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Autore: Flip_ediS    21/09/2011    1 recensioni
Hello everybody :3 Ecco una fiction di due capitoli solamente presa da una roleplay particolare >>Due persone omonime vengono invitate a casa di una persona che ha in mente un programma che va oltre ogni loro aspettativa...
Genere: Dark, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Urgono spiegazioni per questa breve fanfiction, che si dividerà in due capitoli: questa è venuta fuori da una roleplay che ho fatto insieme ad altre due persone. I personaggi sono diversi, poichè stavo ruolando con il mio e due fake di un personaggio esistente(Izaya Orihara) per ovvie ragioni cambierò i personaggi. Modificherò un pò di cose iniziali di tutti e tre: i nomi, i caratteri, l'aspetto fisico e farò il più possibile per cambiare i comportamenti lasciando comunque i fatti che sono successi dentro questa role.

Penso che ben presto capirete chi è chi andando avanti a leggere. I due fake di Izaya con cui stavo ruolando, saranno solamente omonimi.

Cominciamo ~ <3




.Capitolo 1.
- Che ne dite di un gioco? -




In quella uggiosa giornata di domenica, Trence stava rincasando con un'espressione particolarmente contenta in viso: aveva preparato un programma tutto speciale che difficilmente i suoi due "ospiti" si sarebbero dimenticati in poco tempo. Uscì canticchiando da un negozio di bomboniere e articoli da regalo con una scatoletta in mano.
La piccola scatoletta, verde scuro con un nastro simil raso della stessa tonalità ma più scuro. Lo ripose in tasca e trotterellò verso casa ripassando mentalmente tutto il programma della giornata. Raggiunse in fretta il condominio nel quale abitava, tirando fuori le chiavi per salire le scale fino al terzo piano, raggiungendo al stanza 306, l'appartamento in cui viveva. C'era da dirlo, quel condominio era abbastanza vistoso. Aveva cinque piani e l'aria moderna del condominio ispirava una certa armonia visiva con l'ambiente che lo circondava. Forse era per questo che lo aveva attirato; quando ricevette la conferma di un appartamento libero non poteva fare altro che provare un senso di soddisfazione poichè lo stabile riceveva molte richieste.
Nonostante fosse un appartamento vivibile per una persona, Trence doveva dividerlo con un suo amico, che al momento si ritrovava senza appartamento per colpa di uno sfratto dalla parte della padrona che aveva deciso di vendere il condominio;
Trence e Ian si conoscevano da un bel pò e già da subito quest'ultimo aveva sfoggiato la sua grandissima abilità nel dimostrarsi un gran rompiscatole. Tuttavia fra i due c'era una sorta di rapporto a scambi. Fare qualcosa in cambio di qualcos'altro che per l'altro aveva lo stesso valore. Questa era la sola "alchimia" che permetteva ai due ragazzi di andare abbastanza d'accordo fra loro.
Entrò in casa aprendo il cellulare anch'esso riposto in una tasca, ma dei jeans. Rallentò il passo mentre si concentrava sull'opzione messaggi dell'apparecchio. Arrivando in camera fece a tempo di inviare l'sms ad un amico invitandolo a bere qualcosa a casa sua. Contemporaneamente, aprì la porta trovando Ian ancora addormentato sul letto. Scosse la testa e si chiese se Ian avesse per caso intenzione o stesse cercando di trasformare il suo stile di vita nel vivere di notte e dormire di giorno.
Un'espressione di delusione, fastidio e voglia di prenderlo a botte lampeggiò sul suo volto e dovette limitarsi a scrollarlo per farlo alzare.
« Svegliati! » gli parlò ad alta voce nell'orecchio, in modo che recepisse il messaggio.
In tutta risposta, Ian cercò di scrollarselo di dosso come se fosse stato una zanzara alquanto fastidiosa. Nonostante tutto il chiasso che faceva Trence, Ian continuava imperterrito a dormire, svegliato solo dall'interesse per la scatoletta che faceva capolino dalla tasca del ragazzo e allungò la mano cercando di prenderla.
