Lucciole.
Anche la luna sarebbe calata, prima o poi, lasciando che la luce cruda dell'alba illuminasse lo scempio e lo mettesse a nudo nella sua ineluttabile verità; ma, almeno per il momento, quella biglia argentea era ancora alta nel cielo, e tutto ciò che era accaduto era ancora chiuso dentro di lui, come una ferita infetta pronta a riaprirsi.
Se ne stava sdraiato sul prato umido e freddo, i palmi schiusi verso il cielo come a chiedere una qualche elemosina o grazia. Sapeva che, quando il sole fosse sorto, l'umidità avrebbe trovato posto fra le sue costole, i suoi polmoni ed il suo cuore, proprio come avrebbe fatto un serpente serpente in un cespuglio. Si sarebbe ammalato.
Era una forma di grazia anche quella.
E tenne gli occhi fissi sulla luna, in quel cielo limpido e nero e con poche stelle, mentre le lucciole si sollevavano nell'aria; puntolini di luce guizzanti, come ricordi di intuizioni perdute.
Forse il protagonista sono io, in versione maschile. Forse è Jimmy Page, dal momento che credo di aver perso la capacità di scrivere di chiunque non sia lui