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Autore: Ed1505    08/03/2004    14 recensioni
Ash, Misty e Brock viaggiano insieme da ormai 5 anni. La loro amicizia sembra essere rimasta invariata nel tempo, ma sarà davvero così? In fin dei conti anche loro stanno cambiando, stanno...crescendo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CRESCERE

 

Era una giornata come le altre, per Ash, Brock e Misty. Come al solito si trovavano in viaggio, alla ricerca di nuovi pokemon e nuovi tornei. Ormai camminavano da giorni e giorni, dormendo all’aperto, senza vedere nemmeno l’ombra di una città. Finalmente, quando ormai stavano rinunciando all’idea di poter riposare decentemente, si ritrovarono di fronte a delle abitazioni. Si trovavano in prossimità di una piccola città, ma per loro andava benissimo ugualmente.

“Oh, finalmente! Non ne potevo più di camminare e dormire all’aperto! Ma chi è stato a dire che proseguendo in questa direzione avremmo trovato dei posti magnifici? Io ho visto solo alberi, alberi e ancora alberi! E tutto questo in 10 giorni di cammino!!”

“Non guardare me, Misty. E’ stato Brock a decidere la strada. E sono d’accordo con te.”

“Ma la mia guida diceva….”

“La tua guida ha sbagliato! Uffa, dai, lasciamo perdere. Sono troppo stanca anche per arrabbiarmi…”

Brock e Ash si guardarono. Poi esclamarono all’unisono:

“A me non pare!”

“Che diavolo vorreste dire!?”

“No, niente! Su, calmati Misty…Pensa che ti aspetta una bella doccia ed un bel letto caldo…”

“Non vedo l’ora! Dai, muoviamoci ad andare al Centro Pokemon!”

Così dicendo la ragazza afferrò le mani dei due amici e se li trascinò dietro, correndo verso la costruzione con una grande P davanti.

Non appena furono entrati nel Centro Pokemon, un’infermiera Joy li accolse sorridendo. In un nanosecondo Brock le fu davanti, intento a stringerle le mani.

“Oh, mia adorata Joy! Sei troppo gentile, non dovevi scomodarti ad accogliermi personalmente! Che ne dici di uscire insieme, stasera?”

“Brock, sparisci immediatamente! Sono stanca, voglio riposarmi! Non farci perdere tempo!”

Mentre Misty dava una sistematina a Brock, Ash si avvicinò a Joy, ignorandoli. In fondo c’era abituato e sapeva bene che era meglio stare lontani da Misty quando era nervosa.

“Scusa, Joy, noi siamo in viaggio da oltre 10 giorni e siamo molto stanchi. Cercavamo un posto dove poter riposare…”

“Certo. Per quanto vi fermerete?”

“Beh, considerato che abbiamo bisogno di una pausa, penso per circa una settimana.”

“Proprio qui vicino c’è una locanda. La proprietaria è una mia amica. Ditele che vi mando io e vi tratterà con riguardo.”

“Ti ringrazio. Devo fare una telefonata. Intanto potresti dare un’occhiata ai miei pokemon?”

“Certamente, dammi le sfere. Oh, che bel Pikachu! Lo tratti molto bene, eh? Si vede!”

“Pika!”

“Eh eh, ti ringrazio…”

Ash lasciò i suoi pokemon nelle fidate mani di Joy e si avvicinò ai suoi due amici.

“Ehi, dov’è andata Joy? Non resta con me?”

“E’ andata a dare una controllata ai miei pokemon. Io devo fare una telefonata, ragazzi. Poi possiamo andare ad una locanda che mi ha indicato l’infermiera. Ho pensato che potremmo fermarci in questa città per una settimana. Così avremo modo di riposarci, che ne dite?”

“Ash, questa è l’idea migliore che tu abbia mai avuto!”

“Anche a me va bene. Ci farà bene fermarci un po’.”

“D’accordo. Io vado a chiamare mia madre.”

“Salutacela!”

Ash si recò al telefono e compose il numero. Dopo un po’, sul piccolo schermo, apparve il volto sorridente di Delia Ketchum.

“Sì?”

“Mamma, ciao! Come va?”

“Ash, tesoro! Finalmente, era un pezzo che non ti facevi vivo! Va tutto bene?”

“Sì, alla grande. Abbiamo viaggiato per parecchi giorni, ma ora siamo finalmente arrivati ad una città. Ci fermeremo qui per una settimana, circa.”

“Dove vi trovate?”

“A Grey City.”

“Ho capito. E dimmi, Brock e Misty stanno bene?”

“Sì, stanno bene anche loro. E ti salutano. Sai, sono piuttosto stanchi, siamo appena arrivati.”

“Allora ti lascio andare a riposare, tesoro. Fatti sentire prima di ripartire.”

“Va bene. Ciao, mamma.”

“Ciao.”

Chiusa la comunicazione andò a riprendersi i suoi pokemon, perfettamente in salute, e si recò alla locanda con Misty e Brock.

Non ebbero nessun problema ad ottenere due stanze e la proprietaria li trattò davvero bene. Dopo tutto quel camminare si sentivano davvero in paradiso!

 

I tre amici trascorsero tranquillamente i successivi 6 giorni. Per una settimana si dedicarono soltanto a relax e divertimento. Da quando erano partiti insieme, ormai 5 anni prima, si erano permessi simili lussi davvero raramente. L’ultimo giorno si trovavano tutti e tre in un centro commerciale. Misty aveva costretto i due ragazzi ad accompagnarla a fare shopping. Ed ora i due si trovavano stracolmi di sacchetti e pacchettini vari.

“Uffa, è davvero un peccato che questa piccola vacanza stia finendo…Dobbiamo proprio partire domani?”

“Misty, siamo rimasti qui per una settimana…Lo so che viaggiare è stancante, ma d’altronde a te è sempre andato bene venire con noi.”

“Certo, non ho cambiato idea…però è stressante lo stesso.”

“Vorrà dire che la prossima volta che torniamo verso casa ci fermeremo per molto più tempo. Ti va bene?”

“Cosa intendi dire?”

“Intendo dire che faremo una pausa più lunga, la prossima volta. Magari un mese o due.”

“Ash, ma sei sicuro? Fino ad oggi ti sei sempre rifiutato categoricamente di startene fermo per più di una settimana.”

“Che vuoi che ti dica, Brock? Forse comincio a sentire anch’io la stanchezza…”

“Sarà…”

“Piuttosto, Misty…abbiamo finito con lo shopping? Aiutarti a fare acquisti è più faticoso di affrontare 5 incontri di seguito!”

“Ho capito, ho capito. Abbiamo finito, possiamo tornare alla locanda…”

“Evviva!”

Mentre tornavano alla locanda, passarono davanti al Centro Pokemon. Decisero di fare un salto per salutare l’infermiera Joy, di cui erano diventati ottimi amici. Quando li vide, Joy chiamò Misty.

“Misty, capiti a proposito! C’è una chiamata per te!”

“Eh? Una chiamata per me?”

“Sì. Puoi rispondere lì.”

