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Autore: VidelB    25/09/2011    6 recensioni
Fino a che punto un semplice oggetto, come un cappello di paglia, può unire due persone? Cosa avrà voluto comunicare Rufy a Nami ogni volta che le ha affidato il suo tesoro? In ogni capitolo rivivrete i gesti più significativi dal punto di vista della navigatrice :)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 “Che bella giornata!!” esclamai, respirando a pieni polmoni il vento proveniente dalla scogliera. Ero semplicemente sdraiata sul prato di una sperduta isoletta, ma sembrava di essere in paradiso: temperatura perfetta, mentre ero baciata dal sole e regnava la tranquillità. Riflettendoci, essendo circondata dalla mia ciurma, si trattava di una calma innaturale.

Pensai fosse meglio dare una controllata: aprii gli occhi e mi sollevai sui gomiti, ancora stesa, per guardarmi intorno. Robin mi era seduta affianco, almeno apparentemente concentrata nella lettura, mentre Brook stava suonando una specie di ninnananna; poco più in là Franky mostrava nuove ’cyborg-mosse’ ad Usop e Chopper, che ovviamente avevano gli occhi fuori dalle orbite e luccicanti. Una gocciolina di sudore mi scese lungo la tempia… non li avrei mai capiti… Strano, molto strano che non ci fosse anche Rufy con loro! Certo, il fatto si spiegava solo se… ecco, stava dormendo! Lui supino e Zoro a pancia in giù. Nessuno avrebbe scommesso su di loro un solo berry vedendoli in quello stato. Due bambini troppo cresciuti, ecco cosa sembravano.

“Nami cara, vorresti del caffè?”

La voce di Sanji e il vapore di una tazza a pochi centimetri dal naso mi svegliarono del tutto. Sbattei le ciglia confusa, poi sorrisi dolcemente, prendendo il caffè.

“Grazie.” Gli occhi del mio interlocutore, come previsto, si trasformarono in un paio di cuori e ricevetti un inchino.

“Per te questo ed altro mia cara. Se mi cerchi sono dietro di te.”

Si accomodò realmente dietro di me, steso su un fianco, e con gli occhi che fissavano sognanti… il mio fondoschiena?! Altro che gentiluomo, era un maniaco bello e buono, ogni giorno di più! E senza vergogna! Gli diedi un calcio in pieno viso, senza nemmeno alzarmi… ora avrebbe ‘sognato’ sul serio!

“Non riprovarci!!” urlai con forza, ma scoppiando a ridere subito dopo. Sapevo di non avergli fatto veramente male e pensai che li amavo tutti in un modo o nell’altro... erano la mia strampalata famiglia di pirati.

Un calore interno si aggiunse a quello del sole in quel momento; una sensazione piacevole che mi scaldò il petto. Ero così felice di averli ritrovati dopo due anni di lontananza, cambiati ma comunque simili a come li ricordavo… soprattutto l’adorabile idiota che russava al mio fianco, con le dita incrociate sullo stomaco pieno di carne. Solo grazie a lui ci eravamo conosciuti e sempre per lui ci eravamo riuniti. I destini e i sogni di ognuno di noi erano legati ai suoi. Personalmente, non avrei mostrato la vera me a nessun altro se non a Nojiko e Genzo… se lui non fosse piombato nella mia vita stravolgendola.

Da brava ladra, facendo attenzione a che nessuno mi vedesse, accarezzai una guancia del capitano, infondendo in quel gesto tutta la mia gratitudine. Se avessi semplicemente seguito l’istinto sarei saltata su di lui e l’avrei abbracciato stretto, fin quasi a soffocarlo, ma sarebbe stato imbarazzante, soprattutto sotto lo sguardo degli altri, che avrebbero sicuramente frainteso il gesto.

Avevo appena allontanato le dita quando Rufy mi afferrò il polso e aprì gli occhi, cogliendomi sul fatto. Ci guardammo con occhi sgranati per un po’, incerti sul da farsi.

- Nami, perché mi stavi strofinando la guancia?- esclamò ad alta voce, attirando l’attenzione dei nakama più vicini e svegli… Brook smise di suonare e piombò il silenzio, interrotto solo dai gridolini di Usop e Chopper in lontanza; io iniziai a sudare freddo.

