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Autore: Meme06    21/09/2011    4 recensioni
E se Amu e Ikuto fossero fratelli e si innamorassero l'uno dell'altra? Come potrebbero far fronte a questo peso? Decideranno di assecondare il loro amore oppure cercheranno di cambiare i loro sentimenti?
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Siblings in love'
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Era mattina presto. Il sole era alto nel cielo e faceva capolino dalla finestra della camera di una ragazza intenta a pettinarsi i suoi lunghi capelli rosa.

- Uff… - sbuffò la ragazza. I suoi capelli oggi erano messi proprio male, non riusciva a pettinarli come voleva. - Mi sa che mi tocca fare la piastra…

Si disse alzandosi dalla sedia e aprendo l'armadio. Tirò fuori una scatola viola che conteneva quella maledetta piastra. D'estate non era la soluzione migliore visto che faceva caldo. Ma decise comunque di lisciare i suoi capelli, decisione saggia poiché dopo che si era guardata allo specchio doveva dedurre che stava benissimo.

Scese di sotto a fare colazione. Utau era già sveglia, lo aveva appena constatato visto che era seduta al tavolo a inzuppare i biscotti nel latte.

Amu le si sedette vicino.

- Buongiorno! - la salutò la bionda.

- Buongiorno! - le rispose.

- Piastra? - chiese la ragazza guardandole i capelli.

- Ah-ah, potevi anche rimanere su a darmi una mano, io sono diventata stilista e truccatrice per te. - rispose la ragazza.

- Scusa, potevi chiedermelo. - le disse la cantante dando un morso al biscotto che le era rimasto a mezz'aria per parlare.

- Si hai ragione… - disse la ragazza attirando a se la tazza con il latte dentro e prendendo un biscotto dal piatto messo fra le due ragazze. - Non ho dormito molto ieri notte…

Confessò all'amica.

- Avevo sentito dei movimenti del letto, ma credevo fosse solo la mia immaginazione. - disse allora l'amica portandosi la tazza alle labbra e prendendo un sorso di latte freddo.

- Esatto, sono stata io, ti ho svegliata? - chiese Amu.

- No tranquilla, ci vuole ben altro per svegliarmi… - rispose la bionda sorridendo. La rosa ricambiò il sorriso. Finirono la colazione in silenzio per poi dirigersi nuovamente nella camera di Amu. - Come mai non hai dormito sta notte?

Le chiese allora Utau per poi sedersi sulla sedia accanto alla scrivania.

- Pensavo… - rispose vaga l'amica rivolgendo tutta la sua attenzione al paesaggio fuori dalla finestra della sua stanza.

- Pensavi? E a che cosa? - Utau voleva saperne di più e anche se aveva intuito come erano andate le cose voleva sentirselo dire dall'amica.

- Lo sai… - la rosa non era stupida e ormai conosceva abbastanza bene Utau per non farsi più imbrogliare dal suo modo di manovrare le parole.

- Lo ammetto, ma ieri sera è successo qualcosa e non capisco perché tu non voglia parlamene. - le disse allora la ragazza.

- Ieri sera ho parlato con mio padre di questa situazione. - confessò Amu raccontando all'amica anche dei precedenti discorsi svolti con Aruto. - Mio padre vuole che io e Ikuto siamo felici ma comincio a credere che la felicità non esista affatto…

- Amu cosa…?

- Ogni volta che ci sembra di raggiungerla lei prontamente sguscia via e ci lascia vuoti, come se ci mancasse qualcosa. Beh, in questo momento quella che dovrebbe essere la mia felicità è dall'altra parte del mondo, oltre il pacifico e c'è il rischio che non ritorni più in dietro. - disse la ragazza interrompendo l'amica. - Dimmi una cosa Utau…

- Che cosa? - la bionda la guardava con uno sguardo stupito e sorpreso, la rosa aveva completamente cambiato espressione e stava parlando con una serietà che quasi non le si addiceva.

- È forse troppo quello che sto chiedendo a mio fratello? È così difficile prendere una decisione per lui?

- Amu io non lo so, probabilmente ha paura di sbagliare… - tentò di dire la bionda mordendosi il labbro inferiore.

- Sbagliare, abbiamo già sbagliato, no? Perché non dovremmo più 'sbagliare'? - chiese marcando bene la parola sbagliare.

- Amu, niente è sbagliato se ci pensi bene, non c'è niente che non si può fare se non danneggia nessuno e voi non fate del male a nessuno.

