Non sento più nulla di mio… forse perché non sono
di questo universo… forse perché la mia vita non è contemplata in questa era. I
miei occhi vedono ancora… anche se sarà per poco… però
non sembra la mia vista, sembra di guardare dagli occhi di un altro…… La mia
misera vita di 15 anni mi ripassa davanti nel giro di 5 secondi… mi rivedo da
piccola a giocare con le Barbie…… rivedo casa mia,
con il fioraio di mia madre sul retro, quel fioraio così piccolo ma allo stesso
tempo così carino. Rivedo il mio primo girasole……… il mio fiore
preferito………giallo e grande come avevo sempre sognato……
infine lo rivedo, rivedo Ryan, il nostro primo giorno
di scuola, la sua prima carezza… quanto ho sognato quel bacio che non ho mai
ricevuto. E lui troppo bello perché tutto potesse finire, o almeno continuare,
bene. Eppure lui è qui davanti a me vestito come sempre: pantaloni neri e
canottiera bianca. I suoi occhi, i suoi occhi…… mio Dio se solo vedessi…… bianchi, privi di espressione, privi di quello che
era lui. Quella malvagia di Vikky lo ha nelle sue
grinfie, dice che l’individuo da solo non conta è la comunità sociale che deve
evolversi, che non era giusto per il genere umano che lui fosse tanto carino e
tanto pieno di se stesso. Non era giusto che ci amassimo perché non siamo
nulla. L’ha ridotto in schiavitù è riuscita a possedere la sua mente e lo
comanda, ma il suo cuore no…… quello è mio!! Ed è per
questo che lui è cosciente di quello che fa, ma non può fermarsi. LO AMO…………
DOLCI SPIRITI…QUANTO LO AMO!! La sua maglia è intrisa
di sangue… del mio sangue… di me. Una voce urla << trasformati,
Elisabeth, ti prego trasformati>> in quella voce aleggia il
terrore puro, ma non do retta a quella voce, non l’avrei mai fatto, non davanti
a lui. So quello di cui sono capace, ma no, MAI, davanti a lui mai! Lui non
aspettò che io decidessi e, piangendo un fiotto di luce rossa uscì dalle sue mani come se volesse donarmi qualcosa. Non
ressi allo scontro e battei contro la parete alle mie spalle, un altro fiotto
di sangue uscì dalla mia bocca, mi rialzai a stento e vidi che anche lui non
aveva retto allo scontro e che ansimava a terra. Si alzò sfoderò la spada e si
avvicinò a me rapidamente…… non mi scansai………e……la lama mi trapassò. Quel poco
che rimaneva del mio sangue decise se uscire dalla bocca o dalla nuova ferita
che si era aperta sul mio corpo. Ero vicina…… così vicina che potevo sentire il
suo profumo…… decisi di farlo…… mi rialzai quel poco che bastava e continuai a
far passare la lama dentro di me fino ad arrivare all’elsa, in modo che potesse
toccare la mia pelle……… lo baciai…… non avrei potuto più aspettare…… come un
gesto lontano le mie labbra si staccarono dalle sue…… chiusi gli occhi e mi
accasciai a terra senza volerlo…… volevo digli che lo amavo…… la spada scivolò
dalle sue mani… anche lui si accasciò ritornando in se…… avrebbe potuto
piangere, urlare. Ma non lo sentii più e non l’avrei più potuto sentire……… mi
aveva lasciato anche la voglia di vendetta, di impotenza……… ora solo la morte e l’oscurità
aleggiavano in me.