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Autore: Alioth    24/09/2011    11 recensioni
Alcool.
Tante emozioni diverse racchiuse in un unico elemento.
Ogni persona reagisce a questa sostanza inibitrice in modo differente, lo stesso quindi vale anche per i ragazzi di "A tutto reality"!
Ad ogni personaggio il suo liquore.
Ad ogni liquore la sua storia.
Capitolo uno: Gwen – Scotch (GxT)
Capitolo due: Duncan - Cognac (DxC)
Capitolo tre: Heather - Calvados (AxH)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Duncan * Cognac *
 
 


 

"Io sono innamorata di te! Perché non vuoi capirlo?"

"Jodie, siamo troppo diversi, tra noi non potrebbe mai funzionare"

"Ma George, io non amo altri che te e farei di tutto per…"

 


                                                                                                                                                                                                                                                                                               *Click*

 

Duncan spense la televisione, un’espressione lievemente schifata dipinta sul volto.

Non riusciva a capacitarsi del perché dovessero mandare in onda quegli orrendi sceneggiati persino la sera della Vigilia di Natale.

Aveva passato in rassegna tutti i canali e, con suo grande disappunto, si era imbattuto solamente in stupide soap-opera e cartoni animati.

Nemmeno uno straccio di film dell’orrore o, per lo meno, qualcosa di abbastanza movimentato che non lo facesse annoiare a morte.

Dopotutto non avrebbe potuto aspettarsi diversamente: quello era un giorno di festa, dedicato interamente ai bambini e alla famiglia, di certo non il clima più adatto per trasmettere lungometraggi riguardanti uccisioni e squartamenti.

Sospirò rassegnato e diede un’occhiata al grande orologio a pendolo che si trovava sulla parete di fronte a lui.

Le lancette segnavano un quarto d’ora a mezzanotte.

Nonostante cominciasse a sentirsi piuttosto stanco, si diresse con passi strascicati verso la sala da pranzo: la tavola era già stata apparecchiata e le pareti abbellite con delle ghirlande ed altri vistosi addobbi.

Non era mai stato una persona particolarmente accurata e fissata con l’estetica ma, in quell’occasione, non poteva fare a meno di assicurarsi in continuazione che tutto fosse assolutamente perfetto.

Ogni anno, più precisamente il 25 dicembre, invitava da lui tutti gli ex concorrenti con cui aveva partecipato, per ben tre stagioni consecutive, al reality che li aveva resi conosciuti in tutto il Canada.

L’idea di passare il Natale in compagnia gli piaceva e, sebbene di tempo ne fosse passato davvero molto, nessuno era mai mancato a quella sorta di appuntamento annuale.

Complici erano sicuramente la voglia di ritrovarsi, parlare e ricordare insieme il passato, anche se Duncan era sicuro che il reale motivo fosse un altro: non volevano che restasse solo.

Un vero e proprio controsenso data la sua natura misantropa e solitaria, eppure, sebbene fosse riluttante ad ammetterlo, la loro presenza lo rasserenava e lo aiutava a colmare, almeno un po’, quel senso di vuoto e di tristezza aveva invaso il suo cuore e che continuava a tormentarlo, non lasciandogli nemmeno un attimo di pace. 

Sul volto dell’uomo comparve un sorriso amaro e colmo di malinconia.

Dieci anni.

Erano passati dieci lunghi anni, eppure il dolore era sempre lì, lo seguiva come un’ombra, si insinuava nella sua mente e gli logorava l’anima.

Sebbene quella sofferenza fosse ormai diventata parte di lui, aveva imparato a conviverci, riuscendo a rendere la sua esistenza sopportabile quel tanto che bastava perché non rischiasse di sprofondare nella depressione.

 

                                                                      Lei non gliel’avrebbe mai perdonato.

 

 Appena quest’ultimo pensiero sfiorò la sua mente Duncan si riscosse e, con gli occhi stranamente lucidi, finì di sistemare alcune decorazioni per poi avviarsi in camera da letto.

Una volta lì, raggiunse l’imponente armadio di mogano situato dall’altra parte della stanza e, dopo averlo aperto, vi estrasse una bottiglia blu cobalto che posò sul comodino insieme ad piccolo bicchiere di cristallo.

