(
Le prime luci dell'alba filtravano dalla finestra illuminando il letto a
baldacchino dai colori argento e verde, sul quale giacevano due ragazzi...)
Ormai erano le sette del mattino e finalmente ero riuscito a farla
addormentare. Ginevra Wealey, la mia regina di inghilterra... avrei voluto
cingerle la sua vita sottile per sempre, tenerla tra le mie braccia e baciarle
la pelle fresca per l'eternità... proteggerla da qualunque pericolo, perchè era
la mia unica ragione di vita, era la mia aria, la mia acqua e la mia anima.
Guardai l'orologio era ora di alzarsi, sfiorai con le labbra la sua spalla
rosea e i suoi capelli di rame prima di sfilare lentamente il mio braccio da
sotto il suo gracile corpo in modo da non svegliarla.
Mi diressi in bagno, quando stavo per varcare la porta arrivò Blaise, con i
vestiti del giorno prima e la faccia di uno che aveva dormito si e no
un'oretta...
- Come stà?...-
- Si è addormentata un paio d'ore fa, è stata sveglia tutta la notte senza dire
una parola, non ha fatto neanche resistenza quando lo spogliata per farle
indossare la mia felpa... ma che cazzo gli è preso a Weasley? Come gli è
saltato in mente di dirgli quelle cose? Se lo vedo lo ammazzo non si doveva
azzardare a toccarla! - Diedi un pugno alla parete e voltai lo sguardo verso
quello che doveva essere il mio migliore amico, notai il suo sguardo di
rimprovero...- E non guardarmi così, come...-
-Se non fossero affari tuoi? Non lo sono Draco. -
- Fa male vederla così...-
- L'unica cosa che puoi fare e starle vicino...-
- Il tuo ragionamento non fa una piega se non fosse che lei non mi può vedere…-
- Ne sei sicuro?…Ora andiamo a colazione,siamo in ritardo e abbiamo le prime
due ore di pozioni ci manca solo la paternale di Piton…-
- Arrivo tu va avanti…-
- Ok, ma se ci metti più di dieci minuti me ne vado a lezione senza di te.-
Presi un foglio e una penna, scrissi circa dieci biglietti prima di considerane
uno accattabile, lo lasciai sul comodino e scesi per le scale del dormitorio
raggiungendo Blaise e sperando che l’angelo nel mio letto ci sarebbe stato
anche al mio ritorno…
“ Ben svegliata Weasley, io sono andato a lezione… spero ti troverai bene nella
mia umile dimora, puoi dormire quando vuoi ti farò giustificare per oggi, se al
contrario fremi dalla voglia di rivedere i tuoi compagni sfigati, spocchiosi e
irritanti, i tuoi stracci sono in bagno.
Draco
P.S.
Anche se te ne vai dobbiamo a parlare, quindi ti verrò a cercare.”
(Parole dure? Forse… Ma a volte dietro le parole ci sono emozioni, verità
nascoste… che sono celate da freddezza, dolore e bisogno di affetto…)
Mi svegliai verso le undici, ero stanchissima… mi alzai dal letto per andare in
bagno quando mi accorsi di non essere in camera mia… i colori dominanti erano
il verde e l’argento, mi ricordai della sera prima… delle parole di mio
fratello, delle forti braccia di Draco e di questa camera, poi il nulla…
indossavo solo una grande felpa grigia, doveva essere di Draco… Mi guardai allo
specchio ai piedi del baldacchino, sembravo una strega, i capelli erano in
disordine e avevo due occhiaie da far invidia ad uno zombie, riflesso nello
specchio notai un piccolo foglio bianco poggiato sul comodino, lo presi in mano
e incominciai a leggerlo silenziosamente, ogni parola era un insulto velato, lo
richiusi con violenza e lo lanciai sul letto.
Era chiaro che anche se me ne fossi andata mi sarebbe venuto a riprendere,
quindi decisi di dirigermi verso la mia meta iniziale e farmi una doccia calda,
aspettando il rientro del principe delle serpi, colui che mi aveva rubato il
cuore e che ora si stava divertendo a giocarci.
(Nella quiete della silenziosa biblioteca si sentivano i respiri di due
ragazzi, cresciuti troppo in fretta per la loro età con un peso eccessivo che
gravava sulle loro spalle…
Hermione Granger fissava un libro con uno sguardo perso chi sa dove…
Blaise Zabini era assorto nella lettura di alcuni documenti, lì posò sul grande
tavolo di ciliegio e guardò con aria stranita la compagna al suo fianco…)
- Piccola che succede?-
- Niente… sono solo un po’ stanca. - ( Quella scusa poteva andare bene per chi
non la conosceva, ma non per lui, per lui che sapeva leggerle dentro come un
libro aperto, non pensate male, non siate maliziosi… il loro rapporto era puro,
casto e soprattutto basato sulla fiducia… tutti e due parlavano e si
ascoltavano, non c’era nessuno che parlava sull’altro, nessuno che copriva le
loro emozioni, preoccupazioni o paure, il loro legame era limpido come l’acqua
e caldo come il fuoco.)