Cosa che non riuscì a fare dato che Trence si ritrasse abbastanza in fretta da salvare la cubica scatoletta dalle grinfie della curiosità di Ian.
« No no, caro mio. » Infilò la mano in tasca come garanzia di sicurezza dell'oggettino, rimettendola al sicuro da lui.
Ian sbuffò leggermente, lottando contro la voglia di coricarsi di nuovo sotto le invitanti comperte calde e dormire un altro pò.
« Muoviti, fra un pò arriverà un ospite. »
Quest'ultimo richiamo lo fece scattare, non lasciandogli altra scelta che dirigersi in bagno per svegliarsi. Una bella sciacquata con l'acqua fresca e sarebbe stato di nuovo fresco come una rosa; velocemente si incamminò verso il bagno, dimenticatosi completamente delle seducenti coperte che lo invitavano a dormire ancora.
« Un ospite?? Uuuh, ci si diverte! » sghignazzò  chiudendosi la porta alle spalle.
Sogghignò al moro ancora mezzo intontito dal sonno, mentre si dirigeva in salotto senza perdere di vista il coinquilino che ancora attentava con gli occhi alla scatolina e raggiunse il soggiorno, andando a posare la giacca sull'attaccapanni e consecutivamente sedersi sulla poltroncina per attendere l'arrivo dell'amico. L'appartamento di Trence si poteva definire "spartano": l'arredamento, come i mobili e la decorazione delle stanze era sobria e semplice. Solo lo stereo dava una macchiolina di tecnologia in quello che era un semplicissimo ambiente moderno. Ne troppo elegante ne troppo da scapolo.
Finalmente qualcuno suonò al campanello e Trence scattò in piedi per andare al citofono e chiedere chi fosse, sperando che fosse l'invitato. Curvò le labbra in un sorriso, appena riconobbe la voce dell'amico premendo l'interruttore per farlo salire. Dopo svariati secondi bussò alla porta e lo invitò ad entrare. Richiuse la porta alle proprie spalle dopo i soliti saluti che di solito erano l'apertura di una conversazione amichevole. Volse lo sguardo verso il bagno sperando che Ian non se ne uscisse in qualche strambo modo, come sarebbe stato capace di fare...ma in fondo non poteva negare che sarebbe stato divertente.
« Volevo presentarti una persona.. » si rivolse al ragazzo, che nel frattempo era andato in soggiorno, con un sorriso allegro e leggermente poco rassicurante.
Intanto Ian era agli ultimi preparativi prima di uscire, ma lavandosi il viso finì col bagnare tutta la maglia; poco importava. Semplicemente se la tolse e uscì a torso nudo fuori dal bagno, squadrando con gli occhi la persona che era appena entrata. Subito quell'espressione di indifferenza si tramutò in un ghigno che era di casa sul viso di Ian, mentre si avvicinava all'ospite.
La sua entrata certo aveva fatto il suo effetto bene o male ad entrambi i presenti.
Trence roteò gli occhi all'uscita dell'amico, col viso ancora imperlato delle gocce d'acqua che si era asciugato in fretta. Ian aveva sempre avuto questo modo di fare assurdo e apparentemente senza senso, da quando si erano conosciuti non aveva fatto altro che stupirlo e irritarlo con certi comportamenti. Anche l'entrata in scena dopo molto tempo che si erano persi di vista era stata abbastanza teatrale. Un normale invito al bar e una proposta da parte di Ian di "accamparsi" nel suo appartamento dopo aver spiegato a grandi linee lo sfratto degli inquilini del proprio appartamento e come "dessert" di quell'incontro si era alzato e scappato via per lasciare a Trence il conto da pagare.
« Dico, non sai lavarti la faccia senza rischiare di affogare? » protestò alzando un sopracciglio, protesta che venne prontamente ignorata.
« Beh? E questo qui chi è? » chiese alzando il viso mentre il ghigno assunse una nota di strafottenza.
« Salve. » il ragazzo resse il suo sguardo, per nulla intimidito.
Trence fece da garante ai due, presentandoli con un gran sorriso sulle labbra.
« Ian, ti presento Ian Fimmel. Ian Fimmel, Ian Fimmel. »