Con movimenti estremamente lenti ed esitanti versò il liquido dal colore dorato, nel calice, riempiendolo fino all’orlo.

Quindi si sedette alla scrivania ed iniziò a sorseggiare il liquore, assaporando ogni sfumatura di quel gusto così intenso e particolare.

Aveva sempre avuto una particolare predilezione per gli alcolici.

L’alcool era una delle poche cose che riuscivano a mandarlo completamente in estasi.

Forse anche troppo.

Da ragazzo quella sostanza inibitrice lo aveva rovinato: una semplice birra con gli amici si era trasformata in un interminabile circolo vizioso, in cui la dipendenza aveva avuto la meglio su di lui.

Uscirne era stata una delle prove più dure di tutta la sua vita, ma ce l’aveva fatta.                                                                                                 

                                                                                                                         Grazie a lei.


Lei lo aveva sempre sostenuto, era stata il suo punto di riferimento, pronta a sorreggerlo e ad aiutarlo in ogni momento di debolezza e sconforto.

Quante volte avevano litigato per quel motivo, quante volte lei lo aveva aspettato alzata nel cuore della notte, per poi vederlo tornare completamente ubriaco e ridotto ad uno straccio.

Ma non si era mai persa d’animo e, quando si sposarono, le cose cominciarono ad andare meglio.

Le crisi d’astinenza diminuirono e la vita, per Duncan, cominciò a riacquistare un senso.

Talmente orgogliosa del suo successo, lei aveva deciso di fargli un regalo.

Ogni sera gli concedeva di gustarsi un bicchiere di Cognac, come premio per il suo impegno e per la sua costanza.

“ Così adesso non sarò più l’unico amore della tua vita” gli aveva detto scherzosamente mentre lo osservava ammirare bottiglia contenente il tanto amato liquore.

Poi lei se n’era andata, la morte gliel’aveva portata via, lasciandolo solo.

Un alcolico come unica consolazione. Ma se l’era fatto bastare.

Il solo aroma di quella bevanda gli portava alla mente il suo volto, la sua pelle ambrata, i suoi occhi scuri.

Era come se fosse ancora lì con lui, come se non se ne fosse mai davvero andata.

 

I sordi rintocchi dell’orologio lo ridestarono da quel malinconico viaggio nei ricordi.

Mezzanotte.

Era incominciato il Natale.

 

 

Per la seconda volta in quella sera il viso dell’uomo si stirò in un sorriso, questa volta però colmo di amore e dolcezza.

Posò il bicchiere e prese tra le mani la fotografia che si trovava sul tavolo: ritraeva lui e Courtney il giorno delle loro nozze, entrambi sorridenti, stretti un abbraccio colmo di affetto.

Duncan portò la cornice vicino al volto, tanto che le labbra arrivavano quasi a sfiorarla, e con un sussurro quasi inudibile disse : “Buon Natale Principessa.”

E, nonostante non potesse vederla, era sicuro che anche lei stesse sorridendo.



 





NDA

 

Ma saaaaalve!

Guardate un po’ chi è tornata?
Ebbene sì, Bonnie è di nuovo fra voi, con una storia ancora più smielata e sdolcinata della precedente.
Quale gioia! (……)

Ehm, forse è il caso di sorvolare.

Coooomunque, sono piuttosto depressa per l’inizio della scuola ( ancora tre anni, aiuto) per cui lo stato d’animo con cui scrivo non è proprio dei migliori, da qui la nascita di questa altamente insignificante fan fiction.

Prometto che quelle che seguiranno saranno decisamente più allegre e non vi faranno venire voglia di buttarvi giù da un ponte ;)

Prossimo liquore……… Calvados e il protagonista, beh lascio spazio alla vostra immaginazione ( anche se non è difficile da indovinare).

Con la speranza che questa storiucola non vi abbia fatto poi così schifo, vi saluto.

Baci,

Bonnie.

 

 

Post Scriptum : Quindici recensioni per lo scorso capitolo?! Ma io vi adoro! Grazie, grazie e ancora grazie! Il vostro parere conta davvero molto per me!

 

   
 
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