- Ne sei sicura?-
- Si non ti preoccupare.-
- Davvero? E allora perché stai leggendo il libro all’incontrario da più di
mezz’ora?- ( Soddisfatto di aver detto la sua, riprese i suoi appunti e si
rimise a leggerli… dopo pochi secondi sentì la sedia accanto alla sua sfregare
sul terreno e i passi di Hermione allontanarsi verso uno degli scaffali dove
erano posti vecchi tomi polverosi, quando non la vide più aspettò qualche
minuto prima di alzarsi e andare a cercarla… La trovò in una delle ultime
traverse appoggiata al muro con gli occhi chiusi e le braccia lungo il corpo…)
- Hermione…-
- Io non ci riesco…- ( Era un sospiro, una supplica, una richiesta di aiuto che
solo lui poteva accogliere, il ragazzo si avvicinò silenziosamente alla
ragazza, le prese le mani nelle sue e cominciò ad accarezzare il dorso di esse
lentamente, come per darle il coraggio di trovare la forza dentro di se per
aprirsi… Hermione fece un respiro profondo e cominciò a parlare. )
- Ron sta male, si è chiuso in se stesso… si sente abbandonato e non riesco a
fargli capire che ci sono, che ci sarò sempre per lui… Ha litigato con Ginny e
lei ieri notte non è ritornata a dormire non so dov’è, come sta, da quando il
signor Weasley è morto ha creato un muro intorno a se…
Mi sento impotente, inutile, non so cosa fare… come comportarmi, ho paura
Blaise aiutami…-
- Eih! Eih! Sta calma, primo non sei inutile…vedrai che tutto si sistemerà,
lasciali un po’ di tempo…solo un po’ di tempo…
- Tempo? Tempo? Blaise non abbiamo più tempo… stanno arrivando, presto
arriveranno, e dovremmo abbandonarli a loro stessi dovranno scegliere da che
parte stare e non so se sono in grado di farlo…- ( Dicendo quelle parole aveva
finalmente aperto gli occhi, per la prima volta in quel colloquio, ma le ultime
parole le morirono in bocca, mille dubbi le venirono in mente, Avrebbero fatto
la scelta giusta? Si sarebbero sentiti soli? Lei si sarebbe sentita sola?…
cercò di abbassare lo sguardo, ma Blaise non glielo permise, sciolse una mano
da quelle della ragazza e la portò sotto il mento, incrociò lo sguardo con il
suo e per un momento il blu petrolio si fuse con il cioccolato… una muta
risposta arrivò alle orecchie di Hermione, dopo di che le diede un bacio sulla
tempia e la lasciò ai suoi pensieri sparendo da dove era venuto…)
Quella camera era così grande, fredda e impersonale... proprio nello stile di
Malfoy, dopo essermi fatta una doccia calda mi ero rinfilata i vestiti della
sera prima, lavati e strirati alla perfezione da chissà quale anima pia...
Forse era questo quello di cui mi sarei dovuta dedicare, una volta entrata
nella vita di Draco, a fare la schiava, quanto ero stata stupida nel credere
che lui avesse un cuore, che mi avrebbe aiutato e capito, che mi avrebbe amato
e protetto... ma allora perchè il mio maledetto cuore accellerava i battiti
ogni volta che lo vedevo, che gli sputavo addosso la mia rabbia.
( Quella ragazza arrabbiata con il mondo, con il ragazzo che amava ma
soprattutto con se stessa, non si era neanche accorta che il ragazzo che aveva
catturato i suoi pensieri era dietro le sue spalle)
Era così bella che sembrava un angelo, era sdraiata sul mio letto così immenso
per la sua fragile figura, in posizione fetale sembrava ancora di più una
bambina ... sapevo che odiava essere paragonata a questo, ma la sua ingenuita
era infantile a volte oscurata dalla sua rabbia e dal suo dolore...
