Parigi, 25 Settembre 2011
«Credo che dovresti tornare a casa.» affermai fissando Stefan negli occhi. L'avevo trascinato con me ovunque dopo quell'orribile giorno di maggio senza mai convincerlo a tornare a casa. Adoravo stare con lui perchè mi faceva sentire meno sola ma sapevo che a lui non piaceva la vita che facevo: odiava uccidere la gente ma con me, costretto a rispettare il mio stile di vita sanguinario, gli era impossibile fare il contrario. E poi c'era lei: Elena. La sua assenza gli spegneva l'anima, gli sgretolava il cuore come se fosse polistirolo. Sapevo che voleva tornare da lei ma che pensava che fosse la cosa più sbagliata da fare. Non ne avevamo mai parlato, mai mi ero seduta accanto a lui urlandogli di darsi una mossa, di correre a Mystic Falls e baciarla come mai aveva fatto, anzi, continuavo ad allontanarlo sempre di più da quella piccola città, affermando sempre che avrebbe dovuto tornare a casa senza volerlo davvero.
«Lo sai che non posso.» mi rispose tenendo lo sguardo basso verso il suo caffè.
«Stefan, non è che non puoi, è che non vuoi. Credi che sia più giusto starle lontano così da proteggerla ma sai benissimo che non è vero.» mi feci forza e gli spiegai quello che pensavo, o meglio, quello che lui aveva bisogno di sentirsi dire.
«Non tornerò in quel posto.» sospirò senza guardarmi.
«Sai che stai sbagliando! Dovresti essere lì a proteggerla, non qui a deprimerti con una che non conosci nemmeno e che ti istiga a fare la cosa che odi di più al mondo: uccidere!» urlai attirando l'attenzione della gente.
«Escusez moi.» implorai rispolverando quelle poche parole che conoscevo in francese.
«Anzi, la cosa che odi più al mondo è stare lontano da Elena!» esclamai rivoltandomi verso di lui che persisteva nell'evitarmi fissando quel caffè che ormai non era più fumante.
«Ragazzi, ma cosa ci fate qui, a Parigi?» la sua voce mi pietrificò rendendomi fredda ma fu l'unica cosa che riuscì a smuovere Stefan dalla sua posizione ricurva verso il tavolo. Mi voltai lentamente sperando che fosse solo un sogno, che quella voce si fosse solo imposta nella mia mente ma che non fosse reale. Il terrore si impossessò dei miei occhi non appena si intrecciarono con quelli di Klaus.
«Ma cosa sono quelle facce? Non siete contenti di vederci?» ci chiese con il suo solito tono ammaliatore facendo spuntare da dietro l'angolo l'ultima persona che avremmo voluto vedere in quel momento. Era libera, chissà come erano riusciti ad distruggere l'incantesimo che la teneva segregata in quella stanza. Proprio quando tutto sembra sarebbe andato per il meglio, il mondo stava accogliendo una nuvola nera che non avrebbe avuto pietà. Ora, Ginevra si sarebbe scagliata contro tutto e tutti.




Note: Non ho mai commentato nessuno dei miei capitoli aggiungendoci un 'Note' alla fine per il semplice fatto che non mi interessava spiegarvi quello che avevo scritto, credo sia più giusto interpretare quel che si legge senza 'l'aiuto dell'autore' ma in quest'ultimo capitolo vorrei parlarvi un po' di quello che è stata per me questa fan fiction *tutti iniziano a scappare*. Per quelli che sono rimasti e non si sono scaraventati verso la crocettina rossa in alto a desta: mi sono divertita a scrivere questa fan fiction soprattutto perchè c'era qualcuno che era disposto a leggerla e in particolare vorrei ringraziare la mia adorata @xfightforlove che è stata una delle prime che si è degnata di commentare il mio lavoro con costanza e ripetendomi in continuazione che le piaceva la mia storia. Ci sarebbe anche da ringraziare quella drogata di cacca di gnu della mia Lisa *--* followatela su twitter altrimenti vi sputo nelle orecchie u.u '@VampireBite97' e leggete le sue ff 'MyHappiness__'. Ma GRAZIE A TUTTI comunque :D
Che altro? Ah si... NON E' FINITA QUI *gente che si dispera* perchè, si, ho deciso di fare la 'seconda serie' che vi dovrete subire tutta tutta!
Grazie ancora, davvero di cuore.
Un bacione,
Eleonora.