“Grazie…Ma chi sarà?”

Ash e Brock si fermarono a parlare con Joy, mentre Misty andava a rispondere. Afferrò la cornetta e pian piano iniziò a vedere il volto della persona che l’aveva chiamata.

“Lily!”

“Ciao, Misty. Ne è passato di tempo, eh?”

“Sì, parecchio. Ma come facevi a sapere che mi trovo qui?”

“Ah, ho contattato la madre del tuo amico Ash, a Pallet Town.”

“Che cosa?! Hai chiamato la madre di Ash?”

“Sì. Avevamo bisogno di contattarti e non sapevamo a chi altro chiedere. Fortunatamente ci ricordavamo nome e cognome di Ash…e la sua città.”

“Perché tanta urgenza? E’ forse accaduto qualcosa?”

“No, non proprio. Però abbiamo bisogno di te, Misty.”

“Eh?”

“Devi tornare a Cerulean al più presto.”

“Cosa?! E perché? Ora mi trovo lontana da Cerulean. Non potete aspettare che finisca questo viaggio?”

“No, altrimenti non ti avrei contattata. Il fatto è che abbiamo seri problemi con la palestra. Abbiamo bisogno di te. Lo so che sei in viaggio, però se tu non vieni dovremo assumere qualcuno. E sai anche tu che i pokemon preferiscono avere a che fare con gente familiare, piuttosto che con estranei.”

“Sì, ma io non posso dire agli altri di tornare indietro, ora che siamo a metà strada. E nemmeno piantarli in asso!”

“Misty, noi non ti vogliamo certo obbligare…Però tieni presente che noi abbiamo bisogno di te.”

“…”

“Senti, ora ti saluto. Tu pensaci, ok? Poi fammi sapere, quando hai deciso. Ciao.”

“Ah, Lily…”

Ma la ragazza aveva già interrotto la chiamata. Pensierosa, Misty riappese la cornetta e tornò verso i suoi amici.

“Allora, Misty, chi era?”

La ragazza, immersa nei suoi pensieri, non rispose. Ash la chiamò più volte, finché finalmente non riuscì ad ottenere la sua attenzione.

“Misty, insomma! Che ti prende? E’ forse successo qualcosa?”

“Eh? Ah, no no! Tutto a posto. Era solo mia sorella che voleva sapere come andava il viaggio.”

“E come ha fatto tua sorella a sapere che ti trovavi qui?”

“A quanto pare ha chiamato tua madre, per chiederle informazioni.”

“Ha chiamato mia madre? E tutto questo solo per sapere come stai? A me sembra strano…”

Con il passare del tempo Ash era diventato più intelligente. Solo qualche anno prima avrebbe accettato una qualsiasi spiegazione senza pensarci. Misty sospirò. Non voleva parlarne con loro. Temeva che decidessero di fare una deviazione e le dispiaceva. Inoltre non voleva farli preoccupare.

“…Che sciocca…Se non voglio dirglielo è solo perché ho paura di sentirmi dire di partire. So bene che Ash continuerebbe a viaggiare tranquillamente anche senza di me. A lui non importa poi molto di avermi al suo fianco. Però non voglio sentirmelo dire in faccia…sarebbe troppo doloroso…”

“Lascia perdere, Ash, ti dico che è tutto a posto.”

“E va bene. Allora andiamo alla locanda, è meglio. Domattina dovremo partire presto.”

Così fecero ed il mattino successivo ripresero il cammino. Continuarono a viaggiare per alcuni giorni. Misty era molto pensierosa, di poca compagnia. Continuava a rimuginare su ciò che le aveva detto sua sorella. Da un lato era tentata di andare a Cerulean. In fin dei conti, prendendo un mezzo di trasporto ci sarebbe arrivata in poco tempo e una volta accontentate le sorelle sarebbe potuta tornare dai suoi amici. Ma qualcosa, nel tono di Lily, le aveva suggerito che la permanenza a Cerulean sarebbe stata molto lunga. Probabilmente addirittura definitiva. Le sue sorelle, come lei, stavano crescendo. Ormai la più grande era in età da matrimonio. L’attività di capopalestra non le aveva mai interessate e probabilmente volevano che riassumesse la sua carica. Misty aveva sempre amato la sua attività. Ma dopo cinque anni di viaggi continui, non riusciva ad immaginarsi chiusa in una palestra a combattere con i vari sfidanti. E, soprattutto, non riusciva ad immaginarsi lontana dai suoi amici. Lontana dal suo Ash.

“Ehi, Mist, ci sei?”

“Eh? Scusa, Brock, ero con la testa tra le nuvole. Dicevi?”

“Ti ho chiesto se va tutto bene. E’ da un po’ di giorni che sei strana.”

“No, sta tranquillo, tutto a posto. Forse sono solo un po’ stanca…”

“Stanca? Ma se ci siamo presi una settimana di vacanza! Misty, da quand’è che sei diventata una sfaticata?”

“Ash, come ti permetti?! Prova a ripeterlo, se ne hai il coraggio!!”

Misty prese a inseguire Ash, mentre lui scappava ridendo. Brock sorrise, a quello spettacolo. Sapeva che anche Ash era preoccupato per Misty. Ed era proprio per farla reagire che continuava a stuzzicarla. Beh, non che di solito non lo facesse…Comunque, Brock rimaneva molto preoccupato. Mist era diventata strana dopo la telefonata di sua sorella. E il giovane allevatore cominciava ad avere alcuni sospetti sul motivo della sua tristezza. Anche se sperava vivamente di sbagliarsi.

 

Circa 15 giorni dopo la partenza da Grey City, si fermarono in un’altra città per la notte. Presero una stanza in una locanda e andarono a cenare. L’umore di Misty si era un po’ risollevato, in quei giorni. Tuttavia non era ancora tornata la solita Mist e sia Ash che Brock se n’erano accorti. Dal canto suo, la ragazza aveva preso la decisione di rimanere con loro. Non voleva smettere di viaggiare in compagnia dei suoi due più cari amici. Questa decisione, però, la faceva sentire in colpa nei confronti delle sorelle, che in fondo l’avevano cresciuta donandole molto affetto, anche se non sempre lo davano a vedere.

All’improvviso, durante la cena, Brock si alzò dal tavolo.

“Ragazzi, io non mi sento molto bene. Ho un tremendo mal di testa e temo di avere un po’ di febbre…Voi finite pure di cenare, io vado alla locanda. Voglio mettermi subito a letto, così domani sarò in forma e pronto per partire.”

“Aspetta, Brock, veniamo con te…”

“No, voi rimanete ancora un po’. E’ presto. Non voglio rovinarvi la serata, in fondo erano due settimane che non cenavamo in un ristorante. Ci vediamo domattina.”

“Sei sicuro di cavartela da solo?”

“Ehi, non sto mica morendo! Probabilmente è solo un po’ di stanchezza. Tutto ciò che mi serve è una bella dormita. Ciao.”

Così dicendo si allontanò in fretta, per evitare che lo seguissero. In realtà non aveva nessun mal di testa e stava benissimo. L’aveva fatto solo per lasciarli un po’ da soli.

