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Autore: Shizuka Grape    24/09/2011    1 recensioni
"Comunque alla fine va bene anche se non seguiamo le indicazioni del produttore."
"Eh? Perchè adesso dici così?"
"Perchè tanto tu mi tocchi in altri modi."
Fanfiction su Ninomiya&Ohno, punto di vista di Ninomiya.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Matsumoto, Kazunari Ninomiya , Satoshi Ohno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FANSERVICE FF 3

Anche oggi, a parte qualche photo-shoot, il lavoro prinicipale riguarderà l'organizzazione del concerto.

Salgo nella macchina messa a disposizione dall'ufficio che è venuta a prendermi. Prima di accende la DS, apro il cellulare e controllo le mail.

[Nino, visto che stasera ho ricevuto una chiamata improvvisa e ho dovuto lasciare gli altri anch'io, che ne dici di andare io e te da qualche parte domani? Non parliamo insieme da un pò.. Intanto ti auguro la buona notte. A domani!] - FROM MATSUMOTO JUN, 00:43

Spengo il cellulare e accendo la DS.

Improvvisamente, penso che non mi interessa più il perchè ieri sera mi sentivo così, non mi interessa se in futuro mi sentirò di nuovo così.

Fino a quando avrò loro che si prendono cura di me, fino a quando loro saranno gentili con me, io potrò sconfiggere il mio costante senso di angoscia ogni volta che si ripresenterà.
Con questa convinzione nel cuore e con una gratitudine ancora nuova, inizio la mia giornata lavorativa.






"Grazie per l'ottimo lavoro! Dopodomani sarà un grande successo. Ora possiamo fare una pausa fino al primo pomeriggio. Prego."

E' stata l'ultima riunione prima della prova generale. La tensione nell'aria si sente, ma c'è anche un grande entusiasmo.

"J!" - mi avvicino a Jun con passo svelto.
"Mh?"
"Ho letto la mail di ieri sera. Dove potremmo andare?"

Lui resta per qualche secondo in silenzio ma mi regala uno sguardo così dolce che vale più di ogni risposta.

"Ti porto in un bel posto. Vedrai. Finiamo il lavoro e poi ti spiego."
"Bene!"

Improvvisamente sento toccarmi il palmo della mano.

E' un tocco delicato, fugace. So bene a chi appartengono quelle dita che mi stanno sfiorando.

"Nino..."

La voce calda e profonda di Ohno che chiama il mio nome penetra nelle mie orecchie.

Provo la strana sensazione che sia passata un'eternità da quando ho sentito l'ultima volta la voce di Satoshi chiamarmi.
Cosa sarà questa stranissima nostalgia?

"Ah, leader! Ho proposto a Nino di uscire stasera.Vuoi unirti a noi?"

Finalmente mi giro verso Satoshi che ha ancora la sua mano vicinissima alla mia, e tutto ciò che mi viene in mente guardandolo è che spero accetti l'invito.

"Si, certo. Jun,mi dispiace che tu sia andato via ieri sera." - risponde lui. Sembra davvero amareggiato.

Per quel che mi riguarda questi due potrebbero continuare a parlare per ore. A me basta soltanto che anche Satoshi ci sia stasera.
Paradossalmente solo adesso mi sento asfissiato dalla sua mancanza.
Paradossalmente solo adesso che lui è qui, che le sue dita stanno ancora accarezzando le mie, in silenzio. Con discrezione. Come ogni cosa di lui.

"Dispiace a me di essermene andato." - prosegue intanto Jun - "Per questo volevo recuperare stasera. Allora è deciso."

Vedo il leader annuire e sorridere, e Jun ricambiare il sorriso.

Sembrerebbe un momento tutto loro se non fosse per il corpo di Satoshi attaccato al mio e che mi sta cercando.
Sento il suo calore quasi proteggermi -anche se è da imbecilli provare una cosa simile in un semplice corridoio degli studi -  e mi sento invaso da un senso di tranquillità, come quella che percepisci ogni volta che ritorni a casa.

