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Autore: Siria Lilian Black    25/09/2011    1 recensioni
A volte mi chiedo se certi incontri non siano soltanto frutto del destino.
Non ho idea di cosa sia successo realmente a Caterina, spero soltanto mi abbia perdonata per non averle offerto una mano, anziché un semplice sguardo comprensivo...
Genere: Dark, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei era...


A volte mi chiedo se certi incontri non siano soltanto frutto del destino...
Ti ho incontrata per caso e non ho avuto nemmeno il tempo di capire chi eri. Il tuo sguardo era dolce anche se sofferente, non ho idea di quale sia stato il tuo nome, Caterina, forse?

Ti ho vista salire sull'autobus questo pomeriggio.
Avevi una felpa grigia fra le mani ed una borsetta viola, stracolma di oggetti e bigliettini.
La stavi stringendo al petto, sedendoti di fronte a me, mentre parlavi con quello che ho scoperto solamente in seguito fosse tuo padre.
Avevi quarant'anni, anno più anno meno, eppure sembravi una bambina spaventata.
Piangevi.
Non capivo il perché delle tue lacrime, ti vedevo parlare, senza risucire ad avvertire le tue parole.
Ho tolto le cuffiette e spento la musica e solamente in quel momento ho capito quanto il mondo fosse stato ingiusto con te.
Parlavi con tuo padre, ma evidentemente lui non risuciva ad ascoltarti, a capire i tuoi problemi. Non ho potuto far altro che pensare al mio.
Ti ho guardata negli occhi, attraverso le lenti squadrate dei tuoi occhiali. Erano lucidi, rossi dal pianto, eppure non potrò mai dimenticare le tue iridi ambrate.
Continuavi a stringere la tua borsa, passandoti l'unica mano libera fra i capelli, di tanto in tanto. Erano castani, come i tuoi occhi, non altrettanto curati, forse.
Potevo leggere in essi lo stress della tua vita e quella depressione che poco a poco ti aveva divorata.
Hai spento il telefono, salutando tuo padre con astio, ancora una volta non è riuscito a capirti.
Avrei potuto fare qualcosa, offrirti un fazzoletto, una mano o semplicemente una spalla sulla quale piangere, ma non l'ho fatto.
Non so perché, forse aiutando te avrei potuto rischiare di rivivere i momenti peggiori della mia vita.
Indifferenza, la chiamano alcuni... ma no, non era indifferenza la mia, forse era soltanto paura, ma adesso?
Ti prego, perdonami.

Rivedo i tuoi occhi castani nella mia mente, resi lucidi dalle lacrime e non posso far a meno di pensare: lo avresti fatto lo stesso se ti avessi offerto il mio aiuto?

Siamo scese assieme dall'autobus, Caterina, ero persa nei miei pensieri e mentre aspettavo un altro autobus, non ti ho vista entrare in quel palazzo.
Volevo soltanto arrivare a casa e sdraiarmi a letto per dimenticare ogni mio problema, non mi sono accorta di quanto tu in realtà avessi bisogno di me.
Fissavo senza uno scopo la locandina di un nuovo film e la gente passare di fronte a me.
Non mi sarei mai accorta di te, se non avessi sentito quel grido.
Ho sentito la tua borsa schiantarsi contro l'asfalto e, alzando lo sguardo, ho visto il tuo corpo cadere velocemente.
Avrei voluto chiudere gli occhi, ma eri felice in volo.
Avevi un sorriso sul volto, finalmente.
Ho sentito una lacrima scorrere lungo il viso, riconoscendo il tuo volto.
Sopra di te, la felpa volava... non so se ti sei accorta degli sguardi puntati su di te.
L'intera strada ti guardava volare.

Il mondo si è fermato per un attimo, poi ha ripreso a correre.
Ti abbiamo raggiunta, Caterina.
Il tuo volto era rivolto verso il cielo ed i tuoi occhi fissavano, spenti, le stelle.
Non riuscivo a capire ciò che stavo vedendo, ma mi sono avvicinata ed ho messo quella felpa grigia fra le tue mani.
Qualcuno si è ricordato di chiamare i soccorsi, non erano necessari oramai... me ne sono andata.
Ti ho lasciata lì, sull'asfalto di quella strada, ma ho portato con me il tuo sguardo.
Spero tu mi abbia perdonata per non averti aiutata.
Non ho idea di chi tu sia, ma lo giuro, non ti dimenticherò mai.
   
 
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