“Non è vero, che dici Rufy? Non essere sciocco, lo avrai immaginato! Perché mai dovrei fare una cosa del genere?” cercai di prenderlo in giro; mi accorsi in ritardo di aver esagerato e di risultare poco credibile… dalle espressioni degli altri capii che non avevo ingannato proprio nessuno, anzi, il sorriso furbetto di Robin e la mandibola scesa di Brook indicavano palesemente il contrario. Non osai nemmeno girarmi verso Sanji. Ero imbarazzatissima, ancor di più visto che non mi lasciava andare.

“Comunque è ok. Continua pure se vuoi.” concluse con un sorriso beato, portandosi la mia mano sulla guancia e richiudendo gli occhi… inutile dire che ormai sentivo il fumo uscirmi dalle orecchie. Mai in vita mia mi ero sentita tanto impacciata e nemmeno un pugno sul suo stomaco fu sufficiente a lavare via l’imbarazzo di quel momento. Mi alzai velocemente per allontanarmi dalle occhiate indagatrici e riprendermi.

“Nami!!” un urlo lamentoso mi raggiunse.

“Uffa, torna qui! Che ti ho fatto??”… e me lo chiede pure!!

“Capitano, probabilmente la navigatrice avrebbe preferito che stessi in silenzio…”

“E’ stata lei a toccarmi, non è mica colpa mia!” si scaldò lui, iniziando a richiamare anche l’attenzione degli altri.

Robin sospirò rumorosamente e il fumo ricominciò ad uscire dalle mie orecchie…

“Ora la riporto indietro!” lo sentii urlare. L’avrei strozzato… appena mi avesse sfiorato una spalla gli avrei tirato il collo come ad una gallina!

“Nami…” eccolo, ero pronta a scattare per essere lasciata in pace… ma sentii la familiare sensazione di un cappello calato sulla testa e mi girai stupita, annullando i miei piani.

Perché mi sorrideva ancora? Non aveva ancora capito che ero infuriata?

Prima che potessi reagire Rufy allungò un braccio e mi toccò la guancia destra, prima col pollice, poi con l’intero palmo della mano. Io ero pietrificata. Che diavolo stava facendo? La sua mano calda si mosse leggera sulla mia pelle.

“Volevi che lo facessi anch’io?!” una domanda che sembrava quasi un’affermazione. Aprii la bocca e rimasi in silenzio, sentendo il fuoco ardere sulle mie guance. Il suo sorriso si allargò, poi scattò in avanti per sussurrarmi qualcosa.

“Quando ti vergogni puoi coprirti col cappello, te l’ho prestato apposta. Anch’io lo faccio ogni tanto, così nessuno mi vede.”

Detto questo fece una delle sue solite risatine, contento, e se ne andò così come era arrivato.

Per fortuna i soli ad aver osservato la scena al limite della radura erano stati Robin e Brook, Sanji era ancora svenuto, ma li avrei entrambi minacciati pesantemente affinché non spifferassero nulla agli altri. Era già fin troppo complicato così!

Sbuffando mi calai il copricapo sul viso, nascondendo gli occhi e gran parte delle guance sotto l’ombra. Comunque, finalmente nessuno mi stava più guardando. Tornai al mio posto di prima, accanto al quale Rufy aveva già ricominciato a ronfare.

“Stupido capitano.” bisbigliai a pochi centimetri da un suo orecchio, prima di stendermi sul fianco ed aprire un libro.

“Hmmm... Nami…” lo sentii borbottare nel sonno, mentre sospirava, e rabbrividii perché non aveva mai pronunciato il mio nome in modo così… sexy. Ma che diavolo…?!

Mi voltai sull’altro fianco, immergendomi completamente fra le pagine del manuale, sconvolta dai miei stessi pensieri… tutta colpa di Rufy; non l’avrebbe passata liscia quella volta… no di certo, avevo già in mente qualcosa…

***

Come avrete intuito questo capitolo è stato inventato di sana pianta, senza riferimenti particolari. Spero vi sia piaciuto comunque, anche se ha una struttura completamente diversa dai precedenti.

Quasi sicuramente anche il prossimo sarà in questo stile. Se nel frattempo avete suggerimenti su altre scene del manga/anime che ritenete importanti e che non ho ancora menzionato, scriveteli pure nei commenti! ^_^

A presto!

  
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