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Autore: Claudia Ponto    24/09/2011    1 recensioni
[Le avventure di Jackie Chan]Strikemaster Ice, DJ Fist and MC Cobra scappano dalla prigione nella quale erano detenuti grazie all'intervento inaspettato di una giovane ragazzina. Una volta tornati a San Francisco, assistono al ritorno di Drago, il demone che aveva quasi conquistato il mondo e di cui loro erano i suoi seguaci, scoprendo che esso è profondamente legato con la ragazza che li ha liberati.Proveniente dal cartone animato Le avventure di Jackie chan. *ATTENZIONE: la storia ha il rating Verde, ma si avvisa la presenza di parole pesanti e parolaccie*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 << Yo Grande D, si avverte l’assenza della piccola peste di tua sorella: si sta molto più tranquilli! >>
<< L’hai detto Ice – man. >>
<< L’unico motivo per cui stavolta mia sorella non ci ha seguito, anche se glielo proibito, è solo perchè non è un’amante dei luoghi caldi. >>
I quattro ammirarono il panorama desertico che li circondava.
L’Egitto del futuro non era cambiato radicalmente se non per qualche grattacielo e roba tecnologica a migliorare le condizioni di vita di quel luogo afoso perennemente illuminato dal sole che ardeva la terra e qualunque cosa si trovasse su di essa.
Dalla cima della Piramide Cheope nella piana di Giza, Drago e L’Ice Crew fissavano il territorio egiziano, tra le lontane figure dei turisti alla base della costruzione e gli abitanti del luogo che si spostavano a dorso di cammello nella città che assomigliava ad una qualunque metropoli urbana, ben lontana dall’ammasso di antiche costruzioni che costituivano un tempo la civiltà araba. Solo le piramidi, insieme ai resti dell’impero caduto dei faraoni che la sabbia lentamente faceva scomparire, erano rimasti immutati.
<< Yo D, ancora non ci hai spiegato per qual motivo ci troviamo in questo buco di mondo. Non è un bel posto per spassarsela dawg. >>
<< Una nostra vecchia conoscenza si trova attualmente da queste parti, indaffarata a rovistare fra le macerie della decaduta civiltà umana che popolava queste terre. Ho intenzione di fargli una visita di “piacere” e fargliela pagare per ciò che mi ha fatto passare anni addietro. >>
<< Ma non avevi detto di voler recuperare  prima recuperare il Chi? >>
<< Il mio intento è sempre quello. È questa persona, che lo voglia o no, mi aiuterà nell’intento. >>
I tre ragazzi avevano già intuito di chi si trattava e capirono che genere di vendetta intendesse il loro capo.
Agilmente cominciarono a discendere la piramide, saltando da un gradone all’altro con estrema cautela: a metà costruzione, un suono metallico giunse al sensibile orecchio di Drago che interruppe la corsa verso la vendetta. Prima di poter capire l’origine di quel suono, parte della parete vibrò e in un istante una larga porzione di mattoni ruotò dall’alto verso il basso come una sorta di porta scorrevole che “risucchiò” Drago e l’Ice Crew all’interno della piramide: il quartetto scivolò in un tunnel, completamente liscio e privo di un qualsiasi appiglio che impedisse loro di inoltrarsi nella pressante oscurità che li circondava. Quando finalmente si fermarono “approdarono” in un secondo corridoio più spazioso e dritto, ben illuminato da deboli raggi di luce che filtravano attraverso minuscole fessure nascoste nel soffitto.
 
