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Autore: MoonRay    23/09/2011    4 recensioni
La finestra era già infranta e l’acqua fredda iniziava a bagnarli.
Jill teneva stretto Wesker, mentre i vetri dietro di loro venivano distanziati dai loro corpi che aquistavano sempre più velocità, metro dopo metro, nella caduta.
La ragazza strinse gli occhi, il vento le feriva la pelle come lame.
Sapeva che probabilmente stava per morire, ma era pronta a farlo per Chris e sopratutto per lui.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Burning In The Skies '
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"Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CAPCOM; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro"
 


Burning In The Skies – Albert Wesker Part 1

 
Pioggia.
Cade fuori dalla finestra mentre sono in piedi e guardo il cielo grigio.
I rami di un albero ondeggiano mossi dal vento.
è molto lontano, ma non per la mia vista.
Quella pioggia, il vento, mi scatenano una tempesta di emozioni.
 
“I use the deadwood to make the fire rise
The blood of innocence burning in the skies
I filled my cup with the rising of the sea
And poured it out in an ocean of debris”
 
Sono passati anni da quando li ho traditi tutti, passando da quello che conoscevano ai panni di genio del male.
Piego impercettibilmente le labbra in un sorriso al nomignolo che mi sono appena affibiato, ma torno subito serio mentre riprendo il filo dei miei pensieri.
 
“I'm swimming in the smoke
Of bridges I have burned
So don't apologize
I'm losing what I don't deserve
What I don't deserve”
 
Quante vittime ho lasciato lungo la strada per arrivare fin qui?
In questa stanza vuota e priva di senso, piena solo di menzogne con cui mi sono circondato, giace ancora a terra il corpo senza vita di Spencer.
Fuori da questa finistra vedo i ponti che ho costruito bruciare, crollano a terra come la pioggia di fronte a me.
Sono solo un paio di lenti ed un pò di vetro a separarmi da loro, potrei tuffarmi insieme a tutte quelle gocce cercando di sostenerle e tenerle strette a me, ma il mio autocontrollo me lo impedisce.
Nessun ponte riesce a fermarle e continuano a scendere mentre spengono il fuoco che corrode i miei legami dall’interno; ma preferisco pensare che sia io a non volerle trattenere.
Sono un Dio, e decido io che cosa è e che cosa non è.
 
Lascio cadere la pioggia, che continua e continuerà a cadere.
 
“Jill...”
  
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