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Autore: Reghina    22/09/2011    1 recensioni
Storia Gender Bender ispirata alla canzone 'Bella stronza' di Marco Masini.
Zoroko e Namizoo sono sempre stati migliori amici. Forse non nel modo canonino, ma sempre. Poi nella loro vita era arrivata lei. Rufyko, la futuro Re dei Pirati. E tutto era finito.
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Una giovane donna dai tratti mascolini si stava allenando.
Non era certo una bellezza, ma era ugualmente un 'tipo' a suo modo.
Teneva dei corti capelli verdi che non le ingentilivano il volto teso in una smorfia.
Sull'orecchio aveva tre orecchini dorati che si divertivano a tintinnare con il vento come campane.
Il seno non le mancava, anche se in mezzo al petto aveva una profonda cicatrice che le deturpava il corpo.
Possedeva delle forme ben nascoste dai vestiti da spadaccina e la pancera era per i muscoli, e non certo per una forma fisica troppo grassa.

Teneva nella mano ferma dei pesantissimi pesi neri immensi che alzava e abbassava tenendo accuratamente il conto arrivato a cifre astronomiche.
Aveva un occhio nero, glielo aveva fatto il suo migliore amico di sempre.
Namizoo e lui avevano smesso di andare d'accordo nel momento stesso in cui 'lei' era entrata nella sua vita.
La causa della sua rottura con la sua fidanzata di tutta una vita, la bionda non si sarebbe mai ripresa dal tradimento, le aveva distrutto tutti i sogni senza nemmeno un briciolo di risentimento.
Le risa spensierate di una giovane giungevano dal ponte.
Volteggiava, all'inseguimento di una piccola renna dal delizioso vestitino rosa e un cappello da medico troppo grande.
Un'altra ragazza l'aiutava nella corsa, la sua bellezza delicata rovinata dal naso lunghissimo che pareva degno di pinocchio, ma con tutte le bugie che diceva non c'era da meravigliarsi.
“Rufyko!” gridò la giovane, dando il via all'attacco.
La ragazza annuì, allungando allegramente la mano, fino ad arrivare all'albero maestro “Gom gom no..” iniziò, pronta a lanciarsi.
La piccola renna spalancò gli occhietti terrorizzata.
“Rocket!”.
Rufyko si lanciò, a tutta velocità verso la compagna.
Chopperin si gettò di lato, senza accorgersi che così facendo Rufyko era finita ai piedi della giovane che si allenava.
La renna e l'altra ragazza si guardarono, deglutendo, correndo a nascondersi prima che la spadaccina le uccidesse, abbandonando l'amica al suo Destino.
La giovane guardò la ragazzina più piccola ai suoi piedi, ogni volta si chiedeva sempre come facesse a fare dei sorrisi così grandi.
Chissà, forse era nata con più denti del normale.
La scrutò con aria truce che faceva tremare di paura tutti tranne la moretta, ma semplicemente per valutare se si fosse o no fatta male.
“Piantala di ridere, idiota” ringhiò a bassa voce.
Fu rapidissima.
Una delle tre spade con cui era armata calò con forza sul capo dai capelli disordinati.
“E copriti quel culo sempre all'aria!” urlò in aggiunta riferendosi ai cortissimi jeans con pellicciotto che si erano calati lasciando scoperta una dose fin troppo generosa dei glutei di gomma della Capitano.
Rufyko si massaggiò con una mano il bernoccolo che si ergeva sul suo capo, gonfiando le guance.
Si mise a gambe incrociate, incurante della seconda parte della frase.
La camiciola rossa che portava aveva tutti i bottoni slacciati, tranne per uno che serviva a coprire l'indispensabile.
Si sistemò il cappello dietro la testa, voltandosi verso la ringhiera dove sapeva trovarsi Namizou e Robio.
Sicuramente il Navigatore li stava guardando.
Rufyko aveva scoperto che lo faceva spesso e si chiedeva sempre perché.
Robio invece passava il suo tempo a leggere e lanciare occhiate omicide a chi lo disturbava.