Ad una prima occhiata notarono che non era una di quelle gallerie scoperte dagli archeologi, assente da segni umani che avessero alterato la pietra secolare. Vagarono nella tomba senza sapere dove andare, tenendo d’occhio ogni centimetro del luogo per prevenire qualsiasi trappola potessero incautamente attivare dopo centinaia di anni di inattività. Dopo un’interminabile girovagare, un portone di roccia ricoperto di geroglifici bloccò loro la strada, costringendoli a fermarsi.
<< DJ, a te l’onore di farci strada. >>
Il forzuto e silenzioso ragazzo si posizionò davanti al lastrone dipinto, si scrocchiò le dita e chiusi i pugni colpì con tutta la sua forza sovrumana il lastrone che si spezzò in due con un colpo solo. Il passaggio era aperto… e di conseguenza la botola sotto i suoi piedi che lo fece precipitare chissà dove.
<< Yo Fist! Stai bene amico? Dì qualcosa! >> gli urlò Cobra, ottenendo solo come risposta un grugnito seccato.
Ice e Cobra scesero nella trappola per recuperare il loro compagno, la fioca luce illuminava solo l’apertura, impedendo così di vedere da un palmo dal loro naso, tanto che Ice mise un piede in fallo e cadde sopra qualcosa che gli impedì di rialzarsi… il cui rumore assomigliava al sonaglio di un serpente.
<< Yo Dude, avremmo bisogno di un po’ di luce! Adesso! Subito! >> chiese il ragazzo, scalciando per allontanare ciò che provocava quel suono.
<< Mi avete scambiato per una torcia elettrica? Sbrigatevela da soli. >> replicò Drago schietto.
<< Ma porca miseria! Qualcuno muova il culo e venga a darmi una mano! >>
Un secondo scatto metallico risuonò all’interno, una striscia di fuoco saettò in prossimità di quel che sembrava una parete, emanando un forte odore di petrolio, le fiamme non erano vaste ma la loro luce fu capace di rivelare l’interno che le ombre celavano, ossia un’immensa distesa dorata che brillava quanto il sole, tempestato di pietre preziose da sembrare frammenti di arcobaleno, con alte statue a custodirli e scrigni colmi fino all’orlo a contenerli. Subito il trio esplorò la camera del tesoro, ammirando le monete d’oro che li ricoprivano fino al ginocchio e raccogliendo ogni meraviglia che capitava loro sotto mano.
<< Yo ragazzi, abbiamo fatto jackpot! Questa è una manna! >> urlò Ice, liberandosi dalle collane di perle che lo avvolgevano.
<< Questo si che è davvero cool! Niente sorelle minori tra i piedi, niente rompiscatole a spaccarci la schiena, solo un ricco premio con cui spassarcela! >> gli fece eco Cobra, tentando di prendere più monete possibili.
<< Umani… la vostra avarizia è pari solo alla vostra stupidità. >> commentò il demone disgustato.
<< Come dude! Non mi dire che non hai mai desiderato avere un bel po’ di grana da spendere come ti pare. >>
<< Non so cosa farmene dell’oro, ciò che voglio lo prendo e basta. >>  
<< Credevo che i draghi impazzissero per questa roba. >>
<< è roba che fanno solo i vecchi lucertoloni. >>
<< Ok boss, come vuoi tu. Vorrà dire che ci penseremo noi “umani” a spendere questa fortuna fino all’ultimo centesimo e… yo dawg, che ti prende? >>
<< Avverto un’intesa forza magica in questa stanza. >>
Drago, come se sentisse un odore particolare, seguì la pista emanata dalla energia che appariva ai suoi occhi come una debole scia luminosa fino all’altro capo della camera del tesoro, dov’erano situate due grosse statue di pietra dalle sembianze di leoni accovacciati con la criniera tempestata di diamanti e gli artigli di ferro puro, più una terza dalle fattezze femminili e il volto felino sotto forma di maschera dorata. Ma non erano i preziosi ornamenti ad interessare il demone, bensì la pietra ottagonale incastonata sul bacino della donna su cui si trovava rappresentato la figura di un gatto.
La magia proveniva da quel frammento di pietra.
Drago rimosse l’oggetto con una tale forza da rovinare la perfezione della statua.
Rigirò la pietra tra i suoi artigli, stupito di trovare un oggetto simile in un luogo antico come quello e chiedendosi come potesse essere possibile la sua presenza lì dentro. Aveva già visto qualcosa di simile una volta, sapeva a chi poteva appartenere, ma lo riteneva impossibile dato che potevano essere solo 12 gli esemplari di quel genere di cosa.
<< Tutto ok boss? >>
<< Non ne ho idea... Andiamo via da qui, abbiamo già perso fin troppo tempo. >>
<< E la nostra missione principale? >>
<< Muovete le chiappe invece di blaterare. Se volete prendere quest’oro fatelo pure, in fretta però, devo assolutamente tornare a San Francisco per accertarmi di una cosa. >>
I tre teppisti eseguirono l’ordine senza replicare: presero delle vecchie sacche gettate in un angolo della stanza riempiendole di oro e gioielli prima che Drago perdesse la pazienza, domandandosi cosa ci fosse di così importante in quell’oggetto che aveva destato il suo interesse, senza vedere nemmeno quali stessero raccogliendo. Un debole ruggito bloccò il loro avido lavoro, inizialmente credendo che si trattasse del demone si tennero pronti a replicare, vedendolo assorto nei suoi pensieri e sentendo quel verso continuare senza interruzione i sospetti crebbero facendogli venire i brividi lungo la schiena.
Contemporaneamente si voltarono verso la fonte del rumore, trovandosi faccia a faccia con i due leoni di pietra.
<< D-man…? >> quando Drago si voltò nel sentirsi chiamare, sgranò gli occhi nel vedere le statue dei due animali muoversi e ringhiare come veri esseri viventi.
Era una trappola.
Una trappola mortale posta di guardia solo per quella pietra.
Non aspettò che uno di loro lo attaccasse, fu lui a fare la prima mossa lanciando contro le fiere le pesanti statue situate all’interno per bloccare loro la strada e dar tempo sia a se stesso che ai suoi complici di risalire la botola prima che gli saltassero addosso per sbranarli. Nonostante la pesante corporatura schivarono agilmente le effigi dorate, i denti di avorio e gli artigli erano talmente affilati che la spessa pietra si spezzò facilmente, permettendogli così di allargare l’uscita ed inseguire il gruppo demoniaco: lo stretto corridoio percorso sembrava più lungo, forse a causa anche delle centinaia di trabocchetti che attivarono nella corsa rocambolesca per sfuggire a quelle bestiacce, tra lance, frecce infuocate e pareti che si chiudevano di colpo. D’un tratto il corridoio s’interruppe bruscamente con un solido muro, senza vie di scampo.
<< Siamo fregati! >>
<< Siamo morti! >>
<< Siete degli idioti! Non vi fermate! Continuate a correre! >>
<< Spiaccicarci contro un muro, effettivamente, è sempre meglio che finire sbranati dai leoni! >>
<< L’unica cosa di cui dovete avere paura è che sia io a sbranarvi! Fate come vi dico se non volete che vi spezzi la schiena! >>
Tra i leoni e il Demone, era decisamente meglio salvarsi da quest’ultimo.
Nell’augurarsi di non morire, i tre ragazzi continuarono a correre e concentrati com’erano da quel pensiero che non si accorsero della saetta che sfiorò le loro teste per infrangersi contro la parete che esplose, annebbiandoli la vista…
Accecati dalla sottile polvere non si resero conto della pendenza esterna della piramide, rotolando lungo il pendio senza riuscire a fermarsi prima di raggiungere terra. Altri fulmini saettarono nei dintorni incenerendo qualunque cosa colpissero, facendo rimbombare l’aria con l’eco dei tuoni che soppressero il ruggito delle statue viventi di cui, dopo pochi secondi, ne ritrovarono i frammenti sparsi ovunque sulla sabbia. Le parti dei loro corpi si muovevano ancora, tremando debolmente nelle dune nel tentativo di ricomporsi, ma finirono in briciole sotto i piedi di Drago, rinvigorito dal potere del Chi del Tuono. Il demone, con il muso allungato e i muscoli più vigorosi, ringhiò soddisfatto, senza aspettare che i suoi seguaci si rimettessero in piedi si mise in cammino, diretto a San Francisco.
 
