo è venuta?!”
 
“Mamma, papà…” – sussurrò entusiasta Naruto, mentre sugli schermi della cabina scorrevano veloci le sagome indistinte di robot, alieni e stelle – “…finalmente ho capito…il VERO significato dell’A.T.Field!”
 
Atterrò sulla Ifrit, mentre la suola delle scarpe dell’Eva sfregò ed infiammò la carena della nave.
Poi si lasciò cadere a peso morto nel vuoto, scivolando miracolosamente illeso tra i proiettili luminosi alieni.
 
“Nemmeno durante il Risveglio dello 01…nemmeno allora ne avevo compreso il senso, accecato dall’egoismo!”
 
Piroettò tra le scie luminose, arrestandosi e portando le mani al visore ottico.
 
Il cuore del ragazzo pulsò all’impazzata, ora colmo di una gioia m ai provata:
“SIETE SEMPRE STATI CON ME!!!”
 
Due lampi chiastici balenarono negli occhi, emettendo due potenti fasci laser rossastri, scomponendo a livello molecolare migliaia di Mostri.
 
“MI AVETE SEMPRE PROTETTO!!!”
 
Cinquecento Narvalium precipitarono dall’alto.
L’aureola luminosa dell’Eva si estese enormemente, trasformandosi in un Wormhole ed inghiottendo gli aggressori istantaneamente, per poi richiudersi.
 
“E NESSUNO POTRA’ TOGLIERMI IL MIO A.T.FIELD!!!”
 
Uno sciame di creature lanciformi si scagliò verso – in confronto – minuscolo Eva.
Una barriera esagonale di dimensioni planetarie si estese innanzi al Mark.06, schermandolo dagli attacchi.
I Mostri cozzarono veemente contro, vaporizzandosi all’urto.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“Non è p-possibile…!” – farfugliò Hatori – “C-cosa diavolo abbiamo davanti?!”
 
Accanto a lui, l’Ammiraglio dovette inumidirsi le labbra, seccate dall’ansia:
“Qualunque cosa sia…va oltre ogni nostra immaginazione. Che siano dunque questi…gli Eva?!”
 
Alle spalle del suo Comandante, Fuyutsuki rimase impassibile:
“E così il Progetto per il Perfezionamento dell’Unità 01 è stato terminato: il vero Evangelion, l’Essere Supremo, il Numero della Bestia. Sarebbe questo il Mark.06?”
Ikari, sotto le mani giunte, sorrise avidamente.
 
 
“Circa 20.000 nemici in rotta di collisione!” – la voce trafelata di Zack riportò i preseti con i piedi per terra – “Sono troppo veloci, rischiamo che ci colp…!”
 
 
Un ologramma di fluttuazione si estese al centro della sala: una reazione anti-gravitazionale trovava il Centro sulla punta del Vergil-Exelion.
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Sebbene invisibile paragonato alla titanica mole della Nave Madre, un’Eva dalla complicata e differente Copertura Costrittiva attendeva immobile sul ciglio dello scafo.
 
“Nelle mie ore più buie, non potevo prevedere che la marea avrebbe preso questa piega. Il tempo scivola senza empatia…come ho potuto essere così cieco?”
 
Impose un palmo innanzi, mentre una barriera ectoplasmatica avvolse l’intera Nave Gigante Inter-Galattica.
Il visore ad ancora dell’elmetto vagamente cavalleresco risplendeva intensamente.
 
Il suo giovane pilota portò una mano al viso, perdendo le dita nel mare di capelli corvini e blu; proferì lentamente, quasi un testo a memoria:
“Signore, redimici dalla nostra Ora Solenne…poiché la pazzia è tutta intorno a noi!”
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di comando.
 
Nono si aggrappò a Lar’C, tremante:
“E’…è una Macchina?! Eppure io…sento qualcosa di diverso!”
La compagna non trovava parole adatte:
“Una mano…solo una mano per sviluppare una barriera protettiva in grado di oscurare totalmente un’astronave di oltre trecento kilometri! E’ spaventoso!”
 
Ikari si levò in piedi:
“L’Unità 08…l’Ultimo Evangelion! Davanti a noi è davvero presente…la Sala del GAF: la Chiave di Nabucodonosor!”
 