- Come va?-
- Dimmi quello che vuoi così posso andarmene.-
- Volevo parlare di ieri...-
- Non credo siano affari tuoi...-
- Davvero? Che ti piaccia o no io ieri ti ho consolato ti ho tenuto tra le mie
breccia ti ho impedito di rifare quel maledetto sogno... ho il diritto di
sapere...-
- Malfoy tu hai perso i diritti su di te nel momento in cui hai infilato la
lingua nella gola di quella tria della Parkinson... Li vuoi riprendere, i tuoi
fottuti diritti? Forza sono qui prendimi, picchiami uccidimi, muoviti cosa
aspetti...- La sua voce era isterica frustata, piangeva e si avvicinava a me
cercava di baciarmi, colpiva il mio torace con piccoli pugni, sembrava ana
pazza... cercai di calmarla, ma era tutto inutile, continuava a piangere e a
singhiozzare. La immobilizzai tra le mie braccia e incominciai a cullarla,
posandogli dei piccoli baci sui capelli... - Calmati... calmati.-
- Perchè? Perchè mi hai abbandonato, perche mi hai tradito!!!-
- Mi dispiace, mi dispiace tanto, ora sono qui con te e non me ne vado...-
- Io non ce la faccio a perdonarti, io non posso, non posso permetterti di
ferirmi ancora...-
- Ora non ci pensare, adesso tu esci di qui e vai nel tuo domitorio ti cambi e
vai a prendere un po' d'aria. Ti farà bene... d'accordo?- Annuì con il capo sul
mio torace, aveva ragione l'avevo fatta soffrire, ma io sapevo che ben presto
ci sarebbe successo qualcosa e non volevo che il suo ultimo ricordo fosse il
litigio con suo fraterllo... Si srtaccò da me e uscì dalla stanza in
silenzio... Avevo sentito la Granger e Blaise parlare della profezia... Non
c'era nessun legame eravamo noi i prescelti.
( La sala grande era in grande fermento, il caos era indescrivibile, tutti i
tavoli erano pieni, ma c'era ancora qualche buco appartenente al ritardatarioi
di turno... ma quel giorno una ragazza dai lunghi capelli corvini face
particolare attenzione al commensale mancante al tavolo dei Grifondoro,
all'improvviso silenzio un grande gufo dall'andatura regale si posò sul tavolo
dei serpeverde, precisamente davanti a quella ragazza nominata prima. L'uccello
porse la zampa a Pansy che sfilo la lettera attaccata con molta delicatezza.
L'apri e in cominciò a leggere, intanto il caos era tornato a regnare tra le
mura di quella grande stanza.Meraviglioso l'incubo era tornato, la ragazza si
alzò e si diresse verso l'entrata, aperta questa uscì e cercò quella persona,
importante nella sua vita l'unico che l'avrebbe consolata senza forzarla a
parlare. In un angolo del corridoi c'erano Harry Potter ed Hermione Granger che
stava no parlottando tra di loro. Il ragazzo dai capelli corvini e scompigliati
stava ascoltando attentamente le preoccupazioni della ragazza che gli stava davanti.)
- Harry, ma dov'è Ron?-
- Ha detto che non aveva fatto i compiti e che quindi si voleva saltare le ore
di lezione pomeridiane.-
- E' strano da un po' di giorni a questa parete, è irritabile e poi da ieri
dopo il litigio con Ginny è sempre assorto nei suoi pensieri.-
- Lo so, ma vedrai che se avra bisogno di sfogarsi verrà da noi.-
( Harry non credeva in quello che diceva ma ci sperava ardentemente.)
( Pansy corse, corse a perdifiato, arrivò al terzo piano, si fermò davanti al
freddo muro di pietra… e desiderò vedere quella porta con tutte le sue forze.
Apparve pochi minuti dopo, la aprì lentamente, come se avesse paura che una
volta aperta, quella le avrebbe fatto vedere qualcosa che non voleva vedere.
Entrò nella stanza, era silenziosa arredata con semplicità. Un letto a
baldacchino era posto in fondo alla camera e un divanetto era posizionato
davanti ad un camino acceso… Un ciuffo di capelli rossi sbucava da sopra la
spalliera del divano. Chiuse la porta rivelando la sua presenza al ragazzo…
Ronald Weasley ,il penultimo discendente della sua famiglia, alto con un fisico
asciutto e le lentiggini, che caratterizzavano la sua stirpe, gli ornavano il
viso, si alzò dal divanetto e si fermò ad osservare la ragazza che gli stava
davanti, era bella, la più bella che lui avesse visto, con i suoi capelli
corvini, sciolti, che le ricadevano dolcemente sulle spalle, il suo seno
abbondante, il suo fisico longilineo e slanciato…Ron fece alcuni passi verso la
ragazza e la strinse a se con forza come se fosse un ancora, il suo pezzo di
Titanic, quella cosa che l’avrebbe salvato, che l’avrebbe fatto rimanere in
vita… La ragazza rispose al suo gesto posandoli una scia di dolci baci sul
collo e stringendolo a sua volta.)
- Ciao…-
- Ciao, Come mi hai trovato?- ( Erano parole sussurrate, un patto tra loro che
nessuno doveva sapere che nessuno poteva rompere.)
- Ho sentito Potter e la Granger dire che avevi intenzione di saltare le
lezioni del pomeriggio, così sono venuta nell’unico posto in cui avresti potuto
nasconderti senza correre il rischio di essere scoperto…- ( Ron alzò il viso
dalla spalla di Pansy posando la fronte su quella della ragazza, ma rimase lo
stesso con gli occhi chiusi.)