- Lo abbiamo già fatto. - disse la rosa. - Tadase mi ha rivelato i suoi sentimenti e io gli ho dovuto dire che non potevo ricambiarli perché amavo qualcun altro. I miei genitori l'hanno presa malissimo e solo dopo qualche tempo mio padre ha capito. Mia madre ancora non mi parla quasi più.

- Amu… - disse Utau. - Tadase avrebbe sofferto comunque, se tu non lo ami o Ikuto o non Ikuto le cose non sarebbero cambiate. I tuoi genitori era normale la cosa, magari prova a parlare con tua madre e cerca di farle capire bene quello che provi.

- Non capirebbe…

- Se non ci provi non capirà no. - la interruppe la bionda.

Amu si voltò in direzione della sveglia.

- Le dieci… - disse. - Mia madre tornerà sicuramente sta sera tardi…

Continuò la ragazza.

- E allora le parlerai sta sera tardi, a quanto ho capito non hai difficoltà a restare sveglia. - le fece scherzosa la bionda.

La ragazza le sorrise per poi stiracchiarsi per bene e dire:

- Che ne dici se usciamo?

- Dove?

- Boh, potremmo andare a fare una passeggiata qui intorno. Tanto sono ancora libera fino alle cinque e mezza. - le rispose la ragazza prendendo il cellulare e mettendoselo in tasca. - Allora che ne dici?

- Per me va bene. - concordò l'amica per poi scendere al piano di sotto con Amu.

- Lascio un attimo un biglietto a mio padre per dirgli che siamo uscite. - disse la ragazza correndo in cucina e scrivendo su un post-it che poi attaccò sul frigorifero. Tornò di là e finalmente uscirono. Essendo vicini ad agosto fuori faceva caldo, terribilmente caldo.

- Sai, penso che forse avrei dovuto mettere la canottiera… - disse un Utau che tentava di farsi venire un po' d'aria sventolando la mano.

- Dai non ci pensare, piuttosto cammina… - la incoraggiava la rosa. Inutile dire chela bionda a volte non l'ascoltava per niente, presa dal tentativo di racimolare in qualche modo ossigeno.

- Forse dovrei legare i capelli più alti… - faceva tutte ipotesi ad alta voce e Amu la guardava si sottecchi con la sua tipica espressione -.-'. - Che hai da guardarmi così?

- Ti sei accorta che stai facendo una lista di cose da fare o non fare quando fa caldo? Mi sembri una pubblicità… - spiegò la rosa.

Dopo questa affermazione le due si guardarono, ci fu qualche attimo di silenzio poi scoppiarono a ridere entrambe.


- Accidenti sono già le cinque! - esclamò Amu in preda al panico. - Sono in ritardo!

- Hey Amu che succede? - chiese suo padre affacciandosi alla porta della camera della figlia.

- Sono in ritardo oto-chan! - esclamò di nuovo. Utau era andata via da un paio d'ore e li come una deficiente si era appisolata sulla scrivania e per poco che non faceva tardi. Per arrivare a casa di Rima una mezz'ora ci voleva dopo tutto. Finito di prepararsi schioccò un bacio sulla guancia di suo padre e se ne andò. - Ciao babbo ci vediamo dopo!

Suo padre sorrise, anche se aveva quasi quindici anni era ancora un bambina qualche volta. E cosa più buffa si addormentava come faceva suo fratello alla sua stessa età. Lui appena finiti i compiti e suonato il violino si metteva a dormire per recuperare le forze. Era buffissimo quando dormiva perché ovunque si trovasse lui si rannicchiava tutto, una volta era perfino caduto dalla sedia e aveva sbattuto la testa.

Prima di andare in salotto il padre sperò ancora una volta che suo figlio aveva fatto la scelta giusta.

Nel frattempo Amu era arrivata a casa di Rima, puntuale. Aveva corso bene allora…

Suonò il campanello e ad aprirle venne la biondina che per come si era vestita sembrava una bambola di porcellana. Notando come la guardava Amu la ragazzina le chiese:

- Ti piace?

- Si, ora ti mancano solo il viso bianco e le labbra rosse. - le rispose. Era conciata come quella moda molto comune in Giappone, sweet lolita. Amu odiava quella moda. Era ingombrante, per lei era meglio un jeans e una maglietta, ovviamente nello stile che piacevano a lei. Di certo non la vedevi mai con una maglia gialla o arancione, colori che detestava.