“Sono convinto che a Misty farà bene passare del tempo sola con Ash. Chissà che non le torni il buon umore. E chissà che Ash non si renda finalmente conto di quali sono i suoi sentimenti. Mi sa proprio che devo fargli un bel discorsetto, un giorno di questi. Quel ragazzo pensa solo ai suoi pokemon. Se continua così si troverà a 50 anni senza sapere cos’è l’amore…Non può dedicarsi solo ai suoi pokemon, deve pensare anche a se stesso e agli altri esseri umani, cavolo! E dire che basterebbe così poco per accorgersi di quello che Mist prova per lui! Ah, che pazienza ci vuole con quei due!!”

Misty e Ash, rimasti soli, continuarono a mangiare tranquillamente. In fin dei conti non era la prima volta che rimanevano soli. Terminarono la cena in silenzio, poi pagarono ed uscirono.

“Ehi, Mist, hai visto che bella serata?”

“Già, niente male. E’ un peccato che Brock stia male proprio in una serata così…potevamo andare a divertirci un po’ tutti insieme…”

“Beh, guarda il lato positivo…Se fosse stato male mentre eravamo in viaggio sarebbe stato peggio. Non avremmo saputo a chi rivolgerci. Ti ricordi quella volta che è successo, anni fa?”

“Non me lo ricordare, ti prego…”

“Eh eh…Beh, visto che ci siamo, che ne dici di fare una passeggiata? Tanto ormai Brock starà dormendo.”

“Sì, ci sto.”

Cominciarono a camminare, respirando a pieni polmoni l’aria della sera. Per le vie non c’era molta gente, solo qualche coppietta che andava a divertirsi. Camminarono a lungo in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.

“In questo momento sono davvero felice di non essere tornata a Cerulean. E’ così bello camminare insieme a lui, anche solo restando in silenzio. Mi basta sentirlo al mio fianco per essere felice. No, non ce la farei proprio a vivere senza di lui, ormai. Però…prima o poi il nostro viaggio finirà…è inevitabile. Anche Ash comincia ad essere stanco, è evidente. La prova è che abbia deciso di fare una pausa di ben due mesi, quando saremo tornati a Pallet. E quando questo accadrà…quando smetteremo di viaggiare…cosa ci accadrà? Torneremo ognuno a casa propria? Non ci vedremo mai più, dimenticheremo i fantastici giorni passati assieme? No, io non potrei mai dimenticarli. Non potrei mai dimenticare Ash. Lui è…lui è…Cos’è veramente Ash per me? Il mio migliore amico? Sì, questo è sicuro. Ma non è tutto. Il ragazzo di cui mi sono innamorata? Mi risulta difficile ammetterlo anche solo con me stessa. Però anche questo non basta a definirlo. Tutto. Ecco cos’è. Ash è tutto, per me. Non mi sono mai sentita così felice come in questi momenti. I rari momenti in cui io e lui ce ne stiamo soli, fianco a fianco, senza parlare. Ascoltando soltanto i nostri cuori e i nostri reciproci respiri. Lui è l’unica persona al mondo che riesca a farmi sentire così. Così felice, così a mio agio, così…viva…”

“Mist…”

La voce del giovane distolse Misty dai suoi pensieri. Lo guardò con sguardo interrogativo, attendendo.

“Posso farti una domanda?”

“Cosa sono tutte queste cerimonie, Ash? Avanti, dimmi tutto.”

“Cosa ti sta succedendo?”

“Eh?”

“E’ dal giorno in cui hai ricevuto quella telefonata, a Grey City, che sei strana. Spesso sei assente e sembri sempre molto triste. Non è da te, tutto questo. Ecco…è come…sì, è come se da quel giorno tu non fossi più te stessa. Non sei la nostra solita Mist…”

La ragazza rimase a fissarlo per qualche istante, a bocca aperta. Era incantata. Lei gli aveva sempre voluto bene, a prescindere dal suo aspetto, ma non si era mai resa conto di quanto fosse cresciuto in quegli anni. Sia fisicamente che mentalmente. Era diventato davvero un bel ragazzo. Ora teneva i capelli più corti, per la maggior parte del tempo senza il solito cappellino. E la sua espressione si era fatta più adulta, mantenendo però, negli occhi, quell’ingenuità e quella spensieratezza tipiche dell’infanzia. Misty sentì il suo cuore palpitare. E poi, quelle parole…Era al settimo cielo. Ash si era accorto del suo cambiamento e sembrava sinceramente preoccupato per lei! Allora non la considerava solamente una scocciatrice! Almeno un po’ d’affetto lo provava, per lei. Forse solo come amico…ma anche lui le voleva bene. E, in quel momento, quella consapevolezza era sufficiente a rendere Misty la ragazza più felice del mondo. Avrebbe voluto che quegli istanti non finissero mai, ma doveva pur rispondergli. Per rassicurarlo. Sorrise dolcemente, facendo provare uno strano tuffo al cuore ad Ash, e scosse lentamente il capo.

“No, stai tranquillo, Ash. Va tutto bene. Io sono sempre la solita Misty. La VOSTRA solita Misty. Ero solo piuttosto pensierosa, tutto qua. Ma ti assicuro che da oggi in poi tornerò a comportarmi normalmente. Scusa, non volevo farti preoccupare.”

“Beh, così mi togli un peso dal cuore. Mi sento più sollevato, meno male. Effettivamente, mi sembrava davvero strano che una come te potesse avere qualche problema serio…”

L’incanto del momento sparì di colpo. Misty fissò Ash stupefatta.

“Che vorresti dire, scusa?!”

“Beh, insomma, diciamo che tu non sei propriamente una ragazza sensibile…Una cosa simile me la sarei aspettata da una normale sedicenne, ma da te proprio no!”

“Ash, anch’io sono una normale sedicenne!!”

“Beh, sedicenne sì…ma normale non so quanto! Diciamo che assomigli più a UN normale sedicenne…Maschiaccio come sei…”

“Io non sono un maschiaccio, idiota! E non sono insensibile, al contrario di qualcun altro di mia conoscenza! Sono certa che potrei anche essere sul punto di suicidarmi e tu non te ne accorgeresti nemmeno! Sei uno stupido insensibile, Ash Ketchum! Io ti odio!”

“Tsk, sai che me ne importa…se mi odi tanto perché non te ne vai?”

“Fottiti, Ash.”

Così dicendo, Misty gli mollò uno schiaffone e corse verso la locanda, lasciando Ash da solo. Il ragazzo, di pessimo umore, calciò una pietra e s’incamminò in direzione opposta, con le mani in tasca e l’espressione imbronciata.

