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Autore: ivi87    22/09/2011    9 recensioni
“Non andare..” sussurrò sua figlia.
Rick restò in silenzio, concentrato sulla ragazzina.
“Non tornare al distretto. Per favore..” riuscì a dire prima che gli occhi le diventassero lucidi.
nuova storia, nuova avventura.
Castle accetta la richiesta della figlia. Riuscirà a stare lontano da Kate? E se venisse a conoscenza di qualcosa di sconvolgente e pericoloso per Kate?
Buona lettura a tutte!! ;D
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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# Reazioni

 

Quando Kate aprì la porta lo accolse con un caldo sorriso.

“Ehi Castle, dieci minuti di ritardo, cominciavo a preoccuparmi” lo prese in giro.

In questi mesi di riposo forzato si era abituata alle visite dei suoi amici e alle loro premure.

Castle si presentava ogni mattina con un mazzolino di fiori.

Oggi margherite.

“Grazie” gli disse lasciandolo entrare “da domani il fioraio sarà disperato..” scherzò lei.

Domani. Eccolo lì il tasto dolente, non si era ancora nemmeno levato la giacca che già era saltato fuori. 

Kate cercò un piccolo vasetto e lo riempì d’acqua, sistemando i fiori.

Di solito si accomodava sul divano, chiedeva se c’era qualche faccenda da sbrigare e poi cominciava con le lezioni di cinematografia e musicologia.

In due mesi Kate era diventata una vera esperta e al passo con i tempi.

Castle proprio non si capacitava di come Kate fosse sopravvissuta tutto questo tempo senza aver mai visto i tre Mission Impossible o di come facesse a non sapere chi fosse Kanye West.

Così si era assunto il delicato compito di istruire la sua musa. 

Kate.. beh all’inizio era troppo debole per replicare, poi le lezioni cominciarono a piacerle e vedere Castle tutto illuminato mentre mandava al rallenty una scena di KungFu Panda era una gioia per gli occhi. E la faceva stare bene. Non la trattava da invalida ma al tempo stesso non le permetteva di muovere un dito. Lui era l’unica visita giornaliera che aspettava con ansia.

“Non ti siedi?” Kate lo riscosse dai suoi pensieri, vedendolo in piedi in mezzo al salotto.

“Ah, si...” Castle si tolse la giacca e l’appoggiò al bracciolo del divano.

Kate si sistemò al suo fianco.

“Allora come va oggi?” tentò di iniziare un discorso Rick.

“Benissimo, non vedo l’ora di tornare al distretto!” ripose eccitata con un meraviglioso sorriso in volto.

Era inutile cambiare discorso. Le si leggeva in faccia che l’argomento del giorno sarebbe stato il distretto.

“Già, sei radiosa, non stai più nella pelle” le rispose tentando un sorriso forzato.

“E tu? Non dirmi che non sei ansioso di tornare al 12° perché non ci credo!”

Ecco, ci siamo.

“Kate, io...” ma la donna non lo lasciò proseguire.

“Castle, a proposito, ho sentito dai ragazzi che il nuovo capitano è una tipa tosta, quindi, per favore cerca di essere il meno te stesso possibile!” gli disse seria ma con un leggero sorriso in volto.

“Kate..” le prese le mani per bloccare l’ondata di entusiasmo che la stava possedendo “io non verrò al distretto domani..”

Kate restò sorpresa per qualche secondo “Ok...dopodomani allora..” aggiunse.

Castle scosse la testa “No, io...non ti seguirò più nei casi...” legando i loro sguardi affinchè lei capisse bene il senso di quelle parole.

Kate istintivamente ritirò le mani, ferita. Castle notò subito la reazione di dolore nei suoi occhi e non le permise di sciogliere le loro mani. Strinse di più la presa.

“Aspetta, lasciami spiegare..”

“Ti sei stancato? Vuoi andartene?” Kate non stava urlando, ma nemmeno era un tono di voce normale il suo. Le parole uscirono strozzate dalla sua gola.

Always. Stay with me. Parole al vento, pensò Kate. Non significano nulla per lui.

“No, non è così, e lo sai!” disse risoluto senza mai smettere di guardarla.

Kate invece abbassò lo sguardo, offesa da quel continuo negare. Ma lo rialzò e lo puntò dritto nei suoi occhi appena lui parlò nuovamente “Me l’ha chiesto Alexis..”

Ora cominciava a capire. Le era praticamente morta davanti. Doveva essere parecchio scossa.

“E’ terrorizzata all’idea che mi succeda qualcosa. Non sono riuscita a calmarla...io.. non vorrei ma.. devo pensare a mia figlia, lei viene prima di qualunque altra cosa per me..”

Kate annuì debolmente. Capiva. Capiva perfettamente. Ma faceva dannatamente male lo stesso.

“E’ giusto...ha ragione lei, non dovresti più venire” riuscì a dire flebilmente, poco dopo.

