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Autore: Faust_Lee_Gahan    25/09/2011    3 recensioni
La tazza di un caffè.
Nathan/Simon [Pre-slash]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Senza Parole (la tazza di un caffè)

Summary: La tazza di un caffè.

Pairing: Nathan/Simon; Pre-slash

Words: 680

Rating: Verde

Desclaimers: Questi due folli, sconsiderati e geniali personaggi non mi appartengono in nessun modo... ma li amo come se li avessi inventati io.

Notes: Un momento di convivenza.

E non amerete mai i Subsonica come li amo io.




Senza parole

(la tazza di un caffè)



Fingerò di non pensarti mentre fingi di non voler più me.”

(La Fame di Camilla)



L'insonnia è una brutta bestia. Specialmente se causa ne è il coinquilino che si agita nel letto facendoti bestemmiare.

«Non posso dormire su quel materassino, Barry! Fa freddo!»

Simon si appuntò mentalmente che quella non era una buona scusa per lasciarlo dormire nel lettone con lui.

Ed eccolo arrivare: un altro calcio negli stinchi ben assestato.

Simon soffocò a stento un ringhio e voltò la testa, trovandosi quella riccioluta e incolta di Nathan troppo vicino, il braccio improvvisamente attorno al collo.

Ah già. Il suo adorabile coinquilino aveva anche la adorabile abitudine di avvinghiarsi a cose e/o persone, insieme a quella di tirare calci e parlare nel sonno.

Se lo era cercato proprio con il lanternino.

Simon sospirò, tentando di non notare il sarcasmo – incrementato da quando aveva conosciuto il suo adorabile coinquilino - che gli corrodeva le vene.

A guardarlo mentre era incosciente, non si sarebbe mai detto quanto potesse essere fastidioso Nathan Young, da sveglio. Sì, se l'era scelto proprio col lanternino.

Sospirò ancora e chiuse gli occhi, lasciando che il respiro dell'altro si mischiasse al suo.


Quando Simon si alzò, il giorno dopo, la prima cosa che notò fu che Nathan, ancora beatamente addormentato, gli aveva preso il cuscino e l'aveva abbracciato.

Non si stupì. Lo faceva sempre.

Probabilmente non ne era neanche consapevole.

Simon non l'aveva mai detto a nessuno, ma era un'immagine che gli faceva sempre molta tenerezza.

Mise su il caffè e proprio mentre l'odore riempiva le sue narici e tutta la casa, avvertì il passo da camionista di Nathan.

«Buongiorno.» disse senza voltarsi «Che ci fai già sveglio oggi? Non hai il turno di pomeriggio?»

Nathan aveva trovato magicamente lavoro come commesso, anche se Simon sentiva che non sarebbe durato molto. Il suo amico – sì, così lo definiva – non era un tipo adatto a stare a contatto con le persone. Ce lo vedeva meglio a fare lo stuntman, o il manichino dei crash test.

Nathan odiava quel posto. Come tutti i posti precedenti, del resto. Ogni volta che tornava a casa partiva con un monologo interminabile, in cui si alternavano episodi sconcertanti a parolacce che Simon non avrebbe mai pensato esistessero.

Lui invece lavorava come apprendista-assistente-tuttofare (trattamicomeunapezzadapiedi, lo chiamava Nathan) in un piccolo studio fotografico, e gli piaceva come lavoro, checché ne dicesse il suo coinquilino.

Nathan si stropicciò gli occhi. «Sì, però ho sentito l'odore del caffè e quindi ho pensato bene di approfittarne.» disse con voce impastata

Simon lo guardò. Aveva gli occhi piccoli per il sonno, il blu intenso che sgorgava da lì era appannato ma vi si poteva scorgere il solito brillio in profondità, e lo facevano sembrare più innocuo di quanto fosse in realtà. Anche appena sveglio traeva in inganno.

Lo osservò sedersi al tavolino e sbadigliare.

«Dopo puoi tornare a dormire, comunque.» disse versandogli il caffè

Nathan annuì. «E' quello che avevo intenzione di fare, Barry. Grazie del suggerimento, comunque.»

Simon ignorò il sarcasmo e corrugò le sopracciglia mentre si sedeva di fronte a lui. «Mi stai dicendo che preferisci fare colazione a quest'ora, con me?» fece incredulo, passandogli la tazza

Lui scrollò le spalle con semplicità. «Mi annoio a farla da solo.»

Simon sorrise di cuore. Nathan usava delle parole così assurde per esprimere affetto... almeno non lo si poteva accusare di scarsa inventiva!

Non parlava molto di prima mattina, Nathan. Non senza almeno una tazza di caffè in corpo.

Quella mattina sembrava osservarlo più del solito, ma Simon non ci badò.

Bevve velocemente e si alzò.

«Adesso devo andare.» disse «Va' a dormire, dopo, mi raccomando.»

«Sì, mammina

Simon fece una smorfia e prese la giacca.


«Torni presto?» buttò fuori Nathan, senza sapere da dove venisse quella necessità di saperlo

Simon lo guardò per un attimo. «Al solito orario.» disse «Pranziamo insieme.»

Annuì. «Non fare tardi, ok?»

«Ok. Ci vediamo dopo, figliolo.» lo salutò.

Nathan lo seguì con lo sguardo. Tornò a bere il suo caffè senza staccare gli occhi dalla tazza del suo coinquilino. Quando finì e tornò a letto, non la lavò.

Sapeva che sarebbe tornato presto per farlo lui.





Notes, again:

Allooooora... è forse il caso di fare qualche chiarimento. E' una pre-slash, quindi non è che questi due abbiano deciso di vivere insieme perché sì! Oppure perché si amano alla follia e abbiano deciso di avere un milione di figli! (su quello magari ci si può lavorare...)

Vivono insieme perché non be lo bevo il fatto che Nathan campa in quel posto su un materassino dimmerda e Simon con un bunker a disposizione lo lascia lì. Non me la bevo, gente! E' un discorso che verrà approfondito presto...

Ho sentito inoltre voci sotterranee che parlerebbero di una terza serie. PUAH! Leggende metropolitane!

Sì, lo so! Ma nella mia illusione fanfictionara Nathan non è a Las Vegas!!! >.< Non esiste una terza stagione senza Nath! Uff! >.>

Il titolo è tratto da una strofa di Istantanee dei Subsonica, e la citazione da Buio e Luce de La Fame di Camilla.

A rosmy90.

A Meredith.



  
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