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Autore: milo73    22/09/2011    1 recensioni
La battaglia di Hogwarts è terminata,Voldemort è stato sconfitto e la vita è ripresa per tutti. O quasi. A Diagon Alley i Tiri Vispi Weasley sono ormai un negozio abbandonato. George, incapace di riprendersi dopo la morte del gemello,ha deciso di andare a lavorare al Ministero della Magia.O no?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Pompatorta e schizzafanga.
Erano trascorsi già parecchi mesi da quando La Gazzetta del Profeta aveva pubblicato in prima pagina a grossi caratteri La profezia si è avverata: il Ragazzo- che- è- sopravvissuto  sconfigge Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Tutti i particolari sulla battaglia Hogwarts ... Le ombre degli anni di terrore si erano finalmente dissolte. Diagon Alley  era tornato il  formicaio chiassoso e trafficato che aveva lasciato Harry a bocca aperta e con gli occhi sgranati la prima volta che ci aveva messo piede. Austeri maghi negli ampi mantelli variopinti verdi o viola, folletti e vecchie streghe rugose si mescolavano ad affaccendati elfi domestici e perfino a qualche gigante. Tutti avevano voglia di dimenticare gli orrori, i Mangiamorte, Voldermort e i Dissennatori e di ricostruire dalle macerie, tutti avevano voglia di ridere e scherzare, voglia di rinascere e ritrovarsi  e di pensare al domani. La vecchia farmacia e l'Emporio del gufo brulicavano di nuovo di gente che faceva spese, o semplicemente si attardava a scambiare due chiacchere. Florian Fortebraccio regalava grandi sorrisi e gelati ancora più grandi a tutti i gusti: fragola, cioccolato, fegatelli, pistacchio, rognone e il nuovissimo gusto Potter, che ti lasciava perfino, per qualche ora, un bel tatuaggio a forma di saetta sulla fronte. Aveva riaperto la fabbrica di bacchette di Olivander ma la bottega angusta e polverosa sotto le mani abili del nipote Borgat si era del tutto trasformata e le bacchette in fila e ben allineate galleggiavano nell'aria in un'esplosione di luci e polvere scintillante.
Solo un negozio al numero novantatré di Diagon Alley era rimasto chiuso: i Tiri Vispi Weasley. La vita era ricominciata per tutti, ma non per George. Del ragazzo che traboccava di energia e vitalità non era rimasta che l'ombra. Era tornato a vivere alla Tana e lasciava scivolare le giornate  trascinandosi oziosamente da una stanza all'altra - letto divano, divano letto - assente, spento, sciatto.«Vieni, George, è pronta la cena» sentì la madre urlargli dalla cucina. Scese svogliatamente, non aveva fame, ma con mammaWeasley sapeva di non poterla spuntare. Li trovò già tutti seduti a tavola: la signora Weasley, con il viso sempre gentile ma gli occhi più segnati e qualche ruga che prima non c'era, il signor Weasley, con i capelli più radi e il sorriso più triste e Pearcy, compunto e compassato e l'espressione più grave di sempre. «Sai, George, tuo padre ci stava dicendo di quanto sarebbe felice Kinsgley di avere anche te al Ministero della Magia. Non è vero Arthur, caro?»esordì la signora Weasley con un tono che voleva essere casuale mentre gli serviva una porzione abbondante di stufato.«Sì,  Kinsgley continua a chiedermi cosa hai deciso. Sarebbe davvero contento che venissi a lavorare con noi. Magari potresti andarci a parlare» proseguì il signor Weasley cauto. «E' un'ottima occasione per te» intervenne Percy in tono pomposo «Naturalmente anche il signor Shacklebolt ritiene sia opportuno iniziare dal basso con mansioni più semplici, ma vedrai che il lavoro duro viene sempre ripagato!» proseguì con orgoglio «Ora il signor Shacklebolt mi permette di accompagnarlo e assisterlo alle riunioni e ieri addirittura ...» ma fu subito interrotto.«D'accordo, papà, di' pure a Kinsgley che va bene» rispose stancamente George alzandosi da tavola.«Oh George, sono così felice, così felice, hai fatto la scelta più giusta!» esclamò la madre gettandogli le braccia al collo con gli occhi umidi e strangolandolo in un abbraccio.«Mamma, così mi soffochi!» protestò George sciogliendosi dalla stretta. «Vado su» Si stese sul letto con gli occhi fissi sul soffitto, cercando di convincersi di avere davvero fatto la scelta giusta..