- Stai bene? Ho saputo che hai litigato con tua sorella. -
- Ora si, le voci girano in fretta è?-
- Vuoi parlarne?-
- No voglio solo tenerti vicina a me.-
- Vieni...- ( Pansy gli prese la mano e lo condusse verso il letto.)
- No aspetta, ti dispiace se ci mettiamo sul divano? Fa più caldo.-
- ok.- ( Si sdraiarono su di esso, Pansy appoggiata con la schiena alla
spalliera e Ron nella parte più esterna, guardava il fuoco e non parlava, si
lasciava accarezzare dalla ragazza, che a intervalli ragolari gli posava dei
baci sulla tempia, nell'incavo del collo e sulle forti spalle. La picola mano della
ragazza passava nei capelli, scompigliandoli affettuosamente e poi sulle
braccia, cercava di riscaldarlo, da cosa? Forse dal gelo che si era abbattutto
in quel periodo sul castello o forse, per riscaldarsi a sua volta. Senza
nemmeno accorgersene incominciò a piangere ripensando al gelo che aveva provato
in quelle umide prigioni, al freddo odio che aveva provato guardando allo
specchio i segni delle frustate inflittele da suo padre per aver provato a
fermarlo, e al ribrezzo che provava per sua madre, piccola donna impotente,
troppo spaventata per imporre la sua volontà. Ron sentì i singhiozzi della
ragazza e si rigirò nel suo abbraccio fino ad arrivare a guardarla negli occhi,
quegl'occhi scuri umidi di lacrime amare non le appartenevano, era stata sempre
forte, ma qualcosa si era rotto nel suo animo. L'ombra di mistero e di terrore
che si stava diffondendo sul castello si era ripercosso su tutti gli studenti e
non solo... Incominciò ad asciugarle quelle goccie cristalline...)
- Scusami...-
- Shhh..va tutto bene ora ci sono io... Ti va di dirmi perchè sei venuta a
cercarmi???- (Pansy annuì e Ron l'abbracciò posandogli un bacio sulla
tempia...)
- Ho ricevuto un messaggio dai miei genitori, vogliono che ritorni a casa per
la setimana di sospensione delle lezioni... Non voglio ritornare in quella
casa, non voglio rivederli...-
- Non ti preoccupare ti porto via... non gli permetterò di farti ancora del
male.-
( Ron ricordava bene il primo incontro con la ragazza, dopo che aveva consolato
Ginny quando voleva pestare Malfoy a sangue... era uscito dalla scuola più
furente che mai e l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto vedere era lei.
La causa che aveva scatenato tutto... Pansy Parkinson. Stava seduta sugli
scalini di dura pietra, con la testa appoggiata alle ginocchia, Ron aveva tutta
l'intenzione di oltrepasarla ingnorandola, in quel momento aveva bisogno di
tutto furchè sentire quell'odiosa vocina stridula che ti spaccava il cervello.
Questo, però non era successo appena sorpassata, la ragazza aveva alzato lo
sguardo sul rosso che le era passato davanti e aveva incominciato a parlare.
- Weasley ti faccio così schifo che neanche mi saluti?...- Un ghigno si era
dipinto sul volto di quella ragazza, ma era diverso dagli altri senza disprezzo
verso di lui senza reale divertimento...
- In questo momento? Si sei la seconda persona che mi fa più schifo.-
- Davvero? Credo che sia inutile chiederti la prima, scommetto che è Malfoy...
neanche in questo riesco ad avere la prima posizione...- Le ultime parole erano
quasi un sussurro, appena udibile dalle orecchie dell'interlocutori... La sua
voce era cambiata Ron sentiva tutta la tristezza e l'amarezza che la ragazza
provava per se stessa e probabilmente per tutto il mondo circostante... ma
ancora non poteva capire quanto odio le persone possono servare nei propri
confronti, quanto le apparenze possano ingannare...