"Visto che siamo in pausa, vado a fumare una sigaretta. Ci vediamo dopo, dentro!"

Non era solo una mia impressione allora: quel momento era mio e di Satoshi, e la discrezione di Jun ha reagito di conseguenza.
Cosa sarà, cosa sarà mai questa nostalgia che sento aumentare?

"Nino..."
Il mio nome pronunciato questa volta ha un tono più basso, quasi di rimprovero. Sento che allontana il suo braccio dal mio e io istintivamente lo guardo negli occhi.
Una sua espressione decisa lascia subito spazio ad un viso davvero triste, proprio appena i miei occhi si posano sui suoi.


"Perchè.. non mi tocchi più?"

Sento mancarmi un battito.
 
Non è la prima volta che mi fa questa domanda. In altre occasioni però l'atmosfera in cui mi veniva posta era divertente e rilassata. Di solito gli davo del pervertito o dell'idiota e tutti insieme scoppiavamo in una grossa risata.
Stavolta invece l'aria è completamente differente. E' evidente la serietà con cui me lo ha chiesto, e io da parte mia non ho la benchè minima voglia di fare battute.
Come siamo arrivati a questo?

I suoi occhi sono profondissimi e le labbra serrate, anche se sempre piccole e carnose.
Continua a fissarmi, sembra quasi in angosciosa attesa.

"Ma che domanda mi fai?" - cerco di esibire saccenza, per prendere tempo.

Non mi arriva alcuna risposta dall'altra parte: sempre e solo quello sguardo determinato,  desideroso di una mia spiegazione.
Mi concedo qualche secondo, mentre Satoshi continua a guardarmi. Sono sicuro che mi lascerà tutto il tempo per riflettere.

Ripercorro nella mia mente i giorni passati. I giorni pieni di lavoro per la scaletta della lezione, i giorni in cui mi sono addormentato esausto sul mio letto e quelli in cui invece non sono tornato a casa.

E poi improvvisamente mi rendo conto di una cosa.

Un filo rosso ha accompagnato tutti questi giorni. Fino ad ora.
Quel senso di angoscia, di indifferenza, di indolenza. Quel senso di vuoto. Il mio cuore freddo e la mia passività di fronte a qualsiasi cosa. Il mio entusiasmo prosciugato.
Tutti quei sentimenti così devastanti a cui io nonostante tutto stavo facendo l'abitudine, erano stati sempre presenti.

Ma quegli stessi sentimenti avevano una causa.
E la causa è proprio qui di fronte a me.
Lui è la causa della nascita di quei sentimenti proprio perchè di solito è la soluzione per distruggerli.


" Tsk, non stiamo registrando, perchè dovrei toccarti?" -  il tono della mia voce è incredibilmente acido, ho detto quella frase istintivamente.
 
I suoi occhi si spalancano. Li ho notati. E' stato uno stupore così grande da essere evidente, però si ricompone in fretta, assumendo nuovamente un'espressione serafica.

La frecciatina allusiva sputata dalla mia stessa bocca mi fa dedurre che, a causa del dolore provocatomi, avevo razionalmente rimosso la crudele risposta di Ohno dopo il discorso del produttore di Shiyagare, una settimana fa; nonostante questo, la mia inconscia reazione è stata allontanarmi progressivamente da lui proprio fuori dalle telecamere, proprio al di fuori del lavoro che ci imponeva di stare appiccicati.

"Ma..cosa significa.." - mi dice. La sua voce tentenna.

Quindi mi fa cenno di entrare in una saletta e di sederci.
Io lo seguo e mi accomodo su un divanetto, mentre lui si lascia cadere su un pouff di fronte a me.

"Quindi..." -  alza la testa per guardarmi - "..perchè non mi tocchi più da una settimana?"

"Hai contato anche i secondi?" - rido, ma non c'è allegria nella mia risata. Solo una sadica voglia di fargli capire ciò che provo ferendolo con parole taglienti.