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Winter sfogliava seccata il libro d’incantesimi proibiti senza nemmeno leggere quello che c’era scritto sopra.
Sibilava a denti stretti e saettava la coda biforcuta avanti e indietro.
Era davvero arrabbiata.
L’ultima settimana era stata davvero stressante, sopportare i tre esseri umani era diventata quasi un’impresa, soprattutto dopo che suo fratello le aveva vietato di torturarli e ordinato di conseguenza ( come cosa peggiore ) di eseguire ogni loro ordine.
Non poteva davvero credere che Drago l’avesse costretta a fare una cosa simile!
Con degli umani poi!
Era il massimo del disonore per un demone!
Era umiliante abbassarsi ad assecondare le loro assurde richieste, se solo Drago non fosse nei paragi ogni qual volta la sfruttavano come cameriera se ne sarebbe infischiata e se ne sarebbe andata via dopo una bella serie di insulti e magari anche un bel calcio nel sedere. Sfortunatamente quella tentazione doveva reprimerla, essere paziente finchè non fosse riuscita a far capire a suo fratello che lei era l’unica a potergli permettere il recupero di ogni Chi del Demone, anche se questo avrebbe voluto dire subire rimproveri e castighi.
Una sgradevole voce familiare la distolse da quei cupi pensieri, facendole notare che Drago e i tre idioti erano tornati dal viaggio in Egitto.
<< Allora? Com’è andata? >> chiese al gruppo, raggiungendoli.
<< Guarda e ammira shrimp. >> gli rispose Ice, svuotando insieme agli altri due compagni le sacche colme del tesoro egiziano.
<< Come puoi vedere baby, la fortuna ci ha reso fottutamente ricchi. >>
<< Yeah boy! È bastato che tu te ne stessi fuori dalle palle per avere questo colpaccio! >>
<< A me è bastato avervi fuori dalle palle per avere finalmente un paio di giorni tranquilli. Non ho sentito affatto la vostra mancanza. >>
<< Yo flea, la sensazione è reciproca, ma come puoi vedere a noi è andata molto meglio. >>
<< A me sembrate più rincoglioniti di prima. >> prima che si ingaggiasse battaglia, Drago ringhiò minaccioso e pose fine alla discussione, lanciando subito dopo alla sorella la pietra trovata nel tempio.
<< Tieni, un souvenir dalla Piramide di Cheope. >>
La ragazzina esaminò l’oggetto con curiosità: sfiorò la superficie ruvida con la punta delle dita artigliate per saggiarne i contorni e il disegno color arancio inciso sopra, lo alzò sopra la sua testa affinché i raggi del sole lo illuminassero, ammirando gli ideogrammi cinesi situati dietro. Qualcosa nella memoria della ragazza si mosse… un’immagine vaga legata a quel minuscolo frammento di roccia che le ricordava cose che aveva già visto… forse per un breve momento… forse in un’occasione di quando era piccola.
Scosse la testa consapevole che nessuna memoria della sua infanzia era chiara nella sua mente risalente al passato, decisa a concentrarsi sull’attuale situazione del presente.
<< Dove l’hai trovato? >> chiese incuriosita.
<< In una camera del tesoro situata all’interno della piramide, incastonata su una statua di una dea egiziana. Si tratta di un talismano magico. >>
<< Nonché a guardia di due leoni assassini… >> aggiunse sottovoce Cobra.
<< Uhm… La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, è l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonché la più famosa al mondo. È la più grande delle tre piramidi della necropoli di Giza, vicino al Cairo in Egitto. Costruita, si presume, intorno al 2570 a.C., è rimasta l'edificio più alto del mondo per circa 3800 anni.
Pere sia stata eretta da Cheope della IV dinastia dell'Egitto antico come monumento funebre. All'interno, come per molte altre sepolture reali dell'antico Egitto, saccheggiate dai violatori di tombe già nell'antichità, non è stata trovata alcuna sepoltura e ciò ha fatto nascere un buon numero di teorie, fino ad oggi prive di reale fondamento, sul fatto che le piramidi non siano monumenti funebri. L'attribuzione della grande piramide a Cheope è deducibile dalla concordanza dei rilievi archeologici con i dati storici disponibili, costituiti dai libri dello storico greco Erodoto.
Quando fu costruita, la piramide di Cheope era alta circa 146,6 metri (280 cubiti egiziani) ed era pertanto la costruzione più alta realizzata fino ad allora. La sua altezza attuale è tuttavia di soli 138 metri e risulta essere pertanto di poco più alta della piramide di Chefren, alta 136 metri. Causa di questa perdita di altezza è probabilmente la rimozione del rivestimento di pietra calcarea che in passato rivestiva l'intera piramide, dovuto sia a fenomeni di erosione naturale, che alla rimozione delle pietre calcaree da parte degli abitanti del Cairo, che in passato sfruttarono le piramidi come cave di pietre….>>
Cominciò a dire fra sé e sé Winter, camminando avanti e indietro e gesticolando continuamente, fermandosi solo quando si rese conto che i ragazzi la stavano guardando con aria scioccata.
<< Bè? Che c’è? >>
<< Hizzle… Per un attimo ci è sembrato di ascoltare un documentario di storia. Cosa diavolo stavi farneticando prima shrimp? >>
<< Non stavo “farneticando”, bensì solo ripassando a memoria quello che ho studiato riguardo l’Egitto, o più correttamente, su una delle 7 meraviglie del mondo antico. >>
Il trio continuò a guardarla con perplessità, incapaci di dire qualcosa a proposito.
<< In parole povere ha più cervello di voi tre zucche vuote. Non dubitate mai dell’intelligenza di mia sorella, è 100 volte più informata di un’enciclopedia umana. >>
<< Yo, cioè una secchiona patentata. >>
<< Se per “secchiona” intendi dire “intelligente”, allora sì, lo sono. Mi piace studiare, tutto qui. >>
<< Ok Wikipedia, come vuoi tu. >>
Il trio decise di non approfondire l’argomento, soprattutto per non dover ascoltare la lezione di storia che Winter aveva ripreso dopo la breve interruzione, allontanandosi verso il suo nascondiglio per trovare le informazioni necessarie per scoprire quale mistero si celasse dietro quel talismano.
 
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Una visione avvisò Drago che un nuovo Chi era pronto per essere recuperato.
L’immagine del Demone dalla quale derivava fu ben evidente, ma proprio questo gli fece sorgere un tremendo sospetto.
Da solo raggiunse l’obiettivo che, come gli altri precedenti, si trovava nella nuova San Francisco: per un attimo immaginò che gli comparisse all’improvviso una persona con cui per molti anni aveva avuto il “piacere” di lavorare, pronta a mettergli i bastoni fra le ruote com’era sua abitudine fin dal giorno in cui si erano conosciuti per la prima volta. Stavolta però, ad attenderlo non c’era quella persona, ormai troppo occupata con il lavoro per preoccuparsi di lui, bensì un’altra sua conoscenza che gli avrebbe dato parecchi grattacapi.
 
Quanto tornò alla vecchia San Francisco era parecchio nervoso, il nuovo Chi sarebbe stato difficile da conquistare e aveva bisogno subito di un piano: prima di tutto voleva scoprire come quel talismano trovato in Egitto potesse esistere e che potere avesse; sapeva che esistevano 12 oggetti simili con raffigurati sopra gli animali dello zodiaco cinese e che appartenevano a suo Padre, generati dal suo potere dopo essere stato imprigionato da un potente stregone quando aveva tentato di conquistare la Cina.
Solo lui e altri membri della sua famiglia conoscevano questo fatto.
Tranne Winter.
Quello con sopra il gatto aumentava il numero a 13… ma non poteva essere possibile dato che tutti i talismani erano tornati al legittimo padrone e imprigionati con essi nella prigione millenaria dalla quale lui solo era scappato.
Vagò tra le rovine fino a quando non trovo L’Ice Crew intento a fare skatebord tra le rovine, chiedendogli dove fosse finita sua sorella.
Ovviamente non ne avevano la più pallida idea.
Alla fine, esplorando meglio le rovine, percepì il suo Chi che lo condusse dentro un vecchio condominio di quattro piani con tutti i balconi distrutti, le finestre in frantumi e le porte scardinate, conseguenza sicuramente dovuta al massiccio attacco che lui stesso aveva sferrato alla città nel passato.
In prossimità dell’ultimo piano sentì la sua familiare voce della e accelerò il passo.
La trovò all’interno di un appartamento dalle pareti quasi del tutto assenti, seduta su una poltrona marrone scucita e sgualcita all’interno di un piccolo salone provvisto di uno sgangherato tavolo di ferro, circondata da numerosi vecchi libri dalle copertine rovinate e antichi manufatti per svariati usi di ricerca, la testa china su una pergamena. Non si era accorta della sua presenza, gli dava le spalle e mormorava ad alta voce frasi scritte nel volume che teneva tra le mani, sicuramente per memorizzarle meglio. Drago rimase a fissarla in silenzio nel suo attento lavoro, ricordandosi di tutte quelle volte che l’aveva trovata concentrata nel meticoloso studio a cui aveva dedicato sempre gran parte del tempo e che le aveva garantito una vasta conoscenza su qualunque cosa…
 
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Un giovane Drago colse in flagrante una piccola Winter alle prese con un libro che era più grande di lei. Glielo prese dalle mani osservandolo senza interesse, ignorando le proteste della sorella.
<< Per una volta non potresti evitare di scervellarti in quel mucchio di cartacce? >>
<< A me piace leggere! >>
<< I demoni non perdono tempo a leggere. Noi distruggiamo e mangiamo gli umani. >>
<< è per questo motivo che sei stupido! >>
<< Che hai detto?! >>
 