“Tsk, maschiaccio…”

 

Misty arrivò alla locanda ed entrò nella loro camera. Brock stava dormendo e russava leggermente. Per non svegliarlo si buttò sul letto e si premette il cuscino sul volto, cercando di soffocare i singhiozzi. Si sentiva stupida a piangere per un tipo come lui, ma non poteva farne a meno. Proprio quando sembrava interessarsi a lei, le aveva invece dimostrato di non provare nulla per lei. A lui non importava affatto viaggiare con lei. Se ne fregava. E dire che per due settimane era stata male proprio per quel motivo, decidendo addirittura di tradire le sue sorelle per seguirlo. Era stata una sciocca ad illudersi. Pianse per un paio d’ore, poi si addormentò stremata, dopo aver sussurrato:

“Ash, sei uno stupido…”

 

Ash stette per delle ore a fissare le stelle. Non riusciva a capire perché Misty se la fosse presa tanto. In fondo, lui aveva solo fatto una delle sue solite battute, che in genere li facevano bisticciare. Ma mai arrivando a quei livelli. Inoltre era molto arrabbiato per ciò che lei aveva detto. Lo odiava…e allora perché rimaneva ancora con lui, dopo 5 anni? Non che a lui desse fastidio…Anzi. Probabilmente, se lei li avesse abbandonati si sarebbe sentito perso, proprio come quando Brock si era fermato dalla Professoressa Eve.

“Proprio…come allora? Davvero, se Misty se ne andasse, mi sentirei nello stesso modo? No…non è vero. Quando Brock si è separato da noi mi è dispiaciuto tantissimo. E quando è tornato ne sono stato felicissimo. Lo considero come una specie di fratello maggiore. E’ il migliore amico che abbia mai avuto e so di potergli dire tutto. Ma se fosse Misty ad andarsene…no, non potrei accettarlo. Sarebbe molto, molto peggio. Anche Misty è la mia migliore amica. E da quando l’ho conosciuta, 5 anni fa, non me ne sono mai separato, nemmeno per pochi giorni. Cosa farei senza di lei? Nulla. Non sarei in grado di fare nulla. Misty è troppo importante per me. Ma perché lei non lo capisce? Perché si ostina a credermi un insensibile? E ad odiarmi…E’ lei l’insensibile. Accidenti…Mi sento davvero giù…E’ meglio tornare alla locanda, domattina si riparte. Speriamo che Mist sbollisca la rabbia entro domani. Così potremo parlarne con calma e chiarirci. Chissà, magari è davvero colpa mia…Ah, devo dormire, o domani sarò uno zombie!!”

E tornò anche lui. Entrando, gettò lo sguardo sul letto di Misty. La ragazza stava dormendo, abbracciando il cuscino. Ash notò che piccole goccioline d’acqua le facevano brillare le ciglia. Doveva aver pianto. Sentendosi in colpa, le si avvicinò, sussurrando un timido “scusami, Mist…”. Poi andò nel suo letto, dove si addormentò immediatamente, ancora vestito.

 

Un raggio di sole entrava dalla finestra priva di tende, colpendo il giovane allenatore di Pallet Town direttamente sugli occhi. Ash si mosse, lamentandosi per il fastidioso risveglio. Tenne gli occhi chiusi ancora per un po’, cercando di riaddormentarsi, ma improvvisamente avvertì qualcosa piombargli sullo stomaco e una vocina urlare.

“Pika pi, pika pika, pikachu! Pika pi!!”

“Pikachu, ieri sono tornato tardi, lasciami riposare un altro po’…”

“PIKA PIIII!!!!”

“Non serve che ti metti a urlare! Cinque minuti e mi alzo, promesso.”

Il piccolo roditore elettrico sembrava avere molta fretta di svegliare il suo allenatore. Infatti, dopo un ultimo richiamo vocale decise di passare ai rimedi drastici.

“Pika pi…(Trad: L’hai voluto tu…)”

“AAAAAAHHHHHHHHHH!!!!”

Una bella scossa da parte del Pikachu fece saltare Ash sul letto, con gli occhi sbarrati.

“PIKACHU, MA TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO, STUPIDO TOPO!!?!!”

Il giovane era ancora di cattivo umore dalla sera precedente e si sfogò sul suo piccolo amico giallo. Il Pikachu ignorò l’insulto e si affrettò a tirarlo per la maglia.

“Ma che vuoi?”

“Pi pika pi!”

E gli indicò il letto di Misty. Ash lo fissò, non capendo. Poi si accorse che era vuoto. Si guardò intorno. Brock era ancora nel suo letto ma si stava alzando, svegliato da tutto quel baccano.

“Pikachu, calmati, dai. Probabilmente è andata a fare colazione, oppure una passeggiata. Lo sai che lei è più mattiniera di noi.”

Il topo giallo scosse la testina e saltò sul letto che era stato occupato dalla giovane. Afferrò qualcosa tra le zampine e tornò sul letto di Ash, porgendogli ciò che aveva raccolto. Ash lo afferrò. Era un foglietto. Lo lesse e rimase senza parole. Brock lo guardava, incuriosito. Notando che si era bloccato, lo chiamò.

“Ash? Che succede? Che è quel foglio?”

Il quindicenne alzò lo sguardo sull’amico più grande. Sembrava sconvolto, tanto che Brock si spaventò.

“Che è successo?”

Senza una parola gli consegnò il foglietto, poi si prese la testa tra le mani, mettendosi seduto e appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

Brock lesse anch’egli il biglietto, rimanendone ugualmente sconvolto. C’era scritto:

- Torno a Cerulean.  Non cercatemi. Forse un giorno ci rivedremo. Addio. Misty. -

“Non è possibile…è davvero tornata a casa?”

“Così è scritto. Se n’è andata nel bel mezzo della notte, senza una spiegazione…Ma perché?”

“Forse è dipeso da ciò che le ha detto sua sorella. Ricordi? Dopo la sua telefonata è diventata strana…”

“Non è possibile. Ieri sera mi ha detto chiaramente che andava tutto bene e che sarebbe tornata ad essere la solita Mist. Prima di tornarsene alla locanda era palesemente decisa a continuare a viaggiare con noi.”

“Cosa intendi dire con “prima di tornarsene alla locanda”? Non siete tornati insieme?”

“No. Abbiamo avuto una discussione e lei è tornata prima.”

“Avete litigato?”

“Sì. Ma è stata una delle nostre solite discussioni, niente di così serio! E’ vero, forse ho esagerato dicendole alcune cose cattive, ma lei mi ha urlato che mi odiava!”

“Ash…”

“Senti Brock, non dare la colpa a me! Io non ho fatto nulla! Stavo solo cercando di sdrammatizzare, visto che l’aria attorno a noi si era fatta tesa…Ma lei se l’è presa e mi ha detto su di tutto…E alla fine mi ha pure schiaffeggiato!!”

“Evidentemente ha preso le tue parole troppo seriamente. Dobbiamo andare a Cerulean, Ash.”

“No. Non hai letto che c’è scritto? Non vuole essere cercata. Evidentemente si è stufata di continuare a viaggiare. Era evidente che stava diventando insofferente. Se lei vuole tornarsene a casa, faccia pure. Noi possiamo benissimo andare avanti anche senza di lei.”

“Ma Ash!”

