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Autore: HikariKanna    02/06/2006    3 recensioni
Tempo fa ho sfogliato il mio libro d'antologia e l'occhio mi è caduto su "Amore e Psiche"...allora,mi sono detta:perchè non scriverci una storia su? In realtà all'inizio era per Takeru e Hikari,però poi ho deciso di dedicarla a Sorato:una coppia che amo molto!! Bene,allora recensite quest'opera di una pazzoide!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sora Takenouchi, Yamato Ishida/Matt
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Bonjour tout le monde

Bonjour tout le monde!!!! Ke bellooooo,finalmente è tornato efp!Grazie ad Erika ke ce la mette sempre tutta! E anch’io sono tornata con il nuovo capitolo di Amore e Psiche !Spero tantissimo che vi piaccia,visto che questo è importantissimo! E un grazie,come sempre,a coloro che mi recensiscono!^^

Un grazie speciale a Justice Gundam che mi ha commentato su fanfiction.net…non ti preoccupare che Taichi non farà la fine delle sorelle di Psiche!Mi piace troppo come personaggio perché faccia la parte del cattivissimo…

 

ErwV kai Yuch

Hikari comincia subito a narrare,rendendosi conto che al momento lei e Takeru,vista la situazione,non possono fare più di tanto i bambini.(più che altro perché l’autrice non ha voglia di farli passare sempre per deficienti!XP)

“Le parole di Taichi,sebbene dettate da un cieco amore verso Sora,ottennero l’effetto sperato. Sora aveva deciso di tagliare il capo di suo marito credendolo un serpente,però…si doleva e si agitava come il mare in tempesta,e tornava ad essere incerta. Ora si affrettava,ora indugiava. Ora si faceva coraggio,ora aveva paura. Ora le veniva un sospetto e ora si arrabbiava. Insomma,era completamente confusa:odiava suo marito in quanto era un mostro,ma ne amava l’anima. Ah,quanto sa essere contorto l’animo umano!

Dopo ripensamenti e propositi omicidi e ancora ripensamenti e propositi malvagi,venne la sera ed ella prese gli strumenti che le servivano per compiere il delitto. Almeno,pensava,se non fosse stato un mostro,avrebbe potuto scorgerne le fattezze. Pregò gli dei e,quando Yamato si fu addormentato,si apprestò a compiere l’”impresa”. Pur essendo debole di spirito(e ciò lo si era potuto constatare da quante volte aveva cambiato parere),raccolse le sue energie,afferrò la lucerna e brandì il rasoio.

Appena avvicinò il lume al letto,non poté credere ai suoi occhi. Vide il più dolce e mite fra gli uomini,anzi fra gli dei. Era Yamato,il dio dell’amore,e lui…aveva scelto lei. Lei fra mille donne più belle.

Persino la lucerna e il rasoio sembravano brillare per il piacere.

Sora fu piegata da quella visione,si lasciò cadere sulle ginocchia cercando di nascondere l’arma nel petto,e l’avrebbe fatto se quella non fosse caduta. E se prima era stanca e confusa,adesso non poteva smettere di guardare il volto di lui. Ne mirava il capo dai capelli dorati,profumati d’ambrosia,il collo bianco,le guance rosata su cui si accavallavano dolcemente alcune ciocche di capelli. Sugli omeri infine vi erano le candide ali,irrequiete. E tutto il resto del corpo era liscio e…e…stupendo. Niente a che vedere con un serpente. Sora doveva proprio dirne quattro a Taichi,avrebbe dovuto fidarsi solo del suo amato. Come aveva potuto dimenticare tutto l’amore degli ultimi mesi?

Ai piedi del letto erano stesi l’arco,la faretra e le frecce,armi care al dio.

Sora era piuttosto curiosa,così si mise ad osservarle e a maneggiarle,ma si ferì un dito con la punta di un freccia:piccole gocce di sangue le macchiarono la pelle. Ma lei non sentiva altro che due sentimenti:amore per Yamato,così forte da non sentire dolore alle dita e rabbia per Taichi. Come si era permesso di instillarle il dubbio!Però poteva darsi che fosse solo preoccupato per lei…

Sora osservava dolcemente Yamato,lo baciava continuamente,sperando solo che rimanesse addormentato. Mentre lei continuava a coccolarlo;la lucerna(per estrema perfidia,o forse perché anche lei voleva toccare quel corpo) spruzzò una goccia d’olio bollente sulla spalla destra del dio.

Stupida lucerna sfrontata,aveva interrotto il segreto di due amanti,eppure molto probabilmente era stato un amante a inventarla,per possedere anche di notte ciò che egli mirava di giorno!