- Uff… - sbuffò la biondina incrociando le braccia al petto. - Almeno dimmi che non ti piace invece di prendermi in giro…

Amu sorrise all'espressione da cucciolo che stava facendo in quel momento l'amica.

- Dai non ti sto prendendo in giro, era una battuta… - disse per poi entrare in casa.

- Quando ti metterai anche tu il vestito che ti ho regalato sarò io a prenderti in giro. - le disse Rima.

Si, come no. E lei era così supina da mettersi un vestito da principessina e andare in giro per Tokyo conciata in quel modo. Non che le interessasse quello che pensavano le altre persone, era semplice piacere personale. Lei vestita così non ci si vedeva e non ci si sarebbe mai vista. A Rima dopo tutto quei vestitini stavano bene e poi dovevano piacere a lei.

- Allora qual'è questo scoop? - chiese quasi ironica Amu.

Le due amiche andarono nella camera della biondina e si sedettero nel letto.

- Mi sono messa con Nagihiko! - esclamò contenta RIma quasi saltandole a dosso dalla felicità, fu un miracolo che si limitò ad abbracciarla.

Presa e affondata. Rima era come un gioco a battaglia navale, bastava prendere le coordinate giuste e capivi subito che cosa la rendeva triste o felice, a seconda dell'umore insomma. Ovviamente lei non glielo diceva, ma l'assecondava fingendosi sorpresa.

- Wow! Davvero? Che bello Rima, sono felice per te! - esclamò la rosa ricambiando l'abbraccio.

- Che peccato che Ikuto non sia potuto venire, sarebbe stato carino mettere insieme le due coppie. - disse provocando inconsapevolmente all'amica un forte dolore. Anche lei avrebbe desiderato che lui fosse lì.

- Già, ma lo sai com'è fatto… - cercò di dire Amu rimanendo allegra.

D'un tratto si sentì il campanello della porta suonare.

- È lui Amu, è lui sicuro! - esclamò la bionda precipitandosi ad aprire la porta. Amu la seggi più calma.

Come previsto dalla porta entrò un ragazzo alto, con lunghi capelli viola e occhi nocciola.

- Ciao Rima e… - si bloccò nel vedere Amu. - tu sei?

- Amu, amica di Rima.

Il ragazzo le porse la mano.

- Piacere, io sono Nagihiko. - disse.

Amu gli strinse la mano. Quel ragazzo aveva uno sguardo dolce negli occhi, sarebbe stato perfetto per Rima, se lo sentiva.

- Piacere mio. - rispose istintivamente la ragazza.

- Hey! Già vi siete scordati di me? - sbottò la biondina avvicinandosi a loro.

- Ma no Rima… - le disse il ragazzo carezzandole una guancia. - Hai davvero un bel vestito oggi!

- Ti piace? - chiese la ragazza contenta.

- Si, molto! - rispose lui arrossendo leggermente mentre la guardava sorridente.

Più che perfetto per Rima… si disse Amu abbozzando un sorrisetto.

- Vogliamo uscire? - chiese d'un tratto la biondina dopo che si era messa in mostra abbastanza per il suo nuovo vestitino.

- D'accordo. - rispose Nagihiko.

- Anche per me va bene. - disse Amu.

Così d'accordo uscirono di casa iniziando a camminare e parlare fino ad arrivare anche al centro commerciale a far shopping. Rima entrò subito in un negozio di vestiti lasciando quei due da soli.

Amu ebbe così l'opportunità di conoscere meglio questo Nagihiko che era un ragazzo davvero molto simpatico. Scoprì che amava giocare a palla canestro, un gioco che anche se a lei non piaceva giocare era appassionante da vedere.

Inoltre le aveva dimostrato che voleva davvero bene alla sua amica e questa di certo era una buona cosa.Si ritrovò di nuovo a pensare a suo fratello, anche lui le aveva detto che le voleva molto bene e glielo aveva anche dimostrato.

Doveva aver cambiato espressione perché Nagihiko le rivolse uno sguardo preoccupato e le chiese:

- Qualcosa non va?

Amu si riscosse improvvisamente. Guardò Nagihiko che le porse un fazzoletto.

- Tieni…

- Perché? - chiese stupita dal gesto del ragazzo.

Lui in risposta sorrise e le passò piano il fazzoletto sulla guancia sinistra.