All'improvviso la porta della stanza si aprì con violenza e come una furia entrò Fred.«Razza di zucca vuota, cosa ci fai ancora qui a letto a quest'ora?»tuonò trascinandolo in piedi.«Ma cosa ci fai TU qui!» replicò George, liberandosi dalla stretta e indietreggiando a bocca aperta. «Tu sei morto!» proseguì urlando, quasi per convincere se stesso. «E tu sei un'idiota!» ringhiò Fred «Le vetrine sono rotte, l'insegna è ancora staccata, ci sono centinaia di merendine marinare che stanno marcendo in magazzino. Con tutto quello che c'è da fare TU, grandissima testa di troll, stai qui a crogiolarti e a cercare lavoro al Ministero. Non posso credere come hai ridotto il mio negozio!» lo incalzò con rabbia.«Il TUO negozio? Credevo fosse  NOSTRO!» ribattè indignato George «Beh, lo credevo anch'io! E pensavo di averlo lasciato in buone mani!» rispose Fred in tono amaro «Non è stata colpa mia, sei stato tu che ti sei fatto ammazzare!»si difese con rabbia George «Almeno io non mi sono ammazzato con le mie mani!»ribattè Fred. George abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, sentendosi un pò in colpa. «Non lo so se ce la faccio da solo» rispose infine George con un filo di voce «Tu non sai com'è qui, adesso, senza di te..» «Anche tu mi manchi, zucca vuota.» rispose Fred sottovoce. Poi proseguì con un tono allegro e un guizzo malizioso negli occhi «Che ne dici di una scommessa, eh George?Io punto su di te, diciamo... i nostri soliti trentasette galeoni, quindici zellini e tre falci, ci stai?» «Piantala, dai, hai sempre voglia di scherzare» rispose lugubre George «Per la barba di Merlino! Ti sei completamente rammollito! Meriteresti davvero che ti scagliassi contro un esercito di spara-sprizzoli, ti facessi gonfiare come un pallone con le pompatorta e ti finissi con un bombardamento di schizzafanga. Felpato e Ramoso  saranno felicissimi di aiutarmi ad infilzarti, incornarti e spolparti un pò i polpacci! E forse riescirò anche a convincere Lunastorta a mordicchiarti un pò le chiappe!»proseguì Fred con veemenza, ma il sorrisetto beffardo tradiva la minaccia delle parole «George, è arrivato un altro gufo di Angelina! E' il centesimo che ti manda, quella povera ragazza! Mi hai capito, George?» gli urlò la madre dal piano di sotto.«Pompatorta e schizzafanga? Cosa sono? Cosa sono gli spara-sprizzoli?» incalzava George senza curarsi delle urla della madre. Fred lo guardava con una smorfia di scherno senza rispondere.«Fratello, davvero devo spiegarti tutto io?» lo beffeggiò Fred con un ghigno. «Fred, rispondimi! Cosa sono?» lo scongiurò George. «George, sei sveglio?» continuava a chiamarlo la signora Weasley. «Fred, che cosa devo fare?» proseguì George con tono di supplica. Ma Fred  si era già allontanato senza dire una parola.«Fred, non te ne andare così! FRED!» gridò George, scattando in piedi. Fred non c'era già più.
«E' stato solo un sogno! Un maledettissimo sogno!» si ripeteva George arrabbiato e deluso. I Tiri Vispi, il loro futuro, il SUO futuro. Fred. Tutto era  perduto. Anche la pendola in salotto glielo ricordava sempre, con la sua  lancetta d'oro e  la  faccia sorridente di Fred da mesi  fissa su "Perduto". La pendola! George balzò in piedi colpito da un pensiero improvviso e si precipitò come una furia in salotto. La signora Weasley si affacciò dalla soglia della cucina «George, ma cosa stai facendo con quell'orologio? Rimettilo a posto! GEORGE WEASLEY ERA L'OROLOGIO DI TUO NONNO, NON TI PERMETTO DI...»Ma George ormai era già nella sua stanza e non l'ascoltava più. Lavorava febbrile sulla pendola - casa, scuola, lavoro, in viaggio, ospedale, prigione, pericolo mortale, perduto- e il posto in più che mancava, dove era adesso Fred.  Riportò l'orologio in salone, nel suo solito angolo. La lancetta si spostò di colpo da "perduto" a "paese degli spara-sprizzoli, delle pompatorta e schizzafanga". «Lo sapevo, lo sapevo! Per le mutande luride di Merlino! Non è perduto! Non è tutto perduto! Se la sta spassando con loro!» La signora Weasley accorse dalla cucina.«Mamma, guarda l'orologio, lo vedi, Fred sta bene, l'ho visto, me l'ha detto!»proseguì George eccitato. «Arthur, corri! George sta male, dobbiamo portarlo subito al San Mungo!» urlò lei in lacrime.  «George sta male? Che cos'ha? George, come ti senti?»esclamò precipitandosi allarmato «Papà, Fred sta con Ramoso e Felpato, voleva venire con un'esercito di  spara-sprizzoli, ma non è riuscito a convincere Lunastorta a spolparmi le chiappe!Abbiamo scommesso trentasette galeoni..» riuscì a farfugliare tra le risa convulse. «E' impazzito!Oh, Arthur, fa' qualcosa!» esclamò tra i singhiozzò la signora Weasley. George l'abbracciò e le fece fare un giro di valzer «Non sono mai stato meglio, mammina, ci vediamo dopo!» e scomparve.