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<< Sembra interessante quello che stai leggendo. >> le disse ad un certo punto.
Winter trasalì e si girò di scatto, generando dagli artigli delle punte di ghiaccio acuminate che ritirò subito quando si rese conto che era solo Drago.
<< Mi hai spaventata scemo. Come fai a muoverti di soppiatto con quelle zampe da T-Rex che ti ritrovi? >> chiese lei abbozzando un debole sorriso.
<< Semplice allenamento. >> si limitò a rispondere lui.
Drago si avvicinò alla “postazione” da lavoro della sorella, potendo così dare un’occhiata al testo che stava esaminando: sulle pagine erano raffigurati dei talismani somiglianti a quello che lui aveva trovato in Egitto, ognuno con un’accurata descrizione sul potere che essi possedevano.
Era praticamente a buon punto, ma una minuscola parte nella sua coscienza sperava che non scoprisse nulla di più, temendo che potesse cominciare a fare domande a cui non voleva rispondere.
<< Trovato qualcosa? >>
<< Consultando questo libro ho scoperto che esistono 12 talismani i cui poteri sarebbero stati generati da un demone stregone che 900 anni fa tentò di conquistare la Cina, quando venne sconfitto da un potente mago chiamato Lo Pei che lo trasformò in una statua di pietra...  >>
La preoccupazione di Drago aumentò, Winter stava leggendo la storia di Shendu.
Lei non poteva sapere che si trattava di loro Padre, Drago non aveva voglia di parlare di quel bastardo, se la giovane avesse voluto chiedere più chiarimenti a proposito.
<< C’è una lista qui che descrive esattamente questi 12 oggetti, ma del nostro amico gatto nessuna traccia. >>
<< Hai controllato bene? >>
<< Certo, per chi mi hai preso? Questo è il ventesimo libro che studio, ma fino adesso non ho ancora trovato niente. >>
<< Non è possibile, qualcosa ci dovrà essere! >>
<< L’unica cosa che sono riuscita ha fare e tradurre il testo inciso dietro. Dice: “Tutto scorre e tutto cambia: il tempo inesorabile conduce nel suo cammino alla vecchiaia. Ogni cosa una sola occasione avrà, ma il Gatto nove ne ridarà o nove ne toglierà”. >>
<< In parole povere? >>
<< Forse il suo potere consiste nell’alterare il tempo dato che lo menziona, ma ho provato di tutto e non è successo nulla di anomalo. E poi c’è questo numero 9… non so a cosa si riferisca. >>
<< Insisti, in questo momento ho bisogno di tutto l’aiuto possibile per riattivare i miei poteri. >>
<< Sto facendo quel che posso. >>
<< Non è abbastanza. >>
<< Ehi, niente male come posticino piccoletta. >>
Ad un tratto, nell’appartamento entrarono Ice, Cobra e Fist armati dei loro skateboard, i quali curiosarono in giro toccando ogni cosa nel salotto.
<< Questo è il mio rifugio! Non vi voglio qui! Levatevi dai piedi! >> urlò lei contrariata.
<< Yo ragazzina, è inutile che sprechi fiato con noi, non prendiamo ordini dalle pulci. >> le rispose Ice con un sorriso beffardo.
 << Yeah, al caso contrario sei tu che devi fare quello che noi ti diciamo: proprio ora ci è venuta una gran sete, vai a prenderci qualche birra. >> le disse Cobra spingendola fuori casa. Lei con un salto all’indietro ritornò alla sua postazione tra i libri, sibilando come un serpente.
<< Non sono la vostra cameriera! Sbrigatevela da soli! >>
<< Yo shrimp, ti ricordiamo che il grande D. ti ha imposto di eseguire ogni nostro desiderio, quindi muovi le chiappe. >>
<< Ho da fare adesso! Fuori dalle palle! A differenza di voi scansafatiche, io lavoro e mi rendo utile! >>
<< Siamo molto più in gamba di te mocciosa! Non osare insultarci! >>
<< Non ne ho bisogno, ci ha già pensato madre natura a insultarvi! >>
Strikemaster Ice e MC Cobra cominciarono a inseguire per tutta la casa Winter che, di tutta risposta, continuava ad insultarli, schivando sfere di fuoco e mobili che le venivano lanciati contro, rispondendo con palle di neve. Drago e DJ Fist rimasero a fissarli seri, ormai abituati a quei litigi così frequenti, decidendo di non intervenire perché tanto alla fine avrebbero smesso da soli, dopo esseri ko a vicenda.
Nessuno però avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo in quel litigio.
Nella confusione, Winter afferrò il Talismano del Gatto e lo puntò contro Ice urlandogli:
<< Se fossi più piccolo di me, te ne farei vedere di tutti i colori! >>
A quelle parole, quasi come se si trattasse di un incantesimo, il simbolo sul talismano s’illuminò e da esso scaturì un raggio arancio che colpì in pieno Ice, scaraventandolo contro una sgangherata libreria che gli crollò addosso.
Tutti rimasero a bocca aperta, increduli per ciò a cui avevano appena assistito.
Dovettero passare quasi 10 minuti prima che MC Cobra e DJ Fist si decidessero ad aiutare l’amico che da sotto le travi si lamentava: rimossero poco alla volta le tavole per evitare che qualche scheggia potesse ferire il ragazzo, balzando scioccati quando questo si rimise in piedi da solo.
<< Mentecatta che non sei altro! Volevi uccidermi per caso?! Questa volta non la passi liscia! >> le urlò.
Ma lei era troppo interdetta per rispondergli, così come i suoi compagni. Ice non capiva per qualche motivo lo guardassero in quel modo.
<< Yo ragazzi, cosa sono quelle facce? Siete diventati idioti per caso? >>
<< Ehm bro’… stai bene? >>
<< Certo. Perché questa domanda stupida? >>
<< Forse è meglio che ti dia un’occhiata… subito… >>
Seccato da tanta stranezza nei suoi confronti, Ice prese un frammento di vetro lì vicino e guardò il suo riflesso. Urlò spaventato da ciò che vide, cominciò a passare le mani su tutto il suo corpo drasticamente cambiato: aveva riassunto la forma umana… ma con le sembianze di un bambino.
I capelli biondi erano leggermente più lunghi, la corporatura muscolosa era diventata più gracile, il viso più tondo e anche di statura si era abbassato, mentre segni particolari come l’acne e il sopraciglio tagliato erano scomparsi. Persino i suoi abiti erano mutati, adatti soprattutto per la taglia di un bambino.
<< Che cazzo mi è successo?! Sono tornato moccioso! >> urlò questo scioccato.
<< è stato il Talismano…. Ora capisco il significato di quelle parole: “Tutto scorre e tutto cambia: il tempo inesorabile conduce nel suo cammino alla vecchiaia. Ogni cosa una sola occasione avrà, ma il Gatto nove ne ridarà o nove ne toglierà”.
Ci avevi visto giusto Winter, il potere che esso detiene è quello di modificare il tempo… inteso come anni. E a tal proposito, ad occhio e croce l’ha fatto ringiovanire di 9. >> sentenziò Drago, stupito quanto gli altri.
<< 9 come le vite di un gatto. Questo ha decisamente senso. >> disse Winter, rimirando il Talismano che teneva ancora in mano; Ice però era di tutt’altra opinione.
<< Senso un corno Yo! Non voglio rimanere un moccioso per sempre! Fammi tornare subito com’ero prima, razza di strega! >>
<< Potrei, ma in questo modo sei più adorabile. Preferisco lasciarti così. >>
<< Non dire stronzate Winter e fallo ridiventare adulto. >> a quelle parole, per la seconda volta il simbolo del gatto brillò e colpì come già aveva fatto il giovane umano, stavolta per farlo tornare ragazzo in forma demoniaca.
<< Hizzle, questa roba è davvero assurda. >>
<< Io dire inutile! Non ho mai visto una stronzata simile in vita mia! A chi può servire una roba simile? >>
<< A coloro che vorrebbero tornare giovani per caso? >>
<< Oppure a me… >> intervenne Drago con aria pensierosa.
<< Non mi sembri così vecchio boss, hai ancora una bella cera. >>
<< Non in quel senso idiota! Bensì per la prossima vittima a cui ruberò il Chi del Demone! Vi spiegherò tutto strada facendo. Quanto a te Winter… >>
<< Si? >>
<< Tu con noi non vieni. >>
<< Che palle… >>
 