Entrambi i due ragazzi alzarono un sopracciglio al dire di Trence, guadagnandosi occhiatacce dubbiose e una gran dose di perplessità dai due Ian. Prima che i due potessero dire qualcosa a Trence, lui li precedette mostrando la scatoletta che Ian prima aveva cercato di prendere dalla tasca di Trence. Adesso lui aveva l'interesse e il sospetto di entrambi, anche se più che a lui in particolare, erano rivolti alla scatola. Ma più importante dell'interesse e del sospetto era l'attenzione: una volta sicuro che i due non avrebbero guardato altrove poco interessati, agitò la scatolina. Qualcosa all'interno tintinnava, ma dal rumore che produceva, vetro non poteva essere di certo. Se lo fosse stato, quando Trence avrebbe aperto la scatolina, avrebbero visto tanti pezzettini di vetro.
« L'idea è questa » partì a spiegare.
« Visto che siete guali di nome e vi somigliate pure, non posso dare altro che dare l'appellativo di "l'altro Ian" a uno di voi. »
Ridacchiò appena mentre spiegava. Sperava solo che entrambi avessero visto Coraline. la scatoletta rivelava due bottoni della grandezza di un occhio, viola scro e accanto un ago con il filo già attorcigliato sopra.
« Chi vuole essere l'ALTRO Ian? A quell'altro regalo la bambolina! »
Disse allegramente, borbottando qualcosa fra sè e sè che sembrava tanto "penso che il negizio che me l'ha fatta centrasse col voodoo...". Il coinquilino guardò la scatolina, poi Trence ed infine Ian, facendo quel percorso con gli occhi un paio di volte, per poi esplodere in una risata senza contegno, seguita da uno sguardo che lasciava intendere chi dei due doveva essere l'"altro" Ian. e poi l'idea della bambolina non gli dispiaceva affatto.
« E quella bambolina ha qualcosa di speciale T? » chiese poggiando una mano sul proprio fianco. Scrutò con i suoi occhi verdi la reazione dell suo omonimo simile a lui, ma che aveva un'aria sbigottita. Gli sembrava un gatto che era andato a finire in un covo di cni randagi, alludendo a sè stesso e a Trence. Ian si guadagnò un'occhiataccia dell'ospite, che assottigliò un occhio al fastidioso suono che si ripercosse nei suoi timpani.
« Poi dopo tutta questa faccenda, mi spieghi dove hai preso la bambola. » accennò ad un ghigno indicando Trence con uno scatto della testa.
« Trence, ti piace il voodoo? » interruppe il discorso, avvicinandoglisi mentre metteva le mani in tasca.
« Più o meno » sorrise gentilmente all'Ian che gli aveva fatto la domanda, per poi rispondere al coinquilino.
« Non poss...non voglio dirti dove l'ho presa. » lo guardò indifferente.
Trence fece una scrollatina di spalle per calcare la parola "voglio" sorridendogli forzatamente. Sapeva benissimo che se glielo avesse detto avrebbe cominciato a temere per la sua incolumità sapendo benissimo a che livelli poteva arrivare. Constatando mentalmente che l'ultima cosa di cui Ian avesse bisogno era il voodoo, poggiò il tappo del pacchetto sulla mensola accanto alla poltrona, notando il ragazzo avvicinarsi. Intuiva che i due cominciavano ad essere curiosi riguardo alla famosa bambola tanto menzionata da lui. Volutamente, non disse a nessuno dei due che la bambola era soggetta ad un malocchio, e chi dei due l'avesse toccata per primo di sarebbe beccato il malocchio del voodoo. Se non fosse stato per un piccolissimo dettaglio.
La piccola bambolina non era in suo possesso. Non ce l'aveva lui.

