22/09/2011
5 recensioniLa (S)fortuna
di avere geni Nara
Era più sfinito nello spirito che, paradossalmente, nel fisico.
Sapeva ormai da anni che quella tiepida e tranquilla giornata autunnale sarebbe stata la sua croce da portare sulle spalle fino alla fine dei suoi giorni. Soprattutto ora che aveva allargato la sua cerchia di amicizie e conoscenze.
Non riusciva a capire perché, nonostante cercasse di evitare continue seccature e contatto umano, la sua personalità attirava sia gli uni che gli altri.
Anche quando cercava di sgusciare via da un lavoro indesiderato o da conversazioni inutili veniva stanato nel momento esatto in cui riusciva a rilassarsi, dicendosi un liberatorio e sospirato: Finalmente soli.
Tornando alla sua bestia nera, il giorno del suo compleanno, guardò sconsolato la marea di persone davanti a sé. Se si fosse trattato di una giornata normale non avrebbe avuto il terrore di incamminarsi in quella via principale, andare a comprare il pane e filarsela via con Choji a rilassarsi in un luogo possibilmente deserto.
Invece si ritrovò a calcolare la probabilità di riuscire a compiere quella missione disperata in meno di due ore. Nel migliore dei casi, si intende.
Sconsolato si avviò, già pronto ad affrontare una marea di persone che neanche conosceva, ma che erano entusiaste di salutare e complimentarsi con l'erede del clan Nara, così amato nel villaggio della Foglia.
Dopo essersi fermato una decina di volte e speso il triplo dei minuti con sconosciuti, riuscì a raggiungere il suo traguardo -le porte della città- miracolosamente illeso.
Riacquistata la sicurezza e il solito passo svogliato riprese la strada, con la certezza che, una volta chiusosi in casa, gli auguri sarebbero cessati.
Ma non riuscì nemmeno a finire quel pensiero che uno dei suoi incubi peggiori -insieme al compleanno- si stava avvicinando a lui, dopo averlo notato da lontano.
In realtà credeva che fosse confinata a Suna, a sbrigar pratiche per il fratello kazekage, visto che di affari urgenti che centrassero con Konoha, non ce n'erano.
Per un attimo, un misero ed infinito secondo, sperò che si ricordasse di lui; non che si aspettasse un regalo o un piccolo pensiero -era pur sempre la fiera ed orgogliosa Temari del deserto, dopotutto- ma anche un solo Auguri o qualcosa di simile...
Riuscì a reprimere quella tremenda ed irrealizzabile idea e lasciò che la ragazza dai quattro codini lo raggiungesse.
Stavano per accomiatarsi, andando ognuno per la propria strada, quando la bionda, fatto qualche passo verso il centro della città, si girò richiamandolo.
«Senti un po', pigrone, che ne dici di offrirmi il pranzo? Ancora non mi sono fermata ed ho un leggero languorino! » propose Temari, il solito sorriso smagliante e una strana luce negli occhi.
In principio Shikamaru la guardò scettico, erano mesi che le offriva i pasti e sapeva con dolorosa -per lui e il suo portafogli- certezza che mangiava sempre e solo a mezzogiorno spaccato.
Poi il volto del ragazzo si distese in un sorriso divertito, fece dietrofront, si mise al fianco della ragazza e con passo strascicato la accompagnò a pranzare.
Erano le quattro del pomeriggio.
NdA
Bene, anzi no, male. Ma è pur sempre il compleanno di Shika, quindi dai, è un bene!
Nonostante non sia soddisfatta neanche un po' di questa piccola cosina sono costretta a postarla (visto che ho saltato il compleanno di Tem T^T), anche per portare del buon nero nel fandom, insieme alle mie compagne di forum (il solito The Black Parade, per la cronaca BD)!
Per chi non lo avesse capito (sono la maestra nel non far capire le cose .-.) è nerissima questa storia, ma è terribilmente nascosto XD
Spero che sia comunque di vostro gradimento!
AUGURI NERO ANANAS PIGRONE <3