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Il grande centro fieristico nella quale si erano appostati ricordava un cartone animato giapponese con tutte le bandiere e i palloncini colorati appesi ovunque, i cosplay, e le centinaia di collezionisti in giro per gli stand futuristici provvisti di display che presentavano la propria mercanzia. I nerd accorsero numerosi lì dentro per spendere in fumetti o gadget i loro soldi, perdendo gran parte del loro parte giocando ai nuovi videogame sistemati in alcune aree oppure agli stupidi quiz regolati dagli organizzatori; androidi somiglianti a famosi personaggi di giochi e cartoni vagano su e giù nell’ammirazione generale e ologrammi riproducevano in tempo reale quello che avveniva in altre zone della fiera.
<< Come mai ho la sgradevole sensazione che rischiamo di beccarci una figuraccia? >>
<< è l’esperienza… >>
<< Invece di preoccuparvi per stronzate simili, vi consiglio di prepararvi ad affrontare il prossimo “contenitore vivente” dato che sarà il più difficile da recuperare. >>
<< Il più difficile? Ma dici roba seria dude? >>
Facendo finta di essere mascherati come la maggior parte della gente partecipante, i quattro esplorarono con attenzione la fiera.
Chiunque li vedesse rimase affascinato, convinto che fossero solo costumi perfetti, qualcuno provò a chiedergli di potergli fare una foto ma rifiutarono con un semplice grugnito o secco “no”.
Improvvisamente Drago fece segno agli umani di fermarsi; insieme si appostarono all’istante dietro degli schermi televisivi in 3D per tenersi fuori dalla visuale del bersaglio bramato: a pochi metri si trovava un uomo che il gruppo conosceva bene, un grosso e alto giapponese con i capelli neri raccolti in un piccolo codino che sarebbe potuto essere perfetto come lottatore di sumo, indossava un paio di occhiali da lettura e una camicia arancione scuro che a malapena bastava a coprire la parte superiore della sua mole, la gente normale quando gli passava accanto sembrava minuscola.
Con le braccia che si ritrovava era sicuramente in grado di sollevare qualsiasi cosa e di spaccare qualunque cosa, per non parlare del fatto che metterlo KO era fuori questione avvantaggiato com’era… se non un impresa impossibile per un comune essere umano.
Per un demone soggiogarlo sarebbe stato un gioco da ragazzi… un demone adulto però.
E in forma al 100%.
E Drago non era affatto in forma.
Anche se quel grassone era molto più vecchio dall’ultima volta che lo aveva incontrato, e quindi meno capace di poter usare la sua forza sovrumana, Drago non si era scordato che era diventato un mago per compensare dopo tanti anni la debolezza della vecchiaia, capace di poter usare l’incantesimo scaccia-demoni, lo stesso che lo aveva imprigionato nella battaglia finale di tanti anni fa.
Doveva agire diversamente, altrimenti sarebbe stato di nuovo bandito dalla Terra e il Talismano probabilmente non lo avrebbe aiutato come sperato.
<< Quella palla di lardo dovrà pur avere un punto debole... >>
<< Yo D, non possiamo limitarci a spezzargli la schiena? >>
<< No, può usare la magia, è questo ci si ritorcerebbe contro. >>
<< Ma restare qui è roba da perdenti dude! >>
<< Lo so dannazione! Però non so cosa inventarmi! Che problema del cazzo! >>
<< Io ne vedo uno assai peggiore… >>
<< Che cosa… OH! PERFETTO! CI MANCAVA SOLO QUESTO! >>
 