"No, quelli no..."
Lui abbassa la testa, e io mi sento improvvisamente un verme.
La voglia di fare della violenza verbale è scomparsa nel giro di pochi secondi, al solo vedere Satoshi così abbattutto per colpa mia.

Non posso permetterlo. Mi fa male il cuore.

Si, sento dolore.
Il mio cuore allora non è di ghiaccio.
Il dolore che sento davanti alla tristezza sincera di Satoshi è la dimostrazione che il mio cuore non è ancora di ghiaccio. Lui lo riscalda.
Lui mi riscalda il cuore.

Pensando a questo, si genera in me un senso di colpa immenso, che mi spinge anche a parlare, finalmente.

"Perchè hai risposto in quel modo la settimana scorsa?" - la mia voce è pacata però volgo lo sguardo altrove, non voglio guardarlo negli occhi.

"Io..."

" 'OH OH, NON C'E' NIENTE DA FARE, E' PER LAVORO, NON C'E' NIENTE DA FARE!' " - faccio una sua imitazione molto poco divertente.

"Ma..."

"Se è il copione che dobbiamo seguire, l'importante è che io faccia l'imbecille in Shiyagare,no? Quindi ora cosa vuoi?"

"Nino..."

Si, non gli permetto di parlare.
In realtà ho il terrore di ascoltare la risposta che sta per darmi.

Lui lascia passare qualche secondo di silenzio che a me sembra un'eternità.
Poi sospira, si alza, e va a chiudere la porta della saletta.
I rumori dei passanti nel corridoio scompaiono.
Adesso ci siamo io e lui, faccia a faccia. Ci circonda solo il silenzio.

Quando si risiede, sento l'inquietudine aumentare.

"Cosa c'entra il discorso del produttore?"

Non ho la forza nè la voglia di ribattere.

"Nino, tu perchè non hai risposto quando Jun ha fatto quella domanda? Guardava te mi pare."

Incredibile, ricorda la scena nei particolari. Anche lui.
Sono sinceramente stupito dalla chiarezza dei suoi ricordi, non me l'aspettavo. Ma non è il momento di lasciare spazio all'ammirazione.

"No? La domanda era rivolta a te, mi pare. Giusto?" - incalza, però sempre con molta calma.

"Non ho detto niente perchè tu mi hai preceduto, ovvio. E con quella bella risposta per giunta."

"Tu che avresti risposto, Nino?"
Il suo tono di voce si è leggermente alzato, anche se il leader con me non si è mai realmente arrabbiato. E non deisdero certo che sia questa la prima volta.

"Non è un copione...il mio..." - dico quella frase quasi sospirando, in un soffio...Dubito che sia riuscita a sentirla.
A dire la verità, mi è costato parecchia forza dire una frase simile, e quel sussurro per il mio coraggio è più che sufficiente.

"Nino, stiamo parlando dei tuoi dubbi su di me? Cosa significa adesso questa diffidenza?"

"No! Che diavolo dici?" - io non ho alcun dubbio su di lui, perchè ha la testa così bacata? Cosa gli salta in mente?

" Il tuo 'non è un copione' e il mio si? E' di questo che stiamo parlando?"

Io sono sicuro di non avere alcun dubbio su di lui.Per quel che ricordo non l'ho mai avuto.Per quel ricordo mi sono sempre e inconsciamente appoggiato a lui.
Fin dall'adolescenza sono lentamente scivolato su di lui, attratto dal calore che mi trasmetteva, ammirato dalla sua professionalità, intenerito dai suoi modi pacati, innamorato delle sue premure e della sua gentilezza.
Nonostante ciò, il motivo per cui mi sono allontanato in questi giorni è stato proprio il sentire dalla sua bocca che il nostro affetto fa parte del lavoro, e come tale dobbiamo farlo crescere al fine di aumentare lo share dei programmi.
Me lo ricordo ancora il senso di pesantezza alla bocca dello stomaco  che la sua risposta mi ha provocato: è lo stesso che sento ora che sto rivivendo quel momento.