Castle vide lo sguardo triste di Kate e anche se probabilmente non lo avrebbe mai ammesso, anche lei era molto dispiaciuta per quella separazione.

“Ehi, guarda che non ti liberi di me. L’Old Haunt è sempre aperto e il mio tavolo da poker non vede l’ora di soffiarti lo stipendio” disse per sdrammatizzare.

Un piccolo sorriso fece capolino sul volto di entrambi.

“Ci servirà un po’ di tempo.. per metabolizzare il cambiamento, ma vedrai che andrà bene..” le disse sinceramente “anzi, tu tornerai alla normalità e finalmente riavrai la tua scrivania, tutta quanta!” aggiunse scherzando.

Kate si unì alla risata ma in realtà Castle si sbagliava di grosso. Kate non sarebbe tornata alla normalità, perché ormai la normalità era lui.

Si rabbuiò al solo pensiero e Rick prontamente l’abbracciò.

Non c’era nulla di romantico o sensuale in quell’abbraccio. Più che altro sembrava disperato.

Un silenzioso e disperato saluto di due persone che non avrebbero mai voluto separarsi.

Guardarono l’ennesimo film insieme ma senza entusiasmo questa volta, solo per far passare il tempo, e quando all’ora di pranzo arrivò Lanie, le lasciò sole.

 

 

Quella domenica il tempo era mite e caldo, e anche se l’autunno era ormai alle porte si stava ancora bene in mezze maniche.

Richard si concesse una lunga passeggiata riflessiva a Central Park.

Molte cose sarebbero cambiate e come aveva detto a Kate, ci sarebbe voluto del tempo per abituarsi al cambiamento.

Si sdraiò sul prato e chiuse gli occhi.

L’immagine di Kate a terra, ferita e sanguinante lo colpì prepotentemente.

Riaprì gli occhi esausto, stringendo forte l’erba fra le mani.

Non c’era notte che non rivedesse quella scena. Gli occhi di Kate spegnersi.

Alexis non era l’unica rimasta sconvolta da quel giorno infernale.

Forse il non vederla di continuo avrebbe placato i suoi incubi.

 

A cena l’atmosfera era ancora tesa.

Alexis non parlava molto e lanciava occhiate furtive al padre.

“Gliel’hai detto?” domandò cauta.

“Si, stamattina..”

La ragazzina annuì debolmente ma preferì non chiedere come fosse andata.

Si sentiva in torto per averlo costretto a scegliere, ma la paura di restare orfana di padre batteva nettamente il senso di colpa.

“Ho mandato un messaggio ai ragazzi, li vedo stasera all’Old Haunt per dirlo anche a loro” spiegò.

Alexis abbassò lo sguardo sul suo piatto.

“Tesoro..va tutto bene, ormai ho deciso e non torno indietro” tentò di rassicurarla posandole una mano sulla spalla.

“Su, su, basta con questi musi lunghi!” sentenziò Martha porgendo loro 2 copioni “aiutatemi ad imparare la parte piuttosto! Figliolo tu leggi le battute dello scienziato pazzo, Alexis tu quelle della ragazza impaurita legata all’albero..”

“Ma che razza di copione è...” commentò Rick sfogliandone velocemente le pagine.

“E’ di un giovane artista emergente, estremamente affascinante!!”

“Ah ecco, ora è chiaro..” Rick pensò subito che il bello di quel copione stava nell’autore e non nella storia in sé. Fece l’occhiolino alla figlia che rise e cominciò a recitare le sue battute.

 

 

Salutò Tony, il barista, e si diresse nel suo ufficio. L’Old Haunt era chiuso ancora per una mezz’ora circa perciò potè aprire tranquillamente il passaggio segreto per scendere nel seminterrato.

Adorava stare là sotto. Si respirava ancora l’odore del proibizionismo.

Si sedette alla scrivania e spostò il libro contabile del bar.

Non era in vena di conti.

Guardò le foto che troneggiavano accanto al pc e prese in mano una cornice.

Alexis avrà avuto all’incirca tre anni, vestita da carota per Halloween e non potè non pensare alla giovane donna che invece aveva ora in casa.

La sua carotina era ormai cresciuta!

La rimise al suo posto e osservò la foto accanto.

Era stata scattata al distretto, il giorno del compleanno di Esposito.

Rick era tra Ryan e il festeggiato. Accanto a lui Kate e il capitano Montgomery.

Tutti e cinque sorridenti e con una birra ghiacciata in mano.

Non resistette a lungo senza perdersi nel sorriso di Kate. Chissà se sarebbe riuscito a sopportarne la mancanza.

 

 

Quando Ryan ed Esposito entrarono nel bar, lo trovarono dietro al bancone insieme a Tony. Risciacquava dei bicchieri canticchiando.

A Castle piaceva far parte dell’Old Haunt e non solo possederlo, perciò quando poteva si improvvisava barista.

“Due birre chiare sul conto del proprietario!” esclamò Ryan salutandolo.

