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Autore: dalialio    25/09/2011    4 recensioni
Una ragazza entra a far parte della vita degli agenti dell’NCIS. La sua identità all’inizio li lascerà sconcertati, ma poi si abitueranno alla sua presenza.
La protagonista presto scoprirà di aver creato dello scompiglio nelle loro vite, ma grazie al suo aiuto qualcuno riuscirà a chiarire i propri sentimenti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'She Cαme Into Our Lives And Chαnged Everything'
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Interceding Is Often Hard- Cap 5

Capitolo 5

In cui subisco un colpo dritto allo stomaco


Una voce a me sconosciuta mi fece scattare sulla sedia.
“Gibbs?”.
Il tono era talmente autoritario che, sebbene l’ammonizione non fosse rivolta a me, non riuscii ad evitare di chiudere di scatto il libro che stavo leggendo – perdendo il segno, tra l’altro -, sedermi compostamente sulla poltroncina girevole della scrivania e alzare lo sguardo verso il punto da cui era provenuto il monito.
Un uomo di colore vestito di scuro – che non riuscivo a vedere in viso molto chiaramente a causa della luce del sole mattutino che filtrava dalla finestra alle sue spalle e che mi stava quasi accecando – batteva il dito sulla scrivania di Jethro, come se volesse attirare la sua attenzione, e mi fissava insistentemente. Guardandolo, sfoderai un sorriso imbarazzato.
“Sì, Leon?”, domandò Jethro senza sollevare lo sguardo dai fascicoli che stava sfogliando.
L’uomo, che sembrava tenesse in bocca qualcosa – era forse uno stuzzicadenti? - continuava a fissarmi.
Mi decisi a parlare. “Salve”, dissi, alzando una mano in segno di saluto.
Jethro, sentendo la mia voce, parve capire quale fosse il problema perché alzò lo sguardo e fissò prima me, poi l’uomo.
“Oh”, esclamò. “Certo, scusami”, gli disse. Si voltò verso di me e lo indicò con la testa. “Presentati”.
Mi alzai in piedi, leggermente intimorita dal nuovo arrivato, che si avvicinò alla mia scrivania. Gli tesi la mano, che lui afferrò prontamente, mentre lo stuzzicadenti che teneva in bocca si spostava di qua e di là di continuo.
“Amy Steel”, mi presentai.
“Leon Vance”, fece lui. “Sono il direttore dell’agenzia”.
Restai di sasso. “Ah”, riuscii a rispondere, sciogliendo la stretta. “Wow”.
L’uomo continuava a fissarmi.
“Sono la nipote di Gibbs”, spiegai. Certo era quello che lui voleva sapere, no? Che diavolo ci facessi lì...
Il direttore spalancò gli occhi. “Gibbs!”, esclamò, guardandolo. “Non sapevo avessi una nipote”. Poi tornò a me. “Sei giovane. Quanti anni hai?”.
“Diciotto”, risposi.
Lui annuì. “Sei qui in visita?”.
“Sì, signore”, risposi formalmente.
“Da quanto tempo sei qui?”.
“Da lunedì”, risposi.
Il direttore reagì come prima. “Gibbs!”, esclamò ancora. “Perché non me l’hai presentata prima?”.
Jethro sollevò le spalle. “Eri sempre impegnato, Leon. Non volevo disturbarti”.
“Certo se l’avessi saputo, sicuramente avrei trovato dieci minuti di tempo per conoscerla”, rispose Vance.
“Allora, il prossimo parente che mi verrà a fare visita te lo presenterò appena metterà piede nell’edificio”, rispose Jethro in tono sarcastico, aggiudicandosi una mia risata e un’occhiataccia da parte del direttore.




