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Autore: telesette    22/09/2011    0 recensioni
Per acquisire i micidiali poteri dei cercoteri, il Demone-Stregone Shang Tsung e i suoi guerrieri vengono mandati nella dimensione a cui questi appartengono. Dopo aver attaccato i membri dell'Akatsuki ed assorbito i cercoteri da essi catturati, Shang Tsung si ritira momentaneamente nell'Outworld con il suo bottino. Tuttavia ci sono ancora altre anime da prelevare e una di queste è proprio quella della Volpe a Nove Code presente nel corpo di Naruto.
Avvertiti del pericolo dal dio protettore dell'Earthrealm, Raiden, Tsunade Sama e i ninja della foglia si uniscono ai guerrieri dell'alleanza terrestre per affrontare un Mortal Kombat di dimensioni MASTODONTICHE...
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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Non appena Shang Tsung e i suoi guerrieri scomparvero oltre il portale, gli Akatsuki superstiti si radunarono attorno al corpo senza vita di Kisame. Itachi non riusciva ancora a crederci, ma anche Pain stesso sembrava stupito. Quel tizio di nome Shang Tsung non solo era riuscito ad assorbire nel suo corpo tutto il chakra dei Cercoteri in una sola volta, ma disponeva anche di una tale quantità di energia che perfino il capo dell’Akatsuki provò un brivido lungo la schiena. Non si trattava di un avversario umano ma neppure di un nemico come gli altri: il modo in cui parlava, l’aura malefica che sprigionava da lui, la facilità con cui aveva eliminato Kisame… Ma la cosa che più preoccupava Pain era il fatto che costui si fosse presentato come “servitore” di qualcuno, ovvero che esistesse addirittura qualcuno molto più forte di lui, perciò i dubbi assalirono la mente dell’Akatsuki al solo pensiero di trovarsi di fronte un nemico tanto potente.

- Niente da fare, è andato - confermò freddamente Kakuzo, girando il volto di Kisame per guardarlo negli occhi. 
- Ehi, ti dispiace non sbatacchiarmi così per favore? - protestò la testa di Hidan che Kakuzo reggeva ancora per i capelli. 
- Se non la pianti, ti butto via - rispose l’altro con uno scatto rabbioso. 
- Ehiehi, non facciamo scherzi, piuttosto riattaccami al resto del corpo! Ho un bisogno disperato di grattarmi il naso, con tutta la polvere che c’è in terra e… E… Eet… Etciù!

Itachi strinse gli occhi dolorosamente, ma senza trapelare alcuna emozione per il compagno caduto, dopodiché si volse a guardare Pain con aria interrogativa.

- Hai visto anche tu, vero?

Pain annuì.

- Abbiamo a che fare con qualcosa di ben più pericoloso dei ninja di Konoha - mormorò il capo dell’Akatsuki, sollevando lo sguardo verso l’alto. - Ho commesso un errore di valutazione, ma non ripeterò lo sbaglio una seconda volta!

 

***

http://www.youtube.com/watch?v=Bh82Uql9IfM

***

Quando il Team 10 riportò la notizia della morte di Asuma Sarutobi, per mano del misterioso clan degli Akatsuki, l’intero villaggio si unì in profondo lutto per la perdita del jonin. Le spoglie di quest’ultimo erano state disposte per la cerimonia funebre e tutti erano pronti a rivolgergli l’estremo saluto con gli onori dovuti al nobile e coraggioso ninja, caduto in missione per servire il suo paese.
Naruto non era presente al funerale, probabilmente era troppo scosso per prendere parte tranquillamente ad una cerimonia formale. Kakashi e Sakura lo avevano visto pochi minuti prima correre verso la foresta perciò decisero di seguirlo, soprattutto per assicurarsi che non commettesse sciocchezze. Una volta raggiunto il suo angolo segreto, in una piccola radura al riparo da occhi indiscreti, il ragazzo poté finalmente dare libero sfogo al senso di rabbia e alla frustrazione che gli bruciavano dentro. Combattere e allenarsi era il solo modo per diventare un ninja, poteva solo sforzarsi di diventare ancora più forte per difendere il suo villaggio, ciononostante le persone morivano e non c’era modo di riportarle indietro. Il maestro Asuma era un valente jonin e un guerriero di prim’ordine eppure era stato ucciso, senza alcuna pietà o compassione… A cosa servivano dunque tutto il suo impegno e la sua dedizione, se poi doveva semplicemente accettare che perdere amici e conoscenti in modo violento e sanguinoso faceva parte di una legge immutabile?

