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Autore: Unbreakable_Vow    26/09/2011    3 recensioni
Far da Cupido al tuo peggior nemico può rivelarsi un'impresa non facile, specialmente se due padri impiccioni ed un fratello col vizio di scommettere complicano ulteriormente le cose
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ebbene si, una storia completamente dedicata alla New Generation, probabilmente banale e scontata ma tutto ciò che è stato capace di partorire la mia mente malata! Dato che il carattere dei nostri giovincelli è tutto tranne che definito, non me la sento di dire se sono IC o OOC: lascio a voi il farmi sapere se risultano o meno credibili.
Vi auguro buona lettura!



Titolo: Cupido
Autore: Unbreakable_Vow
Personaggi: Scorpius Malfoy, Lily Luna Potter, Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Harry Potter, Draco Malfoy
Pairing: Albus/Scorpis
Ambientazione: Post DH
Frase-chiave: Far da Cupido al tuo peggior nemico può rivelarsi un'impresa non facile, specialmente se due padri impiccioni ed un fratello col vizio di scommettere complicano ulteriormente le cose.
Genere:  Introspettivo & Romantico (la mia classica coppia vincente)
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot, Shonen-ai, Fluff
 
 

Cupido

Quando quella figura apparve dal nulla, a pochi metri di distanza da dove lui si trovava, esattamente di fronte l'entrata della sua Sala Comune, Scorpius trasalì. Si fermò un istante, indeciso sul da farsi:  poi, presa in mano la bacchetta, avanzò lentamente verso la porta chiusa e la persona che vi poggiava sopra la schiena, stando all'erta per non farsi cogliere di sorpresa.
Non appena la distanza che li separava divenne sufficiente a far capire a Scorpius di chi si trattasse, abbassò la guardia rincuorato. Non era altro che la più piccola dei fratelli Potter, nonché membro della chiassosa e troppo affollata ciurma dei Weasley, la fastidiosa Lily superbia-è-il-mio-secondo-nome Potter. Per quanto la detestasse profondamente, coi suoi appena quattro anni di scuola non poteva rappresentare certo un pericolo per lui. O, almeno, non più del solito.
Quando, quattro anni prima, la principessina era stata smistata - con sorpresa di tutta la Sala Grande, professori, quadri e mura comprese - a Serpeverde, aveva anche pensato di avvicinarsi e diventarle amico, così da aiutarla ad ambientarsi nella loro Casa e nella scuola. Non sapeva cosa lo spingesse a volerlo fare, considerando che la sua inopportunamente numerosa famiglia (formata da orde di cugini, zii ed addirittura ritratti di vecchi presidi di Hogwarts) avrebbe potuto svolgere questo compito mille volte meglio di lui, ma in quel momento aveva deciso di seguire l'istinto e, non appena finita la Cerimonia e la cena, le si era avvicinato sicuro (forse anche un po' spavaldo), con un sorriso rassicurante (che poteva forse apparire da donnaiolo), e le aveva detto, con tono dolce (che poteva però, se mal interpretato, apparire come desideroso di conquiste)
"Ciao Lily, sono Scorpius Hyperion Malfoy, Serpeverde di terzo anno. Vuoi che ti faccia vedere la nostra Sala Comune?"
A quel punto Lily gli aveva rivolto uno sguardo truce (o che forse poteva semplicemente essere impaurito) e gli aveva risposto, stizzita (o forse soltanto a disagio)
"Posso vederla benissimo da sola, o al massimo chiedere ad un Prefetto. Non ho certo bisogno del tuo aiuto!"
E così se n'era andata, seguendo gli altri primini della sua Casa, lasciando Scorpius lì, fermo, come un fesso.
Da allora si erano semplicemente detestati, e se è vero che passavano la maggior parte del tempo ignorandosi bellamente, ogni tanto non potevano evitare di sfogare la rabbia che provavano l'un l'altro con scherzi di cattivo gusto e litigate fatte da poche frase taglienti, in puro stile Serpeverde.
Supponendo quindi che non potesse far nulla per evitare lo scontro con la Potter - dato che questa si trovava proprio di fronte l'entrata della Sala Comune, e non le avrebbe certamente mai chiesto per favore di farsi da parte - si piazzò di fronte a lei e le lanciò un'occhiata malevola, che lei ricambiò senza però fiatare.