- Già neanche in quello... Parkinson sei la ragazza più meschina che io conosca
ma nonostante questo non sei riuscita a farti odiare da me quanto Malfoy, tu sarai
sempre responsabile della morte di mio padre ma il rancore di mia sorella verso
di te è già una punizione sufficiente...-
- Scusami...-
- scusami?...SCUSAMI?- Nel cortile rieccheggiò la risata nervosa di Ron, quel
suono isterico lasciò posto sulo alla sue urla e al fruscio delle foglie mosse
dal volo delgli uccelli - PENSI CHE DELLE STUPIDE SCUSE POSSANO BASTARE?! CHE
TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO DOVUTO AFFRONTARE SI POSSA CANCELLARE CON UNA STUPIDA
PAROLA SENZA IMPORTANZA? SVEGLIATI PARKINSON, IL MIO MONDO NON E' TUTTO ROSA,
FIORI SOLDI E BELLE CASE COME IL TUO... IO NON CHIEDO E TUTTO MI E' DATO...-
- Ma cosa ne sai tu della mia vita è?cosa? vuoi vedere la mia bella vita
guarda! VUOI VEDERE COSA MI HANNO FATTO I MIEI AMOREVOLI GENITORI?- La ragazza
si girò di schiena , si portò i lunghi capelli neri davanti e alzò la
camicia,mostrando delle piccole ciccatrici e altri segni rossi ancora freschi
sulla pelle color perla. Il rosso per la prima volta nella sua vita capì che
forse prima di giudicare bisogna conoscere.- non dici niente? NON PARLI? QUESTA
E' LA PUNIZIONE PER AVER TENTATO DI FERMARLI! SAI QUANTO MI E' COSTATO DIRE
QUELLE FOTTUTISSIME SETTE LETTERE? Cosa mi è costato ammettere con me stessa
che sono gelosa della vostra familia? Di come vi prendete l'uno cura
dell'altro... Distruggere la felicità di tua sorella con Malfoy è stato un modo
per farle provare un po' di tutto quel dolore che ho provato io da quanto sono
nata, ma non è servito ad altro che a farmi sentire una serpe e a capire che
Draco non mi ha mai amata...- Pansy aveva smesso di parlare e si era girata in
lacrime guardandolo negli occhi, in quegl'occhi marroni, che stavano tentando
di capire qualcosa. - Mia sorella e Malfoy? Avevo qualche sospetto, ma non
chedevo che mia sorella fosse tanto stupida da cercare dolore.- - Weasley non
capisci niente, se prima di parlare guardassi, ma guardassi veramente ti
risparmieresti un sacco di arrabbiature... prima di menare Malfoy e tua
sorella, prova a soffermarti sullo sguardo che Draco le riserva, poi agisci.-
Con queste ultime parole si asciugò le lacrime che stavano scendendo copiose
sul volto e se ne andò.
Ora erano lì su quel divano abbracciati e lei piangeva di nuovo per la seconda
volta nella sua vita... Era il momento per Ronald Weasley di diventare uomo, di
combattere per ciò in cui credeva, di proteggere quel fragile fiore nelle sue
braccia e di annunciare al mondo che lui l'avrebbe amata per tutta la vita. Già
Ronald si era innamorato della figlia dell'assassino di suo padre. Ed aveva
finalmente capito che i figli non sono responsabili delle azioni dei genitori.
)
( Un velo di tranquillità regnava sulla scuola di magia...il sovrano era il
silenzio interrotto solo dai passi regolari di un ragazzo dagli occhi color
speranza, questo aveva rappresentato Harry Potter per i maghi, la speranza di
una vita migliore... Stava passeggiando nei corridoi prima di andare alle
lezioni pomeridiane, quando passando davanti all'ufficio della professoressa
Mcgranit, questa gli fece segno di entrare, il ragazzo ubbidì e si richiuse la
porta alle spalle.
La donna sulla sesantina aveva un aria più seria del solito i capelli grigi
erano lagati in una dolce treccia arrotolata su se stessa dietro la nuca, il
sorriso di circostanza era svanito dal viso segnato dal tempo, aprì la bocca e
incominciò a parlare con la solita calma...)
- Signor Potter il preside la vorrebbe nel suo ufficio insieme alle signorine
Granger e Weasley, hai signori Malfoy Zabini e Weasley. Prima di andare dal
preside vada a chiamare Ronald Weasley...-
(Il ragazzo rimase immobile davanti alla donna, aveva finalmente l'occasione di
togliersi tutti i dubbi sulla situazione, bastava una piccola
domanda:"Cosa stà succedendo? Chi sta arrivando? Cosa centrano Draco
Malfoy e Ginny Weasley con i prescelti?" Ok forse un po' più di una
domanda, ma la paura di sapere era più forza della voglia di conoscere... la
donna alzo lo sguardo spento dal tempo e disse:)
- Deve dirmi qualcosa Potter?-
- No, mi scusi vado a cercare Ron...-
( Salì le scale del suo dormitorio e arrivato ai piedi del suo letto aprì il
baule intarsiato, dal quale tirò fuori una pergamena logorata dal tempo, dove ,
dopo aver pronunciato una formula, apparve una pianta della scuola con segnatio
li spostamenti di tutte lepersone al suo interno, vide Hermione e Zabini in
Biblioteca, Malfoy in cam,era sua, Ginny in cortile e Ron... non ci poteva
credere nopn poteva essere, doveva vederlo con i suoi occhi... Arrivò al
corridoio del terzo piano, trafelato dalla corsa.Non poteva crederci era la
verita, Ron era insieme a Pansy Parkinson... non solo era in compagnia della
più subdola oca che ci fosse in quella scuola, ma la stava baciando, stava
baciando una Serpeverde... Si sentiva svuotato, triste e tradito, ma forse il
suo migliore amico non gliel'aveva detto perchè sapeva che avrebbe reagito
così... Arrivò alle spalle dei due amanti e si schiarì la voce, così che i
ragazzi si accorgessero della sua presenza. Non appena Ron vide il suo migliore
amico alle spalle della ragazza si stacco dal muro e fece da scudo alla
ragazza, forse aveva pauara che Harry avrebbe potuto avere una reazione
violenta a quella situazione, ma il bambino sopravvissuto si limitò a stringere
i pugni e a parlare..)