Non era molto amichevole, lasciava avvicinare solo Chopperin e Rufyko.
“Namizoo! Zoroko mi picchia!” si lamentò.
Non aveva ben capito la situazione, ma da qualche tempo a quella parte il loro Navigatore tendeva sempre a darle ragione, se c'era di mezzo Zoroko.
La verde si concentrò sui petali di fiori di ciliegio che Robio stava facendo apparire per perdere tempo. Parevano così piccoli e delicati, troppo belli e sdolcinati per lei.
Strinse i denti, le facevano venire in mente le battute che facevano sul suo conto al dojio.
Avrebbe dimostrato a tutti che anche una donna può diventare la spadaccina più forte del mondo, in fondo non sarebbe stata né la prima né l'ultima.
Si aspettava una qualche reazione dal giovane dai capelli arancione, tronfio come al solito.
Ormai non riusciva più a sopportarlo.
E sì che un tempo ridevano del fatto che loro non soffrissero i pirati e tra di loro si calcolassero, erano parecchio cambiati i tempi.
Namizoo scese gli scalini tenendosi allo corrimano, osservando dall'alto in basso il mondo intorno a sé. Guardò la giovane Capitano seduta a terra con aria da cucciola e la sollevò, stringendola con un braccio per un fianco, davanti gli occhi di Zoroko.
Le schioccò un bacio sulla fronte, con delicatezza “Meglio?” chiese, divertito.
Rufyko batté gli occhi un paio di volte.
Praticamente svaniva contro il petto di Namizoo, ma ammetteva che stava comoda.
Rivolse al ragazzo un sorriso immenso “Sì Namizoo!”.
Il Navigatore ghignò, sollevando il mento della giovane.
Non era la prima e non sarebbe stata l'ultima volta che sembrava volerla baciare davanti gli occhi di tutta la ciurma e soprattutto di Zoroko.
La giovane guardò intensamente il ragazzo con puro e veritiero odio.
Rufyko era come quei fiori stupendi e invece Namizoo era un tarlo che sviliva la pianta divorandola.
“Che conti le pagherai oggi? Un albergo, un ristorante, un gioiello che non metterà mai o vestiti nuovi per farle avere il seno al vento?” ringhiò animalesca la spadaccina, posando il peso e cominciando a sistemare il ferro di una delle spade.
La domanda era rivolta all'arancione ed era così falsamente poco interessata che l'aria parve rendersi più tesa.
La più piccola si scostò un poco da Namizoo, prima che potesse seriamente arrivare alle sue labbra.
Guardò Zoroko sorpresa, non capendo.
Il Navigatore era molto tirchio in fatto di soldi, gestiva tutta la contabilità e non faceva mettere mano.
Con lei però era sempre prodigo a spendere e la giovane Capitano di certo non rifiutava mai un buon ristorante in cui potesse mangiare la sua amata insalata.
Aveva la cabina strapiena di regali che Usoppiko usava per le sue armi strane o di vestiti che la lasciavano quasi nuda.
Non che lei di suo si coprisse molto, comunque.
“Penso tu debba chiedere a lei, no?” rispose acido Namizoo, stringendo più forte la giovane.
Rufyko guardò entrambi.
Non riconosceva più il suo Navigatore e la sua Vice da qualche tempo.
E la sua cuoca pareva sempre triste, nel fare la corte a Robio e Namizoo.
Una volta aveva quasi bruciato del riso.
Scese un silenzio imbarazzante.
Zoroko lo ricordava bene il giorno in cui aveva conosciuto il suo Capitano.
Namizoo l'aveva come sempre lasciata nei guai, erano soci per modo di dire, all'arancione interessava solo rubare, poco importava se lei si trovava nei guai a cacciare da sola dei pirati immensi.
In realtà era stata catturata semplicemente per aver salvato un bambino da un lupo.
E Rufyko era apparsa e le aveva detto chiaro e tondo che se non entrava in ciurma, o le faceva perdere la pazienza, l'avrebbe lasciata lì a farsi ammazzare il giorno dopo per fucilazione.
“Il Capitano sa quello che fa” rispose invece come un ritornello imparato a memoria, mordendosi la lingua dal dire il vero.
