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Autore: Hidden Writer    23/09/2011    4 recensioni
Ti guardo negli occhi.
Quei tuoi splendidi occhi.
Non voglio aprire bocca, ho paura.
Paura di guastare ancora qualcosa.
Perciò sto in silenzio.
Perché questo silenzio può più di mille parole.
E.... rullo di tamburi... il bramato finale!
Spero che approverete, perché mi sto ammazzando di lavoro per scrivere ^.^
Se non hai letto né la storia Ricordami e né la storia In cerca di te,
NON LEGGERE QUESTA FANFIC, altrimenti primo:
non ci capiresti una mazza;
Secondo:
Ti rovineresti ogni sorpresa delle saghe precedenti.
Buona lettura ;)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

E, tanto per cambiare...

 

Trent

Non è facile spiegare, probabilmente sono fuori di testa, ma voglio prendere il primo volo per un posto lontano.

Però prima voglio andare a salutare Geoff, so che sta in ospedale e vorrei assicurarmi che stia bene.

Non so veramente cosa sia successo, so soltanto che ha avuto un infarto e che ha rischiato di freddarsi in un secondo, ma l'importante è che ora sia fuori pericolo.

Devo arrivare fino alla trentaquattresima strada. Un giochetto, visto che è ad appena cinquecento metri da qui. Mi sento però le gambe pesanti, tutto sommato. Chissà perché, forse quella non è proprio la strada dove dovrei andare, prima me ne vado e meglio è.

Ad ogni modo non posso lasciare così il mio amico, devo almeno salutarlo.

Così esco di casa.

 

Gwen

Bridgette è ridotta ad uno straccio, devo assolutamente farla andare a trovare Geoff. Verrò con lei, ha bisogno di compagnia. Solo che prima devo convincerla, lei dice che se vedrà Geoff in brutte condizioni il suo dolore aumenterà, perciò non vuole andare.

-Senti, Bridgette... Che ne pensi...-

-Cosa, Gwen?-

Leva la testa dal cuscino e mostra due occhi gonfi e arrossati.

-Che ne diresti di andare a trovare... Geoff?-

-Stai scherzando? Ti ho già detto che...-

-Lo so, ma lui chissà che cosa potrebbe pensare non vedendoti mai accanto.-

-E io? Non pensi che anch'io potrei sentirmi colpevole nel vederlo conciato male?-

-Ma non lo vedrai conciato male, Bridgette, lui sta...-

-Bene? Che ne sai tu?-

-Io...-

Come rispondere a quella domanda?

-Io credo proprio che non potrebbe essere più felice, se ti vedesse.-

Brava Gwen, hai detto la cosa giusta.

Difatti lei mi guardo sommessamente per dei minuti che sembrano secoli.

Poi si alza e prende la giacca, resta in attesa a guardarmi.

Sì, ce l'ho fatta.

 

Trent

L'ospedale ha dei neon che accecano solo a immaginarli. Ecco perché i medici di lì hanno quasi tutti gli occhiali. Mi sembra quasi di riconoscere un'infermiera.

-Toh, lo spericolato di Toronto...- Fa lei.

-S...salve?-

-Ma sì, non si ricorda di me?-

-Dovrei?-

-Lei è quello che due... no aspetti... tre mesi fa ha inciso la fiancata di un autotreno con la macchina!-

Ah, ecco chi era. L'infermiera.

-Ah, salve, senta, stavo cercando un tale alto, capelli biondi, occhi azzurri, palestrato... si chiama Geoff...-

-Oh, il tizio che si stava per risvegliare sotto un cipresso... si fa per dire...-

-Ha avuto un infarto...-

-Sì, certo... si trova nella sala fra il magazzino delle scope e l'ascensore.-

-Grazie.-

Cammino con calma, non devo correre, lui non può scappare.

-Hey, Geoff!-

-Uh, Trent, amico... come va?-

-A me lo chiedi? Non mi stupirei se ti attaccassero il pais-maker...-

-No... non sono mai stato così felice...-

-Ma come hai fatto a ridurti così?-

-Ehm... tienilo per te, ok?-

-Ok... ti sei spaventato per un film dell'orrore?-

-No, Bridgette è incinta.-

Passa più o meno mezz'ora di imbarazzo per me e tranquillità per lui. Risultato: silenzio.

Alla fine trovo il coraggio di rompere l'aria di cimitero che si è creata in quella sala.

-E... lo volevate?-

-Vuoi una risposta sincera?-

-Sì.-

-No.-

-Ah.-

-Già.-

-Però.-

-Eh...-

-Che dici, la finiamo di parlare a monosillabi?-

-Sì. Direi di sì.-

-E ora...-

-Vedi... quando Bridgette mi ha dato la notizia... mi è venuto in mente che quella strada... mi piaceva, mi attraeva sempre di più.-

-Però... mica male... ti facevo più spaventato a questa idea...-

-Io? Io non ho paura di niente!-

-Sì, senti, io dovrei andare, parto.-

-Cosa?-

-Vado...- Mi viene in mente solo un posto. -Vado in Giamaica.-

-E che c'è in Giamaica?-

-C'è... il caldo.-

-Ah sì?-

-Puoi scommetterci, ci sentiamo, ciao.- Sparisco dietro la porta.

Non ho il coraggio di dare altre spiegazioni. Ora devo andare al discount, devo fare scorta per il viaggio.

 

Gwen

Bridgette esce dalla stanza, sorride. Evidentemente Geoff non era né morto né mutilato.

Mi dice che lui sta bene, forse lo dimettono fra neanche due settimane. Poi comincia a raccontarmi in dettaglio ogni battuta del loro dialogo, con commento allegato, s'intende.

Sprizza quella genuina felicità da tutti i pori, a volte la invidio. Lei è felice, io no. Lei può sentirsi bene anche quando non è felice, io no. Lei ha avuto coraggio.

Io no.

Mentre lascio Bridgette davanti casa sua mi viene improvvisamente in mente qualcosa. Il frigorifero è vuoto.

Beh, non mi resta che fare spese.

Andrò al discount.

  
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