“Yo bro, fa sempre uno strano effetto vederti lavorare, Castle!” aggiunse Esposito.

“Buona sera signori, scegliete pure un tavolo, vi porto subito da bere” rispose stando al gioco.

Ed infatti qualche minuto dopo li raggiunse con un vassoio e tre boccali di birra “per servirvi” disse sedendosi.

Brindarono e ne bevvero un sorso.

“Ragazzi, tenetevi liberi il prossimo Gennaio perché avrò bisogno dei miei due testimoni in piena forma!” esordì Ryan, una volta posato il boccale.

“Finalmente avete fissato la data?” chiese Esposito.

“Stiamo cercando un giorno in cui la chiesa sia libera e che vada bene anche al ristorante. Ci sono un paio di date che potrebbero andare, dobbiamo solo riuscire ad incastrare alcuni impegni..” spiegò il futuro sposo.

Castle levò nuovamente il boccale al centro del tavolo “Gennaio 2012” disse, un secondo prima di essere imitato dai due amici.

Bevvero e riabbassarono la birra.

“E due! Ci serve un terzo brindisi! Altre belle notizie?” domandò Javier battendo una mano sul tavolo.

“Lascio il distretto” buttò li Castle, non trovando momento migliore.

“Cosa?” esclamò Ryan sbattendo il boccale sul tavolo invece che posarlo normalmente.

“Yo, ho detto ‘bella notizia’! Che storia è questa?” disse quasi contemporaneamente Esposito.

Guardò i suoi amici esterrefatti e ne fu intenerito. Ci tenevano a lui lo poteva vedere dai loro occhi spalancati.

Doveva dare loro una spiegazione, certo. Ma decise che non avrebbe tirato troppo in ballo Alexis dandole la colpa. Perché sarebbe stato ingiusto. E falso. Non era solo per la richiesta di sua figlia che aveva accettato così velocemente di smettere di fare ricerche sul campo.

“Io..ho fatto tutte le ricerche che mi servivano e ora posso scrivere decine di libri..”

Esposito non se la bevve “Questa non è una novità, avresti potuto mollare da tanto. Perché proprio adesso?” Castle non rispose ma vide i due poliziotti scambiarsi un’occhiata d’intesa

“Hai litigato con Beckett? Te l’ha chiesto lei?” fu Ryan a parlare questa volta.

Castle sospirò, messo alle strette “Me l’ha chiesto Alexis..” disse solamente.

I due si rilassarono, ora più comprensivi.

Si erano aspettati di vederla spesso da Kate in questi due mesi di convalescenza e invece non l’avevano quasi più rivista. Giusto un paio di volte all’Old Haunt, ma sempre di fretta.

Avevano capito che la piccola Castle cercava di evitarli e sapevano anche il perché.

“Si è presa un bello spavento vero?” domandò Ryan

Castle annuì “...credo sia meglio così, mi serve una pausa..” aggiunse poi, lasciando in sospeso la frase. Non c’era bisogno di dire altro ai due detective. Loro sapevano bene che c’era anche un altro motivo.

Bevvero l’ultimo sorso di birra in silenzio prima darsi, già da subito, appuntamento per il poker.

Lo scrittore prese i boccali vuoti e li riportò al bancone del bar.

Mentre aspettava che Tony li riempisse nuovamente Lanie entrò nel locale e si avvicinò a Rick.

“Ehy scrittore, davvero te ne vai?” domandò triste.

Rick immaginò che gliene avesse parlato Kate dopo che le aveva lasciate sole.

“Non vado in guerra, non siate tutti così tristi, ci vedremo comunque..” disse sdrammatizzando.

“Ti conviene Castle, si fa presto a perdersi di vista anche tra persone che abitano nello stesso palazzo, sai?!” commentò lei abbracciandolo.

“Non succederà..” le rispose una volta sciolto l’abbraccio “..lei come sta?” chiese titubante.

Lanie sbuffò “La conosci, fa la dura..ma posso affermare con sicurezza che non l’ha presa bene, Castle..”

Cercò di stamparsi in faccia un sorriso, anche se un po’ tirato “Vedrai che ora che riprende a lavorare starà meglio..” vide il volto scettico di Lanie e proseguì “..e poi Josh si prenderà cura di lei..” l’espressione di Lanie divenne, se possibile, ancora più scettica.

Che diamine, non erano problemi suoi. Se l’era scelto Kate il fidanzato, no?

Represse immediatamente quel moto di rabbia, prese le birre e condusse Lanie al loro tavolo.

 

 

Angolo dell’autrice:

eccoci con il secondo capitolo!

Che ve ne pare per ora? Kate ha reagito in un modo, Ryan e Esposito in un altro.

Riusciranno a restare uniti?

Alla prossima!

 

(come sempre grazie alla mia adorata beta e alla consulenza di pilgrim81 per le scene Alexis/Castle ;D)

 

Ivi87

   
 
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