Yamato per il bruciore saltò su;e si accorse con stupore che Sora lo stava guardando paurosa. Lo stava guardando. In quel momento lui provò di tutto:vergogna,rabbia,tristezza…e una fortissima delusione. Sapeva bene che avrebbe dovuto mostrarsi prima a Sora,ma nonostante ciò sperava che lei gli sarebbe stata vicina lo stesso. E invece…forse era stato Taichi,lui voleva portargliela via! Ma non poteva addossargli la colpa…se c’era qualcuno lì che era colpevole,questo era proprio lui,il dio dell’amore. Era colpa della sua inettitudine,del suo procrastinare sempre,e quelli erano i risultati. In pochi secondi egli aveva pensato tutto ciò,ed era risoluto ad andarsene. Doveva farlo,perché non meritava Sora e perché…Sora…no,non era giusto che stesse con lui. Gli bruciava di più il cuore che la spalla…

Maledetto il giorno in cui si era innamorato di lei,maledetto!Maledetta sua madre e la sua vanità…sarebbe stato meglio odiarla,o non conoscerla…almeno non avrebbe sofferto così tanto…

Yamato volò via,soffrendo come mai in vita sua…Sora piangeva,aveva cercato di fermarlo,si era arrampicata alla sua gamba destra e volò insieme a lui per un po’ finché non cadde esausta.

Ma Yamato l’amava troppo per lasciarla cadere così,senza una parola. Si appostò su un cipresso e le disse:” E pensare che io avrei dovuto rovinarti…”

Sora,rialzatasi,si stupì delle sue parole:”Cosa?”
”Mia madre,Katherine, mi aveva dato l’ordine di farti innamorare di un uomo spregevole eppure sembra che le mie stesse frecce abbiano agito su di me.”Fece un sorriso amaro e continuò. “Ho preferito essere io il tuo amante,ma non ho voluto svelarti la mia identità per paura che mia madre potesse farti qualcosa. Tu invece dovevi proprio credermi un mostro per volermi tagliare la testa che ha questi occhi che ti amano!”

Arrossì un po’,ma Sora chiese,fra i singhiozzi: “E allora…perché mi vuoi lasciare?PERCHE’?”

“Punirò Taichi per averti consigliato questo,e me ne andrò via di qui…non voglio soffrire più per te…”
”A-ASPETTA!” Sora era disperata,no,non poteva andare così!

Yamato la guardò con occhi glaciali. “Cos’altro c’è?”
Quel tono freddo fece male alla ragazza,che avrebbe voluto gridargli amore eterno;invece riuscì solo a dire: “Non fare del male a Taichi,ti prego…era pur sempre il mio migliore amico…fa sì che si innamori davvero di sua moglie…te ne prego,in nome di nostro figlio!”
 “E va bene…”
Yamato acconsentì e volò via davvero,stavolta non avrebbe fatto ritorno per chissà quanto tempo.

Sora era distrutta…adesso sì che era sola. Voleva Yamato,ma quante probabilità c’erano di ritornare sua moglie?

Un piccolo fiume sorgeva vicino al luogo in cui questa storia raggiunge il punto culminante e…e…”

Hikari non ce la fa più a raccontare,è commossa,piange… “Takeru…per favore,continua tu!”
Takeru le asciuga le lacrime,l’attira a sé, e continua a raccontare,con lei fra le braccia ad un’(immaginaria?)platea.

“Sora decise di buttarvisi dentro. Senza Yamato valeva poco più di niente…ma il fiume era benevolo,e la condusse fuori dal proprio corso. In quel momento,presso la riva di quel fiume sedeva,abbracciando la sua Marion(per sapere chi è leggete la mia fanfiction “Forse qualcosa di più”NdHikariKanna_che_ si_fa_pubblicità_da_sola_XD),il dio contadino Daisuke.(nel racconto è il dio Pan,il dio della foresta)

Egli guardò la giovane Sora afflitta e la chiamò a sé.

“Graziosa ragazza,so quel che ti è successo;si vede da come cammini esitante,dalla tua pelle troppo pallida,dal tuo continuo sospirare e dai tuoi occhi piangenti…tu…”-le accarezzò una guancia-“sei innamorata,vero?”

Senza neanche aspettare la risposta,continuò: “Ebbene,non cercare mai  più di ucciderti!Smetti di piangere e onora piuttosto Yamato,un giovane tutto garbato e raffinato!”

Le fece l’occhiolino e assieme a Marion se ne andò. Sora sorrise,anche se in fondo quel dio non le aveva detto quasi nulla,era riuscito ad infonderle un po’di coraggio. Cammina,cammina,si ritrovò a casa di Taichi. La riconobbe subito,e bussò alla porta. Taichi,appena vide il suo sguardo furibondo,volle essere altrove,ma cercò di scusarsi.