Satoshi intanto non ha mai smesso di guardarmi. Decido finalmente di girare la testa, e con grande terrore noto che ha un'espressione arrabbiata sul volto.
No, peggio, sembra deluso.

"Nino, insomma, devo spiegartelo adesso che il lavoro e la vita privata sono due cose diverse?"

"Appunto."

"Ehi, guarda che sei stato tu a voler rendere pubblico quello che siamo. Io ti avevo consigliato di non esagerare, ricordi? Io all'inizio cercavo di non dare adito alle tue fusa, ricordi? E lo facevo perchè poi avrebbero potuto sfruttare noi e soprattutto te, e tu saresti stato male per questo. Te l'avevo detto fin dall'inizio che avrebbero messo carne a cuocere, non è vero? E invece tu hai fatto di testa tua."

"Ah, è colpa mia? Oh no, è stata violentata, la povera Satoko-chan!*"

" Proprio perchè a me dei produttori che ci incitano non me ne frega niente..." -  Ohno che è a differenza mia è davvero maturo ha ignorato la mia assurda battutaccia - "..proprio perchè non me ne importa un accidenti ho pensato che siccome avevi deciso tu di seguire questa linea, anche di fronte alle telecamere, a me andava bene. Andava bene a me perchè a TE andava bene.
Per me era sufficiente che tu, Nino, fossi consapevole del limite tra televisione e vita privata. Ma questo tuo comportamento da idiota mi dimostra che sei stato proprio tu a non saper gestire più il limite. Anzi, direi che lo hai proprio perso di vista."

La testa inizia a girarmi per il tremendo imbarazzo.
Ha ragione. Ha perfettamente ragione.
Riesco a vedere me stesso piccolissimo di fronte alla mia immensa e stupida immaturità, mentre Ohno mi ha fatto un discorso di una coerenza inattaccabile.
Me la merito questa ramanzina. Anche se a dirla tutta il tono della sua voce è un misto di delusione, preoccupazione e premura, io la prendo come una ramanzina. E me la merito.
Voglio che continui. Voglio che continui a parlarmi. Come solo lui sa fare con me.

"Noi ci vogliamo bene fuori dalle telecamere, non è così, Nino? Il lavoro è il lavoro. E  quando il produttore ha detto che dobbiamo stare più appiccicati io ho pensato che fosse una richiesta così ridicola..."

"L'ho pensato anch'io, Satoshi." - mi sento incredibilmente confortato da questa sua ultima frase.

"Lo so. Ho visto la tua faccia. Eri disgustato. Avevi la stessa faccia di quando ce l'hanno chiesto la prima volta una decina di anni fa."

Di scatto lo guardo di nuovo negli occhi. Non mi aspettavo fosse così attento ai miei sentimenti al punto da ricordare anche le mie vecchie reazioni.
Non me ne ero accorto.
Non avevo capito nulla.
Io avevo badato solo alle apparenze, alla sua risposta superficiale, e ho finito per perdere fiducia nei suoi sentimenti. Io non l'avevo capito abbastanza.
E invece lui ha pensato a me fin dall'inizio.

Inconsapevolmente sorrido, divertito dalla mia da pseudo-invincibile diffidenza sconfitta da Satoshi: dal suo amore silenzioso e  costante di questi lunghi anni che adesso sta affiorando in tutta la sua forza.
Questa presa di coscienza mi fa accrescere la vergogna ma allo stesso tempo sento il cuore alleggerirsi.
E' come vedere dei timidi raggi di sole dopo la tempesta.

Probabilmente però lui nota il mio sorriso amaro stampato, perchè prende il pouff e si avvicina a me.

