Questa è la mia prima Fanfiction e descrive un immaginario quinto anno a Hogwarts. Ci ho messo molto impegno e spero vi piaccia. Probabilmente, manderò i capitoli un po' lentamente, ma ho davvero molti impegni e spero di farcela a scrivere. Nella mia ff compare un nuovo personaggio però spero che questo non sia il motivo che vi spinga a non provare nemmeno a leggere un capitolo della suddetta fic; lasciategli un po’ di tempo e poi ditemi che cosa ne pensate.

Comunque, che vi piaccia o meno, spero che lascerete anche un commento sulla ff così mi renderete felice, cosa che non fa mai male.

L'intera ff è dedicata a due persone per me fantastiche e importantissime insieme:

-la mia migliore amica Francesca che ha sempre cercato di darmi una mano, ha passato un sacco di tempo ad ascoltare i miei pazzi sfoghi, mi ha fatto morire dal ridere e mi ha reso ogni pomeriggio con lei indimenticabile;

-alla fidatissima Ella (o Ely) con cui ho passato magnifici pomeriggio parlando del mondo di Harry Potter, con la quale ho sempre fatto ha pezzi ogni qualità di Ron ( senza offesa per nessuno ma tutti abbiamo i personaggi a cui vogliamo bene e a cui distruggeremmo il cuore, no?! ), con la quale ho litigato perché lei ama Harry e io amo Draco, la persona che devo fermare quando si ‘adombra’( una certa sera, dopo una certa pizzata…).

In pratica, coloro che mi hanno convinta a mandare questa ff perché, se fosse stato per me, ne sarebbe passato di tempo comunque…

Baci e buona lettura,

Roby'89 o Empress of Ice and Fire

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Prologo: sono appena finite le vacanze estive e Harry è sempre stato a casa degli zii.

È il quinto anno per i nostri amici e Voldemort è da poco tornato al potere; i ragazzi sono appena saliti sull’Hogwarts Express.

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Capitolo1:"La quinta torre".

Harry era insieme a Ron ed Hermione (neo-Prefetto) ed erano nell’ultimo scompartimento dell’Espresso per Hogwarts. Erano da poco arrivati quando, come tutti gli anni, ricevettero la visita di Malfoy, Tiger e Goyle,quel giorno con un espressione che a Harry ricordava molto quella dell’ultima volta che li aveva visti cioè alla fine dell’anno prima.

Draco disse" Ancora vivi, gentaglia? Il Signore Oscuro non vi ha ancora spedito all’altro mondo? Bè non vi preoccupate ci penserà presto perché, si sa, Potter, i babbanofili e i mezzosangue sono il suo primo obbiettivo." E incominciò a ridere con i suoi amici o, meglio, con i suoi scagnozzi.

Harry non aveva decisamente voglia di scherzare su quell’argomento aveva passato tutta l’estate ha rifletterci sopra e sapeva che quella volta sarebbe stato più difficile che mai sconfiggere Voldemort, i suoi seguaci ma soprattutto la paura immensa che qualcuno potesse far del male o uccidere i suoi amici, come il Signore Oscuro aveva fatto solamente il giugno precedente con Diggory.

Così saltò in piedi, tirò fuori la bacchetta e disse: "Densaugeo", ma, nello stesso istante in cui pronunciò la formula, i tre serpeverde uscirono dallo scompartimento senza perciò farsi nulla; il ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi smeraldo si accasciò sul sedile e pensò "Che vigliacchi!".

I tre ragazzi trascorsero il viaggio senza parlare molto di ciò che era accaduto alla fine dell’anno prima; ricordare, soprattutto a Harry, faceva ancora troppo male. Ricevettero varie visite da parte di compagni di casa ma anche da parte di amici di corvonero e tassorosso; in quella sorta di appello dei vari conoscenti e amici mancava solo la bella Cho e Harry capì che probabilmente la ragazza non era ancora pronta per vederlo. Quando arrivarono a Hogwarts trovarono Hagrid, il loro amico mezzogigante che radunava i ragazzi del primo anno." Non doveva fare una commissione speciale per Silente?" chiese un Harry molto stupito a degli altrettanto stupiti Ron ed Hermione, essi annuirono e con questo dubbio i tre amici presero una delle carrozze trainate da cavalli invisibili per essere portati a Hogwarts.

Una volta arrivati nell’immenso e sempre bellissimo parco del castello, Harry gettò un’occhiata veloce all’imponente figura, che rappresentava per quel mago tanto speciale una sorta di seconda casa. Percepì subito qualcosa di strano nell’istituto scolastico e all’ora tornò a esaminarlo con maggior cura; poi il grifondoro capì cosa non andava:" C’è una quinta torre!" gridò.