Namizoo sogghignò malevolo “Certo. E non ha mai sbagliato a scegliere” disse, quasi stesse sottintendendo qualcosa che Rufyko non capì.
Spinse il Navigatore, scostandosi “Non mettetemi in mezzo” si lamentò, non sapendo perché i due stessero litigando, ma non volendo trovarsi tra due fuochi.
Cercò sostegno, ma le sue due amiche non c'erano e Robio l'avrebbe liquidata con un'occhiata maliziosa.
Desiderava tanto Sanjiko uscisse con qualcosa da mangiare per i suoi due adorati uomini.
Zoroko la guardò allontanarsi chinando il capo.
Si sarebbe accontentata degli avanzi come un cane, di essere sbattuta a un muro, di poter solo toccare Rufyko.
Invidiava Namizoo che dopo aver avuto lei, adesso poteva prendersi quando voleva il suo oggetto di desiderio.
Perché Rufyko era bella, bella, bella!
Le sarebbe venuto voglia di strapparle quei vestiti da puttana e tenerla a gambe aperte tutta la notte, finché non veniva il giorno dopo.
In quel modo però del suo amore così tenero e pulito non le sarebbe rimasto niente.
Sarebbe bruciato e l'avrebbe perso, invece le bastava un ricordo, come dell'altra persona a cui aveva tenuto.
Un lunghissimo minuto di violenza non le sarebbe mai bastato se in quel modo si fosse giocata un solo sorriso del suo Capitano.
Non era una qualunque di cui le piaceva il corpo come un insano vizio, come la cuochetta di ventesima categoria.
Sospirò, le andava anche bene quell'addio quotidiano.
Ringhiò a Namizoo, non gliel'avrebbe data vinta mai.
Il Navigatore si voltò verso il Capitano, che ad appena qualche passo di distanza li guardava entrambi.
La odiava per non capire che doveva scegliere tra lui e Zoroko, che non poteva rimanere nella sua ingenuità in cui erano solo Nakama.
Ma Rufyko non l'avrebbe mai fatto.
Però lui poteva darle tutto, mentre Zoroko non aveva niente.
Ghignò alla spadaccina, consapevole di poter regalare al Capitano più di chiunque.
Zoroko sapeva cosa passava nella testa a Namizoo.
Guardò la sua amata Capitano, la chiamava sempre idiota per non dire di peggio, tranne quando ripeteva 'Ordine del Capitano', un paio di volte l'aveva già chiamata Re dei pirati perché di farsi dare della Regina non se ne parlava.
Una volta sola l'aveva chiamata in un altro modo, era sempre squattrinata ma in quell'occasione si era ricavata dei soldi anche senza catturare pirati, solo per lei.
Le aveva comprato una spilla, una cosa da niente, fatta di brillantini, ma il vero gioiello splendente era stato il sorriso incastonato nel viso bello come la luna, il sole e il mare, anche come il cielo, della Monkey.
“Hai perso in partenza Zoroko” le sussurrò Namizoo, attento a non farsi sentire dal Capitano.
Rufyko poteva essere ingenua e innocente quanto un petalo di ciliegio, ma l'avrebbe capito se stavano combattendo per lei senza chiederle niente ed era l'ultima cosa che volevano, per il bene della ciurma.
Perché in fondo ormai rimanevano insieme solo per lei, per la futura Re dei Pirati.
Sanjiko non poteva sopportare la vista di Zoroko e Zoroko quella di Namizoo.
L'unico motivo era lei, Rufyko, e non doveva saperne niente.
Ma il Navigatore doveva provocare la spadaccina, per dirle che lei non aveva niente da offrire alla loro bella Capitano.
Zoroko lo lasciò fare, non aveva capito che un giorno il loro Capitano avrebbe preso il volo salutandoli tutti, perché un animo come il suo, in un mondo come quello non resta in eterno.

Ispirata a Bella stronza di Marco Masini. Questa è la prima storia di questo tipo che faccio, probabilmente l'ultima. Abbiate pietà.

   
 
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