"...L'ho ritenuta una richiesta ridicola, ma ho pensato 'Finchè Nino riesce a sopportare e soprattutto discerne i limiti, per me va bene.' Questo è l'unico motivo per cui ho risposto serenamente che in fondo si tratta di lavoro. "
 
Così silenziosamente che neanche io sono riuscito ad accorgermene, lui ha accettato me e i miei modi di fare, e in qualche modo mi ha seguito accondiscendendo ai miei gesti per tutti questi anni.
Ha ignorato le sue ritrosie riguardo al voler teatralizzare una parte della nostra amicizia, ha ignorato i suoi dubbi, ha ignorato la sua naturale timidezza e insieme a me ha iniziato a mostrare davanti alle telecamere qualcosa che lui sapeva essere un dono prezioso e privato forse ancora prima di me.
 
E anche adesso che mi sono perso vengo risvegliato da lui: lui che al contrario mio è stato sempre vigile e attento a dividere il lavoro dal privato, con una dimestichezza che io evidentemente non ho avuto e che lui ha dovuto tirar fuori anche per me.
 
 
Spinto da una forza conosciuta, mi alzo in piedi e mi tuffo sulle sue gambe lasciandomi andare completamente a mo' di peso morto.
 
Sento Satoshi sbuffare, ma poi - come mi aspettavo - sistemandosi meglio riesce a tenermi saldamente in braccio.
 
Con  la sua testa quasi come protezione, appoggio il mio viso sul suo petto e chiudo gli occhi.
Sento i battiti di Satoshi accellerare, così come ogni volta in cui abbiamo un forte contatto fisico. Stavolta però non c'è solo quella strana attrazione da cui siamo sempre stati invasi: c'è dolcezza, nostalgia, c'è la serenità dei nostri sentimenti finalmente chiariti.
 
Io mi sento come riscaldato, come da quei grandi focolari nelle baite mentre fuori imperversa una tempesta di neve:  a far aumentare anche i miei di battiti ci pensa Satoshi, che mi circonda con le sue braccia e mi stringe, quasi fossi un neonato in grembo a suo padre.
Adesso sento che potrei affrontare qualsiasi cosa: qualsiasi produttore, il lavoro più estenuante, la donna più crudele.
 
E contemporaneamente, Satoshi non sa di avermi fatto un altro grande regalo: questi sentimenti di dolcezza e tenerezza che sto provando adesso mi hanno dato finalmente la prova che anch'io ho ancora umanità in me, che riesco ancora a commuovermi, che il mio cuore sa ancora pulsare.
 
Vengo assalito dalla sdolcinatissima ma assai vera consapevolezza che ho bisogno di Satoshi per tutta la vita, perchè senza di lui ritornerei nel ghiaccio della grigia indifferenza in cui stavo sguazzando fno a questa notte, per sempre.
 
"Grazie..." - la mia voce esce fuori come un lamento.
Sento che mi sta venendo da piangere e di scatto stringo un suo capezzolo da sopra alla maglietta.
Anche questo è un gesto ormai abitudinario, ma dentro di me ho sempre saputo che una confidenza simile nasconde significati molto più profondi di quanto io stesso non voglia ammettere.
 
D'altra parte sento Satoshi accarezzarmi le braccia con le dita. Io amo questa cosa di lui: Satoshi è di un romanticismo e di una dolcezza indescrivibili ma, a differenza mia, preferisce non essere sfrontato.
Ha assolutamente bisogno del contatto fisico, però cerca di trasmettere la sua voglia in modo così discreto che può  accorgersene solo la persona a cui il silenzioso gesto è indirizzato.
 
Sento che mi stringe ancora più forte e improvvisamente vengo di nuovo attaccato dal senso di colpa per essergli stato lontano così tanti giorni. Deve esserci stato davvero male, ancora di più considerando che è arrivato a farmi quella domanda.
Nonostante la sua tristezza ha avuto la maturità di concedermi un chiarimento, e dalla gentilezza con cui mi sta accarezzando sono sicuro che mi ha già perdonato.
 