Stava piangendo, non se ne era neanche accorta. Prese il fazzoletto dalle mani di Nagihiko e si asciugò le lacrime.

- Grazie…

- Amu, che è successo? - chiese Rima tornando dal negozio carica di ben quattro buste verdi. Vedendo l'amica così si era preoccupata.

- Ah?

- Perché piangi? - le chiese scaricando le borse su Nagihiko che barcollò per un po' prima di fermarsi. Che cos'ha comprato, i mattoni? si chiese il ragazzo.

- No niente… mi è andato qualcosa nell'occhio… - tentò di dire Amu.

- In tutti e due? - chiese la ragazza mettendo le mani chiuse a pugno sui fianchi.

- Ecco…

- Hey Rima, mi fai vedere che cosa hai comprato? Almeno mi dai una mano a portare le buste... - intervenne Nagihiko. Quel ragazzo le stava se possibile più simpatico di prima. Gli lanciò per questo un'occhiata di gratitudine che lui ricambiò con un sorriso.

La ragazza corse incontro ad aiutare Nagihiko e a mostrare sia a lui che ad Amu gli abiti comprati.

- Rima, mi chiedo che cosa diranno i tuoi genitori… - commentò l'amica.

- Perché? - chiese la ragazza con fare innocente stringendo al petto una delle maglie che stava mostrando loro.

- Trentotto vestiti! Ti rendi conto? - domandò la rosa.

- E allora? Erano in sconto! E poi i miei genitori sanno quanto amo lo shopping… - rispose con gli occhi da cucciolo.

- Va bene, mi arrendo! - fece sorridente Amu. Scoppiarono tutti e tre a ridere.

Mentre tornarono a casa si fermarono a prendere un taiyaki ciascuno, anche questo fonte di ricordi per Amu…


Usciti dal negozio si incamminarono verso casa, quando qualcosa attirò l'attenzione di Amu.

- Hey Ikuto, guarda là! - gli fece la ragazza.

- Golosona che non sei altro… - disse Ikuto. - Però ne voglio uno anch'io.

Le disse poi facendole l'occhiolino. Cinque minuti dopo avevano in mano un taiyaki ciascuno.

- Che buono, amo i taiyaki… - fece Amu mentre mangiava il suo seduta su una panchina con accanto suo fratello.

- Devo ancora trovarlo un dolce che non hai detto di amare. - le fece lui ironico.

La ragazza alzò le spalle arrossendo leggermente.

- Almeno non sono una che si lamenta… - si giustificò Amu.

Si alzarono pochi minuti dopo e ritornarono a casa.


- Hey Amu! - il richiamo di Rima la riportò alla realtà.

- Si? - rispose la rosa un po' sconnessa sbattendo circa tre volte gli occhi.

- Oggi sei molto assente, che cosa c'è? - chiese la biondina prima di addentare il taiyaki.

- Niente, davvero… - rispose la ragazza dando un morso al taiyaki anche lei. - Mmm che buono!

Disse divorandolo in cinque minuti.

- Mamma mia Amu, sembravi una che non mangiava per una settimana! - esclamò la biondina sarcastica, riferendosi alla golosità dell'amica.

- Silenzio tu! - la riprese la rosa per poi mettersi a ridere.

Finita la giornata tornarono tutti a casa.

- Ciao Amu, è stato un piacere conoscerti. - le disse Nagihiko prima di andare a casa con Rima.

- Ciao Nagihiko, anche per me è lo stesso. - rispose la ragazza per poi prendere la via di casa ed entrare nell'abitazione.

- Sono qui! - annunciò appena chiusa la porta.

- Ciao Amu! - questa era sua madre.

Amu per un attimo ripensò alle parole di Utau. Forse doveva parlarne con sua madre.

- Mamma? - domandò sulla soglia della cucina.

La donna dai capelli rosa si girò a guardarla.

- Si?

Pensò ancora una volta, la prossima cosa che avrebbe detto avrebbe potuto o migliorare o peggiorare i rapporti con la madre. Lei era pronta a correre questo rischio?

- No niente… - rispose per poi correre nella sua stanza. Avere paura è umano dopo tutto e lei ne aveva davvero tanta. Non voleva peggiorare il rapporto che aveva con sua madre. E lì in cucina l'aveva vista quasi arrabbiata quando l'aveva guardata. Le lacrime le rigarono nuovamente il volto. Corse verso il letto e vi si gettò sopra. Ma c'era qualcosa che non quadrava...

  
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