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Winter aveva atteso l’arrivo di quella fiera da mesi, contando ogni giorno con impazienza solo per poter partecipare alla speciale esposizione dei videogiochi.
In quella edizione avrebbero presentato in esclusiva mondiale il nuovo episodio della serie di Silent Hill, il suo videogioco horror preferito in assoluto, rinnovato in grafica, gameplay… e soprattutto in mostri e sangue!
Adorava quel capolavoro anche se realizzato da esseri umani: la storia della città maledetta, la bambina indemoniata, il padre disperato che ammazza gli incubi… decisamente meraviglioso, una rappresentazione fantastica del male! Ogni volta che rimirava le immagini riguardanti la serie rimaneva incantata, soprattutto quando c’era il suo demone preferito: Piramid Head, l’unico mostro da cui si sarebbe fatta volentieri ammazzare per quanto era spietato, sanguinario e bellissimo.
Come lo era sempre stato del resto, e il nuovo re style lo rendeva ancora più strafico.
Solo per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa, peccato che non fosse reale.
Strinse forte a sé il programma della fiera e corse a trovare il suo “idolo”, ma venne trascinata violentemente all’indietro e spinta a terra, ritrovandosi ricoperta da foglie finte e osservata male da quattro grossi lucertoloni.
<< Ti avevo detto di non venire! >> le urlò suo fratello furioso.
<< Che diavolo ci fate voi qui? Avete deciso di dedicarvi al cosplay per caso? >> chiese lei incredula.
<< Non cambiare discorso! Ti avevo avvertita che se ci seguivi di nuovo le avresti prese! >> replicò lui, afferrandola da dietro il colletto della maglietta e sollevandola. Winter si dimenò per scendere, seccata da tanta sfiducia.
<< Ma io non vi ho affatto seguito! Sono qui per puro caso! Non avevo idea che che dovevate svolgere la missione da queste parti! >>
<< Giuralo sul tuo Chi! >>
<< Anche sulla mia vita se necessario! >>
<< Yo yo yo shrimp, guarda che non siamo mica stupidi. Anche se hai la lingua lunga non ci incanti mica. >>
<< Tu invece la lingua non dovresti neanche averla. >>
<< Non cominciate a litigare voi due, non sono dell’umore adatto. In quante a te… considerati fortunata nel non avermi mentito perché te lo avrei fatto rimpiangere a vita. >>
<< Yo Boss, intendi dire che la nanetta sta dicendo la verità? Ma ne sei sicuro? >>
<< Ehi, sono nato prima di lei, non c’è verso che mi possa fregare, soprattutto quando tenta di mentirmi. Detto questo puoi anche andartene adesso cara sorellina, ci hai già fatto perdere fin troppo tempo. >>
<< Come vuoi seccatore, tanto mi “consolerò” nell’area videogiochi. >>
<< Non intendevo andartene alla fiera! Intendo dire al tuo rifugio alle rovine! >>
<< Scordatelo! Oggi presentano in anteprima mondiale il nuovo Silent Hill! Non ho intenzione di perdermelo! >>
<< Davvero? C’è per caso Piramid Head in questo episodio…. No, cioè! Non distrarmi! Fai come ti dico o…. >> prima che potesse concludere l’ordine, una lampadina gli si accese in testa bloccandogli le parole.
Guardò il gigantesco uomo giapponese, poi sua sorella e infine il talismano che teneva in mano, collegò i tre elementi ed ebbe un’idea. Ridacchiò soddisfatto e rivolgendosi con sua sorella, stavolta con calma, decise di metterla in atto:
<< Senti sorellina, ti farebbe piacere darmi una mano? >>
<< E me lo chiedi? Certo che sì. >>
<< Perfetto. >> i due si acquattarono, lei felice di poter essere finalmente di aiuto e lui soddisfatto di aver trovato una soluzione. L’Ice crew non capì quali intenzioni avesse il demone tanto da fargli cambiare idea circa “l’utilizzo” della sorella.
<< Lo vedi quel gigante lì in fondo? >>
<< Si? >>
<< Ebbene, quel ciccione ha un frammento del Chi del Demone della Montagna. Inizialmente avevo pensato di attaccarlo direttamente, ma quel guastafeste oltre alla sua stazza può contare anche sulla magia. >>
<< Ho capito: non vuoi rischiare di perdere il potere recuperato fino adesso o, nel peggiore dei casi, venire rigettato negli inferi. >>
<< Proprio così, ed è qui che entri in scena tu. >>
<< Io? >> Winter diede un’altra occhiata all’uomo che nel frattempo era stato raggiunto da una donna della stessa stazza e solo poco più bassa di lui, con un tipico kimono color panna dai motivi floreali dorati e due bambini che a differenza della coppia erano magri quasi quanto un grissino.
<< Cosa dovrei fare di preciso? >> si limitò a chiedere al fratello.
<< Attiralo con l’inganno in un luogo isolato e aspetta che io ti raggiunga, così potrai passarmi il suo Chi prima che lui tenti di fregarci. >>
<< Ottima idea, ma… non voglio fare la guastafeste… temo però che non sia così stupido da farsi imbrogliare facilmente. >>
<< Sei una brava attrice, non avrai alcun problema, soprattutto dopo che ti sarai sistemata a dovere. >>
<< Che intendi dire con… >> prima che la ragazza potesse concludere la domanda, Drago le mostrò il Talismano e capì che intenzioni avesse. Fece un saltò all’indietro rischiando quasi di finire addosso al trio che assisteva alla conversazione senza dire una parola; rifiutandosi di sottoporsi al particolare potere che esso generava.
<< Oh avanti, sarà questione di un attimo. >> insistette lui, cercando di puntarle contro l’oggetto.
<< Ma tu sei scemo! Non ci tengo proprio a tornare bambina! Chi mi assicura che questi tre ( o tu, non si sa mai ) poi non ne approfitteranno? >>
<< Winter, non fare la stupida e dammi una mano. >>
<< No! Non a queste condizioni! >> sentenziò Winter, dandogli le spalle e incrociando le braccia. Drago ovviamente non si rassegnava così facilmente, aveva previsto una reazione simile e aveva un asso nella manica per risolvere quel piccolo inconveniente, altrimenti non le avrebbe proposto un simile “affare”: si avvicinò e le mise un braccio intorno al collo, ignorando i brontolii e la faccia corrucciata che aveva, continuando a ridacchiare.
<< Suvvia sorellina, non vorrai abbandonarmi proprio adesso? >> le chiese, passando una mano tra i suoi capelli azzurri e fucsia.
<< Inventati un altro piano e forse non lo farò. >> si limitò a rispondergli lei.
<< Che peccato, e dire che quando eri piccola avresti fatto qualsiasi cosa per me. Non è vero mia piccola…. Teddy Bear? >>
L’Ice Crew si premette la bocca pur di trattenere le risate dopo aver sentito quel nomignolo diretto a Winter che, totalmente rossa in viso, era rimasta a bocca aperta con un’espressione di incredibile imbarazzo in volto. Il fratello la fissava divertito, lei gli sibilò arrabbiata e infine gli prese di mano il Talismano, non prima di averlo chiamato “stronzo” con tutto l’odio che poteva provare in quel momento, allontanandosi per trasformarsi in santa pace e per ignorare i gangster che alla fine non c’è la fecero più a trattenere le risate.
 
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<< Papà! Papà! Guarda là! C’è SuperMoose con i suoi aiutanti! >> disse estasiato uno dei bambini al gigantesco giapponese che non potè far altro che sorridere davanti a tanta gioiosità.
<< Possiamo andare a chiedergli un autografo? Ti prego, possiamo? >>
<< Certo bambini, andate pure. >>
<< Siii!! Grazie papà! >> urlarono in coro i due fratelli prima di allontanarsi correndo.
Il più piccolo involontariamente, nel tentativo di superare il fratello in quella breve corsa, andò a sbattere contro una bambina, cadendo insieme a terra e cominciando a piagnucolare per l’accaduto. Il fratello maggiore si fermò e tornò indietro per aiutare i piccoli insieme ai genitori che intervennero prontamente. 
<< Ti sei fatta male piccola? >> chiese la donna alla bambina che le rivolse uno sguardo triste: aveva più o meno 6 anni, i lunghi capelli castano chiaro con alcuni ciuffi arricciati parevano lisci come la seta, la pelle leggermente rosata morbida come una pesca e i grandi occhi verde smeraldo simili a pietre preziose luccicavano debolmente. Non disse una parola, si teneva le mani strette al petto e si guardava in giro con imbarazzo e paura.
<< Dove sono i tuoi genitori? >> le chiese ancora la geisha extra large.
<< Io non lo so… >> rispose finalmente con voce flebile.
<< Povera cara, ti sei persa a quanto pare. Tesoro, non possiamo lasciarla qui da sola. >>
<< Certo che no, ma sarà difficile rintracciare i suoi parenti in mezzo a tutta questa gente. >>
<< Mi scusi signore… >> ad un certo punto la bambina, con delicatezza, tirò la mano dell’uomo con le sue piccole dita per attirare l’attenzione su di sé.
<< La mia mamma mi aveva detto di andare in un posto se mi perdevo, dove ci sono dei signori con dei costumi azzurri e le stelline disegnate sopra. >>
<< Papà, questi signori si trovano al circo? >>
<< Ma no, sta parlando della guardiola con gli agenti di polizia, sicuramente è li che la staranno aspettando. >>
<< Voglio la mia mamma! Ho paura a stare da sola! >>
<< Tranquilla piccola, adesso ti riporto io dalla tua mamma. Tesoro, tu continua pure il giro insieme ai ragazzi, sistemo questa cosa e vi raggiungo subito. >>
<< Noi ti aspettiamo papà, non vogliamo divertirci senza di te. >>
 