“Non ho intenzione di interrompere il mio viaggio solo perché lei se n’è andata! E poi, anche se la trovassimo, che cambierebbe? Lei se n’è andata, vuol dire che di noi non gliene importa un bel niente! Ha sempre dato a me dell’egoista, ma lei non è certo stata da meno! Non ho nessuna intenzione di abbassarmi a pregarla di viaggiare con noi. Ha fatto la sua scelta…e io la rispetterò.”

Così dicendo Ash si alzò in piedi e uscì, sbattendosi la porta alle spalle. Brock sospirò, molto preoccupato per la situazione.

“Cavolo…non avrei mai creduto che un giorno sarebbero arrivati a tanto…E’ assurdo, si vogliono entrambi un bene dell’anima, ma non riescono ad essere sinceri e ad esprimerlo! Così finiscono col trovarsi in questa situazione! Misty è innamorata di Ash, è evidente. Per aver deciso di andarsene deve aver avuto una buona ragione. E Ash, quasi sicuramente, prova lo stesso per Mist. Solo che non vuole ammetterlo nemmeno con se stesso. Questo abbandono di Misty l’ha ferito davvero profondamente…ecco perché ora ce l’ha tanto con lei…Accidenti…tra qualche giorno sarà meglio che chiami Cerulean e parli con Mist…Chissà che non riesca a risolvere almeno in parte questo casino…”

 

Dopo aver passato la mattinata a sbollire un po’ della rabbia e della delusione che provava, Ash decise che era tempo di ripartire. E così il suo viaggio proseguì, con un membro in meno. Passarono 5 giorni in cui Ash non aprì praticamente bocca. Era davvero deluso dal comportamento di Misty. Lui l’aveva considerata la sua più cara amica, una delle persone più importanti della sua vita. Eppure lei lo aveva abbandonato senza pensarci due volte e senza nemmeno salutarlo o dargli una spiegazione. Il giovane si pentiva di aver pensato di non poter andare avanti senza di lei. Avrebbe dimostrato, soprattutto a se stesso, di farcela ugualmente.

“Misty non era poi così fondamentale, per me. Andrò avanti in questo viaggio assieme a Brock ed ai miei pokemon. Io sono Ash Ketchum e diventerò il numero uno. Con o senza Misty.”

Brock era sempre più preoccupato. Ash si era chiuso in se stesso e non voleva sfogarsi con lui. Continuando così il loro viaggio sarebbe terminato con un colossale fallimento. Doveva assolutamente parlare con Misty. Fortunatamente, tra breve sarebbero arrivati a Flower Town, dove avrebbe avuto modo di contattarla.

Non appena arrivati in città, i due si recarono diretti al Centro Pokemon. Una volta entrati, Ash si recò dall’infermiera Joy per consegnarle la sfera di Totodyle, che si era ferito durante un combattimento. Brock, invece, ignorò la donna e si recò immediatamente ai telefoni. Compose il numero ed attese. Finalmente sullo schermo apparve la figura di una giovane donna.

“Sì?”

“Ciao, Daisy. Sono Brock, l’amico di Misty. Ti ricordi di me?”

“Brock! Certo che mi ricordo di te! Come va?”

“Tutto bene. Senti, non è che per caso Misty è lì?”

“Certo, è arrivata tre giorni fa. Te la chiamo subito.”

“Ti ringrazio.”

Il giovane attese per qualche istante. Poco dopo il volto di Misty comparve sullo schermo.

“Ciao, Brock.”

“Misty! Meno male, stai bene. Mi sono preoccupato molto quando ho scoperto che te n’eri andata.”

“Mi spiace essere partita senza dirti nulla, ma si è trattato di una cosa urgente. Le mie sorelle avevano bisogno di me qui a Cerulean. Loro non possono più gestire la palestra, sono troppo occupate con i loro spettacoli. Così sono dovuta tornare io, ad occuparmene.”

“Sì, certo, lo avevo immaginato. Però…perché te ne sei andata in quel modo? Senza nemmeno salutarci? La telefonata di tua sorella ti era arrivata molti giorni prima di decidere, non è vero?”

Il volto di Misty assunse un’aria abbattuta. Brock era sempre stato un ottimo amico e sapeva di potersi confidare con lui.

“Sì, è vero, però…”

S’interruppe di colpo. Nello schermo del telefono aveva visto chiaramente una persona passare dietro a Brock. Non poteva sbagliarsi, quella persona la conosceva fin troppo bene. Era Ash. Rimase a fissare a bocca aperta lo schermo.

Anche Ash, vedendo Brock, si era voltato ed aveva visto lo schermo, riconoscendo immediatamente la persona dall’altro capo del filo. Si bloccò per qualche istante finché Brock, accorgendosi di lui, lo chiamò sorridendo.

“Ash, vieni! C’è Mist al telefono, non vuoi salutarla?”

Per qualche istante, gli occhi di Misty e quelli di Ash si fissarono intensamente. Poi, il giovane allenatore si voltò e s’incamminò.

“No, grazie. Non m’interessa.”

Brock guardò il giovane allontanarsi, decisamente sorpreso. Poi si voltò verso il telefono e vide chiaramente le lacrime che scorrevano sulle guance di Misty. La sua espressione era talmente triste da far male al cuore. Ma subito cambiò, trasformandosi in un’espressione furiosa. Altre lacrime scesero dai suoi occhi, ma furono lacrime di rabbia.

“Beh, nemmeno a me importa niente di lui. Arrivederci Brock.”

E chiuse la comunicazione, lasciando l’allevatore confuso e deluso. In quel modo aveva solo peggiorato le cose.

“Non serve a niente. In questo momento sono troppo arrabbiati l’uno con l’altra per poter fare la pace. Temo che ci vorrà un bel po’ di tempo prima che quei due siano in grado di chiarirsi…Nel frattempo non mi resta altro da fare che rimanere vicino ad Ash. Non vuole ammetterlo, ma sono certo che anche lui è distrutto per questa situazione.”

 

Così i due ripresero il loro viaggio, senza più tirare in ballo l’argomento “Misty”. I giorni passavano lentamente, ma pian piano Ash tornava ad essere se stesso. I giorni si trasformarono in settimane e presto si resero conto che erano passati ormai tre mesi dalla partenza di Misty. Ash era tornato abbastanza in forma. Combatteva molto e alla grande e spesso rideva e scherzava. Ma Brock sapeva che spesso, durante la notte, non dormiva. Invece di riposare passava le notti a fissare il cielo, pensando a qualcosa. O meglio, a qualcuno. In un paio d’occasioni Brock lo vide addirittura piangere. E maledisse l’orgoglio del suo migliore amico, che gli impediva di prendere e precipitarsi a Cerulean per riprendersi la SUA Misty.

Un giorno, mentre stavano pranzando, Brock fece un’osservazione.

“Sai Ash, a prescindere dall’assenza di Misty…mi sembra che da un po’ di tempo manchi qualcosa al nostro viaggio. A te non sembra?”

“Sì, effettivamente è come se altre persone mancassero al nostro gruppo. Oltre a Misty, intendo.”

“Chissà…”

In quel momento, un fruscio proveniente da un cespuglio li fece voltare di scatto. Il cespuglio si muoveva in modo innaturale e pochi istanti dopo ne saltarono fuori due figure.