- Non me lo sarei mai aspettato da te, ma forse aveva ragione Ginny quando lo
lasciata mi ha detto: " Non si conosce mai una persona fino in
fondo"-
- Harry io...-
- Non darmi spiegazioni, tienile per tua sorella... perchè non lo accetterà e
tu lo sai...-
-Hai ragione non ti devo nessuna spiegazione...-
- Già ho ragione... non la prenderà bene e lo sai, sai cosa pensserà?-
- Illuminami.-
- Che te la stai facendo con una grandissima puttana che ti farà soffrire, ma
quello che è ancora più grave è che ti stai facendo l'assassina di tuo
padre...-
- Pensavo che almeno tu mi avresti appoggiato, ma evidentemente mi sbagliavo...
iop la amo e se dovesse essere necessario mi metterò contro tutti voi... lei
non è una assassino, e tu prima di tutti dovresti sapere che figli non sono
responsabili delle azioni dei figli...-
- Io non so proprio niente io mi limito a costatare la realtà dei fatti...
Comunque Silente ti vuole nel suo ufficio per un' assemblea.- (Il ragazzo dai
cxapelli corvini si girò e fece per andarsene quando la voce del rosso lo
fermò.)
- Hai solo questo da dirmi?-
- Si...- ( La loro amicizia era veramente finita? Era vero che Harry si
limitava alla costatazione dei fatti... forse per lui quelli erano i fatti, ma
per altri obbiettivamente Ron non aveva tradito nessuno si era solo innamorato
di una persona diversa rispetto a quella che tutti si immaginavano.)
(Un corvo nero si poso sul davanzale di quella piccola finestra dello studio di
Silente, al suo fianco c'erano Minerva Mcgrannitt e Severus Piton. Due occhi
attenti osservavano l'ucellino da sempre posrtatore di sventura...)
- Bene, come sapete la prossima settimana le lezioni verranno sospese a causa
di un ispezione del ministero, per questo, siccome avete dovuto subire un forte
stress in questi giorni in concomitanza coni direttori delle vostre case,
abbiamo deciso di mandarvi in una località mondana per questi giorni.-( Per la
prima volta lo sguardo vacuo di Harry fuori dalla finestra si spostò sugli
interlocutori.)
- Insomma il ministero non deve sapere di questa cosa, non c'è bisogno di
mandarci via, terremo la bocca chiusa...-
- Signor Potter ringrazi...-
- Severus calmati, ragazzi avete bisogno di staccare per questo vi mandiamo là
e in oltre sarete più sicuri. Ora andate.-(Uscirono tutti compresi i direettori
delle casate. Piton inviperito e una Mcgranitt perplessa dal comportamento del
giovane Griffondoro... Tutti tranne uno...)
- Signor Weasley mi deve dire qualcosa?-
- Si, vorrei chiederle di portare la signorina Pansy Parkinson con me nella
baita in montagna.-
(Tutti
nella scuola sapevano la grande notizia… tutti erano allibiti per la strana
coppia che si era venuta a formare, solo una persona non l’avrebbe mai
accettata, almeno per ora non ci sarebbe riuscita… Ginevra Weasley.)
E’ solo un egoista con tutte le ragazze che ci sono lei, la responsabile di
questo periodo di merda… colei che fa parte dei Mangiamorte…Neanche me l’ha
detto di persona, lo sono venuta a sapere dalle voci che girano a scuola.
Questo non doveva farlo. Mentre passo tutti mi guardano, ma che avete da
guardare? Non vi preoccupate tra pochi minuti sarà tutto finito…
( Pensava questo Ginevra Weasley mentre camminava furiosamente per i corridoi
del castello, i vestiti smessi che indossavano volteggiavano all’aria per la
furia con cui camminava, i capelli rossi cadevano scomposti sulle spalle…
Definirla non era corretto, sembrava più un demone dell’inferno… Ginny svoltò
l’angolo che portava nella Sala Grande e vide colei che occupava i suoi
pensieri, i capelli tirati indietro da una mollettina a forma di fiore bianca,
in coordinato con la camicetta della divisa, gli occhi di un cucciolo
bastonato, sola! Allontanata da tutti i suoi compagni Serpeverde, d'altronde
gli aveva disonorati, si era messa con un babbanofilo e ora ne pagava le conseguenze…
La furia rossa si avvicinò alla ragazza. Le tocco la spalla non troppo
delicatamente e incomincio la sua sfuriata senza ne capo ne coda.)
