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Autore: _shesunbroken    25/09/2011    1 recensioni
Vivere.
Un semplice verbo, composto da sei lettere, che forse lei non ha mai veramente coniugato.
Charlotte. Diciottenne costretta a vivere una vita che ormai le sta stretta.
Figlia di due genitori ricchi sfondati, che non le assomigliano affatto.
Lei non vuole gioielli, regali, carte di credito.
Lei vuole vivere la sua vita, senza regole, senza proibizioni.
Fare per la prima volta le sue scelte, senza che qualcuno decida per lei.
Incontrare qualcuno che la faccia impazzire soltanto sfiorandola.
Che la travolga come una tempesta, non lasciandole nemmeno il tempo di ragionare.
Gia, non ragionare ma vivere. Si dice così no?
Vivere come se non ci fosse un domani.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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First Chapter.






Odiavo quella stupida acconciatura che mi avevano fatto.
Odiavo quella stupida festa strapiena di gente di cui a malapena ricordavo il nome.
Odiavo quello stupido vestito che non mi faceva respirare.
Odiavo quelle stupide scarpe troppo strette per i miei poveri piedi.
Odiavo quella stupida serata, e soprattutto i miei genitori per avermi costretto a parteciparvi.
I miei genitori? Completamente diversi da me.
Mio padre, uomo alto, possente, con sempre il sorriso sulla faccia, conversava con qualche suo collega di lavoro del più e del meno, bevendo champagne. Di annata naturalmente, che siamo pazzi?
Richard James Gilbert era il più importante discografico di New York, e dalla bellezza di venticinque anni era sposato con Shailene Ashley Gilbert, famosa giornalista del New York Time, alta, magra, bellissima, un sorriso smagliante, e occhi di ghiaccio.
Fortunatamente, o oserei dire sfortunatamente, dal loro matrimonio siamo nati mio fratello ed io.
Mio fratello, William Edward Gilbert, per me sempliCemente Will, è' il ragazzo più bello che abbia mai visto. Ventun'anni, capelli biondi e occhi d'un verde acqua intenso. Identico a mio padre, ma solo nell'aspetto. Come me non gli è mai piaciuta questa vita, e da qualche anno si è traferito a Los Angeles per seguire la sua passione, il surf.
Ed infine ci sono io.
Charlotte Taylor Gilbert, 18 anni, occhi blu cielo, al contrario di mia madre, e capelli castani.
Ricci e selvaggi, come me.
Me ne stavo in disparte, a giocare con l'orlo di quel vestito tanto odiato.
Cercavo di non incrociare lo sguardo di qualche oca, ehm scusate, volevo dire di qualche amica di mia madre, altrimenti avrei passato mezz'ora a sentirle parlare di quanto ero cresciuta e di quanto ero bella.
Avrei voluto che quella serata non fosse durata un secondo di più.
Non solo perchè non ce la facevo più, ma anche perchè da domani sarebbe cambiata la mia vita.
Esattamente.
Mi sarei trasferita a Los Angeles da mia cugina, Brianna, figlia della sorella di mia madre.
Los Angeles. Sole, mare, spiaggie. 
Tutto il contrario di New York, che, anche se ci avevo abitato per la bellezza di diciotto anni, non avevo mai veramente visitato.
Conoscevo solo la scuola, e qualche locale notturno. Vi state chiedendo perchè?
Semplice, la notte scappavo dalla finestra di casa e uscivo con le mie amiche.
Dicevoo di essere figlia di persone comuni, tanto per sembrare una ragazza normale.
Naturalmente i miei genitori non sapevano che bevevo, ogni tanto fumavo, e molto spesso baciavo ragazzi che nemmeno conoscevo.
Non c'era un motivo per il quale lo facevo, forse perchè era tutto quello che loro non avrebbero mai approvato.
Tornando a parlare di Los Angeles.
Dissi hai miei genitori che mi sarei trasferita per qualche mese, ma non sapevano che con quella riposta intendevo per sempre.
Mi sarei cercata una casa tutta mia e avrei frequantato la scuola di lì.
Non vedevo l'ora.
Purtroppo per me, quella serata non passò così in fretta come speravo.
«Charlotte cara, vieni qui. Ti devo presentare una persona!» disse mia madre con la sua salita classe.
La raggiunsi controvoglia, con il mio solito sorriso falso.
Vicino a lei c'erano un signore ed un ragazzo.
Alto, biondo, occhi azzurri, avrà avuto qualche anno in più di me.
E vicino a lui c'era colui, che mia madre mi disse essere suo padre.
«Tesoro, lui è il signor il signor Black, e questo bel giovanotto è suo figlio Thomas
«Mi può chiamare Tom, signorina Charlotte.» disse porgendomi la mano.
'Il solito figlio di papà'
Sempre con il mio solito sorriso, allungai la mia mano verso di lui e me la baciò.
'Patetico'
Era un'altro dei soliti bamboccioni che mia madre cercave continuamente di appiopparmi come fidanzato.
Ma nella mia vita vedevo tutto fuorchè un pinguino come mio fidanzato.
Mia madre ci disse di andare a fare una passeggiata a come sempre non mi opposi.
Camminavamo nell'immenso giadino di casa Gilbert, quando lui mi iniziò a parlare.
«Charlotte, lei è veramente bellissima.»
Soliti complimenti di circostanza.
«Grazie mille John
«Mi chiamo Tom.»
«E io che cosa ho detto?»
Mi sorrise e mi prese la mano, ma con tutta la calma di questo mondo io mi allontanai.
Lui mi guardò perplesso.
«Grazie per aver allietato la mia serata, John.» 
'Come sei falsa Charlotte'
«Tom» mi corresse lui.
«Suvvia è uguale, ora devo scappare
«Ci rivedremo mai?» mi disse.
Scoppiai a ridere.
Senza guardarlo corsi nella mia camera.
Mancavano poche ore e avrei preso l'aereo che avrebbe cambiato la mia vita.







Ecco la mia prima FF.
Mi sono appena iscritta su EFP ed ho molta paura dei vostri giudizi DD:
Questo è il primo capitolo, spero vi piaccia :3
Aspetto le vostre recensioni :)
With love, 
Clotilde.
 
  
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