Rei Ayanami lo fissò in silenzio.
 
“La Serie degli Eva…” – mormorò Shinji, sconvolto.
 
“…è stata completata?!” – Ritsuko lasciò che fosse il suo cuore ad avere il sopravvento sulle sue emozioni.
 
 
*   *   *
 
 
Il pilota del Mark.08 proseguì nel suo soliloquio:
“E’ forse questa la condanna che ci meritiamo?”
La sua iride si tinse di scarlatto, mentre la pupilla si divise in una croce:
“Possiamo mai liberarci…da CATENE SENZA FINE DI AGONIA?!”
 
Lo 08 tracciò un ampio arco con il braccio destro.
Miliardi di piccoli splendori sfrigolarono nelle più remote profondità dello Spazio.
Poi, velocissime ed infallibile, altrettante sottili ed affilate croci di luci si riversarono contro i nemici, in una pioggia orizzontale.
Oltre metà delle potenze aliene venne spazzata via, fino a che di loro non rimase più un singolo atomo integro.
 
Più in basso, un ammasso globulare di luce azzurra si formò tra le mani dell’Unità 06.
Quello che fino a quattro mesi prima era il second children serrò i denti:
“Stavolta…sarà per sempre! La luce delle rivelazione spazzerà via questi Mostri blasfemi! Questo è il Risveglio di Naruto Uzumaki!”
 
Il Mark.08 eresse il busto, protraendo innanzi le mani, quasi come un esperto orchestrante.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
Maya Ibuki notò i dati di analisi istantanea:
“La Costante di Gravitazione Universale…è divenuta negativa!”
 
“Ma non ha senso!” – protestò la Akagi.
 
“Un A.T.Field tanto potente da compromettere l’intero equilibrio dell’Universo…” – Misato strinse il suo cuore, tentando di calmarsi – “…come può esistere un Eva di tali capacità?!”
 
 
*   *   *
 
 
Le Lune di Giove uscirono dall’orbita, roteando vorticosamente.
Cristoforo Hino sussurrò:
“Campo di Terrore Assoluto Anti-Gravitazionale…nome in codice: CHIBAKU TENSEI-DEVASTAZIONE PLANETARIA!!!”
 
Con un deciso gesto, l’Eva incrociò le braccia, mentre i sessantotto satelliti di Giove si schiantarono tra loro in un’apoteosi meteorica, seppellendo il rimanente degli Aggressori Spaziali
 
L’Unità 06 scagliò la sfera di energia centrifuga.
 
Il piccolo lume saettò verso l’agglomerato planetario dello 08.
Una serie di lame di puro A.T.Field si estrofletterono in rotazione dal globo di luce, in una sorta di gigantesco shuriken etereo.
Una croce di luce sulla superficie dell’accumulato satellitare.
Tre scie di tachioni si raggrupparono nel punto preciso.
Infine, un’esplosione sferica azzurra si ampliò dal nulla, evaporando i Mostri rinchiusi nel Chibaku Tensei e raggiungendo diametro pari a quello della Terra, poche centinaia di kilometri più in basso.
 
Solo le BM, le navi da flottiglia e i due misteriosi Evangelion rimasero integri.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
Simòn strinse un pugno, sconcertato:
“Questa era…pura Energia Spirale.”
 
Leon cercò la mano di Misato:
“E’ questo il vero…”
 
“…potere di un Eva?!”
 
 
*   *   *
 
 
Trenta minuti dopo. Gabbia contenitiva n.47.
 
La copertura protettiva dell’Entry Plug del Mark.06 si sollevò con uno sbuffo.
Una capsula nera venne rigettata; il portellone si aprì, con uno scroscio di L.C.L.
Il ragazzo dai capelli biondi che ne emerse scese rapidamente lungo il collo del gigante.
Fissò il folto gruppo di individui ai piedi della gabbia: volti vecchi e nuovi, esotici e familiari, rassicuranti e diffidenti.
Con il più smagliante sorriso mai sfoggiato, esclamò sereno:
“Finalmente…sono di nuovo a casa!” 

   
 
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