“Ah ah ah, mocciosi! Ci rivediamo, infine!”

“Sono Jesse!”

“E io James!”

Brock e Ash li fissarono, sorpresi. Poi entrambi si batterono il pugno sul palmo dell’altra mano.

“Ecco chi mancava da tutto questo tempo!”

“Il Team Rocket!”

Jesse e James scossero la testa con decisione.

“Eh no, miei cari. Non più.”

“Abbiamo lasciato il Team Rocket e ci siamo messi in proprio.”

“D’ora in avanti dovrete chiamarci il Duo Invincibile!!”

Ash e Brock li osservarono, con due grossi goccioloni di sudore che pendevano dalle loro teste.

“E così, Duo Invincibile, avete deciso di rubarmi Pikachu per conto vostro?”

Jesse e James si guardarono, con un’espressione sconsolata.

“Veramente avevamo deciso di smetterla con i furti e fare i bravi, però…”

“Ci siamo accorti che ci annoiavamo mortalmente senza combattere con voi.”

“In fondo anche quello era una sorta di divertimento…”

“Che ne dite, facciamo un incontro, in memoria dei vecchi tempi?”

Ash e Brock scoppiarono a ridere. In quel momento Jesse notò che mancava qualcuno all’appello. Si guardò un po’ intorno poi chiese:

“Ehi, ma dov’è finita la mocciosa? Non è con voi?”

Brock la fissò.

“Intendi forse Misty?”

“Sì, la ragazzina con i capelli rossi.”

Ash assunse un’espressione cupa. Prima anche lui l’aveva nominata, ma sentirsi chiedere dove fosse finita gli faceva male. Brock disse:

“Misty se n’è andata. E’ tornata alla palestra di Cerulean City.”

“Ah, già, è vero. Se non sbaglio lei era la capopalestra, giusto?”

“Esatto.”

“Però, che strano. Non avrei mai immaginato che anche voi vi sareste separati. Se non ricordo male, da quando abbiamo cominciato a starvi dietro lei è sempre stata con te, vero moccioso?”

Ash s’irritò.

“Tsk, io posso benissimo fare a meno di quella! Ormai sono tre mesi che se n’è andata e non ho avuto nessunissimo problema! Per quel che mi riguarda può restare a marcire in quella cavolo di palestra!”

James fissò il giovane, molto sorpreso. Poi guardò Brock, come chiedendogli che gli fosse preso. L’allevatore scosse la testa, per fargli capire che nemmeno lui lo sapeva. Improvvisamente, Jesse si avvicinò ad Ash e prese a urlargli contro.

“Certo che sei proprio un idiota, moccioso! Non mi stupisce che quella poveretta se ne sia andata, tu non capisci un’acca di psicologia femminile!!”

Ash, Brock e James fissavano Jesse, sconvolti.

“C- che vuoi dire?”

“Scommetto che ti comporti in questo modo scontroso perché sei deluso dal suo comportamento, vero? Proprio come un moccioso…Eppure ormai sei grandicello, dovresti cominciare a comportarti da uomo, non credi, moccioso?”

“Smettila di chiamarmi moccioso! Ormai non sono più un bambino!”

“Ah no? E invece secondo me sì! Se non vuoi essere considerato un moccioso, smettila di comportarti come tale!”

“E cosa dovrei fare, scusa?!”

“Un vero uomo deve saper innanzitutto riconoscere i propri errori! Avanti, sentiamo, scommetto che lei se n’è andata dopo che avete litigato. Vero?”

“E- e tu come fai a…”

“Ci avrei giurato! Voi ragazzi siete propri insensibili…Un uomo deve saper chiedere scusa! Tu l’hai fatto? Scommetto di no. Anzi, probabilmente hai pure rincarato la dose, vero?”

“Ma non è vero! Cioè, è vero che abbiamo litigato, ma era una delle nostre solite discussioni…Io e lei ne facevamo in continuazione, ma questo non ci ha mai impedito di essere ottimi amici!!”

“Amici?! AMICI?! Ma allora vedi che sei davvero un idiota!? Ecco il vero problema di voi uomini! Non sapete nemmeno riconoscere i vostri sentimenti! Credi davvero fosse solo amicizia, quella che ti legava a lei? Hai mai provato a pensarci veramente? Ti sei mai fermato a riflettere su quali fossero i tuoi VERI sentimenti?!”

Ash si bloccò, ripensando a tutti i dubbi che aveva avuto quella sera, quella in cui avevano litigato l’ultima volta. Era davvero solo un’amica, per lui? Davvero era solo questo? O piuttosto era un modo per nascondere i suoi veri sentimenti? Una semplice amica avrebbe mai potuto farlo sentire così felice solo con un sorriso? Una semplice amica avrebbe potuto rovinargli la vita semplicemente smettendo di viaggiare con lui? Ripensò a tutti i suoi viaggi. Misty era sempre stata con lui. Avevano conosciuto moltissime persone, anche ragazze. E si erano separati da tutte loro. Eppure mai nessun’altra separazione gli aveva fatto tanto male. Era così, dunque. Si era sbagliato. Jesse aveva ragione. Si era comportato davvero come un moccioso, arrabbiandosi e pestando i piedi per non ammettere che in realtà la partenza di Misty gli aveva spezzato il cuore.

“Hai ragione…sono stato un’idiota…Brock, presto, preparati! Partiamo immediatamente per Cerulean City!”

“Ash, ma…”

“Niente ma. Ora ho veramente capito. Devo andare da lei.”

Brock sorrise e si affrettò ad ammucchiare tutte le loro cose. Ash afferrò il suo zaino e si voltò verso Jesse, sorridendole.

“Grazie. Davvero. Se non fosse stato per te, non me ne sarei mai reso conto. Mi raccomando, non cacciatevi nei guai! Spero di vedervi presto! Ah, e, un’ultima cosa…Anche io mi divertivo molto a combattere con voi! Tornate a trovarci, prometto che vi concederò un incontro!”

Così dicendo corse via, seguito a ruota da Brock che salutava il Duo Invincibile con la mano. Quando furono spariti, James si voltò verso Jesse. Aveva un sorriso soddisfatto sul volto.

“Jesse, ma si può sapere di che parlavate? Perché sono corsi via in quel modo?”

“Accidenti, eccone qua un altro, di rappresentante dell’idiozia maschile…Non ti sembra evidente? Quella ragazza, Misty…era innamorata di Ash, il moccioso. Per questo se n’è andata, dopo aver litigato con lui.”

“Ma com’è possibile? Ricordo che quei due litigavano in continuazione…”

“Spesso le ragazze maltrattano proprio la persona che più piace loro…”

“Capisco…Ma posso sapere perché li hai aiutati?”

Jesse sorrise.

“Beh, in fondo sono ragazzi in gamba…mi piacciono. Non sarebbe male diventare loro amici, no?”

“Sì, però…”

“E poi mi fa un po’ pena, quella ragazza. Comprendo bene la fatica che ha fatto in questi 5 anni, stando dietro a quel moccioso.”