- Sei contenta ora? Te lo sei fatto… cosa vuoi da lui? Qualcun altro dei miei
familiari… non ti è bastato uccidere mio padre?- ( Parlava con una calma
innaturale, le parole erano sibili taglienti e le pupille erano piccole fessure
nere… i ragazzi presenti si aspettavano che la Weasley sputasse fuoco dalla
bocca da un momento all’altro…)
- Io non ho ucciso nessuno… io non sono responsabile della morte di nessuno…
sia chiaro Weasley mi dispiace per la morte di tuo padre… ma tuo fratello mi
piace sul serio quindi non lo lascerò.-
- Ma non vedi in che stato ti sei ridotta? Sola come un cane… Come ci si sente
ad essere ignorata dai tuoi stessi amici? Come ci si sente ad essere presa in
giro tutti i santissimi giorni per le proprie scelte?-
- Sei un essere spregevole… tutti declamano la bontà dei Grifoni! La loro
capacità di perdonare… Sei sicura di non aver sbagliato casa?-
- Fai un favore a tutti… sparisci dalla vita di mio fratello e dalla mia …-
- Te lo già detto piccola non sparirò della vita di Ronald, è l’unico che ha
avuto fiducia in me non ho nessuna intenzione di mollarlo, proprio adesso che
ha bisogno di me, perché una stupida ragazzina non vuole cedere all’orgoglio e
farsi aiutare!-
- Come osi? SARAI RIUSCITA AD INCANTARE MIO FRATELLO MA NON RIUSCIRAI A FREGARE
ME!…-
( La ragazza protese il braccio verso l’alto come per dare uno schiaffo, ma una
voce, silenziosa fino a quel momento parlo…)
- Non osare sfiorarla, neanche rivolgerle la parola… Stai dimostrando di essere
una ragazza superficiale, che non è capace neanche di guardare oltre le
apparenze, finchè non ritroverai la Ginny, quella che veniva a parlare con me
la sera, quella che riusciva a sorridere quella che è riuscita a far innamorare
un Malfoy di lei e che per lui si sarebbe messa contro tutti… Quando ritroverai
quella ragazza fammi un fischio fino ad allora, pensa a queste mie parole.-
- Lei ha ucciso papà come puoi anche solo toccarla…-
- Tu dovresti essere la prima a capire i miei sentimenti, Pansy non ha fatto
niente suo padre ha ucciso nostro padre come Draco non ha ucciso gabbani e
magonò è stato Lucius, ma tu questo lo sai. Sei diventata la persona più
irresponsabile e disprezzabile che io conosca.-
- Prima di giudicare gli altri, guarda te stesso Ron.-
- Ginevra io ti ho guardato sei tu che in questi ultimi tempi non ti sei
vista.-
Forse ha ragione lui dovrei solo andarmi a nascondere dentro una stanza piena
di specchi e guardare il mostro che sono diventata.
Arrivai nel giardino della scuola, mi sedetti sotto il ciliegio davanti al lago
e incominciai a pensare alle parole di Ron: “Pansy non ha fatto niente suo
padre ha ucciso nostro padre come Draco non ha ucciso gabbani e magonò è stato
Lucius, ma tu questo lo sai. Sei diventata la persona più irresponsabile e
disprezzabile che io conosca.” Forse mi ero veramente trasformata in un mostro
senza pietà. Sentii dei passi alle mie spalle, mi voltai e incrociai una
sguardo verde speranza.
- Harry…-
- Non lo sei…-
- Che cosa?-
- Un mostro… stavi pensando a questo giusto?-
- Si, ne sei sicuro? -
- Diciamo che hai perso la via… lo sai tu e lo so io che Ron è stato brusco
solo perché ti vuole bene ed ora starà pensando a quello che ha fatto
pentendosi.-
- No, non lo farà. Almeno non fino a quando qualcuno non gli andrà a parlare.-
- Anche questo è vero…-
- io non ci riesco ad accettarla, lei …lei è…-
- Lei è Pansy, lo so, ma tuo fratello è felice con lei. Sorride ed era da molto
tempo che non lo faceva… quindi non ti chiedo di diventarle amica, ti chiedo di
accettarla e di sostenerlo nelle sue azioni…-
- Lo sai che lo farò… io lo amo. Lui è come un secondo padre per me…-
- Ti voglio bene Harry…- ( Il ragazzo si avvicinò a Ginny e l’abbraccio
fraternamente, l’antica passione tra i due era sparita, svanita senza lasciare
nessuna traccia.)
( Il corridoio silenzioso lasciava spazio ai loro respiri e hai loro
sussurri...)
- Ti ha fatto male...- (Il ragazzo parlava mentre teneva tra le mani il volto
della ragazza che amava...aveva bisogno del suo calore di sentire la sua pelle
di pesca sotto le sue dita.)