- Non è giusto - esclamò a denti stretti, sferrando un pugno micidiale contro un albero.

Il tronco e la corteccia si deformarono, sotto la pressione della forza mista al suo chakra, tuttavia Naruto non ci fece caso e continuò a colpire furiosamente accendendo i suoi pugni di un alone simile a fuoco azzurro. Nascosti in disparte, sia il maestro Kakashi che Sakura osservarono il giovane scaricare così la propria rabbia. Sulle prime Sakura pensò di andare a dirgli qualcosa ma, tenendola per una spalla, Kakashi le suggerì di lasciare perdere.

- Ha bisogno di accettarlo da solo - esclamò il jonin, puntando lo sguardo impassibile verso di lui. - Naruto è molto sensibile, per questo si impegna sempre a fondo per cercare di non deludere quelli che considera suoi amici… Purtroppo è anche molto testardo, spesso infatti tende a sentirsi responsabile per la loro sorte, e si tormenta con degli assurdi sensi di colpa! 
- Ma non può sentirsi in colpa per la morte del maestro Asuma, non ha senso!

Kakashi sospirò.

- E’ proprio questo il problema: “non ha senso!” Ma che lo abbia o no, lui continuerà a sentirsi inadeguato e a provare rimorso ancora e ancora… L’ombra di Sasuke incombe su di lui e non c’è niente che gli cancellerà dalla testa l’ idea di essere responsabile della vita di tutti, purtroppo è il suo chiodo fisso!

Mentre Kakashi parlava, il tronco si spezzò con uno schianto sotto i colpi di Naruto e alla fine cadde all’indietro con un tonfo sollevando un gran mucchio di polvere. Naruto rimase fermo e ansimante, col pugno teso davanti a sé, incapace di scrollarsi dalla mente tutti i fantasmi del suo animo. 
Improvvisamente qualcosa fischiò alle sue spalle, una specie di lungo arpione attaccato a una corda che per poco non rischiò di colpirlo.

- Ma che diavolo…

Naruto fece appena in tempo a spostarsi di lato e l’arpione si conficcò violentemente in quello che restava del tronco. Prima ancora che potesse voltarsi a guardare in faccia l’autore di quello scherzo, una lunga lingua da rettile sbucò dagli alberi e si arrotolò saldamente alla sua caviglia trascinandolo a terra.

- Maestro Kakashi - urlò Sakura preoccupata. 
- Presto Sakura, dobbiamo aiutarlo!

In men che non si dica, il jonin e il ninja-medico si precipitarono a fianco di Naruto. Questi era ancora a terra che cercava di liberarsi la caviglia da quella lunga cosa viscida e disgustosa ( peggio anche della bocca di Gamatatsu ), ad un tratto l’arpione puntò nuovamente contro di lui ma venne prontamente deviato dal kunai di Kakashi.

- Ma… Maestro Kakashi… Sakura - fece Naruto sorpreso. - Che cosa ci fate qui ? 
- Stupido, che razza di domande fai - rispose la rosa, mollandogli un cazzotto sulla testa. - Siamo venuti per aiutarti, zucca vuota! 
- Questo non è il momento di mettersi a litigare - suggerì Kakashi, puntando lo Sharingan verso i nemici nascosti.

Sakura e Naruto annuirono. Sakura scagliò uno shuriken verso il punto in cui doveva essere il proprietario di quella lingua mostruosa; questi rilasciò andare di scatto il piede di Naruto e il ragazzo poté rimettersi subito in guardia, stringendosi a fianco dei propri compagni. Subito dopo i nemici uscirono allo scoperto, si trattava di due ninja vestiti con colori sgargianti: uno di loro indossava una vistosa armatura gialla, con gli occhi completamente bianchi e privi di pupilla; mentre l’altro era vestito di verde e, attraverso la maschera che gli copriva buona parte del volto, si udivano i versi tipici di un serpente o giù di lì. Entrambi non assomigliavano a nessuno dei nukenin che erano soliti affrontare, ciononostante era indubbio che si trattasse di avversari sicuri ed estremamente pericolosi.

- Chi siete? - domandò Kakashi, tenendo il kunai all’altezza del mento. 
- La cosa non ti riguarda - rispose impassibile il ninja dagli occhi bianchi. - Siamo qui per il ragazzo, lasciatelo qui e andatevene!