Restarono così per alcuni minuti, a fissarsi con astio, senza che nessuno dei due decidesse a rompere quel silenzio.
Alla fine fu Lily a cedere, sbuffando. Lo guardò per l'ultima volta in cagnesco, prima di parlare.
"Hai intenzione di dar fiato alla bocca per dire una delle tue solite stronzate, o ti sei reso finalmente conto che tacere ti farà fare una figura migliore?"
"La piccola Potter che usa del sarcasmo, ma che novità!" esclamò Scorpius fintamente sorpreso. "Anche se devo constatare che, come tutto il resto, non ti riesce un granché. Ad ogni modo non parlo perché, a te, non ho nulla da dire."
Lily alzò gli occhi al cielo, esasperata dalla situazione. Sarebbe riuscita a rivolgergli la parola e a fargli quel discorso senza staccargli la testa a morsi, prima? Ne dubitava, ma doveva almeno provarci.
Pensa a come ci starebbe male, Lily. Tu non lo vuoi vedere stare male, vero? Si disse per calmarsi.
"Senti, Malfoy, dacci un taglio. Ti sembrerà assurdo - e, credimi, non vorrei farlo - ma non sono qui per litigare. Ti devo parlare."
Lo sguardo di Scorpius trasmise per un attimo perplessità, poi tornò alla sua solita beffardaggine. Sorrise a Lily sinistro, intuendo qualcosa di serio dell'aria, e si limitò a rispondere
"Bene allora, ti ascolto. Sono proprio curioso di assistere al patetico tentativo di Lily Luna Potter che prova a fare un discorso di senso compiuto."
Non lo vuoi vedere stare male, ricorda. Malfoy è solo un pallone gonfiato.
Digrignando i denti per esprimere tutta la sua rabbia, disse semplicemente "Sei un bastardo Malfoy, non capisco proprio come faccia Albus ad amarti."
Se al bastardo il viso di Scorpius aveva accennato ad un ghigno, la fine della frase lo trasformò in un evidente segno di stupore. Lily si complimentò da sola per essere riuscita a rendere Malfoy tanto indifeso e comico: la bocca spalancata, gli occhi persi, la fronte leggermente aggrottata. Lottò con se stessa per non ridergli in faccia.
Subito dopo quell'attimo di shock, però, Scorpius rivolse a Lily uno sguardo che mai le aveva rivolto prima: quello che traspariva era puro odio. I pugni serrati, la mascella contratta, il corpo proteso contro di lei, quassi fosse pronto a balzarle addosso e farla a pezzi. Fu la prima volta che ebbe seriamente paura che Scorpius potesse ucciderla.
Prima che lei potesse dire qualunque cosa per difendersi, Scorpius soffiò adirato "Non mettere mai più in mezzo Albus, o ti prometto che la pagherai cara."
Questo fu troppo, e Lily non riuscì a sopportarlo: il suo viso, da leggermente impaurito qual era divenuto qualche istante prima, si ricoprì di una maschera di rabbia e, senza che se ne rendesse conto, avanzò di qualche passo verso il ragazzo, la cui espressione non era cambiata di una virgola.
"Adesso ascoltami bene, stronzo di un Malfoy. Albus lo metto in mezzo eccome, e tu starai a sentire tutto ciò che ho da dire e non fiaterai, altrimenti sarai tu a pagarla cara. Mi sono spiegata?"
Scorpius non rispose ma la guardò fissa, cosa che fece capire a Lily di avere, almeno per qualche tempo, la sua completa attenzione.
Così si rilassò ed iniziò il suo discorso.
"In queste vacanze Albus si è comportato in modo strano, e né io né James riuscivamo a capirne il motivo. Anche papà e mamma si sono preoccupati, tanto da arrivare addirittura a pensare di portare Albus da uno specialista. Ma prima che la situazione potesse degenerare, Albus ha deciso di parlarci. Sai che è un Tassorosso fatto e finito, non avrebbe avuto il cuore di lasciarci così in pena per lui. Così una sera ci ha riuniti tutti e ci ha detto la verità: sta male per te, perché si è innamorato. Innamorato di te, Salazar! Non riuscivo a credere alle mie orecchie. E ti assicuro che non è stato facile accettarlo, per niente, specialmente per me. Fra tutti, proprio tu. E' vero, con Albus ti comporti in modo diverso, siete amici e so che lo tratti bene, ma ai miei occhi tu rimani comunque un bastardo."