- No non mi ha neanche sfiorato... parlale è testarda e determinata come
qualcuno che conosco...-
- Mi sento preso in causa...-
- Qualunque riferimento è puramente casuale… a parte gli scherzi… non accetterà
mai la mia presenza nella sua vita.-
- Dovrà accettarlo se mi vuole bene…-
- Non farlo…-
- Cosa?-
- Non mettere la tua attrazione nei miei confronti prima dell’amore per tua
sorella…-
- Non è attrazione quella che provo per te, io mi sono innamorato di te Pansy
Parkinson.-
- Ripetilo…-
- Io ti A-M-O.- (Sillabò ogni lettera di quella dolce parola che dopo tanto
tempo era riuscito a pronunciare e con quella lettere le loro bocce si unirono
in un tenero e passionale bacio che suggellò la loro promessa.)
( Le lezioni del pomeriggio trascorsero tranquille tra una chiacchierata e
l’altra, e al contrario dell’umore degli alunni della scuola il tempo
peggiorava e i nuvolosi all’orizzonte si avvicinavano, creando, così,
l’oscurità.
Nel dormitorio di serpaverde, un angelo biondo stava preparando le valige per
il viaggio imminente.)
Aprii l’armadio e ne trassi dei Golfini pesanti, dei pantaloni di jeans con
l’interni in lana lavorata e una tuta da sci. Quest’ultima mi cadde di mano
facendo uscire dalla tasca dei pantaloni un piccolo tovagliolo di carta con un
messaggio scritto in penna nera macchiato in alto dal del caffè… Le parole di
quel biglietto?… Ti amo tanto. Me lo ricordavo quel giorno erano allo sciale di
montagna Malfoy, una delle tante proprietà di suo padre. Erano seduti al tavolo
del bar quando sua madre chiese una penna al cameriere e scrisse quelle poche
parole su quel tovagliolino incastrato tra la tazzina di caffè e la superficie
di cristallo. Quando ebbe finito di scrivere il messaggio me lo porse e io
divenni di un bel color peperone, lei si mise a ridere e io feci finta di
arrabbiarmi… ma quell’arrabbiatura non poteva essere che finta perché io amavo
sentirla ridere e amavo vederla felice. Piegai la tuta da sci e la misi nella
borsa. Rigirai quel fazzolettino tra le mie dita ancora per un po’, poi lo
piegai e lo misi in una delle tasche interne.
( Un nuovo temporale si abbatteva sulla scuola di magia, il cielo nero era
rischiarato solo dai fulmini… le nubi erano disturbate solo dai tuoni, la
pioggia batteva sul vialetto di pietra, sulla fontana di marmo sulla soffice
erba quasi fino a distruggerla come se la odiasse se la volesse uccidere,
ferire, piegare alla sua potenza… lo scenario si ripeteva da molti giorni ormai
ed Hermione Granger non se lo perdeva mai. Stava sotto i portici ad ammirare
quella grande furia che intempestiva e sognava di avere solo metà della forza
di quell’acqua per aiutare i suoi amici in quel periodo il giorno dopo ci
sarebbe stata la partenza per la montagna, in occasione della sospensione delle
lezioni. Ed Hermione sperava che il cambiamento dei suoi amici sarebbe avvenuto
solo a vacanza finita…Però le sue speranze erano vane perché tutto sarebbe
incominciato prima di quanto immaginasse…)
- Piccola ti prenderai una polmonite se stai qua fuori…-
- Sto bene Blaise voglio stare ancora un po’ qui… Lo senti?-
- Cosa?-
- L’odore della pioggia, dell’erba bagnata, del fradicio marmo delle pietre
zuppe… la libertà…- ( Sembrava una bambina che giocava con il suo nuovo dono…
respirava a fondo quell’aria appoggiata a quella colonna così possente in
confronto alla sua fragile figura. E poi aprì quegli occhi color cioccolato,
così intensi e sinceri…)
- Si lo sento…-
- Sai vorrei essere una di quelle gocce libere e sincere…-
- Chi la detto che sono libere? Vanno con il vento, con le nuvole… non decidono
di cadere, sono obbligate a scendere e a morire su una fredda superficie… La
pioggia è menzoniera è incostante, mente sulla sua freddezza, mente sul suo
sapore, sulla sua fragilità.-
- Che fai?-
- Chiudi gli occhi e lasciati guidare…- ( Il ragazzo dagli occhi color petrolio
prese la mano rosea della Grifoncina e la portò sotto la pioggia e in pochi
minuti si inzupparono d’acqua non servivano parole…
solo la pioggia intonava una leggera poesia, mentre i due ragazzi sorridevano e
incominciavano a girare su se stessi come per non perdere nemmeno una goccia
caduta dal cielo…)
Le gocce vanno con il vento,
con le nuvole…
non decidono di cadere,
sono obbligate a scendere e a morire su una fredda superficie…
… La pioggia è menzoniera
è incostante,
… mente…
mente sulla sua freddezza,
mente sul suo sapore,
sulla sua fragilità.