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Autore: Autumnsong    21/09/2011    7 recensioni
Gerard è venuto con me in ospedale oggi, ed è stato al mio fianco.
Gerard ha bruciato scuola per venire qui. Io sono qui perché ho bruciato la mia vita.
Adesso mi brucia la pelle del braccio, dopo che l’ago è dentro da un quarto d’ora e la flebo nell’altra vena sta iniziando a darmi fastidio.
Venti provette di sangue per sapere quanto tempo ho ancora per vivere la mia vita bruciata.

"Io sono Frank, ho diciassette anni e sono fatto di vetro".
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Like I’m made of glass

 

                                                                                                                                                                                                                      

«Fragile!» mi urla Bob scendendo dal grosso furgone rosso fuoco parcheggiato fuori dal magazzino.
Annuisco in sua direzione e mi infilo un paio di guanti, poi spalanco i portelloni del mezzo e salgo nel rimorchio.
Lavoro qui da un bel po’ ormai, e mi piace abbastanza: essendo addetto agli scarichi e non alle cazzate burocratiche mi diverto a frugare nei cartoni di merce che arrivano – ok, non dovrei ma altrimenti mi annoio! – e chiacchiero con i clienti, sempre omoni grossi e puzzolenti che non hanno voglia e tempo di scaricarsi la roba da sé.
Ci sono pochi scatoloni rispetto al solito, ben accatastati in un angolo e legati alla parete con del nastro.
Aspetto che Bob sia appena sotto al rimorchio e sollevo il primo cartone, pesa molto e sento un rumore di vetri dall’interno. 
«E’ cristallo, attento!» ripete accigliato. Serro le labbra per non mandarlo a farsi fottere; lo so che è fragile, diamine.
Lo so meglio di lui come si maneggia un fragile.
Gli passo tutti i cartoni uno ad uno, con attenzione, poi scendo dal furgone e mi siedo su una cassa vuota lì di fronte.
Sono le sei di sera, ho voglia di andare a casa ma devo ancora sistemare un paio di cose, e devo restare se voglio uno straccio di stipendio per pagarmi appartamento, macchina eccetera. In verità questo è un lavoretto secondario, io suono, ho bisogno di suonare ed è la cosa che so fare meglio. 
Ho bisogno dei soldi per la chitarra però. E gli amplificatori. E le corde. E tutto quello che mi serve. Insomma, lavoro qui per poter suonare ma quando torno a casa sono tanto stanco da non aver nemmeno voglia di prendere in mano la chitarra, mi butto sul letto senza cena e vestito di tutto punto e dormo. O studio.
Bob si avvicina con una sigaretta tra le labbra, estrae un accendino e la accende, ma sto già tossendo. «Vai a fumare da un’altra parte, per favore» farfuglio con una mano sul petto.
Non ha ancora capito?!
Lui se ne va scocciato ed inizia a prendere a calci una lattina che schizza birra ovunque.
Sbuffo, e lancio un’occhiata ai cartoni di bicchieri appena scaricati:
Beh, se c’è qualcosa più fragile persino del cristallo, quello sono io.

Ogni cosa può farmi male.
Ogni soffio di vento può farmi perdere l’equilibrio, farmi cadere come un castello di carte.
Ogni granello di polvere ed ogni respiro, devo stare attento a come mi muovo, cosa faccio, cosa tocco.
Dicono che ciò che ci uccide fortifica, classica frase da finto saggio.
Cazzate.
Tutte cazzate.
Forse all’inizio ti senti più forte, potente, sei convinto di poterti piegare ma mai spezzare, ma ogni colpo è un punto in meno sulla scala della resistenza, sparisce e ci vuole una vita per recuperarlo.
Cadi, ti rialzi e lasci indietro un pezzetto di te, lì a terra.
Qualcosa accade, sì.
Qualcosa si stacca.
È vero, io sono ancora qui e ne sono orgoglioso, un pochino.
Sono ancora qui in piedi, sempre più forte e sempre più debole.
Io sono Frank, ho diciott'anni e sono fatto di vetro.













Ciao!
L'idea per questa storia mi è venuta leggendo una rivista.
Spero vi piaccia e che possa trasmettervi qualcosa.
La tag è stata fatta da dryvenom, e "foolshaded" è il mio vecchio nickname.
   
 
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