Quando si materializzò, si ritrovò all'interno di un edificio abbandonato: ovunque tanta polvere e ragnatele, vetri rotti e specchi infranti, le scale di legno incrinate, alcuni gradini sfondati,  gli scaffali scardinati accastati lungo le pareti, un grande dipinto dove un giorno salutavano sorridendo due ragazzi dalla chioma fiammeggiante e il sorriso aperto era ora squarciato e abbandonato in un angolo e del tutto disabitato. C'è tanto lavoro da fare! pensò George rimboccandosi le maniche e facendo volteggiare la bacchetta. Lavorò senza fermarsi. Tra un turbinio di scintille rosse e esplosioni di luce aggiustò i mobili, sistemò il bancone, gli scaffali tornarono fissi al loro posto, le crepe dei gradini si saldarono, scomparve ogni traccia di polvere e sporco e tutto tornò lucente e colorato. Era stanco, ma da mesi non si sentiva così felice.
Arrivarono le vacanze pasquali. Harry, Ron, Ginny e Hermione tornarono alla tana. George era più misterioso che mai. Rimaneva intere giornate chiuso nella camera che aveva diviso con Fred -ne usciva solo per mangiare- poi spariva per ore. Dalla stanza provenivano strani rumori -improvvisi scoppi, a volte un tonfo sordo- la signora Weasley alzava uno sguardo preoccupato ma poi sorrideva tra sè, le sembrava quasi di avere di nuovo in casa tutti e due i suoi  ragazzi scapestrati. Ma nemmeno le più potenti orecchie oblunghe, strategicamente nascoste in tutti gli angoli della casa riuscivano a penetrare il  lavorio segreto di George. Infine iniziò un curioso andirivieni di gufi che planavano dolcemente nella finestra della stanza di George per poi ripartire.«Che cosa avrà in mente? Sul serio, cosa starà combinando?» chiese Ron per l'ennesima volta, seduto insieme a Harry in giardino dopo un allenamento di Quidditch, vedendo un nuovo gufo diretto verso la camera del fratello.«Non starà mica pensando di ..» Ron esitò un attimo prima di proseguire «Di.. che so, fare qualcosa di MOLTO PERICOLOSO?» chiese preoccupato «Qualcosa di molto pericoloso? Chi, George?»ripetè Harry con tono di esagerato stupore «Intendi dire di più pericoloso di volare con un'automobile babbana truccata o più pericoloso di  dare fuoco a una cassa intera di fuochi d'artificio magici? O forse intendi dire più pericoloso di di usare una pozione invecchiante per iscriversi al Torneo Tremaghi o..» Ma Ron lo interruppe bruscamente. «Basta, basta, ho capito. E' che sono preoccupato per lui. Lo sai, da quando Fred non c'è, è difficile per tutti, ma lui, di più, ecco» concluse con un tono di voce che tradiva profonda tristezza. «Io invece sono molto più preoccupato che George inizi a lavorare al Ministero! Ma te lo immagini? GEORGE? AL MINISTERO?» «Già, tutto quell'ingegno... Che spreco!»concluse Ron con un sospiro.