« Il piccolo T si è dato al voodoo e a fare cose cattive agli altri, che cosa accattivante!  » sghignazzò Ian, lanciando un'occhiata al proprio omonimo. Ormai aveva capito che di uguale fra loro c'era solo il nome e un pò l'aspetto fisico, ma niente di più.
« Wow, ora mi farai andare per tutti i negozi di voodoo in questa città! »
Disse in un tono che era a metà fra il serio e lo scherzoso. Si gettò di peso nel divano, accomodandosi su di esso come un vero principe in stato di puro ozio e socchiuse gli occhi cercando di rilassarsi. Si, ora sarebbe decisamente andato a scorrazzare per la città in cerca di qualche oggetto del genere e un risolino maligno gli percorse il viso, assumendo quasi l'espressione di un uomo sadico. Aveva proprio intenzione di andare fino in fondo a questa storia mentre constatava mentalmente che Trence aveva proprio gusto nel decidere come divertirsi con le persone, un vero intenditore.
L'Ian ospite d'altrocanto rimase semplicemente a guardarli. anche lui aveva una certa curiosità riguardo alla bambola, ma visto che l'altro aveva già cominciato a fare ogni sorta di domanda, si limitò a cogliere le informazioni che voleva dalle domande già fatte dall'altro. Andò a sedersi sul bracciolo del divano, sbuffando annoiato per poi guardare Trence un pò impaziente.
« Avanti, finisci questo scherzo che devo ancora vendicarmi per tutto il resto! » sbottò incrociando le braccia. Non si poteva dire che loro avessero un rapporto idilliaco, ma nemmeno si detestavano. Non si conoscevano da molto, ma a quanto pare questo Ian instillava a Trence una certa voglia di fare dispetti, alcuni idioti e altri pesanti, di cui Ian puntualmente ne cadeva vittima; forse era una reazione di vendetta naturale e riflessa nei confronti del suo inquilino che avrebbe molto volentieri preso a calci più e più volte.
« Non stravaccarti Ian. » Incrociò le braccia al petto con aria pacata, lasciando che l'altro Ian facesse quello che voleva. Sorrise sentendo le sue parole, non potendo fare a meno di pensare "se ci arrivi a farlo."
Sogghignò, chiudendo gli occhi. Se gli interessava una piccola cosa come quella sarebbe andato in estasi per il programma che aveva architettato per l'occasione. Ridacchiò sommessamente, appena percettibile mentre gli tornavano in mente le parole che aveva detto al suo ragazzo qualche giorno prima, sul diventare cattivo. Guardò fuori dalla finestra vedendo il grigio e insulso cielo di quella giornata. La pioggia scendeva, nè corposa nè sottile. Una pioggia neutrale e apatica con qualche tuono ogni tanto. Una giornata che lo ispirava particolarmente e l'idea di uscire per quello "scherzo" lo smuoveva moltissimo.
« Allora. Visto che non vi decidete, cosa che avevo previsto, vi manderò a cercare quella maledetta bambola. »
Giunse le mani, che si unirono con un sonoro schiocco, mentre sorrideva quasi innocente.
« Usciamo dall'ambiente Coraline e facciamo una bella passeggiatina in città. »
Sorrise, appoggiandosi al muro, annunciando il suo colpo basso.
« Per farvi piacere l'idea, ho pensato di darvi un incentivo maggiore, ovvero: ho fatto etichettare la bambola, mettendovi sopra le vostre foto. Se entro un'ora non la trovate...beh, è stato bello conoscervi. »
Si lasciò andare ad una lieve risata, trovando ancora più divertente il fatto che probabilmente pensavano che stesse scherzando.
Non stavolta.
Fare qualcosa di veramente tremendo, dopo che tutti si abituano al pensarti come uno che non farebbe mai sul serio, superando di gran lunga i margini dell'esagerazione e, in parte, dell'essere considerato "mentalmente sano". Ah, sì...quella è la parte che preferiva.
Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì la pioggia aumentare, che gli allargò il sorriso.
« Volete che vi presti un ombrello? » Sorrise innocente.
Sì, faceva proprio sul serio Trence, la sua espressione, i suoi gesti, il suo sguardo che era talmente innocente quanto disturbante. Ma Ian non si sentiva minacciato; altre persone, in tutta questa storia, sarebbero corse via, dando a Trence del'instabile, del pazzo. Si rialzò con calma da divano con l'aria divertita dalla situazione che si era venuta a creare, erano queste le cose che lo divertivano, che gli facevano scorrere l'adrenalina nel sangue. Si fionda in bagno indossando la sua maglia che nel frattempo si era asciugata del tutto e prende il cappotto che era stato lanciato in malo molo sul d tavolo dalla sera precedente, indossandolo con calma.
« Oh, poche gocce d'acqua non mi uccidono.  » Sorrise ampiamente e poi gli si avvicinò, fermandosi a pochi centimetri dal suo viso.
« Sai, sei proprio imprevedibile. » ghignò.
Detto questo si avviò alla porta, seguito dallo sguardo dell'Ian ospite. Sospirò profondamente, preparandosi a seguire il primo. Non gli piaceva tutta quella situazione, l'idea di rischiare la pelle per la noia di un altro. Se veramente si rischiava la pelle; tutto quello era successo così in fretta e detto come se nulla fosse che non era sicuro di aver assimilato le informazioni necessarie per crederci veramente. Nonostante tutto si avviò con l'altro alla porta.