“Ehm…ciao Sora…dov’eri finita?Stanotte ti aspettavo davanti a casa tua per portarti in salvo,ma tu…”

“Io cosa? IO COSA?Taichi,ti rendi conto di cosa TU mi hai fatto?”Sora era inviperita,e anche fortemente…annientata…senza Yamato non era nulla e Taichi l’aveva delusa. Taichi la guardò incredulo,che cos’era successo esattamente?

“A-aspetta,Sora…”

“Taichi…io mi fidavo di te,però…tu mi avevi detto che mio marito era un mostro,e ci ho voluto credere…così avevo predisposto tutto…tutto”-la voce di Sora iniziò a tremare-“e…ho acceso la lucerna…e sai chi ho visto?”

Oh no,pensava Taichi…l’ha visto in faccia…

“YAMATO!Il dio dell’amore,mio marito!E quella maledetta lucerna ha fatto cadere un po’ d’olio su di lui e…in un momento mi è crollato il mondo addosso,Taichi…”Sora iniziò a piangere.
Yamato in quel momento fece ciò che gli aveva chiesto Sora;scoccò una freccia su Taichi e una sulla di lui moglie,Hitome…tutto questo senza che Sora se ne avvedesse e mentre lui stesso soffriva a guardarla così bella senza averla…

Sora emise un po’ di singhiozzi,ma poi vide Taichi accarezzare delicatamente il grembo di Hitome…nessuno più la considerava…neanche il suo migliore amico che l’aveva messa nei guai…ma no,che stava pensando!Se stava in quella situazione,era solo colpa sua. Lì non c’era più posto per lei…

Allora Yamato aveva esaudito il suo desiderio…Taichi non era più innamorato di lei. Meglio così…

Sora si allontanò sorridendo fra le lacrime,alla ricerca di Yamato. Yamato,invece,si trovava nella stanza di sua madre a lamentarsi per la ferita alla spalla provocatagli dalla lucerna…

Katherine era più sospettosa che mai;suo figlio ultimamente era sempre in mezzo ai piedi e si lamentava in continuazione. Poi si recò da lei uno strano uccello rosa,di nome Biyomon,che le disse: “Ormai,signora,tutti pensano che la tua famiglia è in rovina,poiché il caro Yamato s’è appartato con una sgualdrina di montagna…e tu invece stai qui al mare,e non te ne importa affatto…ma sembra che la gente sia solo disgustata da quest’unione clandestina e…”

“Tsk!Quando mai mi è importato dell’opinione pubblica?”

Poi si rese conto del reale significato delle parole di quell’uccello e infuriata esclamò:”COSA!Allora avevo ragione!Quello snaturato di mio figlio ha già un’”amica”…su,fuori il suo nome!”

“Ehm…io non so con esattezza,però credo che sia Sora…”

“SORA?QUELLA SORA?!Ah,adesso mi sente il mio caro bambino…oh,sì!”

Strillando in questi termini,lasciò il suo luogo di villeggiatura e tornò da suo figlio.

“Hai calpestato le norme di tua madre!Hai portato disonore!E poi,fra le tante ragazze sulla Terra,di che ti dovevi innamorare?Proprio di SORA!”
A quel nome Yamato voltò le spalle alla madre;non voleva che lo vedesse piangere.

“AH!E mi dai pure le spalle!Giuro che partorirò un figlio assai migliore di te,e quando questi  sarà cresciuto gli darò le tue armi,affinché tu capisca cosa vuol dire essere disonorato!Ah!Ma d’altra parte sei venuto male fin dalla nascita!Mani troppo lunghe e colpi troppo dolorosi!E hai osato anche colpire me,ME!”

Continuò per un altro po’,con grande dispiacere dei timpani di Yamato. Poi se ne andò,con la furia tipica di Katherine. Quando uscì fuori dalla sua abitazione,incontrò Rosa e Miyako(ovvero:Cerere e Giunone).

“Meno male che siete qui!Ho proprio bisogno del vostro aiuto!Cercate dappertutto quella maledetta Sora…certamente sapete le sporche vicende circa lei e colui che dovrebbe essere chiamato mio figlio. “

Al che intervenne Rosa: “Ma scusa…che cosa ha commesso tuo figlio perché tu ti opponga al suo amore?Che colpa ha se finalmente pure lui si è innamorato?”
Poi intervenne anche Miyako:”Hai già dimenticato com’eri tu alla sua età?E poi,sei la dea dell’amore,ma in casa tua l’amore è mal tollerato!Dove si è mai vista una cosa del genere?”
In realtà parlavano in difesa di Yamato perché non volevano che lui le colpisse con le sue frecce. Ma Katherine era arrabbiata lo stesso e si ritirò al mare,non facendosi convincere per niente.