“Sul serio?”

“Già. Perché proprio come lei, anch’io sono costretta a stare ogni giorno a contatto con un povero stupido, che non si accorge minimamente dei miei sentimenti.”

James la fissò senza capire. Poi sembrò comprendere e assunse un’espressione a dir poco stupefatta. Jesse sorrise e disse:

“Dai, James, andiamo. Mi è venuta proprio voglia di visitare Cerulean.”

“E perché?”

“Non vuoi vedere come finisce questa storia?”

Anche James sorrise ed annuì. Dopodiché s’incamminarono anche loro.

 

Due giorni dopo, nel primo pomeriggio, Brock e Ash arrivarono a Cerulean. La fretta di Ash era tanta e aveva deciso di affidarsi a dei mezzi di trasporto, per correre dalla sua Misty.

Con espressione decisa, si recò verso il Centro Pokemon.

“Ehi, Ash, che fai? Non andiamo subito da Misty?”

“No. Mi sono reso conto di essere stato un insensibile, fino ad oggi. Ed ora voglio rimediare. Lascerò Misty a bocca aperta, questa volta.”

Brock lo osservò e poi lo seguì, senza capire. Decise che comunque sarebbe stato a vedere.

Per prima cosa, una volta arrivato al centro pokemon, chiese all’infermiera Joy di occuparsi dei suoi pokemon per il resto della giornata. Uno dei principali motivi della sua insensibilità era che pensava troppo ai suoi pokemon e troppo poco agli altri esseri umani. Poi lasciò al Centro Pokemon tutte le sue cose e, dopo aver fatto una doccia, si diresse con Brock verso il grande centro commerciale che sorgeva nel centro della città.

“Ora, amico mio, andiamo a fare un po’ di shopping. E’ un’occasione importante e devo vestirmi in modo adeguato.”

Brock fissava l’amico, sconvolto. Sembrava un’altra persona. Anzi, sembrava essere maturato improvvisamente. Finalmente aveva compreso la vera importanza che Misty aveva per lui.

Ash si comprò dei vestiti nuovi, poi andò addirittura a farsi sistemare i capelli che erano cresciuti in modo disordinato. Infine tornò al Centro Pokemon, mentre Brock si occupava di un’altra faccenda.

Si preparò per bene, indossando i nuovi vestiti. Un paio di jeans, scarpe da tennis ed una camicia nera lasciata fuori dai pantaloni. I capelli erano tagliati piuttosto corti e tenuti all’indietro da del gel, con alcuni ciuffi che gli ricadevano sulla fronte. Uscì nuovamente dal Centro Pokemon e si diresse deciso verso la palestra. Prima, però, si fermò da un fioraio, acquistando un bel mazzo di fiori. Era quasi arrivato alla palestra quando vide Brock corrergli incontro. Era in compagnia di Jesse e James.

“Ehilà. Ammetto che ora non sembri più un moccioso. Però bisogna vedere se anche il tuo comportamento si adeguerà al tuo nuovo look.”

“Tranquilla, Jesse. Mi hai aperto gli occhi. Ora so cosa devo fare.”

Con passo fermo entrò nella palestra, seguito a breve distanza dagli amici, curiosi di assistere alla scena. Incontrò subito Violet, che camminava in direzione opposta alla sua. La ragazza lo guardò, sorpresa.

“Sei uno sfidante?”

“No. Sono Ash Ketchum. Sto cercando Misty.”

Violet lo guardò sorpresa. Non l’aveva riconosciuto, conciato in quel modo. E si vide costretta ad ammettere che sua sorella aveva davvero gusto nel scegliersi gli amici. Poi notò i fiori e sorrise.

“Beh, forse ha buon gusto anche nel scegliersi il ragazzo…”

“Mi ricordo di te, Ash. Sei cresciuto un bel po’. Misty ora è in palestra. Credo sia sola, puoi entrare.”

“Ti ringrazio.”

Ash si diresse alla porta che dava nella palestra vera e propria e vi si bloccò davanti. Per un istante, Brock, Jesse e James temettero facesse marcia indietro.

“Dai, Ash!”

“Ormai sei qui, sarebbe assurdo tornare indietro, no?”

“Falle vedere che uomo sei diventato in soli tre mesi!”

Ash si voltò e rivolse loro un sorriso.

“Vi ringrazio, amici miei. Vado.”

Spinse la porta, aprendola, ed entrò. Intanto, a loro si erano aggiunte anche Lily e Daisy, chiamate da Violet. La ragazza era corsa a dire loro che potevano assistere ad uno spettacolo straordinario.

Misty era seduta sul bordo della piscina. Aveva la testa posata su una delle sue gambe, tenuta piegata. L’altra penzolava pigramente, immersa nell’acqua. Stava pensando, ancora una volta, ad Ash. Nonostante fossero passati ormai tre mesi da quando si era separata da lui, ancora non riusciva a toglierselo dalla testa. Le mancava terribilmente e si sentiva vuota senza di lui. Improvvisamente, udì il rumore della porta della palestra che si apriva. Senza nemmeno voltarsi, disse:

“Mi spiace, per oggi non si organizzano più incontri. Se vuoi combattere, torna domani.”

Per qualche istante non udì risposta. Poi una voce stranamente familiare disse:

“Non sono qui per combattere. Non ho nemmeno un pokemon, con me.”

Misty provò un tuffo al cuore. Non poteva essere. Conosceva quella voce, ma lui non poteva essere lì. Probabilmente, in quel momento, lui stava combattendo per vincere un nuovo torneo o una nuova medaglia. Di sicuro non poteva trovarsi lì, nella sua palestra, e senza pokemon. Lentamente alzò la testa, e ancor più lentamente si voltò verso chi aveva parlato. Era un ragazzo. Decisamente un BEL ragazzo. Ma non l’aveva mai visto. Quello fu il suo primo pensiero. Poi, il giovane fece qualche passo nella sua direzione. No, non lo conosceva. Però il suo volto era identico a quelli di Lui. Anche la voce era identica. Che coincidenza.

Misty si alzò in piedi, senza smettere di fissarlo per un solo istante. Teneva in mano un mazzo di fiori. E, effettivamente, pareva non aver nemmeno un pokemon.

“Spero di non disturbare. Tua sorella mi ha detto che potevo venire.”

Perché quel ragazzo sconosciuto le parlava con la stessa voce di Ash? E perché aveva i suoi stessi occhi? Non poteva davvero essere lui, Ash non l’aveva mai guardata con tanta dolcezza. Perché le stavano facendo quel crudele scherzo?

“Mist?”

No, non era uno scherzo. Quel ragazzo sconosciuto non era altri che Ash. Solo lui e Brock la chiamavano così e di sicuro non si trattava di Brock.

“Ash, che cosa ci fai qui?”

Il giovane le sorrise. Quando mai Ash le aveva sorriso in quel modo? Era un sorriso più dolce di quello che solitamente rivolgeva ai suoi pokemon.