Kakashi strinse gli occhi.

- E se non volessimo ubbidirvi ? 
- Vuol dire che ce lo prenderemo con la forza!

Così dicendo, l’avversario sguainò una spada affilata da dietro la schiena e fece roteare l’arpione nell’altra mano. Il suo compagno invece soffiò minacciosamente attraverso la maschera e, con un sibilo disgustoso, si mise a sputare in direzione di Kakashi. Il Jonin e i suoi allievi riuscirono ad evitare per un pelo la disgustosa sostanza verdastra che colpì invece il suolo con uno sfrigolo ribollente di acido corrosivo.

- Ma che razza di schifezza è? - gridò Naruto sconvolto, nel vedere la pozzanghera di terra sciolta da quella sorta di diavoleria liquida. 
- Fate attenzione ai loro attacchi - ammonì Kakashi, richiamando a sé il chakra. - Questi non sono avversari comuni, dobbiamo stare in guardia! 
- Va bene - risposero Sakura e Naruto all’unisono.

Nello stesso istante l’arpione del ninja dagli occhi bianchi sfrecciò rapido in mezzo al gruppo; i tre lo evitarono, balzando ognuno in direzione diversa, e risposero all’attacco convergendo il lancio del kunai nello stesso punto; l’altro deviò le lame grazie alla spada e richiamò a sé l’arpione per sferrare un nuovo attacco a distanza. Il mostro dallo sputo acido invece, dopo essersi reso invisibile con qualche trucco, cominciò a saltare da un albero all’altro con un’agilità fuori del comune; Kakashi fece fatica a seguirne i movimenti, pur servendosi dello Sharingan, e a malapena riuscì a sfiorarlo con tre shuriken scagliati in rapida successione. L’essere ricomparve immediatamente di fronte a lui e ingaggiò un rapido scambio corpo a corpo, alla fine Kakashi bloccò il suo impeto con un calcio al basso ventre; il nemico si raggomitolò su sé stesso e rispose con una sferzata della sua lingua lunghissima che investì in pieno Kakashi, scaraventandolo contro un albero poco distante.

- Maestro Kakashi - urlò Naruto, dimenticandosi dell’arpione che gli veniva incontro.

Kakashi fece appena in tempo a vederlo che la punta affilata trapassò la spalla del ragazzo, cacciandogli un forte urlo di dolore. Anche Sakura si ritrovò in seria difficoltà, con i polsi intrappolati dalla lingua di quella specie di rettile travestito da essere umano.

- Che ne facciamo della ragazza? - domandò il mostro dalla lingua lunga al compagno con l’arpione. 
- L’ordine è di riportare il ragazzo “vivo” a Shang Tsung - rispose l’altro senza battere ciglio. - Lei non ci serve perciò… 
finiscila! 
- Con vero piacere!

Così dicendo, costui rivelò la sua vera faccia irta di denti acuminati e si preparò a staccare la testa di Sakura a morsi, sotto lo sguardo impietrito di quest’ultima.

- Devo impedirglielo assolutamente - pensò Kakashi, concentrando tutto il chakra residuo nel palmo della mano e preparandosi a lanciare la sua tecnica del Taglio del Fulmine.

Non appena il chakra elettrico cominciò ad affluire lungo il suo braccio, Kakashi preparò il suo attacco. In quel momento però accadde qualcosa di straordinario. 
Sotto lo sguardo incredulo del jonin, il chakra nella sua mano cambiò forma e intensità e diventò una gigantesca massa lucente fuori controllo; prima che se ne rendesse conto, l’energia scaturita si dipartì da lui e si divise in due fasci a spirale che investirono in pieno i due ninja nemici costringendoli a mollare la presa. 
Sia Naruto che Sakura caddero a terra e, prima che potessero rialzarsi, i fasci elettrici fecero scuotere violentemente i corpi degli avversari come bambolotti infilzati sulla punta di una lancia. Alla fine li abbandonarono privi di sensi in mezzo alla vegetazione e, riunendosi a formare un solo e unico flusso tonante, le due masse di energia si unirono nuovamente per scaricarsi al centro della radura con un boato devastante. Kakashi dovette mettersi una mano davanti agli occhi per non rimanere accecato e, quando la luce scomparve, in mezzo a una zolla di terra bruciata era apparso un misterioso individuo dal corpo interamente avvolto di scariche elettriche bluastre.

 

( continua )

   
 
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