Credo che Satoshi sia davvero l'unico essere umano che conosco a provare un amore così puro da accettare qualsiasi cosa. E sono contento di essere io la persona che lui accetta incondzionatamente.
Pensando questo, mi sento davvero una sorta di privilegiato. Mi stringo ancora di più a lui, e stringo più forte il suo capezzolo.
 
Lui sa quanto in fondo io abbia bisogno di queste coccole, quindi mi permette di rimanere così, in silenzio, ancora per qualche minuto. 
Approfitto del fatto che siamo soli per smontare il mio ruolo di uomo acido: Satoshi conosce il vero me stesso, è a conoscenza delle mie paure, motivo per cui  non ho freni nel mostrarmi debole davanti a lui.
Debole.... sono davvero così debole se ho l'amore e il rispetto da parte di Ohno Satoshi?
 
"Satoko-chan..."
Sento un suo sospiro solleticarmi l'orecchio

 "Eh?"
 
"Satoko-chan... non è male. Se deciderò di diventare una new half** userò questo nome. E' stato eccitante quando mi hai chiamato ' Satoko-chan'. Mh.... ci penserò."
 
"Ma che schifo! Mi fai venire i brividi!"
Qusto idiota rimarrà pur sempre un idiota pure se vuole far finta di non essere l'idiota che è.
 
Gli do uno schiaffetto sulla testa. In realtà ne approfitto per toccare finalmente dopo tanto tempo i suoi morbidi capelli.
 
Lui ride, e i suoi occhi si stringono diventando solo due fessure. Continua abbassando leggermente la testa, e io non riesco a distogliere le mie attenzioni da quella risata che per me è ogni volta una visione rasserenante.
 
"Andiamo a mangiare, ho fame." - dice a un certo punto con voce piatta.
 
"Sono appiccicato al tuo stomaco e non sento brontolare neanche un pò. E' un modo per staccarti da me?" -
la mia esprssione stavolta esprime solo allegria, un'allegria ritrovata dopo tanti giorni.
 
" Non sei una piuma! E poi se non mangio adesso sarò a digiuno fino a questo pomeriggio. Ho fame. Su."
Sento che fa forza sulle gambe per alzarsi nonostante abbia me addosso.
 
Io però mi poggio meglio e faccio peso su di lui, rendnedogli difficile l'operazione.
 
Satoshi capisce le mie intenzioni perchè lo vedo sorridere mentre si dimena, eppure mi sembra che non si stia impegnando così tanto per scacciarmi via.
 
Io intanto resto comodamente, fin troppo comodamente, seduto su di lui.
 
" SATOKO-CHAN AMA KAZU-CHAN! SE KAZU-CHAN CONTINUA COSì, SATOKO-CHAN RIVELERA' A KAZU-CHAN IL SEGRETO DELLA FELICITA'!" - mi dice quella frase con una fastidiosissima vocina acuta.
 
"Mi fai venire la pelle d'oca, sei disgustoso!"
Mi alzo di scatto e vado ad aprire la porta.

Mentre mi allontano, noto che Satoshi si è eccitato davvero. Forse è anche per questo che ha cercato di allontanarmi.
Tuttavia ritengo opportuno non commentare, perchè rovinerei un momento dolcissimo tutto nostro. E, in fondo, anche perchè mi sento lusingato da quella reazione.
 
 
Uscendo dalla sala, vedo Jun avvicinarsi, mentre Aiba e Sho si stanno già avviando nell'altro studio.
 
Io raggiungo Jun e lui mi abbraccia sorridendomi di nuovo con quella sua bellezza incantatrice.
 "Adesso è tutto ok Nino?"
 
"Si." - lo abbraccio anch'io - "Adesso è tutto ok."








* Il suffisso -KO in Giappone è tipico dei nomi di persona femminili. Qui  Ninomiya storpia il nome Satoshi(maschile) cambiandolo in Sato-ko(femminile).

** Per NEW HALF in Giappone si intendono quelle persone di sesso maschile alla nascita che hanno però deciso, sentendosi e ritenendosi donne, di cambiare sesso        chirurgicamente.
 
  
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