***




Ero nascosta nella stanza dietro il laboratorio di Abby assieme alla scienziata e stavamo tracannando CafPow, quando la voce di Ziva, proveniente dall’altra stanza, mi fece smettere di succhiare rumorosamente dalla cannuccia.
“Insomma, non è ammissibile una situazione del genere!”, stava gridando. “Quella ragazza riceve troppe attenzioni!”.
Sentendo quella frase, mi voltai automaticamente verso Abby per vedere la sua reazione. Era seduta alla sua scrivania con addosso un paio di enormi cuffie e stava ascoltando la musica a tutto volume. Si muoveva sulla sedia agitando le braccia e saltellando sul posto, facendo roteare i suoi codini neri. Non si accorgeva per nulla di ciò che accadeva nell’altra stanza.
Ziva continuava a inveire contro qualcuno, probabilmente McGee, che era sceso qualche minuto prima in laboratorio per delle ricerche.
“Tony aveva ragione”, esclamò Ziva, “quando all’inizio si lamentava del suo comportamento... neanche fosse la nipote del Presidente aveva detto!”.
Quella citazione mi fece subito capire a chi si stesse riferendo Ziva. Tony aveva usato quelle parole il giorno un cui ero arrivata lì, accusandomi di credermi chissà chi per tenere un comportamento – a suo dire - così sfrontato.
Ziva stava offendendo me.
“Ma poi il signorino ha cambiato idea!”, continuò. “Quella ragazza è riuscita ad ammaliarlo o chissà cosa... non riesco a immaginare cosa lo attiri in lei!”.
“Ziva...”. La voce di McGee arrivò debole alle mie orecchie. Sicuramente stava cercando di interrompere i vaneggi della collega, visto che lui sapeva che io mi trovavo nell’altra stanza e potevo sentire tutto. Ma il suo tentativo non sembrò andare a buon fine perché Ziva continuò con il suo discorso delirante.
“E poi, insomma! Dobbiamo sempre tenerla d’occhio, controllare tutto ciò che fa... Gibbs cosa crede, che siamo i suoi babysitter? Quella ragazza ha diciotto anni, che diavolo! Non ne ha cinque! Io alla sua età sapevo già praticare tre arti marziali e uccidere un uomo con un coltello!”.
Il farneticare di Ziva parve terminare perché non sentii più la sua voce per parecchi secondi. Poi udii il soffio della porta a vetri che si apriva e McGee entrò nella stanza.
La mia espressione era affranta.
Insomma, sapevo che Ziva non aveva un carattere dei migliori, ma la scenata cui avevo assistito mi aveva comunque sorpresa. Non avevo mai immaginato che lei provasse tanto astio nei miei confronti. E per cosa poi? Perché avevo ammaliato Tony?
Ma ne era davvero sicura?
Certo, mi divertivo a prendere in giro l’agente DiNozzo e a osservare le sue reazioni. Ma non avevo visto nulla nei miei confronti da parte di Tony che non fosse una leggera antipatia e un pizzico di avversione a causa del mio comportamento. Comunque non agivo così con lui per cattiveria... immaginavo che lui lo sapesse.
Ero dispiaciuta del fatto che Ziva vedesse le cose in un altro modo, che il mio fosse un tentativo di affascinare Tony. Cosa ci avrei guadagnato da un comportamento del genere?
E poi, insomma! Avevo diciotto anni! Io che adescavo un uomo vent’anni più vecchio di me? Non era credibile. Quella non era mai stata la mia intenzione.
Forse Ziva mi vedeva come un ostacolo? Per cosa poi? Voleva essere lei ad ammaliare Tony? Ci sarebbe riuscita certamente, se avesse voluto! Era una donna adulta e attraente, aveva molte più potenzialità di me.
Allora perché non ci provava con lui?
“Mi dispiace”, mormorò Tim.
Scossi la testa e sorrisi forzatamente. “Non ti preoccupare. Non è colpa tua”.
Abby si accorse della presenza di McGee alla porta e si tolse le cuffie. “Che succede?”, domandò, inconsapevole di quello che era accaduto.
“Niente, Abby”, risposi. “Anzi, mi faresti un favore? Potresti accendere le casse dello stereo? Vorrei ascoltare anch’io della musica a palla. È l’unico modo che mi viene in mente ora per evitare di pensare ad altro”.















*Nota dell'autrice*

Uff... ce l'ho fatta a pubblicarlo, finalmente!! :) Questo è decisamente il capitolo in cui si capiscono molte cose... durante la prima stesura della storia questo capitolo non esisteva, ma poi, rileggendo indietro, mi sono accorta che mancava uno spaccato in cui la protagonista capiva quello che Ziva pensava... quindi ho deciso di inserirlo qua perché è importante per il proseguimento della storia :)
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento (nonostante la  figura che Amy ha fatto all'inizio davanti a Vance e la sfuriata di Ziva... (:  ). Mi rendo conto della brevità del capitolo, in effetti è il più corto di tutta la storia :) ma spero di essere stata comunque esauriente.

Per chi fosse curioso... :)
La storia l'ho praticamente finita di scrivere, manca soltanto il finale. Credo che saranno in tutto 12 o 13 capitoli, ma - anche se è quasi finita - continuerò a pubblicare solo una volta alla settimana (ormai la domenica è diventato il giorno di aggiornamento di questa storia (:  ) per avere il tempo di finire gli ultimi 2 capitoli. Non voletemene, ma, tra la scuola e il resto, non so quanto tempo avrò per scrivere :)

Ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia! :)
Alla prossima settimana! :)
Chiara
   
 
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