Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Melanie__    26/09/2011    1 recensioni
Mh... Odio questo titolo, ma di meglio non m'è uscito. Severus/Lily, e riflessioni, direi. Cielo, come sono monotona! Ah, c'est la vie. Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vento Autunnale
 

 
-Severus?
La tua voce si confonde con il mormorio del vento fra le foglie del grande faggio sotto cui ci siamo stesi, e sotto cui ci stendiamo da anni, ormai.
E’ autunno, e fra non molto, con l’arrivo dell’inverno, non avremo più alcuna chioma sotto cui
nasconderci. Perché è questo che facciamo, no Lily? Ci nascondiamo nel nostro piccolo regno incantato, dove tutto è bello e tutto va bene. Il difficile è uscirne.
-Si?
-Secondo te, da dove veniamo?
Mi volto a guardarti, mentre l’erba mi accarezza la guancia, e i tuoi capelli mi solleticano il naso. Non mi da fastidio.
-Scusa?
Anche tu ti volti e mi guardi coi tuoi occhi di prato. Un piccolo sorriso ti si dipinge sulle labbra, mentre giri di nuovo il viso al cielo, e scruti qualcosa che certo io non vedrei.
-Da dove veniamo, secondo te?
Ti sollevi su un gomito, in modo da guardarmi in faccia, e continui sognante.
-Io penso che tutti noi veniamo da lassù,- indichi con un dito il cielo, con gli occhi piantati nei miei.- dalle mani di un grande scultore.
-Quindi noi saremmo tutti di marmo?
Incrocio le braccia dietro la testa, sorridendoti ironico.
-Ma certo che no, Sev! Noi siamo fatti di pasta di sale.
Lo dici con un sorriso dolce sulle labbra e gli occhi persi in quel tuo mondo pieno di magia, cosa strana da dire per un mago. Vorrei abbracciarti.
-Vedi, io credo che lassù, -di nuovo indichi il cielo.- ci sia un grande scultore, che ogni giorno si siede al suo tavolo da lavoro, prende la sua pasta di sale e ci modella, seguendo l’ispirazione del momento!
Concludi con un gran sorriso e ti butti nuovamente a terra, i capelli a circondarti il volto come fiamme.
-Allora, per te da dove veniamo?
Sposto lo sguardo verso il mosaico di foglie sopra le nostre teste.
Da dove veniamo? Da un pittore.
Un grande artista, che ogni giorno si alza e si siede nel suo studio, davanti alla tela bianca adagiata sul cavalletto. Non so se anche lui è lassù, insieme al tuo scultore.
Sedendosi sul suo sgabello, il pittore guarda fuori dalla grande finestra nel suo studio, riordina le idee. Poi, con un piccolo sorriso sulle labbra apre un grande armadio alla sua sinistra ed estrae il suo materiale. Oggi farà un acquarello.
Intinge la punta del pennello nel rosso, nell’arancione, nel viola e nel giallo: ecco i tuoi capelli!
Intinge la punta del pennello nel verde più chiaro e in quello più scuro, nel nero, nel grigio, nel marrone e nell’oro: ecco i tuoi occhi!
Con gli occhi che brillano continua a dipingere, il pennello che danza sulla tela.
Una volta finito ripone gli strumenti ordinatamente nell’armadio.
Si alza, fa un passo indietro e le labbra gli si increspano in un sorriso soddisfatto, mentre rimira la sua opera.
Ora manca solo il titolo. Si appoggia alla finestra, scrutando i colori dell’alba che lasciano posto all’azzurro del cielo. Ad un certo punto, guardando i vasi di fiori sul davanzale della finestra sorride, si gira e scrive sul retro della tela, con quella sua bella penna stilografica che usa per firmare tutte le sue opere: ‘Lily’.
Volta il dipinto e rimira per l’ultima volta il suo capolavoro.
Lily, proprio come quel giglio che si dondolava mollemente nella brezza mattutina, come se anch’esso stesse rimuginando su qualcosa.
Ecco, noi siamo nati dalla punta del pennello di un pittore pazzo.
Mi giro sulla pancia, per fissarti negli occhi, ma poi qualcosa mi impedisce di dirti ciò che vorrei.
Paura? Insicurezza? Non saprei. Sicuramente la certezza che non sarei ricambiato.
Così, sollevo un sopracciglio e mormoro.
-Oh, non dire sciocchezze Lily. Noi siamo figli dei nostri genitori, niente fantomatici scultori o pittori pazzi!
Un grande sorriso ti illumina il volto. Come se avessi appena vinto quel pupazzo che ti piaceva tanto, al Luna Park.
-Pittori pazzi? Quali pittori pazzi?
Mi mordo il labbro, mentre guardo i tuoi grandi occhi.
E qualcosa mi dice di tentare.
-Credo che lassù, insieme allo scultore…
Mentre tu mi guardi interessata io continuo a raccontare. Ti racconto del pittore e della sua opera. Di me e di te. E forse anche di ciò che è laggiù, nel fondo del mio cuore.
Non ricordo più.
La mia voce si perde nel vento autunnale, probabilmente quel vento che soffia anche lassù, nello studio del pittore pazzo.
 
 
 
 
Ok, ho finito. Questa storia mi è venuta in mente nel treno di ritorno da Venezia. Un’ottima fonte di ispirazione, Venezia. Embè… Ditemi che ne pensate. Devo ammettere che tendo al melodrammatico nei racconti… Non so che farci, è irreversibile.
Au revoir, e lasciatemi un commentino. Ino-ino. Iccino. Ok, deliro. Ciao.
 
Melanie
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Melanie__