“Una certa persona mi ha fatto capire una certa cosa. In questa palestra, oltre 5 anni fa, conquistai la mia seconda medaglia. Quindi pensavo non avesse più alcun senso tornarvi. Però, mi hanno fatto capire che qui c’è ancora qualcosa che desidero conquistare. Qualcosa molto più importante di qualsiasi medaglia o qualsiasi torneo. O di qualsiasi titolo. Una cosa che, in questi 5 anni, avrei potuto conquistare in ogni momento. Ma sono stato talmente assurdo da non rendermi nemmeno conto di quanto la desiderassi.”

Misty era sconvolta. No, c’era qualcosa che decisamente non andava. QUELLO NON POETEVA ESSERE ASH! Non l’Ash Ketchum che lei conosceva!

“Cosa…”

“Misty, sono qui per chiederti scusa. Sono stato un vero idiota. Non mi ero mai reso conto di quanto le mie parole potessero farti soffrire. Pensavo si trattasse di semplici giochi e invece le mie erano vere e proprie cattiverie. Ma ti giuro che non ho mai detto niente con l’intenzione di farti soffrire. Vederti star male è l’ultima cosa che desidero…Non ho mai desiderato una cosa simile.”

“Perché mi dici tutte queste cose, Ash?”

Ash le sorrise ancora. E si avvicinò ancora di più a lei, porgendole i fiori che teneva in mano.

“Perché sono stato uno stupido. Non ho mai capito quanto veramente importante tu fossi per me. Quali fossero i miei veri sentimenti per te. Per cinque anni ho viaggiato al tuo fianco considerandoti solo un’amica. E per tre mesi ho viaggiato senza di te convinto di odiarti. Ma poi, grazie ad un’amica, ho compreso quanto stupido ero e quanto mi sbagliavo. Ho compreso quali fossero i miei veri sentimenti. E non appena questo è accaduto, mi sono precipitato qui, per dirtelo. Perché non potevo tenermelo dentro, una volta scoperto. Ho capito che la cosa più importante della mia vita non sono i pokemon. Non sono i tornei. Non sono le medaglie. E nemmeno diventare Pokemon Master. La cosa più importante della mia vita è viaggiare con te al mio fianco. Perché ciò che ho capito, Misty, per quanto possa risultarti ridicolo…è che io ti amo. Ti amo con tutto me stesso e probabilmente ti ho sempre amata. Ti prego, Misty. Torna da me.”

Grosse lacrime scesero dagli occhi della ragazza. Non poteva credere alle sue orecchie. Ash le aveva appena detto che l’amava. E l’aveva fatto con una dolcezza straordinaria. Mai avrebbe creduto che quel ragazzo fosse in grado di essere tanto dolce. L’aveva sempre accusato di essere un egoista insensibile, ma in quel momento le aveva dimostrato di essere l’esatto contrario. Ora era lì, di fronte a lei, con un mazzo di stupendi fiori in mano, un sorriso speranzoso dipinto sul volto, in attesa di una sua qualsiasi risposta. Aveva mandato al diavolo il suo viaggio, il suo sogno, i suoi pokemon. E tutto per andare da lei e dirle quelle straordinarie parole. Come poteva anche solo pensare di essere arrabbiata con lui?

“Ash…Tu…sei un pazzo…”

Il sorriso scomparve dal volto del giovane, che assunse un’aria spaesata e sofferente. Ma lei spazzò subito via quella sofferenza, con uno splendido sorriso.

“Come puoi anche solo pensare che dopo una dichiarazione del genere io possa rifiutarti? Ho viaggiato con te per 5 anni, sperando che tu ricambiassi i miei sentimenti…Se avessi saputo che era sufficiente separarmi da te per qualche mese, l’avrei fatto da molto tempo. Avremmo perso meno tempo!”

Così dicendo si gettò tra le sue braccia, piangendo di gioia. Ash l’accolse tra le braccia e la strinse forte a sé, imprimendosi nella memoria ogni singolo istante di quell’evento.

“Anch’io ti amo, Ash Ketchum. E mai, mai più mi voglio separare da te!!”

E si baciarono dolcemente. Poco dopo, però, furono interrotti da un rumore di applausi e festeggiamenti. Si voltarono verso la porta e videro Brock, Daisy, Lily, Violet, Jesse e James che applaudivano contenti. I due giovani arrossirono di colpo, restando però abbracciati.

“Ma…sorelline!! Ci avete spiati!!”

“Su, Misty, non te la prendere!”

“Siamo davvero contente per te, sorellina!”

“E’ stato così romantico…Perché a me nessuno ha mai parlato così?”

Anche Ash era molto sorpreso.

“Brock, Jesse, James!”

“Finalmente, ragazzi! Pensavo di dover diventare vecchio prima di vedervi felicemente insieme!”

“Hai visto, mocc…ehm, Ash, che avevo ragione io? Ora sì che sei un vero uomo!”

“Ragazzi, è stato così commovente…”

Piagnucolando, James afferrò la mano di Jesse, la fece voltare verso di lui e, senza darle il tempo di accorgersi di cosa stava succedendo, la baciò. Tutti li sguardi si spostarono su loro due. Quando si separarono, Jesse fissava James con sguardo sconvolto.

“Beh, volevo solo dimostrarti che anch’io so essere un vero uomo. Sai, non volevo che finissi per infatuarti di Ash!”

Jesse gli tirò un pugno in testa, dandogli dello stupido, ma poi lo prese a braccetto, scoccandogli un bacio sulla guancia.

“Temevo non l’avresti mai fatto.”

Tutti risero, poi si diressero tutti insieme verso casa delle ragazze. Quello era un giorno speciale e c’erano molte cose da festeggiare. Mentre seguivano gli altri, tenendosi per mano, Ash e Misty si guardarono, sorridendosi.

“Ti amo, Ash.”

“Ti amo, Mist.”

 

 

Dall’autrice: Eccomi qua! Questa è la mia seconda fanfiction su Pokemon. L’idea mi è venuta dopo essermi vista per l’ennesima volta il secondo film. Insomma, in quel film è davvero evidente che Misty è innamorata di Ash! Ed è altrettanto evidente che Ash è troppo scemo per accorgersene. Forse il discorso che fa a Misty quando si dichiara è un po’ troppo dolce per venire fuori da uno come lui, ma ho pensato che in 5 anni potrebbe anche essere riuscito a maturare un pochino…Soprattutto dopo essere stato spronato da Jesse. In fin dei conti, tutti crescono, prima o poi. No? Ho inserito anche la coppia Jesse/James, perché mi fanno impazzire…E poi io sono fermamente convita che in fondo siano brave persone e che potrebbero essere ottimi amici di Ash e gli altri. Come avrete notato i pokemon appaiono a malapena in questa fanfic…Il fatto è che li trovavo inutili. Anzi, considerato il carattere di Ash, i pokemon sono un intralcio alla sua storia con Misty.

Spero comunque sia piaciuta. Mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate!!

La dedico a tutti i fan della coppia Ash/Misty, con un saluto speciale a Ya-chan e alla mia adorata sorellina…TVTTTTB!!  - Ryuen -

  
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