Dov’è il mio ammaccabanane?

Kankuro si sedette per terra di peso e sospirò esausto.
Kakashi, seduto affianco a lui, alzò l’iride dell’unico occhio scoperto verso di lui, poi tornò a leggere.
“Giornata pesante?” domandò, voltando pagina.
Il ninja della sabbia sbuffò e mugugnò qualcosa, poi togliendosi il cappuccio nero si decise a rispondere in maniera chiara.
“Giornata distruttiva. Ti prego, la prossima volta che mia sorella mi chiede di tenere quella peste di suo figlio, ricordami che non ho pazienza” commentò poggiando le braccia sulle ginocchia.
Kakashi a quelle parole sorrise, o almeno così sembrava oltre la sua maschera, e socchiuse il libricino che teneva in mano.
“É davvero così pestifero?” domandò spensieratamente.
“Molto peggio” replicò secco l’interlocutore, con una faccia tra lo sconvolto e l’esausto, “Ha la stessa delicatezza di sua madre. E persino la stessa fonte infinita di energie” concluse, guardandosi cautamente attorno, timoroso che la sorella lo sentisse.
Il ninja del fuoco, a quelle parole, ridacchiò guadagnandosi una mezza occhiataccia da parte di Kankuro.
“Piuttosto, tu che ci fai qui a poltrire?” cambiò discorso il più giovane dei due, desideroso di distrarsi.
“Oh, per oggi ho già fatto tutte le missioni assegnatemi. Non erano molto difficili”
“Beato te” mormorò amaramente e polemicamente l’interlocutore, alzando lo sguardo verso il cielo.
Kakashi a sentirlo si voltò verso di lui, ridacchiando imbarazzato.
Da quant’è che lui e Kankuro si conoscevano? Ormai parecchio.
La prima volta che lo aveva visto il ninja della sabbia aveva all’incirca quindici anni ed ora, che si trovava affianco a lui, ne aveva più venti.
“Zio Kankuro!” tuonò all’improvviso una vocetta, vispa e dal tono perentorio, distraendo Kakashi dalle proprie riflessioni.
Dalle labbra del richiamato, strappato al suo riposo da quell’urlo, sfuggì un mugugno di esausta disapprovazione.
“Dov‘è il mio ammaccabanane?!?” proseguì, intanto, ad urlare il nipote.
“Unh? Ammaccabanane?” chiese curioso Kakashi, alzando lo sguardo al cielo, come per udire meglio quella voce già fin troppo chiara e forte “E che cos‘è?”
“Vallo a sapere” mormorò sconsolato Kankuro, tirandosi su in piedi.
“Zio Kankurooooo!” riprese a chiamarlo il nipote, con voce più forte di prima.
“Arrivo, arrivo” replicò a quel punto in ninja della sabbia, urlando a sua volta ed incamminandosi verso il bambino.
Kakashi lo guardò avanzare con passo svogliato nella direzione da cui proveniva la voce del figlio di Temari.
“Certo che sei proprio un bravo zio” gli disse, attirandosi la sua attenzione.
Kankuro a quelle parole si voltò verso di lui e sembrò, per alcuni istanti, indeciso se apprezzare il complimento oppure no. Poi, semplicemente tornando ad avanzare, si limitò a mormorare un “Se, se” poco convinto.
[430 parole, titolo escluso]



Ok, ok! Non è nulla di che lo so.
È una cazzatina scritta così, tanto per! Però devo dire che mi sono divertita a buttare giù queste poche righe. Sarà perché adoro Kankuro, sarà perché adoro Scrubs e l’ammaccabanane o perché trovo una buona accoppiata la Kankuro-Kakashi (non nel senso di amanti, almeno non qui!) comunque mi sono divertita.
Spero che vi abbia fatto almeno un po’ piacere leggere questa flash fic e spero ancora di più di essere riuscita a strapparvi almeno un sorriso, in fondo era questo l’obbiettivo di questa storiella semplice e senza pretese.
Saluti!

P.S.
Io concordo con quanto detto da Kakashi: trovo che Kankuro sarebbe un ottimo zio! U.U