A Cecilia,
Perché anche se
non lo sa mi ha fatto venire voglia di scrivere una storia mia e solo mia.
Perché mi ha
invogliato ad uscire dagli schemi, e senza di lei non ci sarei riuscita.
Mai.
La bellezza non è sempre un pregio.
- Specialmente quando per
raggiungerla è necessario fare sforzi mostruosi -
I tried to hold on
But it's not enough
To make it all okay».
Broken Strings, James Morrison feat. Nelly Furtado.
Non sarebbe
dovuto succede di nuovo, e lei lo sapeva. Lo sapeva bene, ma le gambe si erano
come mosse da sole, trascinandola quasi a forza verso il bagno. Con mano debole
e tremante aveva ruotato la maniglia e, una volta nella stanza, si era richiusa
la porta alle spalle, anche se la casa era vuota se non si contava la sua
debole presenza.
Aveva posato
una mano sul pavimento freddo mentre le dita dell’altra si infilavano nella sua
gola, facendole vomitare tutto – tutto quel che aveva dentro, lasciando solo l'angoscia e una sensazione quasi di vuoto.
E in quel
momento, guardando il water con gli occhi gonfi di lacrime, aveva capito di
aver infranto l’ennesima promessa – promessa che, oltretutto, aveva fatto a se
stessa.
Si era
ripromessa di smettere, di sotterrare quella vita, che, ormai, non le sembrava
più nemmeno sua, e di ricominciare tutto da capo.
Aveva anche
cambiato taglio di capelli, perché sperava che il detto avesse ragione: Taglio nuovo, vita nuova.
Ma non era
cambiato niente. Era tutto rimasto uguale, come prima. Solo il suo corpo
cambiava; cambiava di giorno in giorno, rendendosi più debole ogni volta che si
lasciava sopraffare.
Che si lasciava
sopraffare dallo stress, dalla voglia di essere bella.
Sulle copertine
delle riviste, c’erano solo belle ragazze con dei fisici asciutti e snelli.
Aveva sempre desiderato un corpo come quello, ma più di una volta le era stato
detto che no, lei non aveva un bel fisico.
E poi c’era
stato il colpo di grazia che l’aveva spinta nel baratro: quando sua madre le
aveva fatto notare che la canottiera faceva vedere un po’ di pancia di troppo.
Senza quasi
accorgersene, era caduta in una vita che non era la sua. Si era ritrovata a
dover smettere di mangiare le sue barrette di cioccolato, le caramelle. Si era
ritrovata a doversi mettere le dita in gola pur di dimagrire, quando aveva
sempre dichiarato di essere contraria all’anoressia.
Quando si era
resa conto di cos’era successo, aveva provato a smettere.
Per qualche
mese c’era riuscita, ma poi la voglia di essere bella le era caduta addosso nuovamente, stordendola e facendole
perdere il controllo di se stessa, delle sue azioni.
Non aveva
ancora capito che essere ‘bella’ non voleva dire dover sacrificare se stessa e
tutte le cose che si amano. Non aveva ancora capito che per essere ‘bella’ non
doveva avere un corpo perfetto – che lei non aveva, sebbene ogni giorno si sforzasse
di sorridere e dirsi « Sì, sono bella », senza risultati.
Nonostante
tutto quel che aveva passato, non aveva ancora capito niente della bellezza.
I suoi
parametri di misurazione erano le modelle, con quei fisici bellissimi e quasi
statuari.
E, per quanto
potesse essere svelta d’intelletto, Federica non aveva capito che Photoshop
dopotutto serviva a ritoccare quei corpi perfetti.
Un altro conato
le strinse la bocca dello stomaco in una stretta ferrea, e le sue mani
cercarono rapide la tavoletta del water.
Non aveva
mangiato niente: si ritrovò a pensare che quel che le stava uscendo dalle
labbra piene fosse la propria anima di quindicenne.