« La vincita mi sembra ovvia, la bambolina e la vostra vita. Una volta che l'avete trovata, le due etichette si staccheranno entrambe da sole. Chi perde avrà i bottoni sugli occhi. »
Disse tranquillamente, lasciando in sospeso al questione di come li avrebbe attaccati. Sorresse senza difficoltà lo sguardo di Ian, che era evidentemente interessato alla sfida che aveva appena lanciato. Rimase immobile senza fare una piega alla vicinanza del ragazzo, sogghignando lievemente alla sua frase prima che il tipo si allontanasse.
Senza perdere tempo si diresse verso il cappotto che aveva precedentemente appoggiato al divano, accorgendosi solo dopo che Ian era allegramente schizzato via. Corse dietro a Ian, aprendo la porta per richiamarlo.
« Imbecille torna qua! » Sbraitò dalla porta aperta
« Come pensi di trovarla questa bambola in un'ora andando a tentoni in una città così grande!? » Sbuffò e lo riportò indietro, trascinandolo per la collottola.
Ian si sentì trascinare per la collottola del suo giaccone, e con un'espressione non proprio felice lo lasciò fare, guardandolo un pò annoiato.
« Ma insomma, era più divertente ! » Trence gli lanciò un'occhiataccia che lo fece zittire, sebbene Ian avesse ancora altro di cui lamentarsi.
Non era completamente senza cuore, dopotutto. Dalla giacchetta estrasse due mappe, che diede ad entrambi. Era una mappa della città, ma la sua particolarità era ben evidente. Nemmeno un nome, neanche un simbolo di teatri, hotels e neanche i colori delle strade erano segnate: una semplicissima mappa a sfondo giallo sporco con le strade segnate in bianco. A contrario, c'era un quadrato che segnava il perimetro di una zona particolare.
Sorrise, senza fornire alcuna informazione a riguardo.
« Due che vivono in questa città dalla nascita come voi dovrebbero conoscere la città come le loro tasche. E di conseguenza capire qualcosa. »
L'unico indizio che aveva fornito era quella singola mappa e nient'altro. Pensare di andare in qualche negozio di turistica a comprare un'altra mappa era fuori discussione, tutte le cartolerie e gli uffici turistici erano chiusi e Trence lo sapeva benissimo. Anzi, si poteva dire che l'aveva fatto per quello.
« Attenti. Questa mappa è l'unica che avete a disposizione, ci ho messo tutta la notte per farla, quindi non perdetela.»
Quando quella specie di mappa gli fu capitata nello sguardo di entrambi, il coinquilino la squadrò velocemente, per poi ridacchiare scuotendo la testa.
« Oh hai cosi tanto tempo per fare queste sciocchezze? Povera la tua ragazza...chissà quante volte la trascuri! »
Diede ad entrambi la mappa e con un sorriso da commesso gli augurò buona fortuna, congedandoli. Appena Ian gli diede le spalle, si vendicò con uno scalpellotto di vendetta, per aver menzionato la sua ragazza, che accusò con un "ahia!" bello sonoro.
Gli mostra nuovamente il ghigno, dandogli le spalle nuovamente e dirigendosi fuori dalla casa. Avrebbe esaminato con più attenzione la mappa una volta trovato un posto tranquillo e ovviamente isolato. Sorrise ampiamente ripensando un attimo ai bottoni, chiedendosi se mai Trence avrebbe davvero avuto il coraggio di "cucirli" sulla loro pelle,questo pensiero gli procurò un brivido.
L'altro Ian, prese la mappa ringraziandolo e senza fare storie si diresse verso l'uscita superando l'altro se e dirigendosi verso il parco per sedersi su una panchina e guardare la mappa con attenzione. Non doveva essere difficile dopotutto conosceva la città a memoria però c'era anche l'altro, e questo era un problema. Se fosse arrivato prima l'altro Ian...scacciò subito il pensiero di avere dei bottoni sul viso e ritornò a camminare.
Canticchiò aprendo la finestra e addentando una pesca, chiedendosi come i due si sarebbero destreggiati in quell'indovinello che era tutt'altro che difficile.
...almeno, una volta capita la soluzione.
Chissà quanto tempo ci avrebbero impiegato. Si sedette sulla finestra, guardando fuori.
Le gocce di pioggia continuavano a scendere indisturbate sulla città. Situazione ideale per il loro indovinello. La pioggia gli sarebbe stata amica in quella ricerca e forse avrebbe anche dato loro modo di avere più tempo. Tenne al sicuro questi pensieri dentro la sua mente, come se qualcuno potesse sbirciarvi dentro per ottenere più informatori.
Era tentato di scendere e rendere la ricerca più difficile, ma già avevano poco tempo e li aveva fatti partire con qualche minuto di ritardo rispetto al giusto programma.
<< Mea culpa. >>
Sospirò senza sentirsi vermente in colpa; ridacchiando fra sè e sè.
Prese una mappa vera della città, una con le scritte, i simboli e tutto il resto, tirando fuori dal cassetto un pendolo. Per lui che fin da piccolo, anche in famigia aveva avuto a che fare con elementi paranormali, la radiestesia e la chiaroveggenza erano un gioco da ragazzi. Controllò la posizione dei due sulla mappa.
Scosse la testa nel vedere che non erano ancora arrivati sul posto indicato così chiaramente, anzi erano fermi per gli affari loro.


.::FINE CAPITOLO 1::.

E questo signori era il capitolo 1. Scriverò il 2 appena possibile poichè uno dei due ora ha un problema che gli impedisce di ruolare :3
Byebye to all e spero che sia stata una lettura gradevole!  xDDD
  
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