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Autore: Ronzio    21/09/2011    1 recensioni
La battaglia di Hogwarts vista da uno dei piú importanti membri dell' Ordine della Fenice, Remus J. Lupin, il lupo mannaro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Si muoveva con lentezza esasperante, il passo felpato di un predatore, la mano pronta a sfoderare la bacchetta. Il suono dei suoi stivali consunti rimbombava nel corridoio vuoto, sotto di lui, al piano inferiore, la battaglia proseguiva, violenta ed inarrestabile.
Un fruscio, seppur lieve, alle sue spalle lo fece voltare di scatto, essere un licantropo non sarà il massimo dello spasso, ma aveva i suoi vantaggi. Un udito più sviluppato, ad esempio, e dei riflessi da belva. Probabilmente su questo a salvargli la vita. Quando il suo avversario si lanció verso di lui, ebbe appena un attimo di tempo per togliersi dalla traiettoria del mostro, prima k quelle zanne ferine lo dilaniassero.
I due cominciarono a squadrarsi, le bacchette sfoderate, un identico ghigno sul volto di entrambi, quello del predatore che avvista una preda incauta nel proprio territorio.
- Fenrir Grayback- mormoró Lupin.
Le zanne di Grayback erano intrise di sangue, il sangue di una giovane studentessa della scuola, prima che potesse fare più che ferirla, peró, era stato colpito in testa da una lucida sfera d argento, lanciata da chissachí come un arma primordiale. Non importava, avrebbe terminato il suo banchetto dopo...ci sarebbe stato tutto il tempo, dopo il trionfo dell' Oscuro Signore.
Non era un lupo mannaro normale Grayback, aveva sviluppato un gusto per la carne umana che non poteva essere soddisfatta una volta al mese. Anche quando era umano, Fenrir Grayback conservava tutti gli istinti, la violenza e la voracitá di un lupo mannaro.
-Vuoi uccidermi, Remus Lupin?- chiese Grayback con quella sua voce raschiante.
-Non é la vendetta a condurmi qui Fenrir, ma devo impedirti di fare altro male- rispose calmo Lupin.
-Lo stesso male che affligge la tua esistenza da anni...vero Remus? Mi sembra ieri che mi vendicai dell' offesa di tuo padre...mordendo il collo di suo figlio, avrei potuto ucciderti, Remus. essere un lupo mannaro non é un prezzo irragionevole in cambio della propria vita...-
La bacchetta di Lupin cominció a tremare.
-Stai cercando di negare a te stesso ció che sei forse?- rise -vestirti come un mago normale, confonderti con loro, non ti salverà Remus, tu sei come noi, sei come me...-
Lupin divenne pallido, sentendo dietro di se i fantasmi della propria esistenza farsi più vicini.
-Quale futuro potrà avere un essere come te, immondo, malato, infetto...sei un lupo mannaro, una bestia pronta a scagliarsi su chiunque dovesse darti una casa, un lavoro...li senti Remus? Li senti i loro sguardi bruciarti la nuca, quando ti riconoscono per quello che sei...-
-Sta zitto!- urló Lupin, ormai bianco come un cadavere.
-Tu mi disgusti-.
-Il Signore Oscuro- ribattè Grayback -può offrire prede per tutti noi, non saremo più costretti a nasconderci, a vivere ai margini della società. Potremo mangiare il nostro cibo, com e nella nostra natura...non ti manca la carne umana Remus? Ma forse tu non ne hai mai assaggiata...é un gusto che non si dimentica...-
Lupin strinse i pugni, la bacchetta alzata..l' odio crescente dentro di lui...
-Unisciti al Signore Oscuro...-
-Prima dovrai uccidermi-
-Speravo che lo dicessi...-
Grayback gli si scaglió nuovamente addosso, le zanne scoperte, mentre Lupin urlava -Protego!-.
Grayback fu scagliato lontano, respinto dalla potenza Dell incantesimo.
-Stupeficium!- Grayback fu colpito in pieno petto, non svenne, ma la botta lo scaglió lontano di parecchi metri.
-Come sta tuo figlio, Remus?- biascicó rialzandosi faticosamente, -Deve essere l' unico della sua specie, il figlio di un Lupo mannaro....-
Fu un lampo, il tempo necessario a Lupin per alzare la bacchetta e sferzare l' aria, pronunciando la formula, ed un nuovo schiantesimo lo colpi, mandandolo a sbattere contro una colonna.
Forse fu lo schiantesimo di potenza superiore, o forse la battaglia stava duramente provando il castello, o forse entrambe le cose. La colonna non resse.
Fu una fortuna che Grayback fosse svenuto, così non vide l imponente colonna crollargli addosso, portando con se metá del soffitto. Non sentí dolore quando fu schiacciato da blocchi di marmo grandi come carrozze.
Uno schianto, il pavimento cominció a tremare durante il crollo, mentre Lupin si riparava istintivamente la testa con la mani, incapace di abbandonare quel luogo.
E poi, d un tratto, tutto finí.
Remus Lupin rimase a lungo a guardare il cumulo di blocchi e detriti, sentendo di poco alleviarsi il peso che si portava dietro dagli anni della sua giovinezza, mentre osservava la tomba di Fenrir Grayback.
  
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