Si interruppe un attimo per riprendere fiato, continuando a fissare Scorpius. Il caleidoscopio di espressioni che quest'ultimo era riuscito a mostrare, sentendo quelle parole, era una scena a cui mai Lily avrebbe pensato di assistere. Questo è l'amore, gente! si disse con una punta d'ironia.
"Alla fine abbiamo cercato tutti di aiutarlo come potevamo - sorvolerò sul dirti che io non ho fatto altro che cercare di fargli aprire gli occhi - ma nessuno di noi ha potuto fare nulla. Ora, mi viene il vomito a dirlo, ma io ti ho osservato. Si Malfoy, ho dovuto farlo, e non credere sia stato piacevole. Avevo bisogno di capire, e credo di essere arrivata alla soluzione. Anche tu ami Albus. Per quanto ti diverta fare il galletto con tutte le gonnelle di Hogwarts - anche se poi non concludi mai nulla, guarda tu che strano! - l'ho visto chiaramente quali sguardi d'amore e, ugh!, di bramosia lanci a mio fratello. Lui non ti confesserà mai nulla perché è un cacasotto e ha paura di 'perdere la vostra amicizia' " scimmiottò Lily in tono decisamente caricaturale, "ma tu che sei una pronta-a-tutto Serpe, vai a prenderti ciò che è tuo. Mi fa schifo l'idea che si fidanzi con te, ma almeno così non dovrò più vederlo star male."
Scorpius credette veramente di star per assistere alla fine del mondo, o a qualche altro evento di simile portata, perché altrimenti nulla, nulla, avrebbe potuto spiegare il fatto che la Potter gli stesse facendo, in pratica, da Cupido.
Era vero che amava Albus, all'incirca da quando nemmeno sapeva cosa volesse significare: era dal primo anno che gli si era attaccato addosso come una cozza, godendo di tutte le attenzioni che quel timido bambino gli rivolgeva. Col tempo erano diventati più che inseparabili, praticamente un tutt'uno, e quel vago sentimento aveva assunto connotati ben definiti. Ma mai, mai, Scorpius aveva pensato - sperato, pregato - che Albus ricambiasse i suoi sentimenti. Credeva di vivere senza alcun dubbio un amore a senso unico, e con gli anni si era rassegnato a quell'idea. Non che non ne soffrisse - molto spesso piangeva, ed un paio di volte suo padre lo aveva beccato a singhiozzare disperatamente, per poi avvicinarsi ed abbracciarlo stretto senza chiedergli mai il motivo - ma non osava sperare in qualcosa che alleviasse i suoi dolori che non fosse il tempo, o comunque qualcosa di labile. Non un miracolo.
"Devo andare da Albus, devo... devo dirgli tutto" disse a se stesso, per poi rendersi conto di aver parlato ad alta voce. Lily, che non si era persa neanche una delle sue facce - intuendo magistralmente tutti i pensieri del ragazzo - si limitò a porgergli il mantello che indossava e a dirgli "Ti avverto Malfoy: non farlo soffrire."
Trovò così inconcepibile l'idea che potesse in alcun modo far soffrire volontariamente Albus - se non si consideravano le gioie del rapporto fisico, ovviamente - che nemmeno gli passò dalla mente di risponderle: si limitò, piuttosto, a fissare torvo il mantello.
"Che diavolo sarebbe?"
Lily sorrise sorniona. "Mantello dell'invisibilità. Lo dovrai mettere, se vuoi avvicinarti alla Sala Comune di Tassorosso ed entrarci ora, anche dopo che è scattato il coprifuoco. Dallo poi ad Albus."
Non si diede pena di parlargli oltre: il suo compito era finito, poteva cordialmente evitare di star ancora lì ad aiutare il giovane Malfoy sulle sue pene d'amore e tornare, di filata, nel suo dormitorio. Così gli voltò le spalle, e, decisa, pronunciò le parole d'ordine; la porta si aprì e lei, con un passo, fu dentro la sua Sala Comune.
Non gli augurò buona fortuna, non ne aveva bisogno: era una battaglia già vinta in partenza. Si limitò ad ascoltare i suoi passi veloci nel corridoio e, riflettendo, a percorrere le scale che l'avrebbero portata dritta nel suo letto.
Papà e il signor Malfoy avevano ragione, sono proprio due ottime spie! pensò Lily gongolante, e James mi deve un mucchio di galeoni.

 
 
   
 
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