Finalmente arrivò il giorno in cui George uscì dalla stanza e fece un annuncio trionfante «Ragazzi, i Tiri Vispi sono tornati per farvi sognare!»Il giorno dell'inaugurazione le vetrine dei Tiri Vispi Weasley brillavano di decorazioni scintillanti, capaci di ipnotizzare qualunque sguardo. Quando la famiglia Weasley al gran completo arrivò, trovò il negozio già gremito.Un grande quadro sovrastava l'ingresso. Non appena lo vide alla signora Weasley si inumidirono gli occhi e commossa riuscì solo a mormorare «Il mio ragazzo!» La folla si accalcava davanti alle scaffalature su cui facevano bella mostra morbide puffole iridescenti di mille colori - amaranto, azzurro, smeraldo, rosse-; i bambini sgusciavano dalla stretta dei genitori per affondare le manine in barili variopinti stracolmi di crostatine canarine, merendine marinare e lecca lecca mollelingua. Gli espositori illuminati mostravano bacchette trabocchetto ben allineate e orecchie oblunghe.Gli scatoloni impilati di vari colori traboccavano di cappelli decapitati e frisbee zannuti. Le commesse in divisa arancione si muovevano rapide e sorridenti nel negozio. E con la divisa arancione erano anche Angelina e Lee, impegnati ad accogliere i clienti  e a mostrare la merce. «Ora capisco tutti quei gufi! Hanno fatto davvero un lavoro incredibile!» mormorò Harry ammirato. Un gruppo di ragazzini faceva capannello attorno ad un barile. Qualcuno si grattava furiosamente, altri cominciarono a rotolarsi in terra dimenandosi.  Harry, Hermione, Ginny e Ron si avvicinarono a loro. Sul barile era attaccato un grande cartello: «Attenzione, non toccare. Spara-Sprizzoli pruriginosi ». Iniziarono a ridere. In un angolo color confetto alcune ragazzine maneggiavano pozioni rosa e dorate parlottando sottovoce e ridacchiando. Harry, Hermione e Ginny erano rapiti «E' stupendo!» sussurrò Ginny, nascondendo il viso sulla spalla di Harry per non far scorgere la commozione. «Miseriaccia!» esclamò Ron con gli occhi spalancati e la bocca aperta per lo stupore «E' ancora più bello di prima! E guardate, ci sono delle squisitezze tutte nuove da provare!» proseguì sottovoce, arraffando una fetta di torta fragola e cioccolata, che solo a guardarla faceva venire l'acquolina in bocca. «Ron, non dovresti prendere niente senza chiederlo a tuo fratello!» lo rimproverò Hermione.«Nosenecogerànemeno!» farfugliò Ron con la bocca piena, tentando di  inghiottire la fetta di torta tutta intera il più velocemente possibile. Ginny lo guardò torva, pronta a rimbeccarlo, ma non fece in tempo: Ron iniziò a gonfiarsi sotto i loro occhi sempre più, viso, braccia, gambe. Rimbalzando e saltellando, tondo e gonfio come un palloncino si sollevò da terra fino al soffitto.«Ragazzi, che forza!Dovete provare anche voi!»urlò eccitato Ron continuando a  sgambettare e a dimenarsi a mezz'aria.«Hey, Ron, e con questo mi devi sei falci e otto zellini!» gli disse  con un sorriso malizioso George, che intanto si era avvicinato e gli allungò una pasticca verde pistacchio.«Butta giù!» proseguì spiccio. Ingoiata la pasticca Ron si sgonfiò pian piano e toccò di nuovo terra. «Allora, che ne dite dei nuovi Tiri Vispi Weasley?» chiese George guardandosi intorno con espressione di orgoglio. «E' bellissimo, George, davvero stupendo» gli rispose Harry «E il lavoro al Ministero della Magia?» proseguì  sorridendo con tono provocatorio «Temo che per un pò il Ministero dovrà fare a meno di me. Un bel pò, spero!» rispose George con una smorfia disgustata. Poi affondò la mano in uno dei barili, raccolse una manciata di sassolini colorati  e la diede a Ron «Tieni Ron, questo lo offre la casa!» proseguì con tono leggero. «Belli, grazie!» rispose estasiato «Ma cosa sono?» chiese tenendoli stretti in pugno.«Sassolini schizzafanga! Divertitevi ragazzi!» disse George allontanandosi. «Ah, voi tre, non stategli troppo vicino!» concluse, tornando indietro con un ripensamento.«Perchè? Perchè non possono starmi vicino?» gli chise Ron correndogli dietro. Ma nel far questo alcuni sassolini gli scivolarono dalle mani e in un attimo si ritrovò coperto di fango maleodorante da capo a piedi. Preso di sorpresa Ron tentennò e fece qualche passo indietro. «Ron, non avvicinarti! E togliti tutta questa fanghiglia molliccia di dosso» esclamò Hermione con una smorfia di ribrezzo, allontanandolo da sè.«E'rivoltante!» «Già! Rivoltante, nauseante, viscido, disgustoso»replicò Ron a bocca aperta «Semplicemente geniale!» Nessuno si accorse che dal  quadro un ragazzo dai capelli ammiccava sveltolando sorridendo trentasette galeoni, quindici zellini e tre falci.





  
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