Capitolo 4

Silenzio

♂Trent

Andrò al discount della trentaquattresima strada.

♀Gwen

Andrò al discount della centocinquantaseiesima strada.

♂Trent

Sto ripensando a tutto ciò che è successo fra noi due.

Che forse tu non mi avevi mai amato.

E che eri scappata con uno scolapasta bianco come una mozzarella.

Con una foglia di insalata in testa.

Pietoso.

Eppure io ancora ti desidero, ti amo. Ti vorrei.

Sono finalmente arrivato al discount, era abbastanza vicino all'ospedale. Beth ha un sorriso invidiabile, probabilmente l'hanno selezionata al concorso per majorette.

-Ciao Trent! Sai che mi hanno selezionato al concorso per majorette?-

Appunto. Dirà anche che i pochi errori che ha fatto nel provino non erano importanti, era un'esibizione praticamente perfetta.

-Sai, i pochi errori che ho fatto nel provino non erano importanti, era un'esibizione praticamente perfetta.-

Sempre più ovvio. E scommetto che ora, mentre sta passando sotto lo scanner il prosciutto, si mette a fischiettare.

-♫♪♪♫♪♫♪♫♫♪♪♪...-

Matematico. E perché no, anche una frase comune, tipo: sono super emozionata per domani che avrò... ehm... non so... il secondo provino per diventare majorette a tutti gli effetti?

-Sono super emozionata per domani che avrò il secondo provino per diventare majorette a tutti gli effetti!-

Sei prevedibile, cara mia.

-Buona fortuna.-

E me ne vado. Non mi va di parlare.

♀Gwen

Facevo meglio ad andare a quello sulla trentaquattresima strada, sarebbe stato molto più vicino.

Invece ora sto neanche a metà strada, e comunque sono troppo lontana dall'altro.

Tanto vale procedere.

Bridgette aveva il sorriso sulle labbra quando è uscita da quella sala, sono contenta che lei si senta felice.

Io ormai devo rifarmi una vita, non posso correre dietro a un tizio che mi disprezza, probabilmente ora tu sarai anche soddisfatto: sei riuscita a mandarmi via, io non ti darò più fastidio, ora sei finalmente libero. Eppure desidero incontrarti, desidero parlarti, desidero te.

E tu?

Questa strada mi è troppo familiare...

Ah, certo.

Casa.

Tua, però, perché io non ci vivo più, ormai non sono più gradita in quella casa. C'è un tizio che armeggia con le chiavi, ha un paio di buste belle piene di roba, lì davanti alla porta, e non riesce ad aprirla. Mi viene quasi da ridere, la sua goffagine mi fa pensare che tu in quella situazione non avresti avuto problemi, non come questo pirla qua... gli è caduta una mela.

La raccolgo.

-Scusi, le è caduta...-

Lui si volta.

Tu ti volti.

Non apri bocca, hai uno sguardo fra la sorpresa e l'indecisione

Ma io più di te.

Perciò abbasso lo sguardo, ma una tua mano sul mio mento mi rivolge lo sguardo verso quel verde smeraldo.

Tu mi sorridi, io ti sorrido.

Sento le tue labbra posarsi leggermente sulle mie.

Poi ti lasci andare nello sguardo più dolce che abbia mai visto.

Ti guardo negli occhi.

Quei tuoi splendidi occhi.

Non voglio aprire bocca, ho paura.

Paura di guastare ancora qualcosa.

Perciò sto in silenzio.

Perché questo silenzio può più di mille parole.

Fine

Stavolta per davvero.

Hidden Writer