“Perfetto, va tutto secondi i piani.” Pensò Winter soddisfatta mentre seguiva il ciccione.
Anche se non gradiva rivestire i panni infantili, il piano stava funzionando a meraviglia.
Tra poco suo fratello avrebbe avuto un altro Chi e la meta finale finalmente sarebbe stata più vicina… anche se ancora non l’aveva perdonato per aver pronunciato “in pubblico” il nomignolo con cui la chiamava spesso quando erano piccoli.
Si sentiva ancora nelle orecchie le risate di quei tre imbecilli umani e la cosa la scocciava parecchio. Si sforzò per apparire il più possibile innocente, una mossa sbagliata e il mago l’avrebbe mandata a marcire nell’eterna prigione dell’altro mondo con i suoi simili, possibilità che la inquietava molto.
Il luogo in cui la trappola doveva scattare era vicino, mancavano solo pochi metri quando avvenne l’imprevisto.
<< Finalmente ti ho trovata piccola mia! >> improvvisamente un uomo basso e grassoccio, dalla barba nera incolta, leggermente stempiato proprio sulla sommità della testa e con solo qualche paio di lunghi capelli neri legati a coda di cavallo, bloccò loro la strada comparendo dal nulla, sorridendo ad entrambi. Indossava una sgualcita camicia giallo canarino e un paio di pantaloni grigi provvisti di bretelle amaranto, insieme ad un paio di stivaloni da minatore e una giacca nera rattoppata.
<< Ti ho cercato per ore Sakura! Lo sai che ci hai fatto preoccupare parecchio? Non dovresti scappare via all’improvviso, in un posto grande come questo. >> disse lo sconosciuto, rivolto a Winter.
Chi cacchio è questo qui? Che accidenti vuole?” pensò lei perplessa.
<< Mi scusi, lei chi sarebbe? >> chiese il giapponese.
<< Oh, mi perdoni per la mia maleducazione: sono lo zio di Sakura, la bambina che sta con lei in questo momento. >>
“Cosa?! Ma questo è matto! Chi l’ha mai visto!?”
<< Non è vero! Questo vecchio signore io non lo conosco! >> replicò la ragazza, tentando di risolvere quell’imprevisto.
<< Non fare i capricci solo perché non ti ho comprato lo zucchero filato; non è facendo la monella che si ottengono le cose. >> rispose l’uomo, facendole col dito un gesto di rimprovero e allungando il braccio per prenderla. Ma il giapponese la tirò dietro di sé prima che la sottile mano dello sconosciuto la prendesse, guardandolo con sospetto.
<< Signore, ha una qualche prova che dimostri che questa bambina sia sua nipote? >>
“Oh, bravo ciccione. Toglimelo dalle scatole così che possa fare il mio lavoro senza problemi.”
<< Come osa dubitare della mia parola buon uomo? Ciò che insinua è molto offensivo. >>
“Ma stai zitto e vattene via!”
 
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Drago stava cominciando a spazientirsi: Winter non si faceva viva.
Si chiese cosa stesse combinando, non era di sua abitudine farlo attendere così a lungo, molto probabilmente aveva avuto dei problemi con lo stregone nonostante le sue false sembianze. Ordinò all’Ice Crew di restare nel luogo dell’agguato e andò a cercare la ragazzina: camminò a passo svelto tra la folla di mocciosi, scrutò ogni zona nel tentativo di rintracciare la sorella e alla prima occasione recuperarla.
La ricerca proseguì fino a quando non avvertì un senso di allarme: lui e sua sorella non erano gli unici demoni lì presenti, c’è n’era un altro lì nei paragi.
Dall’energia che emanava non era una vera e propria minaccia, sentiva chiaramente che era più debole di lui e dunque non costituiva un pericolo, ma non capiva cosa ci facesse un microbo del genere da quelle parti.
Decise di ignorarlo.
Ma più tentò di allontanarsi e più involontariamente se ne avvicinava.
Quando finalmente lo vide, con lui c’erano sia Winter che il giapponese.
 
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Winter non poteva sapere che Drago si trovasse lì vicino; se solo l’avesse visto avrebbe sicuramente approfittato della situazione per creare un poco di casino e consegnarli il Chi.
Quell’imbecille di un barbone le stava facendo perdere tempo, non le piaceva, la faceva innervosire, il grassone si stava insospettendo sempre di più e lei non poteva tornare alla sua vera età senza farsi beccare.
Se avesse potuto li avrebbe congelati tutti all’istante e ci avrebbe goduto nel farlo.
Persa com’era nei suoi pensieri, non si rese conto che l’aveva presa in braccio e stava per portarla via: il pericolo mise in allarme il suo senso di demone; non era il solito avvertimento che provava quando stava per finire nei guai, era bensì più minaccioso, che in vita sua aveva provato una sola volta. Fu proprio per quello che morse la mano dell’uomo per liberarsi e scappare via il più lontano possibile nonostante le gambe corte che in quel momento si ritrovava.
Non le piacque affatto quella fuga, ma si sentì costretta a farlo.
Dopo essersi chiamata “idiota” per centinaia di volte, una corrente calda la costrinse a fermarsi,  attirata dalle deboli particelle di energia magica che essa trasportò. Non appena smise di correre, si rese conto che non udiva o avvertiva più nulla intorno a sé, e questo perché ogni persona lì presente era stata tramutata di una solida statua di pietra, grigia e increspata e apparentemente priva di vita. Toccò gli umani pietrificati intorno a lei cercando di analizzare quella magia, per quanto potesse sembrare serio il danno in realtà non era così grave, in mezz’ora la roccia sarebbe tornata carne, solo non capiva chi potesse essere stato.
Dato che nessuno la poteva vedere usò il talismano per tornare normale, e prima di poter investigare su quel mistero una mano le afferrò la spalla.
 << Rilassati, sono io. >> le disse Drago.
<< Cazzo, mi hai fatto prendere un colpo! Smettila di venirmi alle spalle di soppiatto! >> replicò lei.
<< Frena la lingua e spiegami che cosa è successo. >> le chiese, indicando le persone incantate.
<< Non ne ho la più pallida idea. Avrei voluto fare una cosa simile, ma mi hanno anticipata. >>
<< Se non sei stata tu… questo vuol dire che è opera di quel demone… >>
<< Demone? Quale demone? >>
<< Credo che stia parlando di me. >> fratello e sorella si voltarono in direzione della voce che aveva risposto a quella domanda.
Lo stesso scocciatore che si era spacciato per un parente di Winter era comparso alle loro spalle, stavolta con un aspetto diverso da prima: barba e capelli erano diventati arancioni, oltre alla folta peluria sul mento e intorno alla bocca erano spuntati un paio di sottili lunghi baffi. I vestiti erano stati sostituiti da una lunga tunica simile a quella di un druido color giallo scuro con i bordi delle maniche, e la cintura di corda intorno al bacino, nero pece. La faccia allegra e fiduciosa aveva lasciato posto ad un sorriso diabolico per nulla sicuramente, proprio come la sua voce distorta e la sua reale natura.
<< Chi sei tu? >> gli domandò Drago minaccioso.
<< Sono onorato di fare la tua conoscenza figlio di Shendu, ho sentito molto parlare di te e delle gesta da te compiute. >> rispose questo con un inchino.
<< Ti ho domandato chi sei, vecchio. Non m’interessa sapere che sei un lecchino. >>
<< Chiedo perdono per il mio comportamento, ma non mi sarei mai aspettato che un giorno avrei incontrato l’erede degli 8 demoni stregoni. Il mio nome è Lanet Kum, e sono un demone proprio come te. >>
<< Davvero? Eppure qualcosa in te non dà verità alle parole appena pronunciate. >> replicò Winter sospettosa. A quelle parole il tizio le ringhiò minacciosamente, mostrando i denti aguzzi.
<< In ogni caso, se tu sei un demone, cosa diavolo vuoi da noi? >> gli disse Drago.
<< Desidero solo offrire il mio contributo per la causa alla quale combatti: so bene che sei alla ricerca dell’essenza vitale dei tuoiparenti e io posso semplificarti il lavoro. >>
<< E in che modo? >>
<< Guardati intorno: credi che gli umani si siano pietrificati da soli? Certo che no, è opera mia questa. Io sono in grado di pietrificare qualsiasi essere vivente, che sia un minuscolo insetto o un gigantesco elefante… gli umani  sono gli animali più semplici da soggiogare, quasi un passatempo. >>
<< Anche se la cosa m’interessasse, tu cosa ci guadagneresti? >>
<< L’onore di poter servire uno dei demoni più potenti del mondo è la ricompensa migliore che si possa desiderare per un vecchio come me. >>
Drago fissò serio il demone che aveva davanti a sé e riflettè.
Winter fissò entrambi per cercare di capire cosa stessero pensando.
Da parte sua, di quel loro simile non si fidava affatto, le sue motivazioni non erano credibili e tanto meno l’aiuto che esso offriva con apparente “fratellanza demoniaca”. Purtroppo la decisione di accettare o no la sua offerta non spettava a lei e la risposta di Drago non si fece attendere oltre.
<< Ho già tutto quel che mi serve. Non ho bisogno di un vecchio per raggiungere i miei scopi, puoi anche levarti dai piedi. >>
<< Pensaci bene, perdi un’offerta preziosa. >>
<< Lascio più che volentieri. >>
Winter a stento trattenne un sorriso soddisfatto mentre insieme a suo fratello se ne andavano per la loro strada: nessuno dei due si voltò indietro per vedere l’espressione offesa del vecchio e le mani congiunte tremare di rabbia.
<< Yo D – man! Attento al culo! >> gli urlò Strikemaster Ice quando questo comparve davanti a lui.
Drago fece in tempo a scorgere con la coda dell’occhio qualcosa che giungeva rapido alle sue spalle e a gettarsi insieme alla sorella a terra prima che potesse colpirlo, rendendosi conto che si trattava  di quattro sottili e affilate lame intrise di magia nera, quando queste andarono a conficcarsi in una statua di Star Wars .
Si voltò rapido e vide che da quattro delle dita di Lanet Kum spuntavano le stesse lame che di poco l’avevano sfiorato, generate dalle carne che pulsava e secerneva una sostanza nera - bluastra fluida che riconobbe come sangue… ma di un mezzo demone.
 