Sora intanto correva in ogni luogo,dedicando notte e giorno alla ricerca del marito. Sulla cima di un monte vide un tempio e vi si diresse. Per quanto fosse stanca,la speranza e la fatica continuavano ad incitarla. Il prato circostante era pieno di spighe ammucchiate,falci e attrezzi vari per la mietitura:tutto in disordine. Sora era stanca,ma decise di mettere tutto in ordine;non sapendo bene perché,forse per ingraziarsi gli dei. Infatti Rosa la vide e le rivolse la parola: “Katherine è ansiosa e furente sulle tue tracce,vuole ammazzarti subito,e tu sei qui a pensare al mio disordine anziché alla tua salvezza?”

Sora,riconoscendo in lei una divinità,si mise a chieder pietà: “Ti prego,soccorri una povera ragazza innamorata. O almeno concedimi di restare nascosta da te per alcuni giorni,fino a che l’ira di Katherine sia placata,o almeno fammi riposare un po’.”

“Giovane Sora,le tue preghiere e le tue lacrime mi fanno tenerezza,ma non posso andare contro il volere di Katherine…le sono legata da un patto d’amicizia. Quindi ti conviene andare via da qui,altrimenti mi vedrò costretta a farti prigioniera.”
Sora ovviamente se ne andò subito e proseguì il suo cammino finché  scorse in una valle sottostante un luminoso boschetto,in cui sorgeva un tempietto molto curato. Non voleva trascurare alcuna ipotesi,e dunque si avvicinò alle porte del santuario. Appena entrò vide scritte ricamate in oro che recavano il nome della dea a cui il tempio era consacrato.
MIYAKO.

Sora si avvicinò all’altare.

“O sposa del grande Ken(Giove),liberami dal timore del pericolo che mi minaccia!Per quel poco che so,tu sei solita aiutare le gravidanze in pericolo…” Si accarezzò il grembo e sperò con tutta se stessa che l’aiutasse. La dea comparì in tutta la sua magnificenza.

“Piccola Sora…credimi…vorrei aiutarti,ma non voglio agire contro Katherine,cui ho sempre voluto bene come una figlia…”

Sora era sconvolta. Anche questa volta le sue speranze erano naufragate…Era circondata da tante trappole;ma che avrebbe dovuto fare? Forse…ma certo…l’unica cosa era presentarsi all’odiosa suocera e cercare di mitigarne il carattere,ma chissà se era troppo tardi…

Sora,uscendo dal tempio,sospirò. Certo,era rischioso andare da Katherine…però probabilmente Yamato era lì.

Così Sora si preparò ad una rovina certa;ma per amore non si fa questo ed altro?”
Takeru rivolge uno sguardo affettuoso ad Hikari,che si è calmata,e riparte.

“Katherine nel frattempo chiese aiuto al dio Michael(ehm,qui Mercurio). Dapprima andò da Ken,chiedendo se poteva avvalersi del messaggero degli dei;ottenuto il consenso,si diresse da questo.

“Caro Michael,sai che non ho mai fatto nulla senza la tua assistenza e certo sai che da tempo non riesco a trovare una mia ancella. Quindi bisogna  ricercarla e mettere in palio una ricompensa. Perciò,affrettati e dì chiaramente come la si può riconoscere,d’accordo?”

Michael era un po’ confuso. “D’accordo,lo farò…ma devi dirmene il nome e…”
”Non c’è problema,ho già fatto tutto io.”tagliò corto Katherine e gli porse una pergamena con  su scritti il nome e la descrizione di Sora,ignara di tutte queste macchinazioni.

Michael,seppur perplesso,obbedì ed andò cercando questa fantomatica ragazza. “Chiunque trovi questa principessa e ancella di Katherine,chiamata Sora,si trovi  dietro alle mete Murzie(che non so dove siano,ma nel libro c’era scritto così^_^’ nda),come ricompensa egli riceverà da Katherine sette baci. Tutti naturalmente si diedero da fare.

Ora,Sora era appena arrivata di fronte alla casa di Katherine,quando una delle sue ancelle,Consuetudine,le gridò contro.

“Solo adesso,pessima ancella,capisci che hai una padrona?Oppure fai finta di non sapere quali fatiche abbiamo fatto per trovarti?Meno male che ora sei giunta nelle mie mani,adesso pagherai tutte le tue colpe!”

Intanto la tirava per i capelli e la trascinava da Katherine senza che Sora stessa facesse resistenza…era troppo stanca e abbattuta…

“ E così,ti sei degnata finalmente di venire a salutare tua suocera,eh?”

La dea dell’amore fece un sorrisetto beffardo rivolgendosi alla ragazza dai capelli ramati.

   
 
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