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Autore: Nakoja    24/09/2011    3 recensioni
Sarah aveva cercato da subito di negare l'evidenza, ma c'era un filo rosso che legava John H. Watson a Sherlock Holmes. Un filo rosso fatto di omicidi, di calcolato ingegno e di adrenalina. Un filo che a volte – troppe volte – sembrava troppo personale e decisamente troppo avvolgente, che li legava insieme e non legava nient'altro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Filo rosso, tela di omicidi.



{ FILO ROSSO, TELA DI OMICIDI.

di Nakoja



Sarah aveva cercato da subito di negare l'evidenza, ma c'era un filo rosso che legava John H. Watson a Sherlock Holmes. Un filo rosso fatto di omicidi, di calcolato ingegno e di adrenalina. Un filo che a volte – troppe volte – sembrava troppo personale e decisamente troppo avvolgente, che li legava insieme e non legava nient'altro.

La psicoterapeuta era stata forse la prima a notarlo, prima che il suo paziente l'abbandonasse di colpo. Era lì, ancora indefinito, ma già legato fermamente a un dito di quella mano che non tremava più, che non reggeva più un bastone.

Perché quella mano era importante: non poteva tremare nel reggere una pistola, non voleva tremare di fronte all'ennesimo indizio/sfida che Sherlock gli passava, non doveva tremare nel togliere quel barattolo – Dio solo sa cosa potesse contenere stavolta – dal microonde. Aveva davvero tremato, una volta, quella mano?

Constatavano un cambiamento, esattamente quello che Angelo aveva visto. Aveva visto quell'unico ”appuntamento” dimenticare se stesso per diventare la persona di cui Sherlock aveva bisogno. E quando era andato a restituirglielo, quel vecchio se stesso lasciato solo nel suo ristorante – quel bastone abbandonato – , lui l'aveva solo osservato per un'attimo, incredulo ed euforico, per poi accantonarlo di nuovo. C'era Sherlock adesso, nessuno spazio per altro.


# Harry is calling

# rejected call


Message Sent:

Sono con Sherlock.
Siamo su un caso.


From Harry:

è così k si dice
adesso? LOL


Message Sent:

Piantala. Cosa
vuoi?


From Harry:

l invito x le
nozzeeeeeee

# message deleted



Soprattutto Mrs. Hudson credeva fermamente in quella coppia, di qualunque genere essa fosse (anche se lei, un'idea a proposito ce l'aveva eccome); Scotland Yard, con il suo acume pratico, vi aveva visto una buona fonte di scommesse; il Governo Britannico – o forse solo Mycroft, il dubbio è lecito – la controllava con crescente interesse; mentre Londra, nel suo caos, se ne fregava.

Quel dannato filo tendeva l'aria. La sua presenza era innegabile.

E lo rifiutava, Molly Hooper. Fermamente. Anche se lo aveva visto crescere lì, caso dopo caso, tra la sua cotta impossibile e il suo nuovo “assistente”, rigorosamente presente a massimo un paio di passi dietro Sherlock, per essere sicuro di non intralciarlo, per essere sicuro di esserci.

Ossessivo. Così lo aveva descritto a Jim.

Ma se Moriarty doveva pensare ad un filo e al colore rosso pensava immancabilmente ad una bomba. Rendere solido ciò che rimaneva etereo, materializzare gli incubi di Sherlock, rendergli evidente ciò che il resto del mondo aveva intuito, e che solo loro, immersi nella loro ragnatela di anomala ordinarietà, non avevano compreso? Sì, oh, sì se gli piaceva, era semplicemente perfetto. Parole nascoste dietro ogni gesto, quella era la sua sfida col detective.

Azioni come metafora, a completamento di un dialogo perfetto.



« I'll burn you. I will burn... the heart out of you. »
Ti brucerò. Ti brucerò... fino in fondo al cuore.


« I've been reliably informed that I don't have one. »
Sono stato informato in modo affidabile che non ne ho uno.


« Oh, but we both know that's not quite true. »
Sappiamo entrambi che non è proprio vero.



Palpebre sbattute, il genio ancora incapace di focalizzare un collegamento così ovvio.


Guarda la bomba, Sherlock, guarda il filo rosso.

Guarda a che cuore è legato.


Guardati bruciare.











La ragnatela della loro vita era definitivamente rossa, e a un filo solo.

Loro tutti erano solo insetti – affascinanti farfalle a volte – che sfidavano ingenuamente i suoi proprietari. Potevano riuscire a ingarbugliare i fili, attirare l'attenzione, sbattere disperatamente le ali, distrarli per un po'. Ma poi nulla avrebbe cambiato il fatto che loro sarebbero tornati e rimasti lì, assieme, a districare fili di un rosso indefinibile, in bilico tra cuore e omicidi.








{ PARENTESI FUTILE .

L'idea del filo rosso immagino non vi abbia sorpreso troppo. Ma forse vi sorprenderà il fatto che me l'abbia fornita Conan Doyle stesso. In un suo passo, per la precisione:

Uno studio in rosso, eh? Perché non trovargli un bel titolo, a questa storia?
Nell'incolore matassa della vita corre il filo rosso dell'omicidio, ed è nostro
dovere sbrogliarlo, isolarlo, esporlo in tutta la sua interezza”.

[ Sherlock Holmes a John Watson, in “Uno studio in rosso” ]


Ora. Questo è il mio breve e assai timoroso – non potete immaginare quanto – debutto su EFP. Non elemosinerò recensioni, né cercerò di convincervi a lasciarmene qualcuna ricattandovi emotivamente. Perché, sapete? A me va bene così. Insomma, ce l'ho fatta, ce l'ho fatta veramente a dire il mio “ci sono anch'io”, a dire il mio bisbiglio in un oceano di voci. Ho vinto una muta sfida con me stessa.

Quindi un coccoloso grazie anche a voi, che ne siete partecipi.

  
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