Il sangue di un demone puro era dello stesso colore di quello umano, l’unica differenza risiedeva nel minuscolo particolare che era ricoperto di “macchie” dorate che ne confermavano la perfezione. I mezzi demone invece avevano il sangue che ricordava la pece, perfetto per rappresentare degli abomini come loro, nati dal lussurioso desiderio di coloro che si fecero incantare dall’allettante carne delle vergini donne umane.
Drago aveva sentito da suo padre varie storie riguardanti i mezzi demone, alcune macabre come la loro uccisione alla nascita o più spaventose riguardante terribili torture inferte a quei pochi esemplari che erano riusciti a sopravvivere e che vennero poi usati come schiavi.
Non ne aveva mai incontrato uno in carne e ossa in vita sua.
Ma soprattutto non ne aveva mai incontrato uno vivo che poteva testimoniare la loro esistenza.
L’Ice Crew raggiunse Drago e Winter prima che nuove lame potessero colpirli.
Tutti e cinque si tennero pronti a combattere, per quanto anomalo quel tizio non li spaventava affatto, al contrario, con la sua aggressività li spronava a reagire allo stesso modo.
<< Ho sbagliato a sottovalutarti, figlio di Shendu: ti credevo uno sciocco ragazzino viziato, e invece hai più cervello di quanto avessi immaginato. >>
<< Questo dimostra quanto la spazzatura come te sia stupida. >>
<< Silenzio! Per secoli ho dovuto sopportare insulti simili… ma ora basta! Non intendo sopportare oltre questa mancanza di rispetto! >>
<< Rispetto? Gli abomini non meritano rispetto. >>
<< D’ora in avanti questo dovrà avvenire invece! >>
<< A sì? E in che modo? Sentiamo, sono proprio curioso di saperlo. >>
A quelle parole Kum tornò a sorridere diabolicamente, come se si aspettasse una domanda simile: scioccò le dita e accanto a lui apparve il giapponese pietrificato, talmente immenso con la sua stazza da sembrare una montagna.
<< Il Chi della tua famiglia è uno dei più potenti che sia mai esistito nella nostra razza. Sono davvero rari i demoni che hanno raggiunto un simile livello tanto da essere paragonato a quelli degli dei antichi. Sarebbe un vero peccato lasciare marcire i frammenti della loro forza in miseri corpi umani, non credi? >>
Drago ruggì talmente forte da costringere L’Ice Crew e Winter a tapparsi le orecchie per non finire assordati. Poi si lanciò contro di lui per colpirlo con i suoi artigli, ma quest’ultimo lo schivò prima che ci riuscisse.
<< Quel Chi non sarà mai tuo! Solo io ho diritto di possederlo! Non permetterò alle tue luride mani di toccare la pura forza di un demone completo! >>
<< Troppo tardi. >>
Il modo in cui quelle parole vennero pronunciate non annunciò nulla di buono.
Prima che Drago potesse anche solo pensare di saltare alla gola dello “sgorbio” si rese conto che il giapponese ciccione aveva all’altezza del petto il segno di quattro artigli ancora fumanti. Scioccato si voltò in direzione del mezzo sangue a poca distanza da lui, circondato da un alone di luce viola.
<< Preparati figlio di Shendu, presto saranno quelli come te a dover ubbidire. >>
 

PERSONAGGI:
Tohru:
il nome di questo personaggio non viene menzionato nel capitolo, ma è di dovere spiegare almeno la sua identità.
è uno dei personaggi principali del cartone animato, inizialmente era schierato dalla parte dei cattivi e dunque continuava a lottare contro gli eroi originali, ma verso la fine della prima stagione si redime e diventerà uno dei buoni. Nel corso delle serie diventerà una specie di apprendista stregone e otterà il grado di mago proprio quando riuscirà a sconfiggere Drago. Tohru è un grosso lottatore giapponese, chi lo vede potrebbe pensare che faccia Sumo ma, ironicamente, dice che è troppo "piccolo" per praticare questa arte di lotta. è stato contaminato in un episodio dal Chi del demone della montagna


Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa quinta parte spiegherò la presenza del talismano.
Come avrete letto in questo capitolo, Drago conosce questo oggetto per suo Padre usava 12 oggetti simili come fonte di potere.
in realtà questo tredicesimo oggetto non esiste nella serie animata, è una mia invenzione che ho usato per la storia e che solo in futuro scoprirete da dove proviene :P
il gatto non fa parte dello zodiaco cinese, ma secondo la leggenda quando Buddha scese sulla terra per portare 12 animali nel regno celeste per farli conoscere agli altri dei, il topo ( uno dei segni) fece si che il gatto non venisse a sapere del grande onore che la divinità aveva riservato a queste bestie, poichè invidioso della sua bellezza.
quindi, quando il gatto non si presentò per essere condotto tra gli esseri celesti, al suo posto venne scelto il coniglio.
pare che sia questo il motivo per cui tra topi e gatti ci sia molta inimicizia.
  
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